Acqua radioattiva sversata in mare a Pisa

Cisam, vertice sulla sicurezza e trasparenza delle procedure di smaltimento. Finora scaricati 150 metri cubi di acqua trattata
Ad oggi sono stati scaricati complessivamente 150 mc. di acqua trattata della piscina dell’ex Reattore di ricerca RTS-1 G. Galilei, del Centro Interforze di Studi ed Applicazioni Militari di San Piero a Grado, sotto attento e continuo monitoraggio da parte dell’ENEA e dell’ARPAT. Lo ha dichiarato l’Ammiraglio isp. Domenico De Bernardo, nel corso dell’incontro tenutosi questa mattina nell’Aula Magna del CISAM in presenza delle principali Istituzioni di Pisa e Livorno, dei rappresentanti dell’Università di Pisa, di ARPAT, ENEA, ISPRA, Asl 5 e Azienda Ospedaliera Pisana, dei vertici delle Forze e Corpi di polizia e della stampa. Il Prefetto di Pisa Francesco Tagliente e l’Ammiraglio De Bernardo hanno voluto l’incontro al fine di garantire la massima trasparenza delle operazioni di trattamento e smaltimento delle acque della piscina dell’ex Reattore nucleare per evitare il diffondersi di infondati allarmi tra la popolazione. Nel corso dell’incontro l’Ammiraglio ha aggiornato i presenti sull’evoluzione del progetto di smaltimento, redatto dal Centro Interforze con la collaborazione dei principali Enti Nazionali competenti in materia di radioprotezione, che si sta svolgendo regolarmente e sotto il controllo dell’ARPAT e dell’ENEA (le cui analisi vengono sistematicamente inoltrate a tutte le Istituzioni di Pisa e Livorno e pubblicate sul sito dell’ARPAT). L’Ammiraglio De Bernardo inoltre ha comunicato che, subito dopo l’incontro tenutosi sempre al CISAM il 16 ottobre, ha consentito di visitare gli impianti di trattamento e smaltimento a tutti gli organismi e i soggetti che ne hanno fatto richiesta, tra cui l’On. Artini del Movimento 5 stelle, il Coordinatore provinciale di Rifondazione Comunista, il Comitato livornese “Togliete questi bidoni” e vari giornalisti, ai quali ha illustrato il programma di decommissioning. I rappresentanti dell’ARPAT, dell’ENEA e dell’ISPRA hanno risposto a tutte le domande poste dai giornalisti presenti. Il Prefetto Francesco Tagliente, a conclusione dell’incontro, ha voluto esprimere tutta la gratitudine istituzionale all’Ammiraglio De Bernardo per l’impegno con il quale sta portando avanti il progetto e per il paziente raccordo con le istituzioni locali e gli organi di informazione, che chiedono di essere costantemente tenuti aggiornati. All’incontro hanno partecipato: il Prefetto di Livorno Tiziana Costantino, l’Assessore della Provincia di Livorno Nicola Nista, l’Assessore all’ambiente del Comune di Livorno Massimo Gulì, il dr. Marco Redini del Comune di Pisa, il Questore Gianfranco Bernabei, il Comandante Provinciale dei Carabinieri Andrea Brancadoro, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza Marcello Montella, il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco Marco Frezza, il Vice Comandante del Corpo Forestale dello Stato Monica Flamini, i rappresentanti della Asl 5 Paolo Tognarelli e Dario Bitonti e dell’Azienda Ospedaliera Pisana Mauro Giraldi, il Prof. Donato Aquaro del Dipartimento Ingegneria Civile ed Industriale dell’Università di Pisa e per l’Ente Parco Migliarino San Rossore Antonio Perfetti e Francesca Logli. Per le Aziende interessate al progetto sono invece intervenuti: Laura Senatori e Michela Dell’Innocenti per l’ARPAT, Luciano Bologna per l’ISPRA, Paolo Battisti e Elena Fantuzzi per l’ENEA e Massimo Aiello, Nicola Conti e Lorenzo Fiordi per Acque industriali S.r.l.
Pisa, 18 dicembre 2013
Fonte: Prefettura di Pisa – Ufficio Stampa – Tratto da Gonews.it
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Non solo Tav: in Valle di Susa un sito di trattamento scorie radioattive

