“Rho non lavora gratis per Expo!”

 

Iniziativa contro il lavoro gratuito per Expo 2015 davanti ai licei Majorana e Rebora di Rho

Oggi, a 35 giorni dall’apertura dei cancelli di Expo 2015, gli attivisti del Movimento Studenti Rho e del Centro sociale SOS Fornace hanno affisso striscioni e distribuito materiale di controinformazione sul lavoro gratuito di Expo 2015 davanti al Liceo scientifico “E. Majorana” e al Liceo Classico “C. Rebora”.

All’asfissiante propaganda targata Expo 2015 si è unita nelle ultime settimane quella prodotta in proprio dal Comune di Rho che ha avuto la faccia tosta di definire “un’esperienza unica nel suo genere” quella di non esser pagati per svolgere quello che si configura essere come una vera e propria mansione solitamente retribuita a steward e hostess. Oggi quello che giusto chiamare per quello che è, e cioè lavoro non pagato, è infatti nobilitato nella squillante retorica di Expo, come “volontariato”. Peccato che il proprio lavoro venga richiesto gratuitamente a supporto delle iniziative non certo caritatevoli né di pubblica utilità sociale di un’azienda privata il cui unico scopo è il proprio profitto, e che per giunta obbliga gli studenti a partecipare ai progetti collegati all’Esposizione come se fosse una materia curricolare.

Il ricatto al quale sono sottoposti gli studenti, “invitati” vergognosamente a lavorare gratis per il profitto del Grande evento dietro la misera promessa di una “job description” con la quale impreziosire il proprio curriculum, è in realtà uno strumento per sfruttare la nuova generazione di studenti precari. Una vergogna travestita da opportunità, uno strumento di controllo che serve ad addomesticare i giovani e insegnargli che la scuola è come uno stage in cui si imparano a rispettare le regole della precarietà e dello sfruttamento senza fiatare. Insomma, una palestra di vita in cui allevare i docili sfruttati di domani. Convergono del resto verso questo obiettivo i provvedimenti del governo Renzi che delineano gli scenari dello sfruttamento futuro: Jobs Act e Buona Scuola, entrambi miranti a inserire gratuitamente nel mondo del lavoro i giovani precari, resi comunque mansueti di fronte alla macelleria sociale che li aspetta.

Alla luce di questi ragionamenti assumono tutt’altra luce, certamente più oscura, le parole pronunciate da Ivan Nissoli, presidente del Ciessevi (l’ente che cura la formazione dei “volontari”), che ha dichiarato che quello di lavorare gratis per Expo “rappresenta un’opportunità che questi giovani non possono proprio perdere e che di certo li accompagnerà per tutta la vita, lasciando in loro un segno intenso, globale, soprattutto per i tanti temi in gioco in questa Esposizione, così centrali per il loro futuro di cittadini del mondo”.

Con l’iniziativa di oggi gli dtudenti di Rho intendono ribadire che non lavoreranno gratis per Expo e rivendicare una scuola libera dai condizionamenti dei profitti privati, palestra di pensiero critico e non cinghia di trasmissione per la quale il potere riproduce se stesso. Rilanciano inoltre la partecipazione al corteo studentesco europeo del 30 aprile a Milano contro Expo 2015 e il lavoro gratuito, modello di sfruttamento della futura generazione di precari.

MOVIMENTO STUDENTI RHO
CENTRO SOCIALE SOS FORNACE

 

Articoli Correlati:

  1. -35 giorni: il sapere ai tempi di Expo 2015
  2. -60 giorni: la precarietà ai tempi di Expo 2015
  3. Expo fa male, facciamo male ad Expo