Un colpo di spugna nella città vetrina di Expo 2015

 

La recente retata dei carabinieri di Rho e Legnano impegnati in un controllo a tappeto su una quarantina di prostitute che ha riguardato anche il territorio rhodense è l’ennesimo colpo di spugna per ripulire la città vetrina di Expo 2015. Un’operazione di pura propaganda, che non persegue in alcun modo una soluzione delle problematiche legate al giro dello sfruttamento della prostituzione. Un’operazione di polizia coerente con l’azione di questa amministrazione, che non solo ha operato una metodica politica di disinvestimento da qualunque progetto sociale che permetta a queste donne di uscire dalla propria condizione di sfruttamento, ma ha oltrettutto adottato un’ordinanza contro la prostituzione atta esclusivamente a criminalizzare la condizione delle “lavoratrici del sesso”. Inoltre, l’approvazione del pacchetto sicurezza, peraltro aspramente criticato dalla cumunità internazionale, rende una condizione di vita, ossia la cosidetta “clandestinità” equiparata a quella di reato, ne consegue che tutte le “lucciole” trovate prive di documenti in regola verranno denunciate e perseguite penalmente. Un accanimento nei confronti dei soggetti più deboli vergognoso per qualunque Stato minimamente civilizzato e che suona veramente ipocrita in un Paese come l’Italia dove il Presidente del Consiglio può tranquillamente andare a letto con escort pagate migliaia di euro a notte, senza che questo ne comporti le dimissioni immediate. Meglio sarebbe che le forze dell’ordine impiegassero lo stesso tempo, le medesime energie e risorse per porre argine alle infiltrazioni di ‘Ndrangheta e Camorra nei cantieri delle grandi opere.

 

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