Romano forte con i sinti, debole con Expo 2015

 

 

Ti piace vincere facile?

 

Apprendiamo dalla stampa dello sgombero di una comunità sinti di origine francese e spagnola avvenuta il 27 giugno sul territorio comunale.

 

 

Lo sgombero è stato richiesto dal sindaco Pietro Romano il quale ha orgogliosamente dichiarato “Non appena sono venuto a conoscenza dell’insediamento abusivo ho chiesto al comandante della polizia locale di intervenire per lo sgombero. Data la consistenza ed il numero di persone coinvolte è stato richiesto l’ausilio dei carabinieri e della polizia di stato”.
La sera stessa dello sgombero, parlando in Consiglio comunale a proposito degli appalti e subappalti di Expo 2015, tolto il distintivo e riposto il manganello, il sindaco sceriffo ha vestito i panni del sindaco garantista ricordando pubblicamente che nel nostro diritto penale esiste il sancrosanto principio giuridico dell’innocenza fino a sentenza irrevocabile di condanna e che, pertanto, nonostante negli appalti Expo vi siano società indagate per reati quali corruzione, smaltimento illecito di rifiuti e turbativa d’asta, non si possono interrompere i lavori di Expo fintanto che gli imputati non abbiamo esperito tutti i gradi di giudizio (cioè, finché non si è arrivati in Cassazione, quindi, visti i tempi della giustizia italiana, per il 2020).
Romano su questi temi dimostra di essere in perfetta continuità con chi l’ha preceduto, il ciellino Zucchetti. La cosa non ci sorprende: d’altra parte ad aver vinto per 65 milioni di euro la gara per il primo appalto per i lavori di Expo – quello per la rimozione delle interferenze – è la potente Cmc di Ravenna, una delle cosiddette cooperative rosse legata al PD.

Insomma, a ciascuno la sua fetta di torta.

 

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