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Deposito Bulk >>> 1997-2006 - Una storia semplice
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*** Tuesday, Feb. 28, 2006 at 6:58 PM |
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Oggi è terminata l’esperienza del Deposito Bulk.
Questa è una ricostruzione sommaria e senza pretese. E pure piena di buchi…
Chiunque ne abbia voglia scriva la sua.
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1997
Il Deposito Bulk di Via Don Sturzo viene occupato il 12 Dicembre 1997 in occasione dell’anniversario di Piazza Fontana (http://squat.net/it/news/milano_bulk221199.html) e proprio prima di un grosso corteo per la libertà dei prigionieri politici ancora in carcere in Italia terminato sotto San Vittore (http://www.ecn.org/leoncavallo/amnistia/13dic97/index.htm).
1998
Il 25 Aprile 1998 il neonato Deposito Bulk lancia l’idea della costruzione condivisa di uno spezzone dei centri sociali che vada ad occupare il Parco Sempione per opporsi al progetto di militarizzazione di uno dei più grandi spazi di aggregazione libera per giovani di quegli anni. L’idea viene accolta positivamente e l’occupazione del Sempione si trasforma in una grande festa. Il piano di normalizzazione del Sempione e di Vetra fatto di cancellate, telecamere e ronde militari verrà portato a termine dalla Giunta Alberini portando alla progressiva desertificazione di quei luoghi.
Nell’autunno la RASC contribuisce in prima line alle grandi mobilitazioni contro il finanziamento delle scuole private (http://www.stpauls.it/fc98/4998fc/4998fc18.htm). Dall’immenso corteo dei 30.000 del 20 Novembre terminato con una sassaiola davanti al Provveditorato agli Studi, passando per gli scontri davanti al San Carlo (per i quale verranno processati una decina di ragazzi) ed arrivando all’occupazione di un treno per partecipare al grande nazionale degli studenti di Dicembre a Roma (con incidenti davanti all’Ambasciata USA).
L’Ottobre 1998 vede anche l’occupazione in Piazza Minniti di Metropolix. Quello che, dopo lunghi lavori diventerà il primo ostello autogestito d’Europa. Metropolix va ad insediarsi in un quartiere, l’Isola, già denso di spazi sociali (Pergola e Garigliano).
1999
Il nuovo anno si apre con una drammatica catena di omicidi. La destra ne approfitta per soffiare sul fuoco e lanciare la parola d’ordine della “tolleranza zero”. Sarà uno dei cavalli di battaglia che, di fronte all’ignavia del centro-sinistra, le permetteranno di vincere le elezioni due anni dopo. Da quei giorni infatti, i mass-media inizieranno a dipingere l’Italia come un paese in preda al “far west” ed in mano a spietate bande di delinquenti immigrati (primi tra tutti gli Albanesi). Degli omicidi di quei giorni politicanti e giornalisti “proni” accuseranno gli immigrati. Si scoprirà poi che i responsabili erano, per la quasi totalità italiani. L’amministrazione comunale di centro-destra organizza una fiaccolata per la sicurezza in Piazza Duomo che, nonostante la massiccia campagna stampa, si rivelerà un mezzo fallimento. Il movimento milanese risponderà prontamente con un partecipatissimo corteo terminato sotto il Centro di Detenzione Temporanea per immigrati di Via Corelli (http://www.ecn.org/leoncavallo/23gen99/index.htm)
L’inizio del 1999 è caratterizzato anche dal caso Ocalan. Il capo del PKK curdo, braccato dai servizi segreti turchi, viene ospitato in Italia e successivamente “scaricato” per essere venduto ai Turchi. La reazione della comunità curda in Europa è immediata. A Milano viene occupato il Consolato greco. A Roma scoppiano violenti scontri davanti alla sede delle linee aeree turche in Piazza della Repubblica dove le Forze dell’Ordine vengono messe in fuga.
Il 1999 è però sinonimo di “guerra umanitaria”. Stiamo parlando dell’attacco della NATO alla Jugoslavia per difendere le popolazioni del Kosovo dalla repressione serba. Il sabato successivo all’attacco, nonostante il diluvio, almeno 20.000 studenti sfilano sotto il Consolato Americano. Il 24 Aprile si ricorda un corteo studentesco della RASC molto militante che bersagliò il Consolato USA di torce, bengala e petardi tra il denso fumo di estintori che alzavano una cortina fumogena in Largo Donegani (http://www.ecn.org/ska/NATO/rassegna.htm). Il 25 Aprile uno spezzone antagonista di 5.000 persone si stacca del corteo istituzionale per raggiungere il Consolato USA. Durante il percorso della manifestazione la bandiera italiana del Comando dell’Arma di Via della Moscova prenderà fuoco. Per quel corteo verranno processati molti compagni del Bulk (http://www.leoncavallo.org/spip/article.php3?id_article=623). Se a Milano la mobilitazione è continua, a Torino la situazione è tesissima. Al corteo del Primo Maggio ci sono incidenti tra compagni delle realtà antagoniste ed anarchici ed elementi della sinistra istituzionale favorevoli all’intervento in Kosovo. Ci penserà la Polizia a togliere d’impiccio i mazzieri del servizio d’ordine dei partiti. Nel pomeriggio si dovrà assistere ad uno dei tanti episodi allucinanti di questi anni. Il blitz immotivato delle Forze dell’Ordine contro il centro sociale Askatasuna con il pestaggio dei presenti e la devastazione dei locali e delle strutture dello spazio. Un antipasto della Diaz?
Il 1999 è anche l’anno di esplosione del LOA, il mitico Hacklab milanese (http://www1.autistici.org/loa/web/progetti/aulacorsi.html). Ma è anche l’anno dello sgombero di Breda. Uno spazio sicuramente all’avanguardia (http://www.ecn.org/bulk/eventipassati/180999a.htm).
Nel Novembre 1999 un fatto inaspettato. A Seattle il vertice del WTO viene duramente contestato e messo in ginocchio da decine di migliaia di giovani incazzati con intere giornate di guerriglia urbana e centinaia di arresti (http://digilander.libero.it/falcemar/global/seattle.htm). Fa la sua comparsa sulle scene internazionali un nuovo attore: il “popolo di Seattle” (come lo si chiamava allora) che influenzerà in maniera decisiva il modo di fare politica nei primi anni del nuovo millennio e che vedrà l’Italia come un avamposto del nuovo movimento di contestazione.
