Bergamo – Si è concluso con un nulla di fatto l’incontro di oggi tra Aler, Infrastrutture lombarde e i residenti delle torri di Zingonia.
Nessuna offerta concreta è stata fatta agli abitanti. L’assenza di chiarezza emersa dai primi incontri ha fatto arrabbiare gli abitanti in attesa che hanno deciso di andarsene. Alcuni avevano infatti richiesto e ottenuto una giornata di ferie per poter partecipare a un incontro che credevano cruciale.
Invece, l’obiettivo di Aler e Infrastrutture lombarde è parso quello di monitorare la compattezza degli abitanti nel rifiutare trattative al ribasso per cedere il proprio appartamento. Aler sembra sempre più in difficoltà nel gestire questa fase delicata, in cui dovrebbe acquisire 208 appartamenti, 10 box e 17 negozi (tra cui una moschea) con soli 4,2 milioni di euro.
I cittadini che non hanno estinto il mutuo si trovano in una situazione critica; le contraddittorie dichiarazione del sindaco di Ciserano Bagini e del Presidente dell’Aler Marzia non hanno certo rassicurato chi chiedeva garanzie rispetto al proprio futuro. C’è il concreto rischio che tra un anno, data prevista per l’abbattimento delle torri, gli abitanti si ritrovino a pagare il mutuo per una casa che non esiste più.
In ogni caso, la trattativa tra Aler e abitanti si svolge col ricatto dell’esproprio, una spada di Damocle che pende sul capo dei residenti. Le offerte consistono nel proporre ai singoli inquilini una cifra per coprire in parte i mutui non estinti e una casa Aler in affitto per soli due anni. A giustificare l’assegnazione di alloggi E.R.P. sarebbe l’emergenza abitativa provocata proprio dall’abbattimento delle torri.
Chi è proprietario di una casa si trova quindi di fronte ad una situazione paradossale: da proprietario diventerebbe inquilino di una casa Aler, ma scaduti i due anni stabiliti potrebbe perdere anche l’alloggio in affitto.
È da anni che il Comitato si oppone a questo accordo di programma voluto dagli ex assessori Zambelli e Belotti e firmato da Regione, Provincia, Aler e dai comuni di Boltiere, Ciserano, Osio Sotto, Verdello e Verdellino. Istituzioni che non hanno mai interpellato gli abitanti, tranne ad accordi firmati, escludendo la partecipazione di chi subisce direttamente le conseguenze delle loro decisioni.
Il tutto con la finalità di abbattere le torri per realizzare un ancora poco chiaro progetto di riqualificazione che prevede la costruzione di edifici non a scopo abitativo.
Davanti all’immobilità delle istituzioni, gli abitanti hanno espresso più volte la volontà di far valere il loro diritto all’abitare, organizzando varie iniziative come, ad esempio, il presidio davanti alla sede della Regione a Bergamo e l’occupazione del comune di Ciserano. Sono stati anche realizzate alcune migliorie alle torri, sistemando cortili e appartamenti abbandonati. Inoltre ad oggi sono disponibili alcuni servizi come lo sportello informativo per i residenti, uno spazio per i bambini e un corso di italiano per stranieri.
Il nulla di fatto dell’incontro di oggi dimostra l’arroganza delle istituzioni, che continuano a trattare gli abitanti come soggetti secondari. La compattezza del comitato sta dimostrando il contrario.