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La città non si vende né si compra... si vive!

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CARRARA: SGOMBERI IL SINDACO E LA SUA GIUNTA

All’indomani dello sgombero della Sala di Rappresentanza del Comune di Carrara abbiamo incontrato Naila e Manuel del Presidio Permanente.

Lucca Libera: come avete accolto lo sgombero, deciso e ordinato dal sindaco Zubbani, avvenuto il 27 gennaio?

Manuel: sicuramente con sdegno. Innanzitutto per quanto riguarda il giorno, perché è stato effettuato nel Giorno della Memoria, in cui tutta la Giunta e tutto il Consiglio erano a Massa per un Consiglio congiunto. Già questa è stata una mossa, dal punto di vista etico, molto brutta. Poi l’ orario: alle sei di mattina, questo precisamente per non richiamare attenzione mediatica, per fare le cose nel modo più silenzioso possibile. Soprattutto, una cosa obiettivamente non democratica è stato il dispiegamento di forze: l’ utilizzo di tre, quattro, e la sera erano cinque, camionette con circa 50 agenti tra polizia e carabinieri in tenuta antisommossa. Forze ben chiare e ben disposte. E’ stata veramente una cosa da Comune non democratico. Soprattutto da parte di una maggioranza di sinistra, con partiti come Rifondazione Comunista e il Partito Socialista che si dichiarano a favore del popolo. Ricordiamo che lo stesso sindaco è del Partito Socialista. I fatti, per come si sono svolti, richiamano di più tattiche di tipo dittatoriale, diciamo di destra. E’ incomprensibile come, senza dialogare prima con i cittadini, senza cercare un approccio di tipo più tranquillo, più pacifico, sia stato effettuato uno sgombero in modo così pesante e militarizzato.

Naila: quello che fa effetto è come il sindaco non tratti la questione dell’Assemblea Permanente come un fatto politico, ma appunto come un fatto di ordine pubblico, lasciando in mano tutto alla polizia. Anche durante i mesi di presidio noi avevamo sempre delle guardie della Municipale che stavano lì a fare gli straordinari per vedere se tutto andava bene. Lui non ha mai preso in esame la possibilità parlare con noi come in un contesto politico. Lui ha sempre fatto riferimento a una questione di ordine pubblico.


Lucca Libera: da parte sua Zubbani sostiene di essere sempre stato disponibile al dialogo. In questi mesi quali segnali avete ricevuto in questo senso?

Naila: zero, nessuno. Loro erano sì disponbili al dialogo, ma con una nostra delegazione e a porte chiuse. Siccome noi non deleghiamo più nessuno, li abbiamo invitati in Sala di Rappresentanza ad avere un dialogo e un confronto. Loro hanno risposto picche, riproponendoci di scegliere sei o sette persone dell’assemblea per andare a parlare con loro. Noi non ci siamo stati. L’aspetto fondamentale è che loro parlavano con noi solo attraverso la polizia, cioè parlavano con la polizia che poi la mattina veniva e diceva: “ragazzi, il sindaco ha detto questo, il sindaco ha detto quello…”. Questo per noi è vergognoso.

Lucca Libera: l’episodio che ha portato all’occupazione dell’edificio comunale è stato in sostanza il fatto che il sindaco respingesse ogni responsabilità riguardo al disastro. In questi mesi è cambiato qualcosa nell’atteggiamento della Giunta Zubbani?

Naila: rispetto alle assunzioni di responsabilità non c’è stato alcun cambiamento. Però il nostro Presidio è riuscito a creare un po’ di caos all’interno della maggioranza. Quindi ci sono ora delle sedie che potrebbero cadere da un momento all’altro.

Manuel: ricordiamo anche la dichiarazione che è stata fatta in Consiglio Comunale giovedì scorso: riferendosi ai rinvii a giudizio, imminenti per quanto riguarda l’indagine della tassa marmi del 2009, il sindaco ha dichiarato che loro sono sempre stati a favore dei cittadini e della cittadinanza. Questo fa capire quanto non ci sia nemmeno un’ombra di ammissione di responsabilità da parte del sindaco e della Giunta.

Lucca Libera: l’argine distrutto dall’alluvione è stato ricostruito? E, più in generale, sono stati presi dei provvedimenti per la messa in sicurezza e il riassetto del territorio?