Millennium Bulk. La prima occupazione del millennio. In vista dell’imminente sgombero dell’area di Via Don Sturzo (http://squat.net/it/news/milano_sgomberobulk181199.html), il 31 Dicembre 1999 viene occupato uno stabile di proprietà dell’Enel di fronte al Monumentale. Si scoprirà che si trattava di una sorta di discarica abusiva dell’Enel per tutti i lavori edili fatti dall’azienda a Milano. Ci vorranno lacrime e sangue per rendere agibile lo spazio (http://www.ecn.org/bulk/millennium/index.html) con una serie di giornate memorabili definite “mondezza day” in cui i bulkaniani scaricheranno davanti alla Fabbrica del Vapore quintali di macerie. Quella che sembrava un’ottima scelta sia per il rispetto del principio di territorialità che per l’ampiezza di possibilità offerte da un area così grande, col passare degli anni si dimostrerà una scelta errata proprio per l’impossibilità di gestire un’area così enorme (e gli sforzi sovraumani derivanti).
2000
I primi mesi del 2000 sono però all’insegna della vecchia cara repressione. A metà Gennaio avviene lo sgombero del “vecchio” Deposito Bulk di Via Don Sturzo (http://www.ecn.org/bulk/sgo/index.html). Ai primi di Marzo ci sarà lo sgombero di Metropolix non prima di aver reso la vita molto dura alle Forze dell’Ordine con una resistenza tanto accanita quanto creativa. Allo sgombero dello stabile di Piazza Minniti seguirà l’occupazione-lampo di Via Duccio Da Boninsegna (una zona forse troppo chick dalla città) e quella di uno stabile delle poste in Viale Zara. Tra i due episodi c’è però stato un partecipatissimo corteo contro il Centro di Detenzione di Via Corelli terminato in scontri con la Polizia (http://www.ecn.org/yabasta.roma/pagine/milano.html http://www.ecn.org/zip/lagerMi000129.htm).
Nella primavera del 2000 inizia a soffiare anche in Italia il vento di Seattle con la manifestazione di MobiliTebio a Genova contro la fiera delle biotecnologie (http://195.110.122.247/art/2000/05/25/959172 http://www.repubblica.it/online/cronaca/tebio/tebio/tebio.html) ed il corteo NO-OCSE a Bologna (http://www.bologna.social-forum.org/documentazione/eventi/noocse). A questi appuntamenti va aggiunto il corteo di Bologna contro Forza Nuova terminato anch’esso con duri scontri con la Polizia (http://www.ecn.org/bologna/nofn).
L’autunno inizia male con lo sgombero dell’occupazione di Viale Zara. Le prospettive non sono rassicuranti perché si parla con insistenza di un imminente sgombero del Bulk e della Cascina Torchiera. Da qui nasce la campagna “La Fronda” (http://www.ecn.org/bulk/comunicati/metaboliamo.htm http://www.ecn.org/metropolix) capace di mettere in rete diverse realtà sociali e che vedrà tra le altre cose l’occupazione dell’Assessorato alle Politiche Giovanili in Piazza Duomo, il tour delle occupazioni con la tripletta Aus-Hata-Mi casa (http://www.ecn.org/metropolix/occupazioni/index.html) ed il corteo del 14 Ottobre 2000 (http://www.ecn.org/bulk/hotspot/appello.htm). Nel frattempo il vento della contestazione internazionale continua a soffiare fortissimo con le incandescenti giornate di fine Settembre a Praga (http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/giap18.htm).
Anche a Milano il clima si infuocato. E’ l’11 Novembre. Forza Nuova decide di sfilare in città. La Questura vieta il corteo dei fascisti, ma vieta anche la manifestazione antifascista che sarebbe dovuta partire a Porta Venezia blindando il concentramento. I forzanovisti si troveranno alla discoteca De Sade di Via Valtellina subendo l’accerchiamento degli spezzoni antifascisti. Da un lato Deposito Bulk, Leoncavallo, Coordinamento dei Collettivi e compagni da altre città, dall’altro RAF Milano, realtà antagoniste, compagni di Torino ed tanti altri (http://www.tmcrew.org/mw4k/antifa/111100.htm). Al corteo di Milano seguirà la contestazione ad Haider a Roma duramente repressa dalla Polizia (http://www.tmcrew.org/mw4k/iniz04.htm http://www.tmcrew.org/no-haider) A livello internazionale non si può certo dimenticare la contestazione al vertice dell’Unione Europea a Nizza (http://www.repubblica.it/online/mondo/nizza/venti/venti.html) col treno degli Italiani bloccato, tra mille peripezie, a Ventimiglia (http://www.repubblica.it/online/mondo/nizza/italia/italia.html).
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Una storia semplice
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(2) Tuesday, Feb. 28, 2006 at 6:59 PM |
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2001
Il 2001 è un anno fatidico. Resterà nella storia per l’attacco alle Torri Gemelle di New York dell’11 Settembre e per…il G8 di Genova…
Lo sgradevole “antipasto” del G8 di Genova si ha il 17 Marzo a Napoli dove un combattivo corteo di 30.000 persone verrà selvaggiamente caricato dalla Forze dell’Ordine (http://www.repubblica.it/online/politica/globalforumdue/incidenti/incidenti.html). I fermati verranno trasportati alla Caserma Raniero che si trasformerà in un vero e proprio “girone dantesco” teatro di mille abusi. La definizione “no-global” tanto cara ai media nasce proprio in questa occasione. Il nome della mobilitazione era infatti No-Global Forum.
Il 25 Aprile inizia con un presidio antifascista in Piazzale Loreto dove gli esponenti di Forza Nuova hanno dichiarato l’intenzione di deporre una corona di fiori in memoria del Duce. Quando i fascisti si presentano nella piazza vengono allontanati. Per questa vicenda a Settembre tre compagni: Elio, Mario ed Antonio verranno arrestati per poi essere rilasciati grazia anche alla mobilitazione del movimento. La giornata terminerà con un altro incontro con i nazi al Carrobbio. Anche in questa occasione i nazisti con la testa rasata avranno la peggio.
Nel 2001 nasce anche l’occupazione femminile di SheSquat (http://www.ippolita.net/xxy).
Il 2001 è anche l’anno della prima Mayday Parade (http://www.chainworkers.org/chainw/mayday/mayday.html). Natta da un a riflessione sullo sviluppo del precariato e dalla convergenza tra Chainworkers, Deposito Bulk e CUB. In quel periodo inizieranno anche le prime azioni che vedranno come epicentro la grande distribuzione. I pionieri della Mayday 2001 erano 5.000. L’anno scorso i partecipanti erano più di 100.000…
Il pesantissimo antipasto di Genova sono le giornate di Goteborg durante la Polizia svedese apre il fuoco sui manifestanti ferendone uno in maniera gravissima (http://www.repubblica.it/online/mondo/goteborg/aperto/aperto.html http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/06_Giugno/16/feritigoteborg.shtml). A Genova sarà l’Operazione Makaja ad attraversare l’esperienza del Carlini, del Media Center e le tragiche giornate del 20 e del 21 Luglio caratterizzate da una guerriglia continua culminata con la morte di Carlo Giuliani e da una repressione spietata culminata con il massacro della Diaz e le torture della Caserma di Bolzaneto.
