Bergamo – E’ all’insegna del diritto alla casa, al reddito e alla dignità che si è sviluppata la manifestazione del Primo maggio a Bergamo. Unione inquilini, AS.I.A. e Comitato abitanti delle torri di Zingonia hanno declinato in diverse forme l’esigenza di difendere e rilanciare il diritto all’abitare. Unione inquilini, che da anni si spende nell’organizzare mobilitazioni anti-sfratto in tutto il territorio di città e provincia, è riuscita a coinvolgere e portare in piazza le tante famiglie con cui quotidianamente organizza picchetti e iniziative per contrastare gli sfratti. La denuncia portata in piazza richiama questo percorso e indica la drammaticità della perdita del lavoro e della conseguente perdita della casa per chi si trova in affitto oppure a pagare un mutuo insostenibile. “E’ l’espressione più materiale della crisi” dicono le famiglie in piazza “quando ufficiale giudiziario e carabinieri ti sbattono in mezzo alla strada ti rendi conto davvero di cosa significhi crisi ed austerità”. AS.I.A., associazione anch’essa impegnata sul fronte delle iniziative anti-sfratto, ha esteso la mobilitazione alla popolazione giovanile e precaria. Differenti situazioni di emergenza abitativa a confronto verrebbe da dire. Se una famiglia deve oggi confrontarsi con la sempre più probabile morosità incolpevole, per i giovani la difficoltà sta a monte ed è causata dall’inaccessibilità dei prezzi d’affitto sul libero mercato. Trait d’union rimane la precarietà abitativa che queste fasce sociali condividono oggi sulla strada dell’accesso all’alloggio. Perdita del lavoro e sfratto per gli uni, assenza di lavoro e quindi di casa per gli altri. Licenziamenti facili e cassa-integrazione su un fronte, contratti precari e svuotati di qualsiasi tipo di sicurezza sociale sull’altro, obbligano queste nuove figure di senza-diritti ai salti mortali per assicurarsi un tetto. Chi affitta le case, in mancanza di una politica pubblica degna di nota che permetta l’accesso ad affitti sostenibili, oltre a proporre prezzi difficilmente raggiungibili chiede come garanzia un contratto di lavoro stabile, ormai rarissimo nell’era dei lavoratori usa e getta.
Un Primo maggio di lotta per la casa
Insieme in piazza oggi c’erano anche alcune delle tante famiglie che all’ultimo bando E.R.P. del Comune di Bergamo hanno presentato domanda per la casa popolare. Quasi mille richieste a che emergono dall’analisi della graduatoria, di cui solo una cinquantina sembrerebbe abbiano l’effettiva possibilità di accedervi. Anche su questo fronte non sono mancate le accuse relative alla dismissione e alla svendita del patrimonio pubblico, ed in concomitanza con un’azione di denuncia degli attivisti per la casa davanti a palazzo Frizzoni con striscioni, cartelli e fumogeni è stato lanciato l’appuntamento per venerdì 3 maggio ad una conferenza stampa, davanti agli uffici comunali, del sindacato AS.I.A., legato ad USB sugli oltre 200 alloggi comunali lasciati vuoti negli ultimi anni a dispetto della palese mergenza abitativa. Un insulto per chi fatica a sopravvivere dentro la crisi.
La manifestazione odierna si è arricchita grazie anche alla presenza degli abitanti di Zingonia. Piccoli proprietari, inquilini e residenti che stanno pagando un affitto o un mutuo con la prospettiva di assistere alla demolizione delle proprie case senza essere nemmeno stati interpellati. Una prospettiva firmata e sostenuta da amministrazioni comunali, Regione, Provincia e Aler. Ma gli abitanti delle torri non si sono rassegnati e rilanciano un percorso di lotta condiviso coi movimenti per il diritto all’abitare. Le prossime date pubblicizzate durante il corteo sono quelle del 10 e dell’11 maggio. Il 10 un incontro pubblico farà il punto della situazione mentre l’11 le porte di Zingonia saranno aperte ad una grande festa. Parole d’ordine come sempre saranno l’accorato si alla riqualificazione ed il deciso no alla demolizione. La prospettiva del resto è quella di vedere le proprie case abbattute senza nessuna garanzia, così come previsto dal masterplan di Regione Lombardia.
Le persone che hanno animato lo spezzone per la casa condividono lo stesso problema e la solidarietà si è potuta vedere sin da subito. Non è stato un insieme di istanze separate, ma uno scambio di esperienze e una contaminazione. Così da subito gli abitanti di Zingonia si sono mischiati alle famiglie sotto sfratto e queste ai giovani che con contratti precari non possono permettersi un tetto. “Il nemico è lo stesso” ci hanno detto, qualcuno lo chiama mercato, qualcuno speculazione ed altri capitalismo. Ma le idee sembrerebbero essere molto chiare “chi ci nega il diritto alla casa e alla dignità è la fame di profitto di pochi, è chi vuole diventare ricco sulle spalle della gente cancellando i diritti”.
Non una semplice battaglia di resistenza quindi, il diritto all’abitare a Bergamo inizia a declinarsi come opposizione alle speculazioni edilizie e al consumo di suolo, accompagnati dalla richiesta di requisizione degli alloggi sfitti e di riutilizzo dell’invenduto.