Naila: a tre mesi dall’alluvione i lavori sull’argine sono ancora quasi nulli, se non proprio bloccati. Tant’è che la scorsa settimana le ditte che erano state completamente inondate hanno dichiarato in un articolo che, se il Comune non interverrà prontamente per finire i lavori, loro occuperanno le strade con le ruspe. Questo anche perché, due settimane fa, c’è stato un temporale fortissimo e i loro piazzali sono stati nuovamente allagati. Inoltre, sempre due settimane fa, la Procura di Massa ha messo sotto sequestro un altro pezzo di argine in località Nazzano e, la settimana scorsa, è stato messo sotto sequestro anche un pezzo di argine davanti. Quindi vuol dire che non c’è alcun controllo su questi argini da parte del Comune. Anche in località Avenza, sull’argine destro crollato, i lavori vanno a rilento perché hanno cercato di sistemare alla bell’e meglio, ma il problema sussiste.

Lucca Libera: le problematiche, però, non sono solo relative agli argini, interessano il corso del fiume nel suo complesso…

Manuel: i problemi del fiume, chiaramente, partono da monte e arrivano a valle. Se facciamo un’analisi a partire dalla foce troviamo un problema di tappo. A quanto pare il piazzale “Città di Massa”, sulla destra della foce del fiume, funge da tappo. Infatti, qui la sedimentazione è continua: fanno asporti in continuazione, ma seguitano a riformarsi montagne e montagne di detriti.

Naila: per ovviare a questo problema si dovrebbe rivalutare il progetto del piazzale “Città di Massa” e iniziare i lavori di demolizione almeno di una parte di questa struttura. Bloccando completamente la foce, essa blocca anche l’immissione delle acque del fiume nel mare. Questo è dovuto sia alla mala amministrazione dei lavori sia al fatto che stanno andando contro natura: non puoi deviare il corso di un fiume, non puoi imporre una barriera ad una foce, il fiume andrà sempre a cercare il suo letto e la sua foce naturale.

Manuel: passando alla parte a monte, c’è un problema di detriti che vengono giù lungo il corso del fiume. Nei bacini a monte del Carrione, in tutti e tre i rami, Colonnata Gragnana e Torano, non vengono assolutamente regolamentate le escavazioni del marmo e quindi c’è uno sversamento continuo di detriti e di terre. Infatti, ogni volta che piove un po’ di più il Carrione diventa marrone, proprio perché le terre tolte dalle cave non vengono smaltite, vengono lasciate lì. Considerando anche che i nostri monti hanno una forte pendenza, chiaramente tutte le terre e i detriti, e anche i ravaneti che non sono in sicurezza, vanno a finire nell’alveo del fiume, contribuendo nel tempo ad alzarne il letto di metri. Ci sono alcuni tratti del fiume che sono più alti rispetto all’alveo originario di due o tre metri. Una volta, in estate, quando il letto era quasi asciutto, venivano asportati i detriti con le gru e con le ruspe, ovvero si puliva il letto del fiume. Ora questa cosa non viene più fatta e quindi nel Carrione c’è un accumulo sempre maggiore. Loro come soluzione migliore trovano quella di alzare gli argini e alzare i ponti. Penso che sia folle.

Naila: questa pulizia del fiume oggi non viene fatta anche perché si è talmente velocizzato il lavoro a monte che non si riesce più a contenerlo. A partire dall’alluvione del 2003 hanno iniziato i lavori in via Carriona, dal ponte della Bugia fino al ponte della Lugnola: sono dieci anni che stanno facendo i lavori e ogni anno devono ricominciare da capo, perché finché non regolamentano la produzione di detriti a monte più di tanto non si può fare in uno spazio di 500 metri. In più, se tutte le volte che piove ritornano giù tutti i detriti, loro devono iniziare il lavoro da capo. E sono milioni e milioni di euro. Però si guardano bene dal rimetterlo in mente, perché è competenza del Comune questa.

Lucca Libera: in definitiva, quindi, cosa è stato fatto dall’Amministrazione nei tre mesi che ci separano dall’alluvione?

Manuel: una cosa è stata fatta: le piste di terra nel letto del Carrione. Vengono portate continuamente terre, vengono fatte le piste e chiaramente, quando piove un po’ di più, le piste di terra se le porta via l’acqua. Queste sono le cose che fanno.

