Expo 2015, la logica dell’emergenza contro i territori

 

 

Milano, Rho, Pero, Vanzago, Parabiago…

 

 

Nei giorni scorsi una sentenza del TAR ha dato ragione al comitato contro il terzo e quarto binario che da anni si oppongono al quadruplicamento della tratta ferroviaria Rho – Parabiago, infrastruttura inserita nel dossier Expo tra le opere collegate. In particolare, il giudice amministrativo ha dichiarato illegittima la procedura di progettazione nella parte in cui prevede uno studio di impatto ambientale fatto solo sul progetto preliminare che prevede solo tre binari e non anche sul progetto definitivo che ne prevede invece quattro. Di conseguenza, è stata annullata la delibera del CIPE che autorizza la spesa di circa 400 milioni di euro per quest’opera inutile che avrebbe comportato l’esproprio dei terreni e delle case di chi abita lungo la ferrovia, un raddoppio di binari mentre si stanno programmando notevoli tagli alle corse dei treni.

Spostandosi di qualche chilometro, a Pero, invece, sono stati depositati al TAR quattro ricorsi – uno del Comune di Pero, uno di Legambiente e due di aziende locali – contro la cosiddetta “sottovia” di collegamento tra la SS11 e l’A8, altra opera inutile e costosa che taglia in due la città di Pero, comporta l’esproprio di terreni di piccoli proprietari e, dulcis in fundo, inserita tra le opere essenziali del dossier Expo, in verità non serve a collegare il sito Expo ma solo a favorire gli appetiti immobiliari sull’area di Cascina Merlata.

Sempre in questi giorni, la società Expo 2015 spa, dopo un’informativa della prefettura di Milano, ma soprattutto dopo il lavoro di denuncia portato avanti dal centro sociale Fornace e Comitato No Expo, ha deciso di estromettere tra i sub-appalti del primo cantiere di Expo alcune società tra cui la Elios srl – indagata per traffico illecito di rifiuti – e la Testa Battista spa – coinvolta in un’inchiesta relativa ad una presunta tangente di 50mila euro pagata all’ex vice presidente del Consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani.

L’allungamento dei tempi per la realizzazione delle opere sta suscitando la preoccupazione di Expo 2015 spa e del mondo politico sulla possibilità di finire per tempo i lavori. A questo proposito, l’ad di Expo Giuseppe Sala ha dichiarato che “senza poteri straordinari Expo è fuori tempo massimo”. Quegli stessi poteri cancellati anche in conseguenza delle vicende legate agli scandali sugli appalti dei grandi eventi. Sicuramente poteri straordinari significa derogare ai controlli sulle imprese che lavorano nei cantieri e rinunciare a quella trasparenza che gli scandali legati ai subappalti di Expo dovrebbero invece rendere una priorità, ma soprattutto tali poteri rappresentano sempre una negazione delle procedure democratiche, che garantiscono il controllo dal basso, la contrattazione territoriale, quella sindacale e che pertanto avranno l’effetto di inasprire il conflitto tra chi vive e lavora su questo territorio e chi lo amministra o ci specula.

 

Centro Sociale Sos Fornace

No Expo

 

 

 

 

 

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