Il piatto forte tra quelli sul tavolo per fare restare l’acciaieria in Valle di Susa è radioattivo. Per mantenere l’occupazione nel polo siderurgico di San Didero la Beltrame chiede, tra le altre cose, di poter sviluppare il progetto di un sito di processamento di materiali radioattivi contaminati prevalentemente da Cesio 137. Ma il Comune di San Didero si è già dichiarato nettamente contrario.
Nell’ultimo incontro in Regione, la Beltrame ha chiesto al Ministero dello sviluppo e al Commissario di governo per la Torino-Lione Mario Virano di farsi promotori di questa richiesta accanto a quella di produrre teleriscaldamento per i comuni della bassa valle. Richieste che si aggiungono alla proposta di inserire la valle di Susa tra le zone franche italiane, di ricevere energia a costi contenuti e di poter utilizzare i trasporti ferroviari a prezzi competitivi. Tutto questo pacchetto potrebbe entrare all’interno delle misure per aumentare l’occupazione nel territorio attraversato dalla nuova linea Torino-Lione. Ma non è automatico che il sito per scorie radioattive possa essere pagato con i soldi delle compensazioni del Tav. Anzi, per certi versi, questa proposta della multinazionale vicentina è una bomba che rischia di avvelenare ulteriormente il clima.
La Beltrame vorrebbe utilizzare l’esperienza maturata con l’incidente del 28 ottobre 2005 per realizzare un sito nazionale per il trattamento dei materiali contaminati, che andrebbero poi stoccati nel futuro deposito nucleare nazionale , che come è noto, è ancora da individuare. Con l’impianto di riprocessamento dei materiali contaminati, che sarebbe l’unico in Italia, l’azienda conta di ricavare buona parte di quei 27 milioni che le servono per restare in valle di Susa e compensare uno stabilimento siderurgico non più redditizio. E propone di impiegare almeno 80 operai, solo in questa attività.
La proposta della Beltrame ha ovviamente fatto saltare sulla sedia la sindaca di San Didero, Loredana Bellone, che è una delle attiviste storiche del movimento No Tav ed è da sempre contraria al passaggio dei convogli delle scorie nucleari che da anni transitano sulla ferrovia per andare agli impianti di riprocessamento di Sellafield e di La Hague. Così, l’altro ieri, il Consiglio comunale di San Didero ha votato un ordine del giorno contro la “proposta indecente” della Beltrame.
«Le soluzioni adottate dopo l’incidente del 2005 sono state ottime – riconosce Bellone – Ma quello è stato un incidente. Un caso sporadico e di forza maggiore. Trasformare quella esperienza e l’impianto che serve a rendere più sicura l’acciaieria, in un business rivolto al mercato mi pare una vera e propria esagerazione. Se è così, l’impianto per l’individuazione del Cesio e di trattamento dei materiali radioattivi se lo possono smontare e rimontare da un’altra parte. Siamo consapevoli che gli operai rischiano di perdere il posto di lavoro per la chiusura delle acciaierie. Nell’ordine del giorno abbiamo espresso tutta la nostra solidarietà a loro e alle famiglie. Ma questa non è certo una soluzione. Come Comune non daremo mai un parere favorevole ad ospitare un impianto nazionale di trattamento di materiali radioattivi a favore di terzi. Se lo scordino pure».
Anche la Fiom ha già espresso parere contrario.
«Lì deve rimanere un’acciaieria – dice il sindacato – non deve essere sostituita con lavorazioni che non farebbero altro che aumentare i rischi per la salute dei lavoratori».
La proposta della Beltrame mira a rendere produttivo il sistema di individuazione e decontaminazione da Cesio che fu realizzato a seguito dell’incidente. Il 28 ottobre 2005, un camion pieno di polveri decantate dei camini dell’acciaieria che provenivano dall’impianto di pellettazione dei residui di fumi, fece scattare il sistema di allarme radiologico. Si scoprì che nel rottame ferroso fuso dall’acciaieria c’era una partita che conteneva Cesio 137 che aveva sparso polveri radioattive in giro per la valle, senza, per fortuna, produrre eccessivi danni all’ambiente e alla salute. Rottami contaminati da americio dei parafulmini erano già stati individuati in passato.
Dopo questa brutta esperienza, la Beltrame aveva introdotto innovativi sistemi di prevenzione, monitoraggio e decontaminazione. Oggi, l’azienda vorrebbe trasformare le proprie attività affiancando dell’acciaieria a quella di produttore di teleriscaldamento e di polo di decontaminazione.