Dopo la terribile repressione genovese sembra risuonare un adagio del ’77: “Avanti come? Avanti dove?”. Molti, del resto, considerano il G8 come il punto più alto della capacità di mobilitazione del movimento dei centri sociali sviluppatosi in Italia nei 15 anni precedenti. Altrettante lo vedono come un punto di partenza di un inevitabile declino. La frammentazione ed il progressivo sfaldamento del Deposito Bulk prendono reale consistenza in quel periodo.
Non c’è molto tempo per l’analisi. Il movimento si trova ben presto stretto nella spirale tra terrorismo internazionale e guerra permanente. All’attacco americano all’Afghanistan segue una grossa mobilitazione.
Ad Ottobre parte ConnecTaz (http://www.ecn.org/aus/g10.html) ovvero l’apertura di un Internet Start Point accessibile a tutti grazie al supporto di Garigliano.
2002
Il nuovo anno si apre con la pretesa di Forza Nuova di sfilare a Torino. Dopo una serie di azioni i forzanovisti decideranno di desistere, ma il corteo antifascista verrà ugualmente caricato con violenza dalle Forze dell’Ordine (http://italy.indymedia.org/news/2002/02/39315.php).
Il 2002 è però indubbiamente l’anno in cui le tematiche del lavoro tornano in primo piano.
Il furibondo attacco del Governo Berlusconi all’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori spinge la CGIL ad organizzare a Roma un corteo cui parteciperanno 3 milioni di persone (http://www.repubblica.it/online/politica/manifestazione/arrivo/arrivo.html)…
Il 16 Aprile si svolge uno scioperò generale con un livello di partecipazione elevatissimo (http://www.rassegna.it/2002/lavoro/articoli/flessibilita/16aprile/prima.htm). A Milano diluvia, ma nonostante questo la partecipazione è straordinaria. Al corteo dei Confederali partecipano 300.000 persone. A quello di sindacati di base e movimento 50.000 persone. Durante la mattinata un gruppo di persone entra in un ufficio interinale e verga i muri con scritte contro il lavoro interinale e sparge letame nelle stanze (http://italy.indymedia.org/news/2002/04/48243.php ). Dell’azione verranno imputati 3 compagn* del Bulk fortunatamente assolti (http://italy.indymedia.org/news/2006/02/982159.php).
A dare ulteriore importanza ai temi del lavoro sarà la Mayday che subirà una prima impennata di partecipazione arrivando a quota 20.000.
L’autunno inizierà pesantemente col taglio definitivo dell’elettricità al Deposito Bulk. Un’ulteriore mazzata alla possibilità di fare attività politica in libertà.
Due giorni prima di un secondo sciopero generale indetto però dalla sola CGIL ci sarà il McStrike (http://www.chainworkers.org/chainw/noi/azioni/16ott_report.htm) con azioni di boicottaggio contro la catena McDonald’s in giro per tutta la città ed un presidio davanti alla sede di Piazza Duomo.
Il giorno successivo il Bulk deve subire il vero e proprio assedio delle Forze dell’Ordine (http://www.italy.indymedia.org/archives/archive_by_id.php?id=298&category_id=12) per aver dato rifugio ad alcun* compagni inseguiti dalle volanti dei Carabinieri dopo un’azione alla sede della Croce Rossa di Via Pucci in contestazione al ruolo di gestione diretta della CRI per i CPT. Assedio che si risolverà per il meglio solo in serata…
Dopo lo sciopero generale d’Ottobre scoppierà la durissima vertenza dei lavoratori della FIAT contro un drastico piano di ristrutturazione industriale che prevedeva la chiusura di molti stabilimenti. Epicentri della lotta lo stabilimento di Termini Imerese in Sicilia e quello Alfa di Arese.
Seguirà il grande corteo di Torino contro i Centri di Detenzione Temporanea per immigrati. Tra Novembre e Dicembre la situazione si avvita. Dopo l’incredibile successo del Forum Sociale Europeo di Firenze con un corteo di 1.000.000 di persone e l’esperienza internazionale dell’HUB (http://www.ilmanifesto.it/g8/firenze/3dca7f67b2032.html) una vera e propria ondata repressiva si abbatte sul movimento italiano.
La prima a muoversi è la Procura di Cosenza (http://www.informationguerrilla.org/speciale_arresti.htm) che in base ad un teorema giudiziario che ipotizza reati insurrezionali contro gli organi dello Stato incarcera molti compagni della rete meridionale del Sud Ribelle. Segue a ruota la Procura di Genova (http://www.repubblica.it/online/politica/carusotre/genova/genova.html) che nel Dicembre 2002 darà il via liberà ad un blitz che porterà molti compagn* in carcere con al pesantissima accusa di devastazione e saccheggio (dagli 8 ai 15 anni di carcere) riferita al G8 di Genova. Il movimento risponderà con forza con cortei a Cosenza (http://www.repubblica.it/online/politica/carusotre/carusotre/carusotre.html) e Genova. Il primo sarà un vero e proprio corteo di popolo.
2003
Il 2003 è l’anno della guerra. E purtroppo l’anno della tragica morte di Dax. Le mobilitazioni nazionali su grandi temi prendono il sopravvento su quelle più legate al lavoro quotidiano nel locale. Più tardi se ne pagheranno le conseguenze…
I venti di guerra spirano fortissimi. L’invasione americana dell’Irak sembra ormai inevitabile. A Febbraio, si diffonde il Trainstopping (http://www.repubblica.it/online/politica/noguerratre/ravelli/ravelli.html), un’azione di disobbedienza di massa per bloccare i treni carichi d’armi per il fronte.
Il 15 Febbraio è la giornata internazionale di mobilitazione contro la guerra. Un successo di proporzioni inimmaginabili. Al corteo di Roma partecipano più di 3 milioni di persone (http://www.repubblica.it/speciale/2003/noguerra/index.html). Da Milano partono quasi dieci treni speciali con la gente costretta a dormire per terra o nei vani portabagagli.
Mentre una capillare serie di iniziative nel quartiere Isola riesce a scongiurare momentaneamente lo sgombero di Garigliano (http://www.italy.indymedia.org/archives/archive_by_id.php?id=485&category_id=12) una nuova leva di super-eroi fa il suoi ingresso al Deposito Bulk. Prenderanno un nome divertente e sgrammaticato: Aquario.
E’ un periodo di mobilitazioni frenetiche ed incessanti. Durante il corteo in Toscana contro la base americana di Camp Derby dei primi di Marzo entra in scena il “gruppo tenaglia” che apre le recinzioni della base e penetra al suo interno mettendo in seria difficoltà agenti italiani e soldati yankees.
