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GUERRA PERMANENTE 03/03/2005
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Niente di nuovo dal fronte Orientale?

Dietro una spessa cortina di fumo l'Iraq continua a bruciare.
L'assenza quasi totale di voci indipendenti che forniscano informazioni di prima mano sul conflitto, ci limita a riportare scarni bollettini di guerra, spesso difficilmente verificabili.

Oltre alle immani devastazioni, l'unico segno visibile della "democrazia promessa", e' quello dell'inchiostro con cui si sono sporcati le dita milioni di iracheni.

Senza troppa sorpresa, invece, e' la guerra promessa a guadagnare i riflettori alzando la tensione in tutta l'area mediorientale, mentre ingrassa l'economia globale che di cadaveri - come gli avvoltoi - si nutre.

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GUERRA PERMANENTE 02/23/2005
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Absolut disastro.

La citta' di Falluja ridotta ad uno spettro e' il paradigma della guerra preventiva e dei suoi disastrosi "effetti collaterali".
Nonostante le elezioni abbiano "virtualmente" restituito il potere alla popolazione, in Iraq la democrazia e' un concetto che non riesce ad acquisire significato, come dimostrano gli arresti arbitrari e le torture. La parola globalizzazione invece e' gia' di uso comune e si ammettono ormai esplicitamente gli interessi petroliferi del conflitto.
In questo scenario c'e' chi afferma che la presenza occidentale in Mesopotamia non sia solo necessaria, ma espandibile.

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DIRITTO DI VIVERE E DI OCCUPARE 22/02/2005
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SGOMBERI VIOLENTI A GOIANIA, BRASIL

4 MARZO -> GIORNATA DI AZIONE GLOBALE <-
[ Appello ]>> FOTO: [ 1 ] - [ 2 ] - [ 3 ] - [ 4 ]
23 FEBBRAIO -> Una delegazione che appoggia gli sfollati di Sonho Real incontra a Brasilia il ministro della giustizia e quello per i Diritti Umani per presentargli un DOSSIER sulla violazione dei diritti umani in occasione dello sgombero

Un terreno abbandonato, in una zona industriale della città di Goiania, Brasile, è stato occupato da tremila famiglie di senza tetto definitesi come "collettivo sogno reale". L’occupazione ha avuto inizio nel maggio 2004, ma pare che le forze politiche abbiano preferito proteggere gli interessi dei privati.
Lo sgombero è avvenuto alle prime ore del mattino del 16 febbraio, realizzato da oltre 2500 uomini della Polizia Militare, che hanno invaso il terreno dell'occupazione, inseguito e malmenato tantissimi tra gli occupanti, sparandogli addosso con armi convenzionali, uccidendo due persone, ferendone molte altre anche in modo grave e reprimendo cittadini dei luoghi limitrofi all'occupazione che protestavano.
Le centinaia di persone sgomberate hanno passato la notte del 16 divise tra la Cattedrale cittadina e una scuola, senza peraltro ricevere la minima assistenza. Il giorno dopo durante un corteo che protestava per l'azione brutale delle forze di sicurezza, alcuni agenti in borghese sono stati riconosciuti e cacciati via; gli è stato così impedito di fatto di arrestare uno degli esponenti dell'occupazione".

Il quotidiano "Diário da Manhã" di sabato 19 ha sparato a zero sugli ex occupanti e su Indymedia Brasile. Ha citato dossier dei servizi segreti della Polizia Militare, chiamando in causa dirigenti di partiti politici della sinistra, rappresentanti degli occupanti e lo stesso sito di CMI Brasile, definendoli i "veri responsabili" delle due morti del 16.
Attualmente si attendono le decisioni del prefetto e del governatore dello stato di Goia che potrebbero decretare l’esproprio della terra, assicurando dunque ai senza tetto il diritto fondamentale della casa. Fra gli arrestati figurano anche volontari di Indymedia Brasile e NY, fermati mentre fotografavano i pestaggi della polizia