Lucca Libera: secondo il Presidio Permanente la Giunta Zubbani in oltre sette anni ha attuato una politica volta alla sola tutela dei poteri forti a discapito della cittadinanza. Potete evidenziare alcuni passaggi di questa politica e specificare quali poteri forti ne sono beneficiati?

Naila: i poteri forti nella città di Carrara sono le famiglie e gli industriali legati al marmo, all’oro bianco. In tutti questi anni di amministrazione, Zubbani ha fatto di tutto tranne che rendere la città vivibile. Dal punto di vista socioculturale ha chiuso tutti i teatri, tutti i cinema, non c’è più un punto di aggregazione in questa città. Tutto questo si riflette poi sulla vita delle persone e inoltre, non portando a termine la regolamentazione degli agri marmiferi, ha contribuito e contribuisce a mantenere uno status alto di questi industriali, di questi padroni delle cave a discapito della città. Tutta Carrara, negli ultimi dieci anni, ha vissuto una crisi dal punto di vista del lavoro: più di 200 laboratori e segherie di marmo sono stati chiusi creando una disoccupazione ai limiti dell’assurdo. Tutto questo è dovuto al fatto che questa regolamentazione degli agri marmiferi non viene fatta. Abbiamo perciò un’esportazione massiccia all’estero, il marmo non viene più lavorato in loco. Questo comporta la situazione degradante della nostra città.

Manuel: riguardo alle cave siamo ancora in regime di bene estimato. Ora, secondo la Legge Regionale del 1994 le cave devono essere in concessione temporanea onerosa e l’ex sindaco Fazzi-Contigli aveva veramente fatto, nello stesso anno, un regolamento giusto e equo che dava riscontro anche alla città. Regolamento appoggiato, oltretutto, anche da una sentenza della Corte Costituzionale del ’95 che sottolineava appunto che le cave dovevano essere in concessione temporanea onerosa e che i beni estimati non esistono e non dovevano esistere: è assurdo che una proprietà comunale, un bene comune, sia in regime di proprietà privata. Purtroppo quel regolamento non passò. La mancata regolamentazione delle cave contribuisce in primis ad agevolare gli industriali, perché comunque sono minori le possibilità che vengano controllati, non avendo una regolamenazione possono scavare quanto gli pare e fare ciò che vogliono. C’è, poi, anche un mancato riscontro economico: il sindaco, il vicesindaco, tutta la giunta, tre ex assessori, due o tre dirigenti e alcuni titolari di associazioni, tra cui Confartigianato e Api-Carrara (l’associazione piccole e medie imprese) rischiano oggi di essere rinviati a giudizio per un ammanco erariale di 25 milioni di euro in sei anni. In pratica, nel 2009 c’è stato un accordo fra il sindaco, la giunta e queste associazioni in cui in sostanza vi era una sottostima sulla tassa marmi. Ad esempio, si tassavano dei blocchi di marmo che valevano 4.000 o 5.000 euro come se valessero 300 o 400 euro. Il mancato guadagno per le casse comunali ammonterebbe dunque a 25 milioni di euro. La stessa presenza di cave in regime di bene estimato fa perdere alla collettività circa 4 o 5 milioni di euro l’anno. Questo fa capire chiaramente quanto loro, comunque, si schierino sempre a favore degli industriali e quanto poco stiano dalla parte della cittadinanza. Lo stato di degrado della città e del territorio in generale lo fa ben capire.

Lucca Libera: uno dei problemi relativi all’escavazione del marmo è sicuramente rappresentato dal nero alle cave. In questi mesi è stato fatto qualcosa per intensificare i controlli o accelerare l’iter del regolamento degli agri marmiferi?

Naila: no, sono ormai 18 mesi che è pronto il nuovo regolamento, ma loro continuano a rinviarne l’approvazione, tant’è che anche nell’ultimo Consiglio, pochi giorni fa, alcuni esponenti dell’opposizione gliel’hanno detto di portare a termine l’iter o comunque sia di presentare il regolamento in Consiglio per farlo votare. Loro hanno detto sì, che lo faranno, …come fanno tutte le cose. Intanto, un consigliere di maggioranza della Federazione di Sinistra, entrato in maggioranza con Rifondazione Comunista, ha presentato le dimissioni ed è passato all’opposizione. Ha detto che si dimetteva soprattutto perché non c’è stato il rispetto del programma elettorale del sindaco di due anni fa.

