Cgil: «I ricercatori restano precari»

da il manifesto del 15 Giugno 2007

L’allarme di Panini (Flc): migliaia senza risposte negli atenei ed enti, intervengano Nicolais e Mussi
Cgil: «I ricercatori restano precari»
I problemi vengono dalla finanziaria e da alcuni rettori. Anche la Rdb si mobilita, oggi presidio al ministero dell’Università e Ricerca: «A un anno dal voto promesse non mantenute»
Antonio Sciotto


Il segretario della Flc Cgil Enrico Panini non potrebbe essere più chiaro: «La finanziaria 2007 sui precari è un brodino ristretto». La legge varata dal Parlamento lo scorso dicembre, infatti, non include i ricercatori tra gli «stabilizzabili» degli atenei, così come esclude i parasubordinati degli enti di ricerca. Come dire: la grandissima parte degli «atipici» del settore. Il sindacato, dopo mesi di battaglia per correggere la legge, e dopo aver raccolto qualche parziale successo, lancia dunque l’«allarme precari». Ma la denuncia si estende anche ad Università ed Enti di ricerca: diversi atenei non si stanno adeguando alle leggi, che seppure «ristrette» già permetterebbero una serie di stabilizzazioni, e molti enti lasciano inutilizzati i fondi disponibili. Risultato: a restare fregati sono i «soliti noti». Borsisti, assegnisti, ricercatori, cococò: quell’esercito di lavoratori senza diritti che oggi manda avanti la ricerca in Italia.

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Ma L’eccesso di liquidità  non è andato a finzanziare i consumi delle famiglie

da La Repubblica _Affari&finanza_ 18 giugno 2007

Ma l’eccesso di liquidità non è andato a finanziare i consumi delle famiglie

di Giovanni Ajassa*

C’è sempre più moneta nel mondo. Gli aggregati monetari si espandono più velocemente della crescita nominale del Pil, ma senza che ciò generi inflazione. Accade soprattutto nell’area dell’euro. La tanta liquidità odierna non sembra presagio di aumenti futuri dei prezzi al consumo. Qualcosa sta cambiando nella distribuzione della moneta così da ridurre i rischi di rimbalzi inflazionistici. Proviamo a mettere qualche numero in fila.

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Analisi sul “Indagine annuale sulla povertà  negli anni 2004-2005” pubblicato dall’Istat

Il 24 maggio 2007 è stato reso noto l’indagine annuale sulla povertà da parte dell’Istat relativo all’anno 2005.
I dati sono eclatanti. Li riassumiamo brevemente.
Nel 2005
quasi una  famiglia su sei (il 14,7%) ha dichiarato di arrivare alla fine del mese con molta difficoltà, mentre quasi una su 3 (il 28,9%) non è riuscita a far fronte a una spesa imprevista anche se di importo inferiore a 600 euro.
Le famiglie con spesa per consumi inferiore alla soglia di povertà, cioè povere in termini relativi, sono 2 milioni 585 mila (l’11,1% delle famiglie residenti) per un totale di poco più di 7 milioni e mezzo di persone (il 13,1%).

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Le Minchinate: “Le leggende sulla Biagi”

editoriale del Corriere della Sera – 18 giugno 2007 –

Il lavoro precario è fermo dal 2001
Le leggende sulla Biagi
di Pietro Ichino
 
Le modifiche alla legge Biagi annunciate dal ministro del Lavoro sono quelle indicate fin dall’ anno scorso nel programma elettorale dell’Unione come necessarie per la lotta contro il lavoro precario: abolizione del lavoro a chiamata, o job on call, e dello staff leasing. Il ministro però farebbe bene a rispondere in modo preciso e pertinente alle obiezioni che da più parti, e anche dall’interno dello schieramento di centro-sinistra, sono state mosse contro questo punto del programma.

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Serventi Longhi a Minchino: “Il contratto nazionale a tutela dei più deboli”

dal Corriere della Sera – 14/06/07 –

Caro Direttore, dalla scadenza del contratto dei giornalisti sono passati 837 giorni, e non pochi altri ne passeranno, se gli editori continueranno a rifiutarsi di sedere al tavolo. Ma i problemi non vengono mai da soli; e così ci tocca pure la bacchettata che ci rifila il professor Ichino, dalla prima pagina del Corriere

Sbagliano i sindacati, dunque sbaglia anche la Federazione della Stampa, quando parlano di un «diritto dei lavoratori al contratto». Questo diritto «non esiste proprio, ed è bene che non esista», argomenta l’editoriale, perché «se accordarsi fosse obbligatorio, avremmo un regime di cogestione». Non abbiamo certo le competenze del professor Ichino in materia di diritto del lavoro. Però non sono soltanto i sindacati a pensarla diversamente da lui. Ricordiamo le parole pronunciate in questi mesi dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha sottolineato ripetutamente «il diritto primario dei giornalisti ad un contratto di lavoro regolarmente rinnovato». Concetti simili hanno espresso i Presidenti del Senato e della Camera. Nelle loro affermazioni abbiamo colto un riconoscimento del valore del lavoro – giornalistico e no – che poco traspare dalle tesi di Ichino.

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