APPROFONDIMENTI::
testimonianaza di CMI Brasil | lettera di CMI Brasile sul massacro | DOSSIER a cura di (((i))) Brasil sulle violenze della polizia
contributi audio

altre informazioni (portoghese) CMI Brasil | (spagnolo) CMI Uruguay
PALESTINA 16/02/2005
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Folate d'ottimismo sul Medio Oriente

In queste ultime settimane un'ondata di ottimismo sta invadendo i media mainstream e l'immagine che ci arriva del Medio Oriente è quella di un'area gaia ridente e prossima alla pace. Ma le cose non stanno proprio così. In attesa di conoscere l'esito del prossimo incontro tra Sharon e il neo-presidente Abu Mazen a Sharm-el-Sheihk - il primo tra un primo ministro israeliano e un presidente palestinese dopo il summit di Camp David dell'estate del 2000 - Sharon mostra "segni di buona volontà" annunciando il ritiro graduale da cinque città della West Bank e la liberazione di alcune centinaia di prigionieri palestinesi, già prossimi alla scarcerazione.

Nei Territori, però, la situazione non cambia. Mentre continua la costruzione del Muro dell'Apartheid in West Bank e le azioni nonviolente della popolazione palestinese e dei volontari internazionali, nella Striscia di Gaza continuano le chiusure e le incursioni da parte dell'esercito israeliano e i coloni di Gaza continuano ad opporsi al piano di evacuazione proposto da Sharon e chiedono che sia indetto un referendum. Intanto, è ancora rinchiuso nel carcere di Maasiyahu in Israele Patrick, l'attivista dell'ISM arrestato nelle scorse settimane durante un'azione nonviolenta di attivisti israeliani e internazionali nel villaggio palestinese di Biddu. All'ordine di espulsione notificato a Patrick si è opposto il suo avvocato israeliano, che contesta alle autorità israeliane la pratica delle espulsioni indiscriminate nei confronti di diverse centinaia di attivisti internazionali, al fine di impedire con metodi illegittimi le legittime proteste a favore dei diritti del popolo palestinese. A questo proposito l'avvocato di Patrick chiede a tutti coloro che sono stati espulsi dal 2002 ad oggi di fornire i propri dati, al fine di poter impugnare la famigerata "lista nera" alla prossima udienza.

In Italia infine, mentre sono in programmazione nei cinema due egregi film/documentari che raccontano pezzi del conflitto israelo-palestinese, "Private" (Saverio Costanzo) e "Il Muro" (Simone Billat), al Senato lo scorso 2 febbraio è stato approvato il disegno di legge n. 3181 per la ratifica del "memorandum d'intesa" tra Italia ed Israele in materia di cooperazione militare.

Aggiornamenti:
- 16.02.05 / volontario italiano picchiato a sangue da coloni israeliani
- 27.01.05 / Mo: minacce di morte per due volontarie di Operazione Colomba nella zona di Hebron
- 30.01.05 / Un giorno ad Aboud - Palestina occupata
- 01.02.05 / Israele-Palestina: Manifestazione non violenta a Hebron repressa in modo violento

ELEZIONI IN IRAQ 27/01/2005
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Votare sotto occupazione militare

30 gennaio, giorno di elezioni in Iraq. Mentre la devastazione causata dall'occupazione continua e le torture escono dai confini di Abu Ghraib. I candidati sono la dimostrazione delle manovre degli Usa nella transazione politica.
Le misure di sicurezza verranno intensificate: esteso il coprifuoco, vietati gli spostamenti fra citta, la rete telefonica verra'interrotta.
Tutto questo mentre la violenza si intensifica. Si rischia dunque la guerra civile:la maggioranza dei sunniti – fino al 30% della popolazione – boicotterà le elezioni e le denuncerà come illegittime, mentre gli sciiti, per la prima volta in Iraq, potrebbero andare al potere.

Approfondimenti:
-osservatorioiraq
-occupationwatch
-da warnews.it
-electroniciraq
-streamtime.org

bugie all'italiana | tornano le stragi dell'italia coloniale | eroismi nazionali | missione guerra | inghiottite a baghdad | falluja

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