di Massimiliano Borgia

Tratto da: Nuova Società del 3 Maggio 2013

 

LUNEDI’ 10 MARZO: FERMIAMO IL TRENO NUCLEARE

Lunedì 11 marzo. Treno nucleare pronto a Vercelli

Lunedì 11 marzo. In nottata le barre di scorie nucleari sono state trasportate su camion dal deposito della Sogin a Saluggia allo stabilimento di smistamento a Vercelli.
Il treno destinato a trasportarle all’impianto di riprocessamento di La Hague in Francia è pronto e presidiato da un imponente schieramento di poliziotti.

È quindi confermato l’appuntamento di questa sera alle 21 alla stazione di Avigliana.

Altri appuntamenti sono fissati ad Asti alle 21 in prefettura e alle 23 in Stazione.

A Novara dalle 22 in poi in stazione

Restiamo comunque in ascolto di Radio Blackout – 105.250 FM – per gli aggiornamenti sul trasporto e sugli appuntamenti nel caso ci siano ulteriori modifiche dell’ultimo minuto.
Teniamo accesi i cellulari e facciamo girare le info.

Vogliono che cali il silenzio, diamoci da fare per romperlo.

Ancora una notte antinucleare per mettersi di mezzo, per informare la gente della bomba che passa in mezzo alle loro case, far sì che questi trasporti inutili e pericolosissimi vengano interrotti.

Oggi è anche l’anniversario del disastro di Fukushima un monito per tutti contro questa tecnologia dove militare e civile si mescolano.

Le scorie che dal deposito della Sogin a Saluggia vanno a quello dell’Areva a La Hague per il riprocessamento, torneranno radioattive come prima.

In Francia resterà solo il plutonio. Il plutonio serve solo a fare le bombe atomiche.

Le iniziative svoltesi in occasione dei precedenti trasporti hanno contribuito a rallentare questi trasporti pericolosi e inutili.
Dovevano essercene 12 entro lo scorso dicembre. A marzo 2013 ne hanno fatti passare, usando centinaia di uomini in armi, solo quattro.

Farli cessare è possibile.

Dipende da noi, dalla nostra capacità di allargare e rendere più incisiva la resistenza popolare.

Qui potete ascoltare l’intervista realizzata dall’informazione di radio Blackout

Coordinamento “Stop trasporti nucleari”

Per contatti telefonici: 338 6594361

Siti sui quali potete trovare informazioni:

http://anarresinfo.noblogs.org

www.radioblackout.org

LUN 10 MARZO: ALLERTA TRASPORTO SCORIE

Treno nucleare: Forse parte lunedì notte

Il tam tam antinuclearista riferisce che il treno nucleare non dovrebbe passare questa notte (domenica 10 marzo).

È quindi probabile che la partenza sia lunedì 11 marzo in tarda serata.

Il condizionale è d’obbligo perché notizie “ufficiali” non ne filtrano. Secondo gli antinuclearisti francesi il treno è comunque fissato in questi giorni.

Restiamo in ascolto di Radio Blackout – 105.250 FM – per gli aggiornamenti sul trasporto e sugli appuntamenti.

Teniamo accesi i cellulari e facciamo girare le info.

Vogliono che cali il silenzio, diamoci da fare per romperlo.

Se il treno verrà confermato per domani l’appuntamento è alla stazione di Avigliana alle 21 di lunedì 11 marzo.

Ancora una notte antinucleare per mettersi di mezzo, per informare la gente della bomba che passa in mezzo alle loro case, far sì che questi trasporti inutili e pericolosissimi vengano interrotti.

Domani è anche l’anniversario del disastro di Fukushima un monito per tutti contro questa tecnologia dove militare e civile si mescolano.

Le scorie che dal deposito della Sogin a Saluggia vanno a quello dell’Areva a La Hague per il riprocessamento, torneranno radioattive come prima.

