Lunga assenza di TTSQT (un anno) dalla scena sovversiva. L'onda lunga della violenza organizzata e sistematizzata dello Stato si fa sentire. La repressione assassina ha colpito per ben due volte a Torino per volere del grande capitale attraverso gli uomini dello Stato. Parliamo del Pubblico Ministero Maurizio Laudi, fabbricatore di friabilissime 'prove granitiche', appoggiato dai complici: i soliti ROS dei Carabinieri (vedi gia' la montatura ROS-Marini, crollata in primo grado)e dai birri dell'antiterrorismo, in affannosa rincorsa dei 'cuggini', per - creare crimine - in cui sguazzare, ovvero creare opportunita' e posti di lavoro. Queste componenti principali, insieme ai giornalisti asserviti, formano quella che definiremo 'la banda degli strangolatori'.
Intanto Silvano ha compiuto 4 anni di galera. Dimenticato anche da molti anarchici, da quelli con le pantofole e dagli integralisti. Possono essere soddisfatti i giornalisti, complici zelanti di sbirri e giudici, che tante menzogne hanno diffuso, con tanta insistenza, per infangare Silvano e puntellare il franoso apparato accusatorio.
Sul piano delle lotte sociali la repressione ha finalmente messo a punto le armi per combattere i temuti squatter, occupanti illegali, prevalentemente anarchici a Torino. Il regalo arriva da sinistra. Infatti si e' creato un nutrito fronte legalitario finto - pacifista, incerto se entrare direttamente nel partito della Rifondazione Comunista o tentare l'emozionante e originale avventura in proprio e farsi un partito, il partito delle tute bianche, - no global - disobbedienti. Sul piano delle occupazioni la divisione necessaria fra gli occupanti di case, fra buoni (legalizzati) e cattivi (non legalizzati), per sconfiggere il movimento, o meglio per cancellrne le valenze sovversive, e' ormai un fatto, come lo e' stato in altri paesi (esempio eclatante: Berlino). Un esempio. Mentre i ragazzi del T 31 - Asbesto - Boicot occupavano senza compromessi per 10 volte e per 10 volte venivano sgomberati, che significa anche pestati, denunciati e derubati. Un gruppo di giovani provenienti dal CSA comunista Gabrio ocupavano, fortemente appoggiati dal Partito della Rifondazione Comunista, una grande scuola abbandonata in pieno centro. Qui ovviamente nessuno sgombero. Poi arrivo' il contratto (legalizzazione) e vissero felici e contenti. Potenza dei santi in cielo. Potenza degli schieramenti. Risultato: da allora le occupazioni in citta' sono ridotte al lumicino. Un bell'episodio, tre giorni di marzo, sgombero immediato: La Polveriera. Anche i comunisti legalitari e ammanicati del Gabrio ci ritentano, ma vanno ad occupare uno spazio gia' assegnato ad altri compagni piu' legali ancora, alla cooperativa Valdocco. Cosi' proveranno l'amara e ormai rarissima - per loro - sensazione dello sgombero. Risultato. La lotta vincente delle occupazioni, una volta che i servi hanno accettato le briciole del potere, godendosi il loro miserabile privilegio, stagna e inevitabilmente decade. Non c'e' piu' senso nelle occupazioni, da una parte solo repressione dura, dall'altra solo intrallazzi con lo sfigatissimo potere locale della sinistra sfigurata, quindi nessuna prospettiva interessante da un punto di vista rivoluzionario ed inoltre noiosissima e neanche trasgressiva. I 'compagni' inseritisi tardivamente, per cavalcarle, possono vantarsi di avere inferto un colpo decisivo alle occupazioni. Persino la FAI insieme al collettivo Zone di Conflitto tentano un paio di volte l'occupazione di una piccola, fatiscente scuola prefabbricata, abbandonata da anni. Ma senza raccomandazioni politiche della sinistra istituzionale, la repressione e' garantita e inesorabile. Sgombero per il Frankenstein occupato. Anche la solidarieta' e' scarsa, dalla stessa parte degli occupanti, forse perche' l'ambiente faista ha costantemente censurato o quando e' stato inevitabile parlarne, minimizzato, tutto cio' che riguarda gli squatter
per i propugnatori del tanto peggio - tanto meglio non c'e' soddisfazione, perche' all'inasprimento della repressione, non corrisponde affatto il tanto bramato 'innalzamento' del livello di scontro; anzi corrisponde ad una amarezza e ad un disamore, che conducono anche i piu' audaci ed attivi, ad autoesiliarsi. Il disastro auspicato per le occupazioni di Torino si fa attendere, e bisogna aspettare per ripercorrere i disastri di altre citta'.