Lucca Libera: in questo periodo sono mai stati chiamati causa come corresponsabili dell’alluvione i concessionari delle cave?

Manuel: solitamente si tende un po’ a nascondere quelle che sono le responsabilità dei concessionari. In realtà, poi, in regime di concessione ci sono pochissime cave, cinque o sei, rispetto al totale delle cave attive, circa ottanta. La maggior parte sono in regime di bene estimato o hanno autorizzazioni di escavazione che non offrono assolutamente nessuna garanzia sulla regolamentazione o sulla tassazione. Comunque, quasi nessuno sottolinea, men che meno la stampa, che ci siano delle responsabilità da parte di questi industriali. Già viene attribuita poca responsabilità all’Amministrazione, ancor meno ai poteri economici forti. A parte, ovviamente, l’Assemblea Permanente e molti cittadini che cercano di far capire quali siano le problematiche. Da parte della stampa c’è poco interesse da questo punto di vista.

Naila: infatti, è per quello che noi vorremmo avere un eco nazionale, richiamare anche delle altre testate e altri programmi, perché almeno sono slegati dai poteri locali. Qua abbiamo il Tirreno e la Nazione che sono diretti da questi poteri, è un’informazione legata e imbavagliata. Ad esempio, questa mattina un articolo sulla Nazione ha creato da un fotomontaggio un servizio shock dal titolo “In Consiglio spunta il bazooka”, un titolo davvero fuorviante.

Manuel: rischiando di creare anche delle problematiche di ordine pubblico…

Lucca Libera: potete raccontarci in breve questa esperienza di democrazia dal basso del Presidio Permanente durata 80 giorni? Quali le forme organizzative sperimentate?

Naila: innanzitutto diciamo che oggi non c’è più il Presidio, ma l’Assemblea Permanente e tutti i cittadini ci sono sempre. Forse il sindaco pensava che con uno sgombero potesse finire tutto, invece ciò non è accaduto. Stiamo continuando a portare avanti sempre le stesse battaglie degli 80 giorni passati in Sala di Rappresentanza. Dagli inizi di novembre abbiamo organizzato un sacco di conferenze e varie manifestazioni. Soprattutto abbiamo informato i cittadini, la cui partecipazione è sempre stata alta. Ci siamo formati giorno per giorno, per molti di noi è stata un’esperienza nuova, altri magari avevano già alle spalle esperienze di partecipazione in altre associazioni o comitati. Per me è stato fondamentale che tutta la cittadinanza si sia spogliata dei propri ideali politici, lasciandosi alle spalle vecchie idee per combattere insieme una lotta che ha veramente unito tutti i partecipanti ai lavori svolti dall’Assemblea Permanente. Noi vogliamo andare avanti così, vogliamo essere la spina nel fianco dell’Amministrazione Comunale finché la Giunta non darà le dimissioni. E non credano che noi smetteremo il nostro lavoro nemmeno in quel caso. Continueremo a lavorare per vigilare sull’operato di qualsiasi futura Amministrazione.

Manuel: dall’inizio è stato deciso dall’Assemblea di non costituirsi come comitato, come associazione o in qualsiasi altra forma giuridica. Questo per non rischiare di diventare un gruppo chiuso, ma essere invece una parte della cittadinanza che vuole sempre coinvolgere altri cittadini e aumentarne la partecipazione. Non avere un’identità a livello giuridico penso che sia una cosa fondamentale. Anche per non assomigliare a qualcosa di già visto, di vecchio, e riuscire ad essere così più larghi e partecipativi possibile. Stiamo spingendo anche riguardo ai mezzi di democrazia partecipativa: uno dei punti cardine dell’assemblea è quello di riuscire a risvegliare un po’ le coscienze, rendere più partecipe e attiva la cittadinanza per quanto riguarda la gestione della cosa pubblica, la gestione del proprio territorio e della propria città. Perché, una volta che hai delegato la gestione di queste cose a un’Amministrazione, non ti puoi esimere dal controllo. Ci devono essere controllo e partecipazione continui da parte della cittadinanza. Penso poi che la nostra esperienza sia molto significativa dal punto di vista sociale e di aggregazione: si riscopre quello che è fondamentalmente lo stare assieme. Siamo tutti volontari, non siamo pagati né altro, c’è proprio una spinta da dentro che ti porta a fare quello che fai ed è anche bello riuscire a farlo insieme agli altri, riscoprendo quella che è la vita di comunità. Per quanto riguarda l’organizzazione, chiaramente le decisioni vengono prese dall’assemblea dopo le discussioni. Fin dall’inizio si sono formati dei gruppi di lavoro che sviluppano le varie tematiche: gruppo tecnico, gruppo della partecipazione, gruppo manifestazione, gruppo comunicazione, gruppo cultura, gruppo aiuti… Poi ogni gruppo porta il proprio lavoro in assemblea e ne discutiamo tutti insieme.