Pochi giorni sfilerà a Milano un imponente corteo contro la guerra (con tre concentramenti differenti) cui parteciperanno 800.000 persone ed al quale il Deposito Bulk contribuirà con uno spezzone aperto dalla mitica “bomba”: una bellissima struttura di polistirolo rappresentate Bush e Berlusconi a cavalcioni su un missile (http://www.italy.indymedia.org/archives/archive_by_id.php?id=553&category_id=12).
16 Marzo 2003: ovvero la notte nera di Milano. Davide Cesare, militante antifascista, rimane ucciso a coltellate in un agguato organizzato da una famiglia di fascisti del quartiere in Via Brioschi. Due altri compagni rimangono gravemente feriti (http://www.italy.indymedia.org/archives/archive_by_id.php?id=592&category_id=12). All’ospedale San Paolo si scatenerà una feroce caccia all’uomo da parte delle Forze dell’Ordine nei confronti dei compagni e degli amici di Davide giunti sul posto. Quella notte rimarrà impressa nella memoria e nella carne di molti per episodi di una violenza difficilmente immaginabile (http://www3.autistici.org/sanpaolo). Alcuni ragazz* del Bulk dovranno subire, insieme ad altri, la loro razione di botte selvagge.
Pochi giorni dopo l’omicidio di Davide esploderà il conflitto in Irak. Milano verrà attraversata quotidianamente da grandi cortei. Da quello notturno in Ticinese del 17 Marzo a quello della mattina del 20 Marzo (primo giorno di guerra) che andrà ad occupare la Stazione Centrale fino a quello enorme e combattivo del pomeriggio del 22 Marzo. Il 22 Marzo è anche il giorno dei funerali di Davide a Rozzano, funerali cui partecipano almeno 5.000 persone e nei quali il Bulk si incaricherà di allestire il tir sul quale, durate la cerimonia, suonerà la Banda Bassotti.
Le mobilitazioni continuano anche nel resto d’Italia con il corteo attorno alla base NATO di Camp Ederle in Veneto e quello di Torino del 29 Marzo ferocemente caricato in coda da Polizia e Carabinieri.
Il 25 Aprile 2003 non potrà che avere una fortissima connotazione antifascista con alcune giornate dense di iniziative e di tensione (http://www.italy.indymedia.org/archives/archive_by_id.php?id=670&category_id=12).
Ci penserà la Mayday Parade a allentare il clima di altissima tensione presente a Milano in quella primavera con un nuovo balzo di partecipazione che arriva alle circa 50.000 unità.
L’estate del 2003 è un periodo molto denso sia a livello locale che internazionale. A Milano si prosegue il lavoro sulla precarietà della Mayday con Equilibrio Precario (http://www.italy.indymedia.org/archives/archive_by_id.php?id=752&category_id=12 http://www.italy.indymedia.org/archives/archive_by_id.php?id=760&category_id=12) una serie di iniziative più mirate alla grande distribuzione.
Il 4 Luglio nasce Malamanera, un nuovo spazio occupato nato in un quartiere in rapida trasformazione come la Bovisa (http://www.italy.indymedia.org/archives/archive_by_id.php?id=829&category_id=12). La Bovisa da vecchi e storico quartiere operaio milanese, con l’arrivo del polo universitario si sta rapidamente evolvendo. I rapporti tra Mala e Bulk saranno sempre “strettissimi” e porteranno a molteplici iniziative comuni.
A livello internazionale le mobilitazioni principali (ed entrambe infuocate) saranno la contestazione del vertice G8 di Evian (http://www.tmcrew.org/border0/news/09_G8.htm) con la mobilitazione divisa sul doppio fronte franco-svizzero e quella al vertice UE di Salonicco. Di quel G8 è importante ricordare l’assalto della Polizia elvetica al Media Center dell’Usine e il drammatico “incidente” di un attivista precipitato da un viadotto durante un’azione di blocco autostradale a causa dell’intervento di alcuni agente che penseranno bene di tagliare la fune cui il ragazzo era attaccato… Del vertice dell’Unione basta dire che era in Grecia (http://www.tmcrew.org/border0/news/12_sal_cron20-21.htm)…
Il ritorno all’azione in autunno è velocissimo. Dopo aver organizzato un presidio al Parco Sempione (http://www.italy.indymedia.org/archives/archive_by_id.php?id=972&category_id=12) in contemporanea con l’orrida “Festa Azzurra” di Forza Italia proprio in quel parco il Deposito Bulk partecipa alla contestazione del vertice dell’Unione Europea che si tiene a Roma. La giornata del 4 Ottobre a Roma sarà caratterizzata da 2 blocchi nella mattinata ed un corteo nel pomeriggio. Tutte e tre le iniziative verranno duramente caricate (http://www.triburibelli.org/sito/modules/news/article.php?storyid=609). In uno dei blocchi della mattina alcune compagne dell’Aquario verranno fermate dalla celere e rilasciate solo in serata.
Il 2003 è anche un periodo denso di occupazioni molto “vicine” alla famiglia Bulk. Nel Settembre di quell’anno prende corpo il progetto di Reload. Probabilmente una delle realtà più vive ed innovative tutt’ora presenti in città (http://reload.realityhacking.org/prop/folders/20040224_folder6.pdf). La prima occupazione dopo un breve e colorato corteo è in Piazza Segrino, ma verrà sgomberata dopo pochissimi giorni. Reload non demorde ed un mese dopo rioccupa in Via Gonfalonieri. Anche questa occupazione sarà destinata allo sgombero. A questo punto i ragazz* di Reload decidono di provare in Pergola. E’ la scelta vincente!
Altre occupazioni importanti saranno quella duplice dei Preokkupati (prima inViale Monza e poi in Paolo Sarpi) e quella del Boccaccio di Monza. In questa dinamica di occupazioni e sgomberi continui va ad inserirsi l’Assemblea Metropolitana. Tentativo generoso, ma forse prematuro di superare le frammentazioni del movimento milanese ed avviare una campagna sugli spazi a livello metropolitano.
L’inverno del 2003 è caratterizzato da avvenimenti molteplici.
Il più importante è sicuramente lo sciopero “selvaggio” dei lavoratori dell’ATM per il rispetto del contratto di lavoro che bloccherà per alcuni giorni la città. I lavoratori dell’ATM consci della sostanziale “inutilità” dello sciopero classico (quello regolato da mille cavilli) decidono di bloccare del tutto la circolazione dei mezzi dimostrando l’impotenza di azienda, autorità e Forza dell’Ordine. Per quello sciopero partiranno 3.000 comunicazioni giudiziarie (http://www.italy.indymedia.org/archives/archive_by_id.php?id=1135&category_id=12).
