#RiprendiamociFornace: detto e fatto!

 

Via Risorgimento 18: una nuova occupazione dopo il partecipato corteo serale

Malgrado l’amaro risveglio di martedì mattina, quando lo sgombero della palazzina dell’ex-MTM di via Moscova 5 aveva momentaneamente privato Fornace della propria sede, non ci eravamo persi d’animo: “Ride bene chi ride ultimo”, avevamo scritto, rilanciando per la serata un corteo di risposta con l’obiettivo di far trovare una nuova casa al centro sociale rhodense. Detto e fatto: dopo il corteo, abbiamo occupato un nuovo spazio in città. La Fornace ha ora sede in via Risorgimento 18 a Rho, nella frazione di Mazzo, in un ex-deposito di proprietà di Eni.
All’appello #RiprendiamociFornace, circolato sin dai primi momenti successivi allo sgombero, hanno risposto circa 300 persone, che in serata hanno sfilato per le vie del centro cittadino. Il corteo, partito dalla stazione FS di Rho, ha attraversato la città scandendo slogan contro il sindaco Romano e la sua amministrazione a guida Pd – prima responsabile dello sgombero – diffondendo volantini, attacchinando manifesti, attaccando adesivi per le vie di Rho.

La giusta rabbia del corteo ha poi preso di mira i mandanti politici dello sgombero, e in particolare le sedi cittadine del Partito democratico. Sulla vetrina dell’ufficio elettorale dei candidati dem Borghetti e Peluffo, in via Matteotti, abbiamo attacchinato cartelli con le scritte “Affari”, “Sgomberi”, “Mafia”, “Repressione”, “Saccheggio del territorio”, esplicitando così il vero volto del Pd nel nostro territorio. La sede del Partito democratico in via Meda, raggiunta verso la fine del corteo che si è concluso da dove era partito, è stata bersagliata con uova, gavettoni di colore e scritte vergate a spray, così da sanzionare il “partito della Città Vetrina” che con lo sgombero della Fornace intende spianare la strada alle speculazioni del post-Expo.
Vista anche la tempistica dello sgombero, attuato a 2 settimane da voto, avevamo avvertito il Pd che la campagna elettorale in città non sarebbe stata serena: le azioni durante il corteo sono state una nostra prima risposta alla volontà politica di cancellare una ricca e longeva esperienza di autogestione come quella di Fornace.

La forte e riuscita mobilitazione cittadina, con il giusto mix di allegria e rabbia, lucidità e determinazione, ha permesso la nuova occupazione di via Risorgimento 18, giunta al termine del corteo: i partecipanti alla manifestazione hanno infine raggiunto il nuovo spazio festeggiando così la nuova occupazione.

Ringraziamo tutte le realtà, cittadine e metropolitane, così come le singile compagne e i singoli compagni, le nostre sorelle e i nostri fratelli, che ci sono stati vicini, ci hanno espresso solidarietà, hanno diffuso il nostro appello alla mobilitazione e hanno partecipato al corteo serale. Un grazie di cuore anche a chi, in questi primi giorni nella nostra nuova sede, ci sta dando una mano mettendo testa, cuore e mani nella nuova occupazione.

Gli sgomberi non spengono la Fornace: ieri abbiamo ribadito che non si tratta solo di uno slogan.

 

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