Naila: con il gruppo aiuti si è pure organizzata una squadra di muratori che anche questa settimana era a Marina di Carrara nella zona rossa, quella più colpita dall’alluvione, a ristrutturare le case.

Lucca Libera: ma ci sono stati aiuti alla popolazione colpita da parte delle istituzioni? Sono arrivati dei contributi?

Naila: i politici a Natale se ne sono lavati le mani dando un contributo finanziato dalla Regione: 5.000 euro a tutte le famiglie che hanno fatto un’autocertificazione dei danni subiti. E poi basta, non hanno più fatto niente. Per cui ci sono ancora persone che non sono neppure rientrate in casa. Il numero delle autocertificazioni è stato inferiore al previsto, perciò è avanzata una somma di circa un milione e duecentomila euro che in teoria dovrebbe essere reinvestita sul territorio carrarino. Il problema è che questi soldi vengono dati sostanzialmente a caso, senza un criterio. L’autocertificazione prevedeva le famiglie con una fascia di reddito dai 10.000 ai 36.000 euro. Ora, una famiglia con un reddito di 15.000 euro che ha subito veramente danni per 5.000 euro riceve la stessa cifra di una famiglia con un reddito di 36.000 euro che magari ha subito solo 2.000 euro di danni. E’ chiaramente ingiusto che abbiano lo stesso contributo. Con i controlli che dovevano fare, ma non hanno fatto, dovevano garantire alle persone più in difficoltà un contributo maggiore. Hanno invece scatenato una sorta di guerra tra vicini, perché hanno addirittura chiesto ai vicini di casa di chi aveva presentato la richiesta di contributo di vedere se davvero c’erano dei danni. Questo è palesemente assurdo, volevano innescare una guerra tra poveri, hanno creato un gran casino.

Lucca Libera: qual è stato l’impatto della vostra esperienza a livello cittadino?

Naila: l’Amministrazione attualmente in carica ha portato alla morte della città. Negli ultimi sette anni sono scomparsi tutti i teatri e i cinema: gli edifici sono quasi tutti pericolanti. Ha tolto anche tutti i centri di aggregazione. La città viveva una vera e propria decadenza, era svuotata. Da quando abbiamo iniziato il Presidio e le assemblee abbiamo registrato un risveglio della città: le strade sono più vive e con molte più attività rispetto a prima, quando avevamo davanti una città di morti viventi.

Manuel: sottolineerei un paio di eventi che abbiamo organizzato a Natale sotto il Comune. Parecchi gruppi musicali della zona si sono offerti di venire a suonare e centinaia di persone hanno assistito a quattro o cinque ore di concerto. Siamo in procinto di organizzare un altro evento simile con varie iniziative artistiche. Il tutto, naturalmente, avviene gratuitamente, e l’intento è quello di riuscire a coinvolgere le persone anche sul piano culturale e artistico. I contributi che ognuno sarà libero di lasciare verranno utilizzati per finanziare gli aiuti alle persone alluvionate.

Naila: ricordiamo che la musica live era completamente sparita da Carrara a causa di tutte le ordinanze sui decibel. Gli stessi titolari dei bar e dei pub avevano smesso di organizzare concerti perché ogni volta gli arrivavano le multe.

Lucca Libera: tra le richieste all’Amministrazione Comunale da parte del Presidio Permanente ci sono: uno Statuto comunale partecipato, il bilancio partecipato e la pianificazione partecipata del territorio. Vi sono state delle risposte da parte delle istituzioni?

