Cile
News, rivolte e repressione in Cile
Argentina - Benetton non può sgomberare la Comunità Mapuche Santa Rosa
La corte d'appello di Esquel ha respinto l'istanza di sgombero della Comunità Santa Rosa
articolo di Edgardo Manosalva * / Puerta E -
venerdì, 10 ottobre 2008
La Cámara de Apelaciones del Nord-ovest del Chubut, con sede nella città di Esquel, lo scorso 2 ottobre ha rigettato l'istanza di sgombero della Comunità Mapuche, ribadendo la sentenza di primo grado da parte del giudice Dr. Omar MAGALLANES, istanza inoltrata dalla Compañía de Tierras del Sud Argentino S.A., controllata dall'Impero BENETTON.
All'interno della richiesta di sgombero cautelare inoltrata da BENETTON il 22 marzo 2007, si chiedeva che a fine febbraio 2008 la Comunità fosse sgomberata dal suo territorio tradizionalmente occupato, in considerazione del fatto che essa aveva procurato "danni irreversibili" all'integrità del podere conteso.
Cile - Compagni condannati a 3 anni per le molotov
Lautaristi condannati a 3 anni di carcere per le bombe molotov nella giornata del giovane combattente
fonte: El Mercurio Online -13 ottobre 2008
SANTIAGO- Il Primer Tribunal de Juicio Oral en lo Penal di Santiago ha condannato, in primo grado, a 3 anni ed 1 giorno di carcere per il reato di detenzione di bombe o artefatti incendiari, in qualità di autori, i 3 imputati, sorpresi mentre erano in possesso di bombe molotov la notte del 29 marzo 2008, presso il comune di Pudahuel, durante la giornata del "Giovane Combattente".
Cile - Comunicato del FRENTE ANARQUISTA REVOLUCIONARIO [FAR] sugli ultimi attacchi
fonte: cedema.org
10 ottobre 2008
Qualche luogo del Cile
Abbiamo sabotato il sistema elettrico del "servizio" di trasporto metropolitano del Metro di Santiago - precisamente alle 19.50 p.m. del giorno di ieri, 9 ottobre 2008.
Quest'azione l'abbiamo effettuata per lanciare un appello per ricordare che il 12 ottobre non è il "giorno della razza" (in America latina il 12 ottobre è così denominato per festeggiare la "conquista" - "scoperta" - ndt), bensì il Giorno della Resistenza Mapuche e dei popoli originari dell'America contro l'invasione imperialista e colonialista degli Stati e delle Monarchie europee del passato.
Cile - Comunicato dei familiari di Pablo Morales Fuhrimann
Santiago, 3 ottobre 2008
Sulla situazione di Pablo Morales Fuhrimann
Attualmente Pablo Morales si trova rinchiuso nella Penitenciaría di Santiago, per una condanna della IV Fiscalía Militar, procedimento numero 606-92 del 1992. In pratica Pablo è stato condannato dalla procura militare, dopo 16 anni, ad una pena di 3 anni ed 1 giorno da scontare in carcere, oltre una pena aggiuntiva di 541 giorni.
Nel 2007 abbiamo presentato un'istanza al ministero di giustizia affinché il suo caso venisse incluso tra quelli sottoposti ad indulto, come previsto per tutti i prigionieri politici che avevano scontato più di 10 anni di carcere. Ed invece, il 2 ottobre 2008, Pablo Morales è stato prelevato alle 6.30 di mattina da 6 agenti e condotto alla procura militare per notificargli l'ordine d'arresto. Lì si è appreso che il ministero della giustizia non aveva riconosciuto il beneficio della legge d'indulto per Pablo.
Cile - Arrestato il compagno Pablo Morales Fuhremann
La Brigata dei “Diritti Umani” della Policía de Investigaciones (PDI) del Cile ha arrestato l'ex-prigioniero politico Pablo Morales Fuhremann. La PDI adduce una inadempienza o residuo di pena della precedente condanna, un fatto che risale al 1992. Pablo Morales Fuhremann aveva recuperato la libertà dopo aver trascorso diversi anni in carcere di massima sicurezza per la sua partecipazione all'organizzazione politico-militare Mapu-Lautaro. In carcere si è avvicinato all'anarchismo attraverso il collettivo Kamina Libre, assieme -tra l'altro- al suo coimputato Marcelo Villarroel.
Cile - Comunicato della CAM
COMUNICATO
Ieri, mercoledì 1 ottobre 2008, alle 11 di mattina, un contingente di 50 agenti delle forze speciali dei carabineros s'è introdotto all'interno delle Comunidades en Conflicto del Sector Choque, con l'evidente intenzione di fermare il nostro processo di recupero delle terre ancestrali, usurpate dalla Forestal Mininco y Volterra.
In maniera violenta e smisurata i carabineros, con armi da fuoco quali pistole, revolver e mitragliette, hanno sparato indiscriminatamente un gran quantità di munizioni contro la nostra gente. Di fronte a ciò noi ci siamo arrogati il diritto di difenderci nella maniera più degna, ferendo un sergente dei carabineros e danneggiando i veicoli degli agenti.
Cile - Muore Marcelo Rojas per edema polmonare causato dai carabineros
fonte: Productora de Comunicación Social
Lunedì, 29 settembre 2008
Lo scorso 11 settembre, verso la mezzanotte, Marcelo Antonio González Rojas ha subito un assalto da parte degli sbirri, che lo hanno pestato brutalmente, mentre partecipava alle barricate erette nella zona di Santa Rosa.
Cinque sbirri sono scesi dal cellulare ed all'angolo tra José Santos González Vera e Santa Rosa lo hanno gettato a terra e lo hanno pestato con pugni e calci, poi l'hanno fatto salire sul mezzo. Marcelo soffriva di schizofrenia paranoide e non ha smesso di colpire la porta del veicolo. Allora, dopo qualche isolato, gli sbirri l'hanno fatto scendere e sono tornati a massacrarlo di botte. Poi l'hanno lasciato steso per terra e se ne sono andati.
Cile - Rivendicazione della bomba al commissariato
Segue traduzione del comunicato di rivendicazione dell'attacco al commissariato di Santiago pervenuto ad alcuni siti internet.
Rivendicazione della bomaba contro il terzo commissariato di Santiago dello scorso 14 settembre
Con questa e.mail ci assumiamo la responsabilità dell'attacco esplosivo effettuato la notte scorsa (nota: alba del 14 settembre) contro il terzo commissariato di Santiago. Questo commissariato è stato un noto luogo di tortura negli anni novanta quando vi lavorava la Dirección de Inteligencia de Carabineros (DIPOLCAR), che in quel periodo era diretta da José Alejandro Bernales, sinistro personaggio adesso riconvertito in santo. In quell'epoca la Dipolcar ha effettuato in tutto il paese delle esecuzioni extra-giudiziarie e delle torture, incluse le violenze sessuali alle donne, con il complice silenzio della stampa e persino delle organizzazioni di diritti umani, silenzio che perdura fino ad oggi.
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