In Francia resterà solo il plutonio. Il plutonio serve solo a fare le bombe atomiche.

Le iniziative svoltesi in occasione dei precedenti trasporti hanno contribuito a rallentare questi trasporti pericolosi e inutili.
Dovevano essercene 12 entro lo scorso dicembre. A marzo 2013 ne hanno fatti passare, usando centinaia di uomini in armi, solo quattro.

Farli cessare è possibile.
Dipende da noi, dalla nostra capacità di allargare e rendere più incisiva la resistenza popolare.

Qui potete ascoltare l’intervista realizzata dall’informazione di radio Blackout

Coordinamento “Stop trasporti nucleari”

Per contatti telefonici: 338 6594361

Siti sui quali potete trovare informazioni:

http://anarresinfo.noblogs.org

www.radioblackout.org

Furto di cesio radioattivo in discarica

Era blindato in cassaforte

Colpo lampo a Mariana Mantovana: i ladri hanno smurato la cassaforte, senza prendere nient’altro. La barra di cesio veniva estratta ogni sei mesi e utilizzata per tarare i controlli sui rifiuti

MARIANA MANTOVANA. Corsa contro il tempo per ritrovare la barra radioattiva di cesio trafugata dalla discarica di Mariana Mantovana. Le indagini sono in salita. Le forze dell’ordine temomo che la barra possa essere stata abbandonata in un campo.

Allarme nazionale per il furto alla discarica. C’è del cesio, materiale radioattivo, nel bottino dei ladri che giovedì sera hanno smurato e portato via la cassaforte inglobata nella parete degli uffici della palazzina Tea di Cascina Olla. Al primo controllo era sembrato un colpo di poco conto, quasi un buco nell’acqua con carte e documenti e niente denaro. Ma dalle verifiche che Tea ha fatto ieri, è emerso che nel forziere, oltre al materiale cartaceo, c’era una piastrina metallica di cesio 137, del peso di un etto, regolarmente custodita e schermata in un contenitore di piombo. Una barretta utilizzata per il rilevamento a campione della radioattività dei rifiuti che arrivano in discarica.

Da Tea la segnalazione è arrivata in Prefettura e dagli uffici di corso Principe Amedeo è partito l’allarme alla Protezione civile nazionale, ai ministeri dell’interno, della salute e dell’ambiente, alla Regione, ai sindaci e alle forze dell’ordine, come prescrivono i dettami del protocollo di sorveglianza ambientale. I ladri potrebbero non avere un’idea precisa del pericolo della piastrina. Il rischio sta proprio in questo: una volta aperta la cassaforte e verificato il contenuto, potrebbero abbandonare tutto in un luogo aperto in cui chiunque potrebbe venire a contatto con il materiale radioattivo, subendone le emissioni. Il cesio è in grado di provocare danni all’ambiente anche se semplicemente abbandonato in un campo.

«Si tratta di un piccolo materiale di prova che utilizziamo per tarare il sistema di verifica della radioattività dei rifiuti» spiega Anzio Negrini, direttore dell’impianto di proprietà di Tea, la cui gestione è affidata a Mantova Ambiente. La piastrina, il cui valore è di poche migliaia di euro, è l’unico esemplare presente in discarica. Dal 2004 viene custodito in cassaforte e estratto in media ogni sei mesi per essere applicato in una maschera per tarare il portale sotto cui passano i carichi di rifiuti. Viene controllato regolarmente con Asl e Arpa: l’ultima verifica risale al 24 agosto. «I rifiuti hanno una radioattività di fondo. Noi teniamo tarato il sistema a una soglia appena superiore per essere tranquilli. L’emissione della piastrina è debole» assicura Negrini, ricordando che solo in un paio di occasioni c’è stato un rilevamento positivo. «Erano materiali provenienti da abitazioni di persone sottoposte a trattamenti radionuclidi. In quel caso i carichi vengono bloccati».