Manuel: in uno dei Consigli comunali a cui abbiamo presenziato è stato abbozzato l’inizio di un percorso che avrebbe portato al bilancio partecipato. Ovviamente l’Amministrazione ha mollato lì la cosa, perché non se ne è più sentito parlare. La mozione è passata, ma all’atto pratico non si sa ancora niente. A livello partecipativo loro hanno cercato di creare i cosiddetti Consigli dei Cittadini. Sono state individuate cinque sezioni sul territorio, ogni sezione dovrebbe eleggere undici consiglieri che facciano da interfaccia tra popolazione e amministrazione. Chiamiamolo un abbozzo di democrazia partecipativa. Le elezioni si devono fare sei mesi dopo l’insediamento della Giunta: due anni fa le hanno indette ma non le hanno poi fatte. La cosa è rimasta sotto silenzio per oltre due anni. A causa della pressione del Presidio Permanente, l’Amministrazione ha deciso ultimamente di fare queste benedette elezioni. Il problema è che le ha indette con una scadenza di soli due mesi, cosicché siamo andati incontro a risultati sotto gli occhi di tutti: su 55 posti da consigliere c’erano solo 66 candidati; in una delle zone non possono nemmeno fare le elezioni perché manca il numero minimo di candidature. In questi due mesi chiaramente la cittadinanza non è stata adeguatamente informata su queste elezioni, non c’è stata divulgazione. Così non c’è stata possibilità di reale partecipazione attiva. Non hanno nemmeno affisso i manifesti 45 giorni prima delle elezioni, come prescritto dalla norma, per cui come Assemblea Permanente avevamo chiesto un rinvio di un mese. Ma ci siamo trovati di fronte a un muro e le elezioni non sono state spostate. C’è stata una palese mancanza di interesse a far partecipare la gente. Oltretutto hanno anche stravolto il regolamento originario secondo il quale non dovevano essere esposti simboli partitici, si sono poi mossi, di conseguenza, per cercare di occupare i vari posti disponibili come partiti. Questo, in generale, dà l’idea di quanto non ci sia assolutamente, né per il presente né per il futuro, l’obiettivo di concedere dei mezzi di partecipazione attiva.

Naila: dimostrano la volontà di continuare con questa politica, chiusa all’interno dei loro circoli del Partito Democratico, del Partito Socialista e di Rifondazione sparsi nella zona, luoghi in cui poi hanno pescato i nomi dei candidati. Di questa volontà politica ci siamo stancati.

Lucca Libera: voi attraverso quali strumenti vorreste mettere in atto una democrazia partecipativa?

Manuel: circa un mese fa è intervenuto ad una nostra iniziativa Paolo Michelotto, che si occupa a livello nazionale di democrazia partecipativa. Ci ha esposto i mezzi di partecipazione esistenti in Italia, ancora molto esigui, ma presenti in qualche modo a Parma e in alcune città del nord. La situazione è invece più avanzata in Svizzera, in Baviera o in alcune zone degli Stati Uniti. In questi paesi ci sono mezzi più forti, come la revoca del mandato, una specie di controelezione in cui si vota per sfiduciare una persona nel caso non abbia rispettato il programma con cui è stata eletta. Ci sono poi i referendum a quorum zero, anche vincolanti. Nella nostra attuale realtà comunale esiste solo il referendum “50% più uno” o la proposta di un regolamento da presentare al Comune attraverso la raccolta di 250 firme. Quest’ultima deve comunque passare dal Consiglio Comunale, luogo in cui, in genere, viene stoppata. Qui da noi Lega Ambiente presentò nel 2005 una proposta per un regolamento alternativo degli agri marmiferi, ma ovviamente fu totalmente bocciato. E’ chiaro che se il parere ultimo lo dà comunque l’Amministrazione, alla fine non c’è alcuna valenza come strumento di proposta. Un altro esempio di strumento interessante sono le “giornate di democrazia”, in cui i cittadini si riuniscono per fare delle proposte da presentare alle amministrazioni. C’è poi il bilancio partecipato, secondo il quale una quota del bilancio comunale viene riservata alla cittadinanza per finanziare eventuali progetti. A livello italiano la Costituzione e il Testo Unico sui regolamenti provinciali e comunali limitano un po’ questi strumenti. Noi comunque cerchiamo di spingere nel senso di un allargamento dei diritti di partecipazione. Chiaramente la democrazia diretta di gestione cittadina è ancora utopistica, ma quanto meno si possono introdurre dei mezzi partecipativi anche per aumentare la consapevolezza della cittadinanza.

