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ESPULSI DAL SINDACATO 11 LAVORATORI DELLA SINISTRA FIOM |
11/08/2004 |
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Piaggio: il sindacato licenzia
Il 29 luglio 2004 11 lavoratori della Piaggio di Pontedera (PI) - 6
delegati e 5 ex-delegati - sono stati espulsi
dalla CGIL, e altri 5 sono stati sospesi per un anno.
Si tratta di una vera e propria epurazione
contro chi negli ultimi dieci anni si è battuto contro il
progressivo
peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita in fabbrica:
l'introduzione del famigerato TMC2 (alla base della rivolta di
Melfi), l'aumento dei ritmi, il sabato lavorativo, la
precarietà;
tutto rifiutato dalla FIOM nazionale e tuttavia accettato dalla FIOM
locale in nome di uno "sviluppo" che non c'è mai stato.
La CGIL regionale fa appello a statuti e regolamenti, proprio gli
stessi sistematicamente violati quando c'è da far approvare
l'ennesimo accordo sulla pelle degli operai: il motivo
ufficiale
dell'espulsione è la colpa degli 11 di aver denunciato brogli e
irregolarità sia nei referendum di fabbrica, sia alle elezioni
delle
RSU.
Nella "rossa" Toscana, all'ombra della Quercia, non c'è spazio
per
chi dissente,
stretto nella triplice morsa di potentati locali, burocrazia sindacale
e vertici aziendali - tre ruoli spesso intercambiabili per un'unica
compagnia di guitti. Piuttosto, è bene stare attenti
all'onnipresente rischio
terrorismo.
Sulla vicenda è calato un silenzio agostano. I colleghi
hanno scioperato
in solidarietà con gli espulsi; la FIOM
nazionale prende le distanze dalle espulsioni; fra le prese di
posizione [1]
[2] [3]
[4] [5]
[6]
spicca quella squallida del PdCI.
il
manifesto - Liberazione
AGGIORNAMENTI:
21/9/04: 4 fra gli
espulsi eletti nel direttivo della Fiom pisana al
nuovo congresso provinciale... è già qualcosa?
22/9: il settimanale Panorama
insinua subdolamente legami col
terrorismo. Gli espulsi annunciano querele.
25/9: Liberazione
sulla vicenda + un appello
a sostegno dei delegati della Piaggio
1/10: Panorama ritorna
sulla vicenda
7/10: Conferenza
stampa per la presentazione dell'appello di solidarietà
28/1/05: presentazione del documentario Tiemmecidue
- Dieci anni di
lotte in Piaggio
5/5/05: le espulsioni vengono annullate
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CAUSA DEL DECESSO: CARCERE |
01/08/2004 |
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Vai in carcere e poi muori!
Di carcere si muore e in quello di Livorno si muore anche di piu'.
Un'altra vittima, il cileno Carlos Riquelme, si aggiunge alle tante gia' raccolte in un elenco
troppo lungo e sin troppo frequente per essere spiegato solo con la
causa di un probabile o improbabile suicidio.
La scena e' quasi sempre la stessa: una impiccagione con una
cordicella di fortuna, che ha il dono di reggere il peso di un uomo
senza spezzarsi mai, o con altre varianti simili, alle sbarre della
finestra della cella.
Anche Marcello Lonzi e' morto nel carcere delle Sughere di Livorno nel 12 luglio 2003.
Stesso posto con diverse modalita' tutte da accertare. Per il pm Roberto Pennisi, che ha chiesto l'archiviazione del caso, non c'e' nulla da capire: la causa della morte sarebbe un semplice arresto cardiaco.
Contro tale richiesta il 10 luglio e' stato indetto un presidio sotto il carcere e il 15 luglio un altro appuntamento si e' svolto sotto il tribunale. Le reali cause della morte di Marcello appaiono invece tanto piu' chiare a chi si oppone all'archiviazione. "Tredici le foto che inequivocabilmente mostrano 20 segni di vergate (presumibilmente prodotte con manganelli) dislocate dal collo alle ginocchia.
