NO TAV! KEIN BBT!
Gruppo NO TAV di Bolzano e Trento
Il ministro Di Pietro, che ha fatto carriera politica grazie alla fama di castiga-ladri, sarà oggi a Bolzano per dare la sua “benedizione” al progetto del tunnel del Brennero. Come è ormai noto, il “modello TAV” (Treno ad Alta Velocità) rappresenta uno dei più grandi scandali finanziari nella storia di questo paese. In meno di quindici anni, le linee ad Alta Velocità/Alta Capacità come quella prevista da Monaco a Verona (di cui fa parte anche il tunnel di base) hanno già provocato qualcosa come 90 miliardi di euro di debito pubblico. Enorme arricchimento per gli industriali del cemento e del tondino e per i politici, il TAV ha portato a tutti gli altri danni ambientali, sociali ed economici. Per questo non esiste alcun dibattito pubblico sulla sua utilità.
Dal Veneto al Trentino all’Alto Adige, sempre più persone sono contrarie al TAV per ragioni:
SOCIALI
Le linee ad Alta Velocità contribuiscono a rendere le vallate e le montagne dei semplici corridoi per le merci, sempre più spopolate e uniformi, oppure abitate da pendolari che per lavorare e fare la spesa sono costretti a spostarsi – in auto – nei grandi centri. Aumentando la circolazione forsennata delle merci (bere a Bolzano l’acqua imbottigliata a Monaco e viceversa: meraviglia del progresso!), riduce l’autonomia delle piccole comunità e la varietà dei suoi prodotti.
AMBIENTALI
Il tunnel-TAV del Brennero prevede lavori per almeno vent’anni, i quali causerebbero danni irreversibili alle fonti d’acqua, consumerebbero terreno agricolo, creerebbero enormi cantieri, discariche, viadotti, provocherebbero un grande traffico di camion, un aumento drastico di emissioni nocive e un’enorme quantità di polvere. Secondo un’analisi effettuata dall’Università di Siena sull’insieme dei costi ambientali (petrolio necessario per produrre l’acciaio dei binari, gas tossici emessi dai lavori di costruzione, ecc.) una linea TAV è più inquinante di un’autostrada. Il trasferimento delle merci da gomma a rotaia è dunque conveniente solo se si utilizza, con opportuni interventi, la linea attuale.
ENERGETICHE
Proprio mentre si avvicina il “picco del petrolio”, il tunnel-TAV divorerebbe enormi quantità di energia, sottratte così ad altre necessità; consumerebbe, una volta finito, il triplo di una linea normale e soprattutto rischierebbe – a causa dei cambiamenti sul trasporto causati dalla “fine” del petrolio – di essere perfettamente inutile una volta ultimato.
ECONOMICHE
Essendo basato su di un modello dappertutto in deficit, il tunnel-TAV indebiterebbe, con i suoi costi complessivi di almeno 20 miliardi di euro, le future generazioni per 25/30 anni. Arricchendo solo i costruttori e i loro protettori politici, esso sottrarrebbe fondi ad attività ben più necessarie, come quella di trasferire fin da ora le merci da camion a rotaia.
DI POLITICA DEI TRASPORTI
Oggi una buona parte delle merci che circolano attraverso il Brennero imbocca quel tragitto perché i pedaggi sono convenienti (il costo al km in Italia è circa un decimo rispetto all’Austria e alla Svizzera) e non per necessità. La situazione sarebbe subito diversa con opportuni interventi sulle tariffe. Invece, a fronte di una linea ferroviaria sottoutilizzata, se ne vuole costruire un’altra i cui costi renderebbero ancora più concorrenziale l’autostrada. Oltre tutto tra vent’anni mancherebbero ancora le adeguate strutture logistiche per lo scambio strada/ferrovia, che la costruzione del tunnel ritarderebbe. Secondo la società svizzera Protrans, a cui la BBT aveva affidato uno studio in merito, a tunnel costruito si risparmierebbero… 33 tir al giorno! D’altronde, se l’opera diminuisse davvero il traffico autostradale perché sarebbe finanziata dall’Autobrennero spa? Si è mai vista un’impresa che finanzia la propria crisi?
per contatti:
noinceneritorenotav@gmail.com
noeurotunnelnotabz@libero.it
Aggiornamenti 25 gennaio 2007, Prossimi appuntamenti
ieri a Bolzano si è svolto, come già annunciato, il primo giorno del
convegno internazionale di geologi sul tunnel del Brennero. All'incontro, sponsorizzato dalla Provincia di Bolzano e dalla BBT (società promotrice dell'opera), doveva partecipare anche Di Pietro, che però ha disdetto l'impegno all'ultimo momento.
Fuori dal palazzo del convegno eravamo una trentina, con striscioni (tra cui quello "Da mani pulite a mani impastate: NO TAV/KEIN BBT"), bandiere NO TAV, megafono, volantini, pentole e sirene. Nonostante fosse giovedì mattina e nonostante i pochi giorni di preavviso, insomma, ci siamo fatti sentire.
Abbiamo poi volantinato e parlato al mercato.
Nell'assemblea della sera, sempre a Bolzano, abbiamo definito le varie inziative - che vi comunicheremo nei prossimi giorni - da qui al 10 marzo.
Lunedì prossimo - nella casa comunale di Mules (vicino a Fortezza), alle ore 20 - il responsabile della BBT incontrerà una popolazione locale sempre più infuriata contro un'opera di cui comincia a cogliere la vera portata. La preparazione del cantiere in cui a giugno vorrebbero cominciare gli scavi per il cunicolo pilota ha già provocato uno scempio ambientale. Portare la propria solidarietà attiva agli abitanti dei primi paesi colpiti è una necessità per tutti quelli che, da Verona a Bolzano, rifiutano quest'opera inutile e devastante. Bisogna mettersi di traverso a partire da quelle valli.
Ricordo che questa sera alle ore 20.30, nella sala circoscrizionale di
Piedicastello, in via Verruca a Trento, si terrà l'incontro pubblico con
alcuni partecipanti al presidio permanente contro la costruzione della nuova base USA a Vicenza. Mercoledì scorso un buon centinaio di persone ha occupato i binari della stazione di Trento per circa un'ora in solidarietà con la lotta di Vicenza. Speriamo sia il primo momento di una mobilitazione più ampia. Come già chiesto dall'assemblea permanente di Vicenza per la manifestazione nazionale del 17 febbraio, speriamo di non vedere più bandiere di partito. Ormai non c'è più mediazione che tenga: o con il governo, o con le lotte.