Altre date da ricordare sono la Street Parade Antiproibizionista contro la Legge Fini sulle sostanze aperta dal camion del Bulk con una caricatura del Presidente del Consiglio e del Ministro di AN ed il mitico slogan: "Un impegno concreto: più cocaina per tutti" (http://italy.indymedia.org/news/2003/12/434443.php), la giornata del Natale Precario con una simpatica parade nelle cattedrali dello shopping natalizio (http://www.italy.indymedia.org/archives/archive_by_id.php?id=1177&category_id=12) ed infine la gigantesca Critical Mass straordinaria in occasione del vertice sull’ambiente COP9 a Milano (http://www.italy.indymedia.org/archives/archive_by_id.php?id=1144&category_id=12). La massa critica che getterà nel caos la città per un pomeriggio intero terminerà proprio al Deposito Bulk e segnerà forse il punto più alto della presenza della Ciclofficina in Via Niccolini (http://www.ciclofficina.org/milano.html).
Nella notte dell’11 Dicembre una banda di indomiti bulkaniani occupa uno spazio nell’estrema periferia Sud di Milano: in Via Quaranta (via conosciuta per la presenza di una moschea del radicalismo islamico). Sorge 40/42 che pur avendo breve vita come una cometa sarà capace di mettere in campo una tre-giorni memorabile come quella tra il 12 ed il 14 Febbraio 2004 (http://www.italy.indymedia.org/archives/archive_by_id.php?id=1281&category_id=12).
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Una storia semplice
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(3) Tuesday, Feb. 28, 2006 at 7:01 PM |
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2004
Il 2004 si apre con una nuova seria di scioperi ATM (http://www.italy.indymedia.org/archives/archive_by_id.php?id=1217&category_id=12).
L’avvicinamento alla quarta Mayday Parade è caratterizzato dalla giornata del 29 Febbraio nella quale San Precario fa la sua apparizione all’Ipercoop di Viale Palmanova (http://www.italy.indymedia.org/archives/archive_by_id.php?id=1363&category_id=12).
Il Marzo del 2004 è caratterizzato dall’arresto di 4 compagni del Deposito Bulk accusati del sabotaggio di alcune telecamere. In merito alla questione legata alla videosorveglianza, tema lanciato dai compagn* di Bergamo con la campagna 052, ed alla campagna denominata VCC (Videocamere Contro il Controllo) si è a conoscenza di 11 persone indagate per il furto ed il danneggiamento di un centinaio di telecamere con l’aggravante dell’associazione a delinquere. Vengono contestati tre episodi: 22/23 Ottobre 2003, 11/12 Dicembre 2003 e 8/9 Marzo 2004 (http://www.italy.indymedia.org/archives/archive_by_id.php?id=1013&category_id=12 http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2003/12_Dicembre/12/telecamere.shtml)
Il 16 Marzo cade anche il primo anniversario della morte di Davide. Per commemorare la ricorrenza il movimento milanese organizza un corteo che termina con l’occupazione di uno stabile in Viale Umbria. L’occupazione verrà stroncata pochi giorni dopo dalle Forze dell’Ordine dopo forti pressioni politiche e dopo una resistenza sui tetti ed in strada di alcune ore (http://www.italy.indymedia.org/archives/archive_by_id.php?id=1367&category_id=12). Proprio al Bulk si terrà il concerto all’aperto in onore di Davide. Concerto che vedrà una grandissima partecipazione.
Non c’è tregua. La mattina del 24 Marzo su ordine della Procura di Genova, la Digos del capoluogo ligure in collaborazione con quella meneghina tra in arresto tre compagn* antifascisti: Milo, Marta ed Orlando. Le accuse sono relative allo scontro con alcuni skins razzisti su un treno antifascista per un corteo a Genova.
La mobilitazione è immediata. Vengono messi in piedi, oltre ad un presidio sotto la Questura ed un corteo fino a San Vittore, molti blocchi stradali in giro per la città di cui diversi in zona Monumentale. Pochi giorni dopo gli arresti si svolgerà a Genova un difficilissimo e blindatissimo corteo in solidarietà con gli arrestati. I manifestanti in partenza da Milano vengono caricati dalle Forze dell’Ordine in Stazione Centrale. In Aprile viene arrestato per la stessa vicenda Federico (http://italy.indymedia.org/news/2004/04/528633.php).
Il 25 Aprile avrà una connotazione fortemente incentrata sul tema della liberazione dei 4 arrestati. Lo spezzone di movimento terminerà davanti al Consolato Americano con alcuni momenti di tensione (http://italy.indymedia.org/news/2004/04/533372.php).
La Mayday Parade 2004 vedrà per la prima volta la partecipazione di 100.000 persone. Forse, si tratta della parade meglio riuscita, sia per la qualità del dibattito che per la ricchezza e diversità delle azioni messe in campo in quella giornata (blocchi della grande distribuzione, azioni contro le immobiliari e molto altro).
Nel Maggio 2004 si diffonde la notizia (vera) che la magistratura milanese ha emesso un’ordinanza di sequestro dell’area di Via Niccolini. L’ordinanza riconosce il valore dell’esperienza del Deposito Bulk, ma sostanzialmente chiede lo sgombero per riconsegnare l’area alla proprietà (ed in questo ha impressionanti somiglianze con la sentenza di condanna contro il Leoncavallo per la resistenza allo sgombero del 16 Agosto 1989 dove, il tribunale affiancava alle condanne dei militanti considerazioni sull’altro valore morale e sociale del centro). In quell’estate striscioni in solidarietà al Bulk compariranno un po’ ovunque in giro per Milano (Torchiera, Orso, Vittoria, Pergola…).
L’ultimo appuntamento di massa dei primi 6 mesi del 2004 è la grande contestazione contro la visita del Presidente Americano Bush a Roma (http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/06_Giugno/04/corteo.shtml).
Dopo quella data inizi a palesarsi con sempre più evidenza la crisi del movimento. Una crisi dovuta alla sempre minore capacità di mobilitazione di massa, alla frammentazione degli spazi sociali sul territorio e ad una vera e propria “crisi storica” (o sarebbe meglio dire passaggio di fase) nell’idea stessa di centro sociale. Il Deposito Bulk è colpito in tutto e per tutto da questa situazione e dopo un anno di lavoro incessante già a Settembre dimostra di essere alla corda in una realtà milanese in piena disgregazione.
Già il mese di Agosto è segnato da una drammatica impennata degli assalti fascisti. Prima volano coltellate a Bergamo. Poi è la volta del vero e proprio assalto a Conchetta nella notte del 6 Agosto 2004. Raid che vedrà sei accoltellati di cui due rischieranno concretamente di perdere la vita (http://www.italy.indymedia.org/archives/archive_by_id.php?id=1661&category_id=12 http://www.ecn.org/antifa/materiali/accusa_mi-bg_agosto2004.txt). Il movimento milanese non riuscirà a dare la risposta necessaria a quest’attacco infame dimostrando la sua crisi. Un tentativo di risposta si avrà col corteo del 2 Ottobre giorno in cui il Bulk disegnerà sul muro del carcere di San Vittore un enorme graffito (http://italy.indymedia.org/uploads/2004/10/garibaldi_080.jpg).