Naila: vorremmo almeno che si instaurasse un feedback di ascolto tra Amministrazione e cittadinanza, in modo che la politica e le decisioni non vengano più prese in stanze chiuse, ma con la partecipazione totale dei cittadini.

Lucca Libera: come prosegue la vostra attività ora che siete stati sgomberati della Sala di Rappresentanza del Comune?

Naila: ribadisco che loro con quello sgombero pensavano di fermarci e questo, intanto, non è successo. Siamo riusciti ad ottenere una sala per conferenze ad Avenza, in cui abbiamo già fatto tre assemblee. La sala ci è stata concessa dal Comune, naturalmente dopo molta insistenza. La Sala di Rappresentanza che hanno sgomberato non possiamo richiederla per le assemblee, perché l’Amministrazione sostiene che deve essere ristrutturata in quanto trovata in pessime condizioni igieniche… Questo non è assolutamente vero, lo dimostrano le foto e i filmati fatti durante gli 80 giorni. Inoltre, tutti i partecipanti alle conferenze che abbiamo organizzato, tra cui anche assessori e consiglieri, hanno trovato la Sala come è sempre stata. Abbiamo poi ottenuto un ufficio proprio di fronte al Comune, concesso in comodato gratuito da un cittadino che appoggia l’assemblea, di cui paghiamo solo le utenze. Qui continua il lavoro dei vari gruppi che si riuniscono in orari diversi. Intanto speriamo che si sbrighino a terminare i lavori nella Sala di Rappresentanza in modo da continuare a fare le nostre tre assemblee settimanali nel luogo deputato a questo tipo di attività. Tra l’altro, lo spostamento delle assemblee ad Avenza si è rivelata anche una cosa positiva sia perché abbiamo interessato un’altra zona della città sia perché tante persone non potevano partecipare alle assemblee in centro, perché qua alle 20 non c’è più un autobus. Gli stessi alluvionati che hanno perso l’auto non potevano venire in centro proprio per questa mancanza di autobus.

Manuel: la Sala di Rappresentanza è certo importante, perché espressamente aperta al pubblico per conferenze e varie iniziative. La pretestuosa chiusura per un mese è un mezzo prettamente politico per tentare di ostacolare l’Assemblea. Ma anche adottare una forma itinerante di coinvolgimento della popolazione è sicuramente interessante. Domenica scorsa siamo andati sul molo per incontrarci con le persone all’aperto, anche per cercare di aumentare la partecipazione in un rapporto diretto con la cittadinanza.

Naila: volendo fare un dispetto all’Assemblea Permanente chiudendo la Sala, hanno fatto in realtà un dispetto a tutta la cittadinanza. Solo per parlare del mese di febbraio, infatti, la sala era già stata prenotata due volte a settimana da forze politiche e associazioni. Nel periodo in cui abbiamo portato avanti il Presidio è stato possibile farci ogni sorta di iniziativa, abbiamo sempre garantito la disponibilità della Sala a tutti.

Manuel: anzi, probabilmente era il Comune che, quando noi eravamo dentro, diceva che la Sala era occupata e quindi indisponibile.

Lucca Libera: la partecipazione alle vostre assemblee e iniziative è ancora la stessa dopo lo sgombero?

Naila: sì, c’è una partecipazione ancora molto alta. In primis da parte dei cittadini che hanno subito sulla propria pelle l’alluvione, ma intervengono anche altri che hanno avuto a che fare con molti disagi. Si sono tutti uniti in questa lotta, perché è evidente a tutti lo stato di degrado in cui versa la nostra città e non ci stanno più. La cosa fondamentale è che partecipano cittadini di ogni fascia di età, di qualsiasi estrazione sociale o condizione lavorativa. C’è l’avvocato che parla col muratore e il ragazzo diciottenne che conversa col pensionato settantenne.

Manuel: un vero e proprio abbattimento delle differenze.

Naila: esatto, e questo per me è fondamentale. L’empatia che si è creata è bellissima… una cosa bellissima.