Post-Expo, perseverare è diabolico

 

Continua la retorica delle “Grandi opportunità per il territorio”

Ultimamente in città una serie di convegni e incontri insistono sulla tematica del “post-Expo” presentandola con la solita, trita e ritrita, retorica delle grandi opportunità per il territorio da cogliere al volo. L’ultimo in ordine di tempo è l’incontro del 22 febbraio promosso dal gruppo consiliare Maroni Presidente con esponenti di Regione Lombardia, tra l’altro recentemente scossa da un nuovo scandalo relativo a tangenti atte a favorire la sanità privata. Il titolo del convegno era “Post Expo, vietato sbagliare”. In realtà si è già più e più volte sbagliato, e perseverare nell’errore è diabolico!
L’ingresso del governo in Arexpo segna la metamorfosi di questa società a capitale prevalentemente pubblico in una immobiliare che avrà il compito di gestire la trasformazione dell’area Expo. L’operazione, che prevede un investimento pubblico di oltre 1 miliardo di euro, comporterà un ulteriore drenaggio di risorse a favore di una speculazione immobiliare i cui benefici saranno a vantaggio dei poteri forti del territorio. A farne le spese saranno i servizi per i cittadini, che vedranno l’ennesima compressione.
Con Expo 2015 erano state promesse ricadute positive per il territorio, ma a distanza di 4 mesi l’unica cosa certa è che il grande evento si è chiuso con perdite economiche il cui ammontare non è ancora del tutto chiaro; il ricorso sfacciato a forme di lavoro precario e gratuito; inchieste giudiziarie che hanno portato all’arresto di esponenti di spicco di Expo 2015 spa e svelato un “sistema” che pilotava l’assegnazione degli appalti; una gestione opaca ed emergenziale, che ha generato extracosti la cui natura è avvolta nel mistero. In compenso, il responsabile di questo modello di gestione, Giuseppe Sala, è stato proposto alla guida della città di Milano dal Partito Democratico.
Ci chiediamo, dunque, dal 2011 – anno dell’approvazione dell’accordo di programma Expo – ad oggi, cosa ci abbia guadagnato la città di Rho? È opportuno ricordare che il consiglio comunale aveva approvato nel luglio del 2011 un ordine del giorno che impegnava il sindaco a fare di Expo 2015 l’occasione per realizzare tre azioni: 1) la prevenzione di ogni fenomeno di corruzione e di infiltrazione criminale; 2) l’allineamento delle tariffe dei trasporti pubblici dell’hinterland ai costi dell’area urbana di Milano; 3) vigilare che i costi per le operazioni di bonifica dei terreni fossero messi a carico dei proprietari originari delle aree. Nessuno di questi tre punti è stato minimamente preso in considerazione, mentre si continua a parlare del post Expo con la solita retorica delle “opportunità per il territorio”.
Invece di continuare a farsi dettare l’agenda dai potentati economici e dai loro rappresentanti nelle istituzioni, forse è il caso di iniziare a prendere seriamente in considerazione i bisogni del territorio rhodense dal punto di vista dei precari che lo abitano e mettere all’ordine del giorno un unico punto: fare in modo che risorse pubbliche siano investite in welfare e servizi per tutta la popolazione.

Centro Sociale SOS Fornace (Rho)
sosfornace.org

 

Articoli Correlati:

  1. Una Zona Economica Speciale per il post-Expo?
  2. Cosa riserva il post-Expo per la città di Rho
  3. -60 giorni: la precarietà ai tempi di Expo 2015