L’autunno di quell’anno vedrà alcuni presidi per il diritto agli spazi in Piazzale Cadorna organizzati da Bulk, Torchiera e Malamanera (http://italy.indymedia.org/news/2004/10/664926.php). Un’azione sul tema della grande distribuzione all’Esselunga di Via Ripamonti vedrà l’invio di denunce con accuse mirabolanti ed incredibili (http://www.chainworkers.org/dev/node/view/103). Il tutto dopo la dura repressione invocata dal Ministro dell’Interno Pisanu contro le spese sociali durante un corteo sulla precarietà a Roma (http://www.repubblica.it/2004/k/sezioni/cronaca/panorama/panorama/panorama.html http://www.repubblica.it/2004/k/sezioni/cronaca/panorama/arrefra/arrefra.html http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/01_Gennaio/12/espropri.shtml).
Si susseguono anche gli episodi di repressione di piazza contro gli studenti. In successione: le cariche alla contestazione della Settimana della Moda Milanese, le cariche davanti al Libraccio durante un’azione di autoriduzione sul caro-libri e le cariche in Via De Amicis durante il corteo per Piazza Fontana.
2005
Se il 2004 si era aperto male il 2005 si apre anche peggio… Con una serie impressionante di attacchi di matrice fascista. Vengono incendiati in rapida successione il centro sociale Orso, il Pacì Paciana di Bergamo (due volte) ed il Magazzino 47 di Brescia (forse in risposta ad uno scontro in cui gli estremisti di destra hanno avuto la peggio).
Il movimento tenta di rispondere con una serie di cortei nelle tre città (http://italy.indymedia.org/news/2005/02/730370.php http://italy.indymedia.org/news/2005/02/731586.php) e con la costruzione collettiva di una serie di piazza antifasciste in giro per Milano (http://italy.indymedia.org/news/2005/02/726415.php).
La situazione rimane tesa fino a Marzo con uno stillicidio di episodi che convinceranno il Ministro Pisanu a mandare a Milano i più alti vertici degli apparati repressivi. Tra questi la devastazione del centro sociale Vittoria e l’arresto di un suo militante, Daniele, dopo una dura campagna contro l’ex-tesoriere dei NAR Guaglianone candidato di AN alla regionali nel tentativo di ragranellare i voti dell’estrema-destra lombarda.
I due momenti che fanno riprendere un po’ fiato in una situazione plumbea. La fantastica beffa dei precari allo scintillante mondo della moda milanese dove, per la prima volta, invece che contestare il “nemico”, lo si spiazza appropriandosi dei suoi mezzi (http://italy.indymedia.org/news/2005/02/739503.php http://www.chainworkers.org/dev/node/view/121). Rimarrà spiazzata anche la Digos di Milano, solitamente ben informata…. Ed il corteo per il secondo anniversario della morte di Dax caratterizzato dal tema dei migranti e terminerà proprio davanti al CPT di Via Corelli riattivando il lavoro politico su quella struttura (http://italy.indymedia.org/news/2005/03/755587.php http://italy.indymedia.org/news/2005/03/755819.php).
La primavera vede una serie ininterrotta di rivolte all’interno del CPT di Via Corelli e l’occupazione del dormitorio comunale di Via Maggianico per far fronte alla drammatica carenza di posti letto nei dormitori milanesi. Le rivolte dei migranti saranno represse con durezza. Il dormitorio di Maggianico verrà sgomberato su ordine dell’autorità comunali e gli occupanti verranno ospitati dal Deposito Bulk per un periodo.
La Mayday Parade 2005 con le botte tra compagni mette alla luce in tutta la sua miseria l’ormai netta divaricazione tra il corpo militante (tutto intento nelle sue faide) ed il soggetto sociale, il precariato, che qualcuno vorrebbe pure rappresentare… Il dato politico dei 150.000 partecipanti passa purtroppo in secondo piano di fronte alle cinghiate ed alle bastonate contrapposte.
Nella vicina Torino l’assalto un assalto dei nazi al Barrocchio darà vita ad un corteo antifascista duramente represso sia a livello di piazza che a livello giudiziario con una montatura in tutto e per tutto simile a quella che aveva portato in carcere i “famigerati” squatters torinesi sette anni prima. La Procura di Torino otterrà le misure cautelari per 10 militanti accusati di reati pesantissimi. Il tutto nel quadro di un ondata “normalizzatrice” fatta di sgomberi, cariche ed arresti in vista delle Olimpiadi di Torino 2006.
In Luglio, dopo due anni d’esistenza arriva lo sgombero che pone fine all’esperienza di Malamanera (http://italy.indymedia.org/news/2005/07/838422.php). Usiamo le parole degli occupanti: “Una giornata che fosse un momento di denuncia della situazione cittadina: affitti fuori dalla realtà, condizioni lavorative sempre più precarie, un crescente e soffocante controllo sociale. Questa è Milano nel 2005, metropoli delle vetrine e dei futuri grattacieli e allo stesso tempo città della deportazione di Via Adda e del lager di Via Corelli. Il tentativo, anche ieri, è stato quello di isolare l'area dal resto del quartiere, opponendo alla solidarietà delle persone le camionette delle forze dell'ordine. Ciononostante nel giro di un'ora un nutrito gruppo di compagni e di abitanti della zona si è concentrato davanti ai cancelli di Malamanera. Una settimana di presidio permanente ci ha fatto respirare la solidarietà degli abitanti della Bovisa, quartiere in cui abbiamo deciso di insediarci due anni fa perché ancora popolare, soggetto a grandi trasformazioni urbanistiche e sociali. Una bottiglia d'acqua fresca o qualche panino dicono di più di una forbita analisi politica. Questo è un quartiere di gente semplice e proprio per questo ci accorgiamo di parlare la stessa lingua”.
In autunno, si respira una certa aria di ripresa delle lotte. Questo anche grazie alla rifiorire di un movimento universitario contro la Riforma Moratti. Gli epicentri della lotta saranno, come già altre volte in passato Bologna e Roma. Il movimento del capoluogo emiliano è alle prese con il Sindaco “sceriffo” Cofferati pronto a lanciare la nuova parola d’ordine della sinistra: “legalità” (http://www.repubblica.it/2005/j/sezioni/politica/cofferati/cofferati/cofferati.html). Il cuore della protesta a Roma è ovviamente la Sapienza occupata dalla quale partire uno degli spezzoni dell’imponente corteo del 25 Ottobre che arriverà ad assediare la Camera (http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/10_Ottobre/25/manifestazione.shtml). Milano però non rimane con le mani in mano e dopo un corteo in Bocconi contro la Moratti la Statale viene occupata il 28 Ottobre (http://italy.indymedia.org/news/2005/11/916835.php http://italy.indymedia.org/news/2005/11/916100.php). Si tratta della prima occupazione dopo 15 anni e cioè dalla movimento della Pantera del 1990.