Nonostante questo bel panorama di merda e nonostante una crisi endemica, i posti occupati reggono. Non sono la rivoluzione, ma semplicemente un' opportunita' in piu' per sperimentare , vivendo , le proprie idee di autogestione, esperienze che possono prefigurare qualcosa di molto interessante per gli anarchici, qui e adesso, nonostante gli enormi condizionamenti che ci opprimono. Esperienze che costituiscono un ottimo punto di partenza per l'azione diretta, 15 anni di squat a Torino lo dimostrano, contro ogni forma di ingiustizia, non solo quelle - e sono tante - che affliggono le case occupate. L'anno 2001 si apre con gli squat impegnati a sostenere l'esistenza del Balon, il mercato dell'usato minacciato di sgombero, con il pretesto dell'alluvione dell'ottobre precedente, ma in realt™ per trame speculative del comune e delle sue combriccole di potere affamate di business. Si stampa in questo frangente un foglio murale Gansta Paradis. L'opposizione sorda degli abitanti della Valsusa al devastante progetto del Treno ad Alta Velocita' prende forma in una manifestazione nel centro di Torino, contro i potenti di Italia e Francia che si incontrano negli storici palazzi del potere per calpestare con i loro accordi sul TAV il parere contrario di tutta la vallata. Di fronte ai grandi interessi la democrazia non esiste piu'. Il corteo si chiude con un enorme striscione delle case occupate: SILVANO LIBERO. Un altro striscione nero dice SOLE E BALENO SUICIDI AD ALTA VELOCITA'.
A marzo l'occupazione della 'polveriera', una casetta nel parco della Tesoriera, dimostra come i politicanti ormai in clima di elezioni ritengono ottimo cavallo di battaglia la campagna anti squatter, ogni imbecille candidato dira' la sua. Si distinguono per le minacce e l'arroganza, Roberto Rosso, candidato sindaco di Forza Italia, l'onorevole Siliquini, Ugo Martinat e Ghiglia, tutti tardo-fascisti di Alleanza Nazionale. Ma anche il candidato DS a sindaco, un grigio burocrate tardo-comunista della CGIL, un certo Chiamparino piu' piu', non manca di manifestare l'avversione della sinistra autoritaria e statalista alle occupazioni. Per costituzione ideologica, per tradizione, non riescono a sopportare nessuna forma di autogestione reale e tanto meno di azione diretta e seppure in toni soporiferi, lo dichiarano ai media per tranquillizzare l'elettore cosi' ben sensibilizzato da anni di incessante propaganda contro gli squatter. I tardo fascisti non si accontentano delle dichiarazioni truculente contro gli squatter, ma promuovono una mini manifestazione davanti alla 'polveriera'. E' un fenomeno nuovo gravissimo, l'unico precedente era stato un fallito assalto di appartenenti di Alleanza Nazionale alla cascina occupata nel maggio del '98, anche quella volta, iperprotetti dalla polizia. La trasmissione radiofonica TTSQUT (radio black out, tutti i venerdi' dalle 17 alle 18,30) annuncia che, come era successo per il socialista sgomberatore del Barocchio, Ivan Grotto, "la campagna elettorale gliela facciamo noi!" I manifesti elettorali dei politicanti suddetti, si coprono improvvisamente di colore, al punto che Roberto Rosso, che ha invaso con il suo smisurato sorriso marrone tutti i muri di Torino, smentisce ripetutamente di avere il naso rosso da pagliaccio, arrivando al punto di inviare una lettera ad ogni elettore per spiegarglielo. Come era gia' successo al socialista, anche questi altri saranno trombati, candidato sindaco in testa, trombato definitivamente. Solo Martinat passa, gli altri dovranno essere recuperati dal loro partito con i resti. Ma e' logico per degli anarchici che l'invito a disertare la saga della delega sia generalizzato. Cosi' il 13 maggio, davanti agli annoiati lettori dei tanti seggi, compare la scritta NON VOTARE, la spiegano una decina di squatter finch‚ non interverra' la Digos.
