Argentina: preparando il 19 e 20
La
rivolta
del 20 dicembre del 2001, repressa brutalmente
causando la morte di 33 persone e tantissimi feriti
e che ha fatto cadere 5 governi nei successivi 14 giorni, è stata l'inizio
di un cammino di lotte e organizzazione dal basso. Non è stata una
rivoluzione politica ma una rivoluzione dei modi soggettivi del fare
società, una rivoluzione dei corpi che reclamano la vita e la cooperazione
sociale.
Ad un anno dalle rivolte del 19 e 20 dicembre l'Argentina
continua ad essere un laboratorio delle nuove forme della politica.
Le organizzazioni di piqueteros e i
lavoratori disoccupati, le reti del trueque, le
assemblee popolari, le fabbriche
autogestite e occupate: una
molteplicità di realtà, esperienze e saperi formano il tessuto di una nuova società e creano reti di interazione, autorganizzazione e
contropotere che si oppongono alla
politica corrotta del governo argentino, del FMI [
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del mercato globale.
In questa chiave l'Argentina diventa globale e la chiamata[
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ad azioni e proteste elettroniche contro il mercato finanziario e il neoliberismo si diffonde in tutto il pianeta.
E mentre si avvicina il 20 dicembre il clima politico argentino si fa
teso: gli ultimi mesi hanno visto un aumento della repressione che ha colpito i movimenti, con il chiaro intento di contenere le azioni con la paura. A questo si aggiunge la campagna di disinformazione dei media mainstream che
cerca di ridurre la protesta sociale ad un problema di ordine pubblico.
Così mentre i piqueteros
reclamano alimenti per le mense popolari, i media diffondono notize e
allarmi di
possibili saccheggi chiedono maggiori
misure di
sicurezza nelle aree più povere della provincia di Buenos Aires.
L'organizzazione di
saccheggi mirati e la
promessa di minimi compensi
per attaccare i supermercati, sono trame tessute dalle frange menemiste delle alte sfere del peronismo in opposizione all'attuale presidente Duhalde e fanno intuire l'inizio -con ogni mezzo possibile- della campagna elettorale per le prossime elezioni presidenziali.
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