Dopo aver covato sotto la cenere per almeno 10 anni, in Val di Susa divampa l’incendio della lotta contro il progetto dalla TAV. E’ una delle tante lotte degli ultimi anni in cui i soggetti sociali prendono la parola in prima persona senza più bisogno di mediazioni e portavoce. Era già successo alla FIAT di Melfi in una durissima vertenza sui turni di lavoro, a Scanzano Ionico contro la discarica di rifiuti nucleari, ad Acerra contro il termovalorizzatore ed ora in Val di Susa. Questo scavalcamento della rappresentanza politica sembra spaventare molto lo Stato ed infatti, in tutti i casi la repressione è durissima. Ma in Val di Susa saranno gli uomini in divisa a dover battere in ritirata (http://italy.indymedia.org/news/2005/12/938749.php http://italy.indymedia.org/news/2005/12/940993.php).
Mentre in Val di Susa esplode la rivolta Milano deve far fronte ad un inverno gelido. Un gruppo di profughi di guerra costituito da Etiopi, Eritrei e Sudanesi occupa uno stabile nella centralissima Via Lecco. Le abituale tirate sulla legalità e sui problemi sociali ridotti a problemi d’ordine pubblico che hanno caratterizzato l’amministrazione della città negli ultimi 15 anni non si fanno attendere. Si dovrà assistere ad uno sgombero vergognoso ed a gente burattata in strada e costretta a peregrinare in una città gelida ed inospitale. Scene purtroppo già viste con lo sgombero di Via Adda e con molti altri.
In questa situazione tra Deposito Bulk e proprietà dello stabile di Via Niccolini giunge ad una conclusione. Il collettivo lascerà lo spazio il 28 Febbraio 2006 e la proprietà girerà 200.000 euro agli occupanti. La trattativa privata lascia insoddisfatti tutti. Il Bulk è uno spazio sociale pubblico ed è il pubblico che dovrebbe farsi “carico” di una realtà del genere. Si decide un ennesimo rilancio con l’occupazione di un’area comunale in Via Piranesi. Un rilancio da un lato volto a sollevare il problema di una definitiva uscita dalla precarietà degli spazi sociali milanesi e dall’altro volto a rimettere in moto il lavoro in rete tra compagni. Anche in questo caso il “disco rotto” dell’illegalità e dell’ordine pubblico riprende a suonare. In piena campagna elettorale la destra , che da 15 anni sta devastando Milano, fa appello a tutti i suoi peggiori istinti e richiede ad una voce sola lo sgombero. Prontamente Prefettura e Questura obbediscono. Nel giro di poche ore il Bulk subisce l’ennesimo sgombero (http://italy.indymedia.org/news/2005/12/943454.php http://italy.indymedia.org/news/2005/12/944399.php http://italy.indymedia.org/news/2005/12/947032.php). L’ultimo.
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una gran bella storia
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yaroslav_popovych Wednesday, Mar. 01, 2006 at 9:44 AM |
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questa e' una gran bella storia. e, in buona parte, e' la nostra storia.
il bulk e' stato un grosso pezzo del "movimento" milanese degli ultimi 10 anni, una spinta innovativa mostruosa all'inizio, una colonna su cui appoggiarsi poi... e chi se ne frega se negli ultimi 2 anni questa colonna ha scricchiolato un po', non basta a cancellare cio' che e' stato nei 7 anni prima.
brav* ragazz*, andiamo avanti a raccontarcela questa storia, animiamo questo spazio e conserviamolo (sul sito del bulk? su un blog?) prima che scompaia nei bassifondi della colonna del NW di indymedia. la memoria e' un ingranaggio collettivo... o no?
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sulle buoneuscite, sul valore delle esperienze, sulle parole fine
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blicero Thursday, Mar. 02, 2006 at 2:45 PM |
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scrivo qui come ho preso parola a un'assemblea pubblica. non lo faccio con astio, ma con la voglia di offrire un punto di vista critico rispetto alle scelte che persone che sono stati (e in molti casi sono) miei compagni e mie compagne hanno fatto.
quando il bulk ha occupato io ero in breda, e molte cose sono partite da li'. quando breda venne sgomberata, io iniziai a frequentare piu' assiduamente il bulk. ma la mia storia a milano (come quella di tanti altri) negli ultimi dieci anni, e' ancora da scrivere (ma arrivera' :) Dal bulk sono uscito nel 2002/2003 per la volonta' di fare altre esperienze e per i disaccordi su alcune scelte.
dico questo solo per dire che non parlo per caso, e non scrivo per sputare sopra un percorso che cmq ha dato tantissimo a questa citta' e a centinaia di persone, cosa che non puo' essere dimenticata (e non deve).
penso che le esperienze come le nostre abbiano un valore estremo, in tutti i sensi, e che le parole usate per definire la conclusione del percorso del bulk, non gli rendano merito e siano un errore politico.
cerchero' di sintetizzare quello che dissi a un'assemblea in cui annunciarono che intendevano abbandonare il bulk in seguito a una trattativa con la proprieta' che avrebbe riconosciuto quello che il bulk aveva fatto in questi anni con una lettera di apprezzamento e 200.000 euro.
in quell'assemblea ho detto perche' non ero d'accordo, a viso aperto, guardando in faccia le persone che hanno fatto questa scelta che non condivido, ma ora che la storia si e' conclusa (almeno per quanto riguarda il bulk) ritengo giusto che la mia posizione dissonante arrivi anche in questa sede (quella scritta).
Penso che la storia del bulk dovesse concludersi, sicuramente. C'era stanchezza e la voglia di voltare pagina, senza rinnegare nulla. E nessuno puo' essere obbligato a restare in un posto che sente non potergli dare piu' quello che cerca e quello che vuole. Per anni si sarebbe potuto evitare questo epilogo ma nessuno di noi ne ha avuto la forza, e chiudere i portoni del bulk restituendolo all'abbandono in cui l'avevamo trovato per cominciare nuove esperienze mi sarebbe sembrata la scelta piu' matura, politicamente e umanamente.