E' in questi mesi di primavera che arriva un regalo per i carcerati, consiste nell'introduzione del braccialetto magnetico per controllarli. Ma il primo che lo indossa, fugge. Intanto i monumenti di Torino si riempiono di braccialetti, dal cavallo di bronzo al conte verde.
A giugno si ambienta la seconda edizione della Bella Liga: sport sovversivo a livello europeo. Avevano vinto i tedeschi della formazione rossonera di Potsdam - Rote Rombus - e loro la organizzano con altre uscite sportive in citta'. E' ovvio che gli squatter di Torino siano la'. Ma anche stavolta la fortuna si rivolge altrove. Vincono gli squatter di Ginevra.
Luglio e' segnato dall'assassinio da parte dei carabinieri di Carlo Giuliani, durante le imponenti manifestazioni contro il summit degli 8 potenti che infangano con la loro presenza la Superba, sequestrandone il cuore - la zona rossa-. Sono venuti per decidere le sorti del mondo, anche per tutti gli altri. Il loro destino e' di non stare tranquilli. L'incontro era stato voluto dal governo di sinistra, ma a gestirlo, sara' quello di destra. Da piu' di un mese in media, alzano la tensione, pur di rappresentarsi, lo fa anche il leader delle tute bianche Casarini, ex duro dell'autonomia padovana (csa Pedro), poi riciclato come collaboratore del ministro per pari opportunita' sociali Livia Turco. E cosi', a dichiarare guerra ai potenti, e' paradossalmente un funzionario del ministero, attivo non come usciere, ma come specialista del recupero sociale di ogni fenomeno sovversivo. E' proprio quel Casarini che si vanta sui Gazzettini del Triveneto di essere stato chiamato dal sindaco di Torino Castellani e dalla ministra sua superiora come supremo mediatore dello scontro con gli squatter nel '98. Mediazioni che, nonostante la buona volonta' presenzialista dell'ex duro non videro altra realta' che quella mediatica. La settimana prima del G8 le strade di Torino sono percorse da uno Street- Carnival, rimescolato dai sound-system semoventi di svariata estrazione. E' evidente l'intento di irridere alla gravita' della situazione che incombe. A far diventare pesante la situazione ci pensa la polizia, variando all'ultimo momento con un diktat inappellabile, il percorso della manifestazione, promuovendo una -zona rossa- anche a Torino, schierandosi provocatoriamente a ridosso dei manifestanti e reagendo convulsamente alle evoluzioni del gruppo teatrale dei Black- Bloc che sventola le sue bandiere nere, suona i suoi tamburi e sfoggia i suoi costumi sado-maso sotto il loro naso. I birri sono gia' sul tiro per Genova. In quest'occasione partecipano anche alcuni giovani della base del csa Gabrio con un loro sound - system
settimana dopo, a Genova, il csa si schierera' con le tute bianche. Venerdi' 20 luglio si arriva alla resa dei conti, non si puo' piu' scherzare. Le forze organizzate della violenza di Stato hanno preparato una degna accoglienza per tutti gli oppositori del G8, che si manifesta durante il pomeriggio con i feroci pestaggi contro il corteo delle tute bianche che vengono attaccate per ore sui lati. E' ai margini di queste cariche che morira' Carlo Giuliani freddato a bruciapelo da uno sbirro, e subito schiacciato dalla camionetta da cui era partito il colpo. I capi delle tute bianche sono allibiti, gli accordi abituali presi con gli sbirri, non sono stati rispettati e sono mazzate per il loro gregge. Ma il giorno stesso anche pacifisti, vecchietti con le bandiere rosse, mamme del Leoncavallo e bimbi del Chiapas, vengono brutalmente pestati, per tutta la citta' attorno alla zona rossa. Unica fortuna e' che il corteo dell'opposizione piu' radicale, formato da circa 1000 persone, partito alle 12,30 da piazza Danovi, ha spiazzato gli sbirri, tutti concentrati ai margini della zona rossa e spostandosi confusamente attorno ad essa, ha immediatamente iniziato ad attaccare i simboli sparsi per la citta' dell'oppressione globalizzata, soprattutto le banche, che cominciano a bruciare. Barricate vengono erette un po' ovunque, Verso le 14,30 i residui del corteo, definito con il termine demoniaco che sostituira' squatter nelle cronache - Black-Bloc- , attacca il carcere di Marassi incendiandone alcune finestre, dopodiche'‚ si dissolve. Soltanto in serata comincera' la caccia all'uomo nero da parte di ogni tipo di sbirro. Il pestaggio e la caccia all'uomo proseguira' sabato con continui attacchi indiscriminati da terra, dal cielo e dal mare all'elefantiaco corteo unitario e culminera' nell'assalto in puro stile squadristico, della sbirraglia alle persone che si trovano nella scuola Diaz ed al massacro conseguente.
