Nell’articolo pubblicato domenica 8 giugno della Gazzetta di Parma riguardante via Bixio, la strada che ci ospita viene descritta come “malata” e ancora lontana dalla guarigione, con attività commerciali che chiudono in continuazione e tanti stabili che rimangono sfitti e abbandonati al degrado.
In pancia, un articolo del prezzolatissimo Gian Luca Zurlini ci riguarda e dunque attira immediatamente la nostra attenzione. In questo secondo articolo, l’Spa Sovescio viene descritto come una “spina nel fianco” per i residenti della via; è più che esplicita l’associazione che Zurlini tenta di fare in questo modo tra la presenza del Sovescio e la condizione di abbandono della via, dichiarando senza mezzi termini che “nessuno dei residenti è disposto a dichiararlo apertamente per paura di ritorsioni”. Aldilà di queste illazioni che meritano una querela, ci chiediamo che metodo abbia utilizzato il giornalista per portare a termine la sua profonda “inchiesta sul campo”, ma è chiaro che più che d’inchiesta si debba parlare di opinioni o supposizioni personali su relazioni e realtà esistenti all'interno del quartiere che Zurlini non ha mai visto o indagato per davvero.
Il nostro prosegue affermando che il PROBLEMA sarebbe rappresentato -testuali parole - dalla presenza di una palestra popolare e spazi adibiti ad attività culturali. Ci si chiede allora da quando in qua attività sportive, culturali e didattiche siano così dannose alla salute o pericolose per chicchessia… Probabilmente a Zurlini e al suo giornale, in realtà, danno più fastidio quei valori che tentiamo di promuovere con le nostre attività, più che le attività in sé stesse: l'antifascismo, l'antirazzismo, l'antisessismo. Se per Zurlini certi valori sono motivo di esclusione, dichiariamo di essere ben consapevoli e ben felici di ripudiare razzismo e fascismo, a partire dallo stabile a cui abbiamo ridato vita. Il resto dell’articolo infatti, non può che descrivere abbastanza verosimilmente tutto quello di cui legittimamente ci occupiamo, salvo chiudersi alla fine dichiarando che ormai rappresentiamo un "problema di ordine pubblico" per il via vai che le
nostre attività hanno richiamato. Zurlini però deve chiarirsi con se stesso: preferisce la desertificazione o la vivacità in via Bixio?
E’ vero che ci siamo ripresi un diritto, quello di poter avere un tetto, in quanto famiglie che non avevano che la strada, così com’è vero che all’interno del Sovescio vengono organizzati corsi gratuiti di arabo e d’italiano, di meditazione, di tango, di pugilato, di jujitzu, cineforum, presentazioni di libri e così via. Solo, non capiamo a quali residenti possano dar fastidio o quali gravi problemi di "ordine pubblico" possano scaturire da una normale e libera partecipazione associativa.
Per questo, nei giorni che verranno, a differenza di Zurlini, andremo realmente a confrontarci con i nostri vicini per sapere se le parole della Gazzetta di Parma corrispondano al vero o se, come crediamo noi, quest’articolo non sia che l’ennesimo attacco allo spazio Sovescio e a tutte le persone che lo abitano e frequentano.
Vorremmo inoltre ricordare alla Gazzetta di Parma, ai suoi proprietari ed ai suoi “giornalisti”, che il problema che affligge via Bixio, ma anche tutte le attività commerciali del centro storico, sono proprio lescelte politiche e speculative nei decenni sponsorizzate dal vostro “giornale”, che hanno voluto la proliferazione di centri commerciali e che rendono Parma una delle città col maggior numero di grandi centri commerciali per abitante.
Possiamo ipotizzare quasi con certezza da chi sia stato ordinato quest’attacco nei confronti dell’S.P.A. Sovescio e dello stesso quartiere Oltretorrente; in ogni modo, il ruolo che spetta alla Gazzetta ed ai suoi “giornalisti”, è quello di essere sempre in prima fila nel difendere palazzinari, speculatori, fascisti del terzo millennio e criminalizzare solidarietà, attivismo e coloro che lottano per i propri diritti.
Gli abitanti, le famiglie e i frequentatori dello SPA Sovescio.