Il colpo è stato messo a segno giovedì sera verso le 22.30. L’orario è preciso, perché a quell’ora è scattato l’allarme collegato all’abitazione del tecnico reperibile di Mantova Ambiente situata vicino agli uffici. L’uomo ha chiamato subito i carabinieri, ma quando lui e i militari mandati dalla centrale di Castiglione sono arrivati, dei ladri non c’era più traccia. Per entrare negli uffici hanno scassinato la porta d’ingresso utilizzando un trapano. Una volta dentro hanno rovistato nei cassetti e nelle scrivanie, ma non hanno preso nulla. Non hanno toccato nemmeno i due pc e i portatili in bella vista. Hanno preso di mira direttamente la cassaforte, incassata in una parete. L’hanno divelta con trapano e mazze e non hanno perso tempo ad aprirla.

L’hanno caricata e portata via. I carabinieri si sono trovati davanti a un buco nella parete. Un colpo velocissimo, messo a segno nel lasso di tempo esatto tra lo scatto dell’allarme e l’arrivo dei militari. Ieri i tecnici di Mantova Ambiente hanno fatto un sopralluogo per verificare che non siano stati provocati danni all’impianto, che raccoglie rifiuti da tutta la provincia e per un controllo sui documenti mancanti.

Fonte: 20/1/2013

Deraglia un treno di uranio…ma stiamo tranquilli!!

DERAGLIA UN TRENO CARICO DI URANIO, ma come sempre Areva rassicura,”nessun problema sulla sua sicurezza”…. ???

Il vagone di un treno, partito dalla centrale nucleare del Tricastin (Drôme) per l’Olanda, che trasportava dei fusti di «uranio impoverito”, ha deragliato lunedì.
Contrariamente a ciò che era stato riportato in un primo tempo, il treno si recava in Olanda su un sito di deposito e non in Germania. “Un vagone che trasporta dell’uranio naturale impoverito ha avuto alla fine del pomeriggio durante una manovra alla stazione di Saint-Rambert-d’Albon (Drôme), un problema meccanico senza incidenza sulla sua sicurezza”, ha affermato lunedì sera Areva in un comunicato.

Fonte:  http://www.20min.ch/ro/news/monde/story/Un-wagon-rempli-d-uranium-d-raille-25187240

Nuovo trasporto di scorie!

Domenica 13 gennaio 2013, come sempre di notte, il quarto trasporto di scorie nucleari dall’Italia alla Francia.
Di seguito il testo dell’accordo intergovernativo Italia-Francia, dal quale si evince che le scorie adesso partono…ma poi ritorneranno..

(Pubblicato da Quotidiano Energia, 30 novembre 2006)

L’adozione dell’Accordo tra il governo italiano e il governo francese che oggi viene firmato dal Governo della Repubblica italiana, rappresentato dall’On. Pierluigi Bersani, Ministro dello Sviluppo Economico della Repubblica italiana, e dal Governo della Repubblica francese, rappresentato dall’On. François Loos, Ministro delegato all’Industria della Repubblica francese stabilisce quanto segue:

1) Il presente Accordo si riferisce al trattamento di 235 tonnellate di combustibili irraggiati italiani, come descritte nella lettera d’intenti del 13 gennaio 2006 [lettera nella quale Sogin ha annunciato la sua intenzione di affidare ad Areva Nc il contratto del trattamento di 235 tonnellate di combustibili irraggiati e per la quale la validità e l’esecuzione del contratto sono subordinate all’approvazione di un accordo intergovernativo fra le Autorità francesi e italiane competenti] e per il quale Areva Nc deve farsi attribuire un contratto di trattamento. Tale contratto di trattamento dovrà essere conforme alla regolamentazione sulla sicurezza nucleare e la radioprotezione. In conformità al codice dell’ambiente francese, l’ingresso sul territorio francese dei combustibili italiani è realizzato al solo fine del trattamento da parte di AREVA NC, e non darà luogo allo stoccaggio definitivo sul territorio francese.

2) Le consegne dei combustibili irraggiati è previsto inizino a partire dal 1 gennaio 2007 e si concludano prima del 31 dicembre 2015

3) Il trattamento dei combustibili irraggiati è previsto durante un periodo di 6 anni a seguito di ogni consegna dei combustibili irraggiati all’impianto di La Hague. Sempre tenendo presente che la data ultima per il rientro è compresa tra il 2020 e il 2025.

