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La strana alleanza tra Erdogan e Putin.

Pax Mafiosa? Scricchiolii della U.E. post Brexit? Riposizionamenti strategici delle grandi potenze nel nuovo Dis/Ordine mondiale? Tutte queste ipotesi messe insieme? 

La strana alleanza tra Putin ed Erdogan fa parte di quei casi dove si verificano accordi, strategie, alchimie politico/militari tra potenze che con cinismo ed arroganza giocano con la pelle di popoli inermi. Nell’attuale scacchiere internazionale, tutte le grandi potenze sono presenti negli scenari di guerra sia direttamente che trasversalmente, alla continua e spasmodica ricerca di posizionamenti strategici nel conflitto mondiale in atto, dove il  terreno di scontro o confronto muscolar/militare è la Siria o per meglio dire quel che rimane dalle macerie siriane e la Libia.

Nella terra siriana se alla Russia, Stati Uniti, Turchia e Iran, si aggiunge l’ingresso della Cina e Israele con il bombardamento via mare e via aerea, più duro del 2014, vuol dire che nello scenario internazionale è in atto qualcosa di molto serio di cui a noi non è dato sapere e non si ha neanche la comprensione di quel che possa succedere nel prossimo futuro.

Alla recrudescenza dell’escalation militare in Siria ed in terra libica, una accelerazione è stata data dall’alleanza tra Putin ed Erdogan. In politica come in guerra non c’è da meravigliarsi dei cambiamenti in corso d’opera, così come delle mutazioni delle strategie messe in atto. Politologi, osservatori, studiosi ed analisti di politiche internazionali, da questo connubio sono stati spiazzati e colti di sorpresa. Come può essere possibile che da uno scontro militare  diretto tra l’esercito turco e quello russo di qualche mese fa, nel giro di poco tempo si arrivi alla stretta di mano all’indomani del tentato “Golpe“ in Turchia, e in chiave tutta europea ?

1470846394312.jpg--erdogan_e_putin_si_stringono_la_mano__ecco_l_ultimo_disastro_di_obamaTutto ciò deve far riflettere.

Definirla strana tale alleanza non è un azzardo in quanto, Erdogan rimane un fedele alleato degli Stati Uniti d’America e nella NATO dove la Turchia riveste sempre un ruolo strategico. Erdogan in Turchia continua nella costante opera di consolidare, in termini nazional/populista, il grande impero di stampo religioso islamista ed allo stesso tempo ricatta l’Unione Europea per la problematica dei campi profughi, con le richieste di miliardi di Euro pretendendo al contempo stesso l’ingresso nell’Unione Europea senza pagare alcun dazio (diritti civili e forme di regole democratiche interne). D’altra parte Putin, tatticamente con il suo riavvicinamento ad Erdogan, otterrebbe politicamente due risultati, rompere l’accerchiamento in atto in Europa, tentato dagli USA con la crisi Ucraina, progetti di cooperazione  nel settore della Difesa, ripresa dei  progetti energetici quali il grande impianto nucleare di Akkuyu in Turchia e la realizzazione sui fondali del Mar Nero del gasdotto Turskish Stream, che dovrebbe attraccare nella Turchia europea, bypassando la Bulgaria.

Il riavvicinamento tra Russia e Turchia più che intesa strategica possiamo considerarla intesa utile ad entrambi.

Per la Turchia, la ripresa dei rapporti diplomatici con la Russia  interrotti a causa dell’abbattimento del bombardiere russo Su-24 Fencer sul territorio siriano avvenuto nel Novembre scorso, significa uscire da una crisi economica a causa delle sanzioni per l’export e le aziende operanti in Russia (calo del commercio bilaterale del 43% nei primi sei mesi del 2016), la  riduzione del 93%. Inoltre, in questi ultimi mesi, la geopolitica turca si muove, come un animale feroce che bracca la preda (gli attacchi di questi giorni dell’esercito turco contro le milizie kurde e sconfinamenti in terra siriana) attorno a un solo obiettivo: impedire ai kurdi di creare un proprio stato nel nord della Siria dove le milizie delle Ypg (Unità di Protezione Popolare) siriane militarmente hanno inferto duri colpi alle milizie dell’ISIS con i consequenziali timori di Erdogan legati all’estensione ed influenze geopolitiche delle comunità kurde anche del PKK turco. In questo contesto politico s’inquadra la “Riconciliazione” della Turchia con la Russia e le inclinazioni dei rapporti con gli USA. La Turchia vorrebbe, per i timori politici sopra enunciati, imporre alla Russia più che agli Usa di non usufruire più della fanteria di terra rappresentata dalle milizie kurde delle Ypg lasciando anche presumere di aperture verso Bashar al-Asad.

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A sostenere le richieste della Turchia ed il consolidamento dei rapporti con la Russia, Israele  svolge un ruolo importante. Di fatti, nell’incontro svoltosi agli inizi di Giugno scorso, tra la Russia ed Israele, anch’essa in apparente frizione con gli USA, oltre la stipula di accordi economici tra i due paesi, il fondamentalista Benjamin Netanyahu, ha assunto un ruolo di mediatore teso alla riconciliazione dei rapporti tra i due capi bastone ovvero Erdogan e Putin. Anche l’IRAN cerca un proprio posizionamento nell’attuale scenario politico, in funzione anti ISIS ed anti Turchia, specie dopo gli accordi con gli stati Uniti sulle politiche energetiche (diario dai campi). La posta in gioco per le grandi potenze è molto alta e tutto è condizionato dalla strana alleanza  sancita tra Putin ed Erdogan e tutto ciò si consuma tra le macerie siriane.

Ma come chi sono gli agnelli da sacrificare sull’altare del nuovo disordine mondiale in questo tragico risiko ? La risposta è nella cronologia di questo ennesimo conflitto mondiale, come ogni guerra imperialista si consuma quotidianamente sulla pelle delle popolazioni civili inermi Siriane del popolo Kurdo, Palestinese dei campi profughi disseminati su tutto il pianeta  e sulle migliaia di morti nel Mar Mediterraneo conseguenza  dell’esodo biblico via terra e via mare di questi ultimi anni.

E l’Europa del post Brexit?

Renzi, Hollande e Merkel, sempre più affannati nell’opera di legittimazione e di difesa dell’Europa della banche e del F.M.I., a discapito  dei diritti e dello stato sociale, non pensano minimamente ad approntare  politiche energetiche capaci di  sganciare i destini delle nazioni  dal petrolio, nucleare, e gasdotti che stano alla base delle guerre imperialiste/colonialiste e sono causa delle tragedie a cui impotente l’intera umanità è  costretta ad assistere.

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