La straordinaria ferocia sbirresca si spieghera' meglio solo alcuni mesi piu' avanti, con le dichiarazioni del ministro degli Interni Scajola il quale svela che chiunque avesse provato ad entrare nella zona rossa, non autorizzato, sarebbe stato sparato come un terrorista, ordini suoi. La coda dei fatti di Genova e' interminabile. I media scatenano la campagna di demonizzazione dei Black-Bloc, colpevoli di ogni genere di efferatezza, ingigantendo i danni e gli scontri, -34 banche danneggiate!- -24 auto bruciate!-. Abboccano immediatamente gli anti global con Casarini e Agnoletto in testa, che devono mascherare il loro disastro, addossandone le cause a qualqun'altro: i famigerati, omai mitologici Black-Bloc. Li spalleggia l'Onorevole Bertinotti di Rifondazione Comunista, che fin dalla sera di venerd“ invocava in diretta tivvu' un intervento piu' feroce della polizia "contro quei 3-400 facinorosi"... Sembra che oltre alle galere piene di gente di tutte le nazionalita', si contino vari desaparecidos. Su questo tema s'esprime simpaticamente, nella sua lingua, il ministro degli Esteri Ruggiero (uomo di Agnelli) affermando che sono tutti ragazzi e saranno andati al mare... Innumerevoli le manifestazioni di protesta successive al massacro di Genova.
A Torino un corteo istituzionale condotto da Rifondazione Comunista trova sulla sua strada un enorme blocco nero simile al meteorite della Mecca, ci gira attorno e lo circonda - sospettoso- con il suo servizio d'ordine. Il monumento al carabbiniere, pregevole opera della bell'‚poque dello scultore Rubino, sito nei Giardini Reali, si mette a sanguinare da tutte le parti. Non potra' essere santificato perch‚ il liquido rosso si rivela essere, non sangue di dimostranti, ma vernice. I media trattano la vicenda non come un miracolo, ma come un atto terroristico.
Fra le infinite pubblicazioni che seguiranno i fatti di luglio, citiamo il numero unico internazionale, in francese,"Les temoins de Genova". Ma la resa dei conti continua e subito dopo l'11 settembre, degli sconosciuti bruciano con molta tranquillita' e professionalita' il Pinelli occupato di Genova. Uno spazio reo di aver accolto gli incontri e le discussioni degli anarchici nei giorni precedenti il 19 e il 20 luglio. Ci sarˆ un nutrito corteo di solidarieta' per le vie di Genova, il primo dopo il massacro di luglio, ma il posto e' bruciato e non si sospettano i rinascenti sorci fascisti, ma direttamente gli sbirri.
Tra il 28 e il 30 settembre Ginevra ospita la terza edizione della Bella Liga, che vede le quasi prodigiose prestazioni della Totorinosquat che, finalmente in maglia nera, per un soffio perde la coppa nella finale con i calciatori-alcolisti brettoni. Le altre attivita' ruotano attorno ad uno squat minacciato di sgombero, dai cui box escono le vetture che parteciperanno alla corsa delle casse-di-sapone, giu' per la collina di Ginevra.