4) I rifiuti radioattivi derivanti dal trattamento dei combustibili riprocessati in Francia, saranno riportate in Italia, che s’impegna a riceverli sotto forma di contenitori di rifiuti condizionati (vale a dire inglobati in vetro per isolare i rifiuti dalla biosfera nel tempo). Le due Parti s’impegnano a stabilire prima del 31 dicembre 2015 il calendario previsionale ed entro il 31 dicembre 2018 il calendario definito del loro rientro, che dovrà avere luogo tra il 1 gennaio 2020 e il 31 dicembre 2025. 5) I Governi francese e italiano s’impegnano a prendere tutte le misure necessarie e di loro competenza per permettere l’esecuzione del contratto di trattamento concesso ad Areva. In particolare il governo francese si impegna a prendere tutte le misure per permettere l’esecuzione del contratto. Mentre il governo italiano si impegna a prendere tutte le misure per attivare il procedimento di autorizzazione, costruzione e messa in opera di un sito di stoccaggio o di deposito conforme ad accogliere i rifiuti radioattivi. L’Italia, inoltre, si impegna ad informare annualmente il governo francese sull’avanzamento di queste attività. Il governo italiano s’impegna poi ad assicurare il rispetto dei termini stabiliti nel presente Accordo, delle procedure di autorizzazioni, dei permessi e delle licenze necessarie per la spedizione in Italia dei rifiuti radioattivi in un centro di stoccaggio o un deposito conforme alle regole di sicurezza in vigore.

6) Il trasporto dei rifiuti radioattivi sui territori della Repubblica Francese, di tutti gli Stati di transito e della Repubblica Italiana, sarà effettuato in conformità con la regolamentazione in vigore.

7) Le materie radioattive separate durante il trattamento (uranio e plutonio) saranno messe a disposizione di Sogin. Sogin e Areva Nc identificheranno le modalità per il riutilizzo, totale o parziale, delle materie come combustibili elettronucleari, direttamente o indirettamente con il coinvolgimento di un terzo soggetto. Qualsiasi quantità di materie che la Parte francese valuterà senza prospettiva di utilizzo al 31 dicembre 2021, sarà messa a disposizione di Sogin in vista del suo ritorno sul territorio italiano prima del 31 dicembre 2025.

8) L’applicazione di questo Accordo, e in particolare il rispetto del calendario di realizzazione del centro di stoccaggio o di deposito dei rifiuti radioattivi in Italia, sarà l’oggetto di un controllo annuale da parte dei Ministri competenti o di loro rappresentanti.

LA ROAD MAP ITALIANA

  • Dal primo semestre del 2007 al primo semestre del 2012 si completa, in diverse fasi, il trasferimento in Francia del combustibile irraggiato che inizierà ad essere inviato già a partire dal prossimo anno.

  • Il primo semestre del 2008 viene avviata la revisione della normativa sui rifiuti nucleari e sul riordino del settore energetico (leggi 368 del 2003; legge 239 del 2004).

  • Nel primo semestre 2009 saranno attribuiti i nuovi compiti all’Organizzazione che individua il sito e realizza il deposito di tipo superficiale e reversibile, nel senso che i rifiuti e gli altri materiali radioattivi stoccati nel deposito possono essere eventualmente trasferiti in un nuovo deposito al fine di consentire soluzioni alternative anche alla luce degli sviluppi scientifici e tecnologici o di accordi sovranazionali .

  • Nel primo semestre del 2012 viene indicato il sito definitivamente prescelto da parte del ministero dello Sviluppo economico, di concerto con la Conferenza Stato-Regioni. Nel secondo semestre dello stesso anno viene poi attivato l’Accordo di programma con la regione interessata.

  • Nel primo semestre del 2018 viene avviato l’esercizio del deposito.

  • Nel secondo semestre del 2018 viene stilato il calendario definitivo di rientro in Italia dei contenitori di rifiuti radioattivi di III categoria condizionati.

  • Dal 2020 inizia l’intervallo di possibile rientro dei contenitori e di possibile contemporaneo stoccaggio dei contenitori provenienti dalla Francia. Intervallo che termina nel secondo semestre del 2025. Il tempo complessivo di trasporto di tutti i rifiuti per il rientro in Italia è di circa un anno.

