Chi governa la Città Vetrina?

 

Sgombero Fornace: l’amministrazione PD non ha nulla da dire?

Di seguito il contributo che abbiamo distribuito nel pomeriggio di sabato 14 ottobre durante la Parata contro lo sgombero della Fornace

SOS Fornace è il centro sociale di Rho: in oltre 12 anni di presenza costante sul territorio ha prodotto centinaia di iniziative che spaziano dai concerti agli spettacoli teatrali, dalle presentazioni di libri ai dibattiti fino a incontri, workshop, laboratori, mostre, proiezioni e molto molto altro.
Come realtà politica autorganizzata, Fornace ha avviato rilevanti percorsi di lotta a cominciare da quello No Expo, scaturito dall’attenzione per le tematiche del territorio e della sua difesa sviluppate dopo le ristrutturazioni seguite alla costruzione di Fiera.
Trovano spazio in Fornace un laboratorio e una rassegna teatrali, uno sportello biosindacale attraversato da centinaia di lavoratori, un infoshop con libri e opuscoli autoprodotti, una serigrafia autogestita, un gruppo queer-femminista, una scuola di italiano per migranti, un cineforum intermittente, palchi aperti e sempre disponibili per attori, musicisti e artisti.
Un’esperienza politica ma anche comunitaria che mette al centro le pratiche di autogestione, solidarietà, mutuo soccorso e riappropriazione che negli anni ha attivato e aggregato svariate persone, in particolare giovani ma non solo, che quotidianamente rinnovano il proprio impegno dandole corpo, riempiendo lo spazio di una progettualità non orientata al profitto di pochi ma al benessere di tutti.
Su questa ricchezza sociale, germogliata nel deserto dell’hinterland milanese, incombe oggi la minaccia di uno sgombero. Quanto sta avvenendo è chiaro: lo sgombero della sede attuale di Fornace, l’ex MTM di via Moscova occupata nel gennaio del 2011 dopo lo sgombero della vecchia sede, prepara il campo alle speculazioni del Post-Expo.
In questo scenario, quello che stupisce di più è forse l’assenza della politica, tutta trincerata dietro a questioni “tecniche” che giustificherebbero uno sgombero. Evitando di assumersi le proprie responsabilità, l’attuale amministrazione a guida PD intende forse smarcarsi dalle accuse di esser così prona agli interessi degli affaristi da voler tentare di soffocare una voce libera, stonata e senza padroni come Fornace. Se, come continua a ripetere il sindaco Pietro Romano, lo sgombero è legato alla presenza di amianto sul tetto della Fornace, siamo i primi ad esser favorevoli a una bonifica che, viste le dimensioni ridotte, siamo certi che non impiegherà più di una settimana di lavoro.
Evidentemente, però, la volontà politica è un’altra, probabilmente dettata dagli interessi economici che stanno giù ridisegnando la città in vista del Post-Expo. Meglio dunque nascondere la politica e far risolvere dalla polizia con uno sgombero le contraddizioni aperte nella Città Vetrina dalla presenza dell’“anomalia” Fornace.
Noi continuiamo invece a pensare che Fornace sia un bene comune di questa città e che dunque, alle questioni sociali e politiche che poniamo, si debba rispondere politicamente e non con provvedimenti di ordine pubblico come gli sgomberi che – come la nostra storia insegna – non hanno spento e non spegneranno Fornace.

 

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