Nel mese di novembre si ambienta l'insabbiatissimo processo in Corte di Cassazione a Silvano Pelissero. Clamoroso silenzio di stampa e tivvu', che tanto si erano adoperati per criminalizzarlo, insieme a Sole e a Baleno e in mancanza di "prove granitiche" per infangarlo, zelanti supporter dell'ingiustizia e della violenza di Stato. Dopo la catastrofe delle Torri gemelle, molte cose sono cambiate, in peggio, soprattutto per quel che riguarda la liberta'. E' il periodo in cui si crea la psicosi delle lettere all'Antrace spedite da misteriosi untori. Una di esse, di dimensioni gigantesche, arriva direttamente nel nuovo Palazzo di Giustizia di Torino al PM Laudi, artefice della montatura contro Sole, Silvano e Baleno. Contiene una quantita' impressionante di micidiale polvere bianca. Il mittente non e' anonimo, sono gli Antrax per mano degli squatter di Torino. La caccia ai postini, piu' di 30, che hanno consegnato la lettera gialla, non da' esiti. Gli sbirri risalgono a mani vuote le scale del palazzo coperte di bianca antrace fuoriuscita dalla lettera. E' il giorno prima del processo.
Il 21 novembre, la Cassazione di Roma, di fronte alla difesa condotta in solitaria dall'avvocatessa Simonetta Crisci, non riconosce la montatura politica della "banda degli strangolatori" ordita dal PM Maurizio Laudi in concerto con i ROS dei CC e l'antiterrorismo della polizia e rinvia Silvano Pelissero alla Corte d'Appello di Torino per essere condannato solo per alcuni reati comuni. Ancor piu' assordante diventa il silenzio dei media dopo questo schiaffo in pieno volto assestato ai montatori e ai loro complici. Il messaggero di Roma censura completamente la notizia. Stampa e Repubblica vi dedicano esigui trafiletti nella cronaca di Torino. Stizzito il PM Laudi "stupito e perplesso", rilascia peroì' un'intervista, riaffermando che per lui, Silvano Pelissero "resta un sovversivo", salvo smentire il giorno dopo...
Sabato 24 novembre gli squatter irrompono nel cinema Massimo. Nel corso della serata della premiazione del festival di Cinema Giovani e di fronte alla sala gremita annunciano quel che i media hanno cercato di nascondere: il crollo della montatura politica contro Silvano Pelissero, alla cui liberta' brindano e se ne vanno, applauditi dai presenti. In quell'occasione, viene distribuito in tutta la sala il volantino 'banda di assassini'.
Per il capodanno 2001-2002 i festeggiamenti impazzano, dalla performance d'azione diretta in solidarieta' con la rivolta popolare contro potere e capitale in Argentina, al contest di cucina all'Asilo squat, alla sfilata delle Drag Queen la notte di Capodanno, all'esplosione pirotecnica della zona circostante il lager per extra comunitari di Corso Brunelleschi.
E' nel periodo delle 'feste' di fine anno che si consuma l'ultimo atto di un'esistenza imprevedibile, quella dell'amatissimo Horst Fantazzini. Anarchico, rapinatore, ma soprattutto gentlemann.
Il gennaio del 2002 si apre con la presentazione pubblica dell'opuscolo su Silvano Pelissero realizzato dagli squat di Torino e rivisto dallo stesso Silvano, la terza edizione del "Mein Kampf". Sotto la Galleria Subalpina, rinfresco e distribuzione gratuita dell'opuscolo, sulla balconata della galleria e all'ingresso gli striscioni dicono: EDO SOLE E SILVANO, NOI NON DIMENTICHEREMO - STATO ASSASSINO. Se le precedenti edizioni dell'opuscolo presentavano oltre al titolo volutamente provocatorio, il simbolo della svastica (1° edizione) e della falce e martello (2° edizione), questa terza, sfoggia la esse sbarrata e verde del dollaro.
Grazie ad un lavoro di ricerca, si sono arricchite le -Perle di Porci- ovvero le frasi degli avvoltoi, che hanno sorvolato e attinto nutrimento dalla storia di Sole, Silvano e Baleno. La presentazione di questo opuscolo a redazione collettiva, prelude alla pubblicazione di un libro piu' vasto e documentato realizzato in questi anni dall'anarchico Tobia Imperato.