Da Chernobyl a Caorso

Il 26 aprile del 1986 a Chernobyl, in Ucraina, nell’ex URSS, esplose uno dei reattori della centrale nucleare a seguito di uno “stress test non riuscito”.
Ciò che ne conseguì fu una delle più immani tragedie della Storia, probabilmente la più grave avvenuta a seguito di un incidente ad una centrale elettronucleare.
La contaminazione del suolo, dell’aria e dell’acqua provocata dalle polveri radioattive, ha trasformato un’area del territorio al confine tra Ucraina, Bielorussia e Russia grande due volte l’Irlanda, in una delle zone più inquinate del mondo. La nuvola dei vapori proiettati in aria si è propagata pressoché su tutta Europa, avvelenando tutto ciò che entrato in contatto con essa.
La percentuale dei decessi e dei malati provocati da quella catastrofe è enorme. La contaminazione maggiore, che sta minando il patrimonio genetico delle popolazioni più direttamente interessate, causa malformazioni e malanni che si registrano oggi e che si protrarranno per centinaia di anni.
Allora il regime sovietico tentò di insabbiare l’incidente e poi di minimizzarne le conseguenze. Le stesse menzogne che udiamo oggigiorno per bocca dei rappresentanti del governo giapponese. I lobbisti e i governi interessati allo sviluppo di questa follia velenifica non hanno interesse a far trapelare ciò che davvero significa avere al proprio fianco uno di questi mostri baluginanti e terribili.
Allora come adesso i negazionisti celano la verità su questa immane catastrofe, così come i nazifascisti hanno tentato di occultare la mostruosità dell’olocausto. Ogni regime cela un suo proprio corollario di scheletri negli armadî, opportunamente occultati.
L’evidenza di Chernobyl e di tutto l’abominio nucleare si protrarrà per centinaia di anni, condannando tutte le generazioni a venire a fare i conti con le scorie e i disastri generati oggi.
A Caorso lampeggiano i resti della “punta di diamante” dell’industria di morte creata nella Prima Repubblica, e apparentemente seppellita dal referendum abrogativo del 1987. In verità Caorso lavora a basso regime. E l’attuale governo ha, infischiandosene della volontà popolare, preconizzato il rilancio del nucleare italiano. Lo Stato italiano senza appellarsi a nessun altro se non alle proprie gerarchie e a tutti coloro che da questa stortura, tra tutte la più evidente, avranno da guadagnarci, ha deciso di rigettarci in questo incubo.
A Caorso il 23 aprile, a distanza di 25 anni, per commemorare le vittime di Chernobyl, si svolgerà un corteo per protestare e per opporci all’abiezione totale di questo progetto. Sfileremo per manifestare il nostro sdegno e il nostro rifiuto e per urlare che non accetteremo questa follia: né a Caorso, né altrove!
Per ulteriori informazioni:
Assemblea Permanente Anti-Nucleare – Emilia Romagna
nonukeer@gmail.com

È disponibile il video in HD a chi chiunque ne faccia richiesta a nonukeer@gmail.com
Dati e materiali informativi tratti anche dai siti www.progettohumus.it e www.greenpeace.org/italy/it/
Si ringraziano tutti coloro i quali, a titolo personale o associativo aderiranno a questa e alle ulteriori iniziative contro il nucleare che seguiranno.

20/4 Bologna: Presentazione corteo

MERCOLEDI’ 20 APRILEdalle ore 20.00
c/o Iqbal Masih – via della Barca 24/3 , Bologna

Presentazione corteo contro il nucleare del 23 aprile a Caorso

Firenze – Serata contro il nucleare

VENERDI’ 8 APRILE 2011
c/o LaRiottosa Zquat
Via Senese,  308 (ponte bailey) – Galluzzo (Fi)
(per info: lariottosa@insiberia.net)

- dalle ore 18.00: sibattito in vista del Corteo contro il nucleare del 23 aprile a Caorso

- dalle 22.00: concerto con ANCHILOSTOMA crust (Saronno-Milano), CRUEL FACE OF LIFE (new school hardcore,  Bologna), UZI hardcore (Fano), LOBOTOCRAZIA (crusty anarco-punx, Abruzzo), EBOLA (ultra core-bastards, Brescia)
Benefit per Billy, Costa e Silvia

Dansette