Lacerazioni e tumefazioni verosimilmente prodottesi durante una violenta colluttazione, che la presenza di oggetti rotti e sparsi nella cella tenderebbe ad avvalorare.
A riprova dell’esistenza di emorragie interne non segnalate dal medico legale, la foto n°4 mostra che il lenzuolo disposto sotto il corpo di Marcello era completamente sporco di sangue.
La morte del giovane sarebbe piuttosto stata provocata da un colpo molto profondo ricevuto al cranio." [Approfondimenti]
Nel giugno scorso Giuseppe Mazzantini e' morto, tra gli altri, nel
carcere di Sollicciano a Firenze. Cause? Non accertate: sembrava si sentisse poco bene. Khaled, sempre in giugno, sarebbe morto invece di suicidio. Solo pochi mesi prima il gruppo *ladri di biciclette* aveva indetto un Presidio in solidarieta' con i detenuti e le detenute
tenutosi dinanzi lo stesso carcere.
La morte dei due detenuti a Sollicciano e' avvenuta
dopo la restrizione delle misure di sicurezza in conseguenza ad una evasione realizzata nel marzo scorso.
Sono state rinforzate le sbarre di cemento, sigillate le finestre e la sezione dei detenuti di
nazionalità albanese, gia' sottoposti a gravi limitazioni perche' della stessa nazionalita' degli evasi, e' quella che ha subito maggiormente tali restrizioni.
Essi vivono ora da murati vivi: niente lavoro, aria a turno, scuola e attività sospese, vigilanza accentuata.
Un morto in galera nel mondo della stampa ufficiale merita solo un
trafiletto in fondo alla decima pagina. E' solo un delinquente in
meno, che diventa oggetto di attenzioni e di inchieste roboanti solo
in occasione di visite di delegazioni ufficial-istituzionali.
Per la Regione Toscana invece il problema si risolve finanziando corsi di formazione, come quello che vorrebbe portare i
detenuti e le detenute: Oltre il carcere (per) Migliorare la
consapevolezza di se'.
I
dati ufficiali rivelano che gli istituti penitenziari in Toscana,
regione che - dice l'apposito osservatorio - vanta il primato della
piu' alta concentrazione carceraria in Italia, sono diciotto e
avrebbero una capienza regolare di 2.900 posti. Nel 2003 le persone in
stato di detenzione erano piu' di 4000.
La maggior parte delle persone incarcerate sono tossicodipendenti,
stranieri, bollati come aventi problemi psichiatrici, senza fissa
dimora (vale a dire senza casa).
Rimuovere dunque il disagio per non risolverlo con effettive politiche
di integrazione, prevenzione, cura, di assegnazione spazi abitativi a
chi la casa non ce l'ha. Sara' forse questo il modo che la Regione ha
scelto per risolvere la "situazione allarmante" che tanto ha sconvolto
l'assessore alle politiche sociali Angelo Passaleva?
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Supernovantenni contro la municipale |
01/08/2004 |
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L'eroismo ai giorni nostri
Nella Firenze 2004, con le sue zone proibite al traffico, le telecamere
dappertutto che immortalano chi viola tali inviolabili luoghi, le
innumerevoli zone rimozione e i parcheggi solo a pagamento c'e', piu'
che il rischio, la certezza di prendere almeno un paio di multe al
mese.
Un
89enne fiorentino ne ha accumulate 289 per una cifra pari a circa
20 mila euro. Lo stesso anziano signore ha anche detto alla
polizia municipale che continuera' a oltrepassare le porte della Ztl
senza pagare telepass ne' multe.
Il debito non si trasmette agli eredi e servono due o tre anni prima
di arrivare ad un eventuale pignoramento. Pero' d'altra parte i soldi per tav, tramvia, e altre speculazioni, da
qualche parte bisogna tirarli fuori. Che dire: dopo i Meganoidi con la
loro canzone/appello *Supereroi
contro la municipale* la reale posizione di dissenso arrivera'
dunque dai novantenni fiorentini? Sperando che rinnovino loro la
patente...
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