Restare al bulk senza volerci restare e' stato un errore. A cui si e' sommato l'errore di accettare una buona uscita. Il bulk e' stato un pezzo troppo importante della nostra storia per essere quantificato da due soldi. E soprattutto la comunita' del bulk con le buoneuscite (i 10000 euro di connecta e i 30000 di garigliano) ha dimostrato di non essere in grado di reggere il livello di pubblicita' e trasparenza necessarie a rendere quantomeno intellettualmente oneste le operazioni di scambio soldi per esperienze collettive. In ogni caso li avrei rifiutati, ma anche accettandoli la condizione della trasparenza e' una conditio sine qua non, a cui noi (e mi includo perche' pur dissentendo ho attraversato tutti questi pezzi di storia comune) non siamo stati in grado di rispondere.
come se non bastasse si autogiustifica questo errore con un secondo errore: non esiste nessuna lettera di nessuna istituzione e di nessuna proprieta' di aguzzini che possa rendere merito a quello che abbiamo fatto. Il valore di quello che facciamo non e' quantificabile. E' un elemento qualitativo intensissimo che puo' essere apprezzato solo da chi l'ha vissuto e da chi avra' il talento di raccontarlo. Una lettera di accompagnamento a un assegno non aggiunge nulla a tutto cio', anzi lo svilisce, facendo diventare un esperienza, un pezzo della nostra vita, moneta di scambio con il senso comune e ordinario di chi vive questo mondo come il mondo piu' giusto e sano in cui trovarsi a vivere.
Per questo, compagni e compagne con cui ho condiviso tanto, dissento dalla scelta che avete fatto e la critico e la vivo come un triplice errore politico, umano e sociale. Lo faccio con garbo e con la dignita' che si deve a una storia comune, a un esperienza che ha segnato me, come voi, come chiunque l'abbia incrociata e attraversata, nel bene e nel male.
Mettere la parole fine alle cose che per noi hanno voluto dire tutto e' difficile, ma bisogna essere capaci di farlo, perche' nella parola fine, nelle sue finiture, e nell'ultima scena di un film, spesso si cela molto del senso e delle sfumature di quello che si e' raccontato lungo tutta la storia. Per chi ha vissuto Breda e' stato difficilissimo ma lo abbiamo fatto con tutto l'amore di cui siamo stati capaci e la determinazione che ci ha semrpe contraddistinto. E' doloroso sapere che per il Bulk non siamo stati capaci.
alla prossima volta nelle strade della metropoli milanese
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don zauker Thursday, Mar. 02, 2006 at 3:22 PM |
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Qualcuno ha scritto della fine. Io contribuisco con l'inizio (il mio almeno).
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I vetri venivano giù che era un piacere…
20 Novembre ’98 Sembra passata un’era geologica ed invece sono appena 8 anni fa! Era la giornata di mobilitazione nazionale degli studenti contro i finanziamenti alle scuole private. Dalla mia scuola era uscito uno spezzone massiccio di diverse centinaia di ragazzi. Alle 9,30 Piazza Cairoli, luogo “mitico” di partenza di mille cortei studenteschi, era già gremita. Ci si era subito accorti che la partecipazione era superiore a qualsiasi aspettativa… L’UDS si era piazzata in testa. La RASC in coda…guardandosi, come al solito, in cagnesco. Nella mia scuola si era quasi tutti schierati con i secondi. Nelle assemblee i ciellini erano stati letteralmente schiacciati. Di fascisti nemmeno l’ombra. Io, all’epoca, ero in quarta superiore e facevo il cane sciolto, ma se dovevo scegliere, mi mettevo senza esitazioni dietro i cordoni della RASC. Il fiume in piena costituito da almeno 30.000 studenti scatenati dopo aver attraversato il centro di Milano era arrivato davanti al Provveditorato agli Studi di Via Ripamonti. Un triste palazzo a vetri. La massicciata del tram costituiva un invito troppo alettante… All’inizio erano partite le uova. Poi i primi sassi. Timidi ed isolati. Tra i lanciatori avevo intravisto i “pazzi” del Settembrini. Via via la sassaiola aveva assunto una consistenza rispettabile fino a diventare un vero e proprio diluvio. E i vetri venivano giù che era un piacere… A distanza di tempo continuo ancora a chiedermi il senso politico di quel gesto. Non sono ancora giunto ad una risposta! All’epoca però avevo apprezzato l’estetica del gesto… Dal camion dell’UDS continuavano a ripetere gli inviti alla calma ed alla responsabilità. Solo la testa aperta ad una studentessa colpita accidentalmente aveva messo la parola fine al tutto. La Polizia, stranamente, non aveva caricato. Avrebbe saldato il conto una settimana dopo…
27 Novembre ‘98 L’idea era bizzarra: “Occupare una scuola privata!”. In assemblea ci eravamo chiesti quale mente malata potesse aver partorito un progetto del genere. Ma visto che di menti malate ce n’erano parecchie il progetto ci era piaciuto. C’era aria di botte e quella mattina, dalla mia scuola all’Ortica eravamo usciti in pochini. Anche in Cairoli la vista d’occhio era diversa dalla settimana precedente. Qualche migliaio di persone. Per cominciare bene c’era stata una bella rissa tra zarri davanti alla Standa. Evviva! Il corteo si era mosso e ben presto avevamo capito che l’obiettivo era l’odiatissimo San Carlo di Corso Magenta, dove, in occasione di un corteo, qualche settimana prima, erano stati “scientificamente” ribaltati tutti i motorini dei fighetti parcheggiati davanti alla scuola. Le Forze dell’Ordine erano posizionate a schieramenti successivi in Corso Magenta. Impossibile raggiungere la scuola. Si era tentato di sfondare tre volte. Più che altro i cordoni di testa venivano spinti da chi stava dietro. Da dietro pioveva anche di tutto… Mi ero trovato di fianco ad un gruppo di ragazzotti di Brigate che, mentre lanciavano tutto quello che gli capitava sotto mano scandivano: “A noi di ‘sto corteo, non ce ne frega un cazzo! Inter, Inter, vaffanculo!”. Erano state le manganellate a riportare tutti a più miti consigli. L’autunno però non era finito…
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ehi don dauker
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sami Friday, Mar. 03, 2006 at 3:28 PM |
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mi fai emozionare....
ricordo tutto anch'io, ad occhio e croce mi sa che siamo dello stesso anno. certo di 'gnuranza ne abbiamo vista satellitare parecchia attorno alla vecchia rasc...e dal settembrini al manzoni, altro'che.. devo dire però che anche la presenza delle ragazze era notevole e non certo per zarrume.
sai cosa, al tempo mi sembrava che tutto fosse molto chiaro: UDS, rifondazione coi collettivi, gli autonomelli creativi la rasc... utimamente (sarà che ho superato l'eta ) non ci capisco più nulla
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Fatevi un giro in Europa
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by
Pablo Thursday, May. 04, 2006 at 11:31 AM |
mail:
blopa74@katamail.it |
Ciao a tutt* Al di là delle polemiche e delle differenze, suggerirei a tutti i compagni/fratelli ex del bulk di farsi un giro in Europa per veder come sono cambiate le realtà antagoniste soprattutto nel Nord (Olanda, Germania, Danimarca)... Ci sono molte situazioni da cui si potrebbe prendere spunti interessanti per aprire scenari futuri. Con 200mila euro si possono fare molte cose belle e interessanti che nel passato ci potevamo solo sognare!
Forza e coraggio
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