Il 12 marzo, martedi' mattina, Silvano Pelissero viene convocato dai CC della zona Borgodora, per comunicazioni. Telefona e avvisa subito, teme l'ennesima imboscata. Finito di lavorare, alle 18, torna al Sermig, dove si trova agli arresti domiciliari e di li', con un paio di testimoni che lo accompagnano in auto, si reca nella casermetta prospicente il cimitero. Dopo una breve attesa arriva la sorpresa: il decreto di scarcerazione per scadenza termini (datato Roma 4 marzo 2002 - un giorno in meno di 4 anni di detenzione- ...). Dovra' recarsi a firmare una volta al mese, attendendo la sentenza definitiva della Corte d'Appello di Torino, che lo giudichera' solo su una serie di capi d'accusa riguardanti reati comuni, scremati dalle invenzioni del PM Laudi e della "banda degli strangolatori".
Ora Silvano vive all'Asilo squat Principe di Napoli. Gli sono stati inflitti 4 anni e 8 giorni di detenzione per niente.
Dopo essersi riuniti case occupate e centri sociali, decidono di scendere in piazza contro il convegno nazionale del gruppo nazifascista Forza Nuova, che si dovrebbe tenere in un hotel semiperiferico. Il convegno viene sospeso. La manifestazione no, anche se vietata dalla polizia, si terra' lo stesso e dara' luogo a vari scontri con le 'forze dell'ordine'. E' da un po' di tempo che questi neo-fascisti tentano in ogni modo di ritornare in vita in tutta Italia, persino a Torino dove esiste una loro sede nel quartiere della Crocetta.
Gia' con il governo di sinistra branchi di rasati di Forza Nuova si fanno vivi. Di notte inseguono ragazzini isolati che tornano dai centri sociali, incendiano portoni di squat, rompono i vetri alle auto posteggiate, attaccano il loro adesivo e poi scappano. Le elezioni di un governo di destra li ha evidentemente ringalluzziti e i collegamenti con la destra istituzionale sono forti.
Durante una serata in un cine-teatro salesiano, non lontano dalla sede di Forza Nuova, si svolge un concerto skin che vede l'afflusso di svariati autobus da Bergamo e dal Veneto. A tenere le redini della serata, appeso ad un telefonino, in strada insieme alle 'forze dell'ordine' c'e' Agostino Ghiglia, deputato ripescato di Alleanza Nazionale. Tutti li aspettano a braccia aperte -si sa che quando il branco si ingrandisce diventa piu' aggressivo-. Ma sembra che, a causa di una mega rissa fra diverse tifoserie, quella notte non si fecero vedere. Torneranno la notte del loro mancato convegno a lanciare due molotov contro la facciata del Barocchio. Pensavano di trovarlo sguarnito.
Ancora piu' grave e' che, successivamente la Galleria d'Arte Moderna abbia concesso le sue sale per la riunione di F.N. e che di fronte ad un convegno fascista in corso non ci sia risposta. Questo non impedisce al signor Fiore ideologo di F.N., di concludere la sua orazione al convegno deprecando che "i giovani di destra non si sentano protetti dal governo Berlusconi che li abbandona in balia di anarchici, autonomi e squatter".
Barcelona 15 e 16 marzo 2002. Nonostante i tentativi dell'Alcalde di evitarlo, Madrid impone alla citta' il convegno dei potenti europei. La strategia repressiva dello Stato spagnolo e' per• diversa da quella italiana del G8. Niente battage pubblicitario, imponente organizzazione poliziesca. Si comincia a vedere cos'e' l'Europa unita. Polizia e carceri senza frontiere, superattive per difendere il grande capitale, che da sempre e' multinazionale. Europa con frontiere invalicabili per i suoi abitanti, quando vogliono spostarsi per qualche motivo sgradito ai potenti, come ad esempio una grande manifestazione contro di loro. Lo dice il trattato di Schengen. Torino giovedi' 14 mattina, un camioncino affittato parte da uno squat, carico di manifestanti, viene fermato appena partito, identificati gli occupanti ed il mezzo. La Digos trasmette i dati ai colleghi oltre ai Pirenei. Durante la notte il camioncino giunge alla frontiera autostradale spagnola completamente militarizzata. I birri scorrono un elenco ed il camioncino viene subito rispedito indietro. Cosi' alle altre frontiere.Cosi' per almeno altri 4000 manifestanti, secondo la polizia. Alla stazione di Port Bou i viaggiatori provenienti dalla Francia vengono passati uno ad uno fra due ali di poliziotti. I copiosi indesiderati vengono rispediti indietro con treni speciali e filmati dalla TV spagnola che documenta l'efficacia della sua polizia.
