Bergamo – 215 mila euro, provenienti da un fondo regionale, per combattere l’aumento di sfratti (+10% nel 2013 rispetto all’anno precedente): è questo il progetto del comune di Bergamo, che ha aperto un bando ad hoc per l’erogazione di contributi fino ad 8000 euro a nucleo familiare, nei casi di morosità incolpevole o emergenza abitativa. La somma potrà essere utilizzata per sottoscrivere con il proprietario dell’alloggio un nuovo contratto a canone concordato, o come deposito cauzionale, o ancora come pagamento al padrone di casa, nel caso in cui accetti di rinviare lo sfratto. I requisiti per partecipare, specificati sul sito del comune, sono: l’impossibilità di pagare l’affitto (sopraggiunta a seguito di licenziamento, mancato rinnovo di contratto di lavoro, cassa integrazione, malattia, infortunio o decesso di un membro della famiglia); aver ricevuto un atto di citazione per sfratto, non ancora esecutivo; un reddito massimo ISE di 25 mila euro o ISEE di 36 mila annui; un rapporto tra canone da pagare e reddito percepito maggiore del 30%.
La domanda può essere presentata mediante modulo da scaricare e compilare dal sito, corredato da: documenti accertanti la difficoltà economica, il contratto di affitto, l’ atto di citazione di sfratto, il modello ISE o ISEE, e nel caso di persone straniere, anche il permesso di soggiorno.
Costituiscono titolo preferenziale le ulteriori condizioni di svantaggio (debitamente certificate), quali familiari con invalidità superiore al 74%, o in carico alle ASL o ai servizi sociali, o minorenni o ultrasettantenni.
La scadenza del bando è il 31 dicembre 2015, ma lo stanziamento dei fondi funziona ad esaurimento: dunque prima viene fatta la domanda, meglio è.
Al di là dei proclami entusiasti con cui questo fondo è stato presentato dalla giunta comunale, con due calcoli ci si accorge facilmente che non potrà mai essere nemmeno lontanamente risolutivo: se si ipotizza una quota di circa quattromila euro a nucleo familiare, cinquantadue è il numero massimo di famiglie che potranno esserne destinatarie. Insomma, di fronte all’emergenza abitativa, anche a Bergamo le risposte della politica sono carenti e anzi, quasi briciole, che, seppure d’aiuto a pochi fortunati, appaiono una beffa per le altre migliaia di persone che ne rimarranno escluse.