-60 giorni: la precarietà ai tempi di Expo 2015

 

Opportunità per il territorio?

Continua il countdown verso la Grande Sciagura: oggi è stato distribuito a Rho il nostro opuscolo su Expo 2015 come laboratorio di precarietà. Ecco il testo:

A 60 giorni da Expo 2015 SOS Fornace presenta:
LA PRECARIETA’ AI TEMPI DI EXPO 2015

Opportunità per il territorio?

Sono anni che Expo 2015 viene descritto come strumento per il rilancio dell’economia nazionale e dei territori coinvolti. Oggi è arrivato il momento di tirare le somme. Concretamente Expo a Rho quanti posti di lavoro ha creato, e con con quali diritti e tutele?

Al di là della retorica sull’”indotto” – al momento smentita dai fatti – l’unica strategia messa in campo è la beffa del lavoro gratuito di 18.500 volontari reclutati tra le fila dei disoccupati e degli studenti.

Le cronache quotidiane indicano chiaramente quali sono i soggetti che hanno realmente avuto delle “opportunità” da Expo2015. E stiamo parlando dei politici, degli imprenditori, dei faccendieri e dei mafiosi che banchettano su appalti da milioni di euro secondo uno scientifico e ben oliato meccanismo di spartizione. Viceversa, ai precari, ai disoccupati, agli studenti e ai giovani di un territorio con un tasso di disoccupazione giovanile di oltre il 30% si chiede di lavorare gratis come volontari, nella speranza di arricchire un curriculum sempre più vuoto, senza passato e senza futuro. Una beffa che nella realtà serve solamente ad aumentare i profitti delle aziende e che rientra nella logica del Jobs Act e dello smantellamento totale delle tutele e dei diritti dentro e oltre il lavoro.

Grandi sorrisi ed entusiasmo. Il 1 maggio 2015 è alle porte: la Milano capitale mondiale del cibo è pronta ad aprire i battenti. Tutto sembra essere pronto, e “se c’è qualcuno che pensa di poter bloccare, non in nome del sacrosanto diritto di sciopero ma dell’inaccettabile diritto di boicottaggio questo evento, sappia che siamo pronti a tutto”.

Parole rivolte dal Presidente Renzi ai lavoratori del Teatro alla Scala, che alla richiesta di mettere in scena la “Turandot” in occasione dell’inaugurazione di Expo il 1 maggio 2015 hanno risposto che non intendono lavorare il giorno della festa dei lavoratori.

Una minaccia che ci porta a riflettere su come la costruzione dell’immaginario ottimista delle “opportunità per il territorio” di Expo 2015 poggi su una sfavillante retorica dietro la quale si cela lo sfruttamento dei lavoratori: minacciati, precarizzati e costretti al silenzio in nome della pace sociale e del profitto.

Expo 2015 aveva promesso 70.000 posti di lavoro, ma a poco meno di due mesi dall’apertura dei cancelli, dei proclami sul rilancio dell’occupazione rimane solo un grande fallimento e la beffa del lavoro non retribuito di 18.500 volontari che nei sei mesi dell’Esposizione si avvicenderanno nell’opera di accoglienza e assistenza dei visitatori, prestazione che normalmente viene affidato a steward e hostess in cambio di una retribuzione.

Insomma una grande fregatura mascherata da opportunità e appoggiata da una campagna mediatica imponente che cerca di coinvolgere tutti i settori della società, in primis le scuole, dove il ricatto di Expo si palesa tutti i giorni sulla pelle degli studenti che sono costretti a trattare il tema dell’Esposizione come se fosse una materia curricolare.

Noi crediamo che prestare gratuitamente il proprio tempo per Expo significhi togliere uno stipendio a un lavoratore, mettendo uno contro l’altro precari e disoccupati, giovani e vecchi.

Mentre politici, imprenditori e mafiosi si accaparrano appalti milionari a suon di mazzette, a noi precari chiedono di lavorare gratis e di tirare la cinghia per far ripartire il Paese. E tutto con la benedizione di Cgil, Cisl e Uil, che con l’accordo del 23 luglio 2013 siglato con la società Expo 2015 hanno istituito il lavoro gratuito per l’Esposizione, garantito la pace sociale nei cantieri negando il ricorso allo sciopero, legittimando di fatto un nuovo livello di sfruttamento.

I numeri parlano di oltre il 40% di disoccupazione giovanile, e l’unica opportunità che viene messa in campo è la truffa del lavoro non retribuito e l’uso di contratti precari in linea con le politiche del Jobs Act, che altro non è che la generalizzazione dell’accordo del 2013 tra sindacati confederali ed Expo, che sfonda i limiti geografici e temporali legati all’Esposizione per farsi sistema.

Il rapporto tra la “grande opportunità” e il Jobs Act è duplice: da una parte è stato il catalizzatore di quei processi di cambiamento che hanno preceduto il clima politico e culturale in cui è nata la riforma, e dall’altra l’occasione per sperimentare concretamente questi provvedimenti e oltrepassare la nuova frontiera dello sfruttamento: quella del lavoro non retribuito come nuovo canale di ingresso nel mondo del lavoro.

REDDITO PER TUTT*!
EXPO 2015 PER NESSUN*!

 

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