A Barcellona, nel primo pomeriggio di venerdi', sulla rambla, sotto piazza Catalunya, la polizia massacra dopo averli divisi in blocchi, i manifestanti, 30 di loro vengono arrestati. La TV dedica pochi minuti al sevizio che mostra il pestaggio.
Alla sera, nel quartiere di Gracia (famoso il suo Ateneo libertario appena sgomberato ed i suoi squat), una manifestazione ultra pacifica di indipendentisti e di okupas degli squat del quartiere, viene pesantemente caricata. Particolari le attenzioni della sbirraglia per i baschi su cui infieriscono con ferocia, 50 arresti. Sabato 16 grande corteo conclusivo, che a sera raggiunge la colonna di Cristoforo Colombo: dalle 300,000 (secondo i birri) alle 500,000 persone (secondo gli organizzatori). Sul lungo mare che raggiunge il largo Colon, partono gli scontri, quando i manifestanti cominciano a lanciare di tutto nelle vetrate del Ministero della marina. La zona e' gia' circondata. I manifestanti si accalcano davanti alla ex caserma Atarazanas (ora museo marittimo), dove mori' nel luglio del 1936 Paco Ascaso con una palla in fronte. La situazione pero' e' molto meno stimolante, unica via di fuga il metro', tutte le strade sono sbarrate da sbirri. Grande retata finale e anche qui almeno 50 arresti. Nonostante questo vari gruppi di manifestanti, si infiltrano nelle vie del Raval e del barrio gotico. Gli obiettivi sono gli stessi di Genova e di Buenos Aires: le banche onnipotenti che invadono con sedi e filiali ogni spazio libero in ogni isolato, in ogni 'barrio', in ogni citta'. E ogni tanto, Caramba! ne brucia una.
Nella citta' dei pesci al Gianduja, il pesce d'Aprile arriva per il sindaco Chiamparino (piu' piu'), con un'imboscata mediatica di cittadini indignati che lo assillano durante una trasmissione su una televisione locale. Sono indignati per la presenza, peraltro pluriennale della Cascina occupata nel parco della Pellerina. Sono probabilmente gli stessi fascistoidi della Circoscrizione che avevano tentato il fallito sgombero - autogestito, protetti dalla polizia nel maggio del '98 (vedi TTSQT 12). Chiamparino piu' piu' si lascia andare a promesse roboanti: tutti fuori per la festa di S. Giovanni a fine giugno.
Il 16 aprile, sciopero generale. Erano vent'anni che la triplice sindacale riusciva a scongiurarlo. Ma ora, con la CGIL in testa, lo promuove. E lo sciopero, ordinato dalle Istituzioni sindacali, riscuote un buon successo numerico. Devastante invece l'effetto sulla qualita' delle lotte, e' praticamente la negazione delle lotte autogestite, le uniche in grado di creare coscienza. Questo sciopero invece, esalta la delega, non nasce dal basso bensi' dall'alto. Si tratta di uno sciopero politico camuffato da iniziativa sindacale (salviamo l'articolo 18). L'obiettivo e' delegittimare la destra al potere e riproporre un governo di sinistra.
Ma quale alternativa? Quella della guerra in Kosovo per conto degli 'imperialisti americani'? Quella della legge Turco-Napolitano che istituisce i Lager per chi ha la colpa di essere straniero alla Comunita' Europea? Quella dei burocrati-pompieri della CGIL, che esaltano l'operato dei lavoratori delle forze dell'ordine -vedi comunicato diffuso dopo la devastazione del csa Askatasuna il 1° maggio ' 99- e che sfilano con loro -vedi spezzone Siulp a Torino il 16 aprile-? Quella che inneggia ai Procuratori della repubblica? NO GRAZIE.
Oggi come ieri e domani, non esistono poteri buoni. Ma solo poteri da distruggere.
A parte alcuni curiosi, gli squat non partecipano alla sfilata.
24 aprile 2002
la redazione
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