Furto di cesio radioattivo in discarica

Era blindato in cassaforte

Colpo lampo a Mariana Mantovana: i ladri hanno smurato la cassaforte, senza prendere nient’altro. La barra di cesio veniva estratta ogni sei mesi e utilizzata per tarare i controlli sui rifiuti

MARIANA MANTOVANA. Corsa contro il tempo per ritrovare la barra radioattiva di cesio trafugata dalla discarica di Mariana Mantovana. Le indagini sono in salita. Le forze dell’ordine temomo che la barra possa essere stata abbandonata in un campo.

Allarme nazionale per il furto alla discarica. C’è del cesio, materiale radioattivo, nel bottino dei ladri che giovedì sera hanno smurato e portato via la cassaforte inglobata nella parete degli uffici della palazzina Tea di Cascina Olla. Al primo controllo era sembrato un colpo di poco conto, quasi un buco nell’acqua con carte e documenti e niente denaro. Ma dalle verifiche che Tea ha fatto ieri, è emerso che nel forziere, oltre al materiale cartaceo, c’era una piastrina metallica di cesio 137, del peso di un etto, regolarmente custodita e schermata in un contenitore di piombo. Una barretta utilizzata per il rilevamento a campione della radioattività dei rifiuti che arrivano in discarica.

Da Tea la segnalazione è arrivata in Prefettura e dagli uffici di corso Principe Amedeo è partito l’allarme alla Protezione civile nazionale, ai ministeri dell’interno, della salute e dell’ambiente, alla Regione, ai sindaci e alle forze dell’ordine, come prescrivono i dettami del protocollo di sorveglianza ambientale. I ladri potrebbero non avere un’idea precisa del pericolo della piastrina. Il rischio sta proprio in questo: una volta aperta la cassaforte e verificato il contenuto, potrebbero abbandonare tutto in un luogo aperto in cui chiunque potrebbe venire a contatto con il materiale radioattivo, subendone le emissioni. Il cesio è in grado di provocare danni all’ambiente anche se semplicemente abbandonato in un campo.

«Si tratta di un piccolo materiale di prova che utilizziamo per tarare il sistema di verifica della radioattività dei rifiuti» spiega Anzio Negrini, direttore dell’impianto di proprietà di Tea, la cui gestione è affidata a Mantova Ambiente. La piastrina, il cui valore è di poche migliaia di euro, è l’unico esemplare presente in discarica. Dal 2004 viene custodito in cassaforte e estratto in media ogni sei mesi per essere applicato in una maschera per tarare il portale sotto cui passano i carichi di rifiuti. Viene controllato regolarmente con Asl e Arpa: l’ultima verifica risale al 24 agosto. «I rifiuti hanno una radioattività di fondo. Noi teniamo tarato il sistema a una soglia appena superiore per essere tranquilli. L’emissione della piastrina è debole» assicura Negrini, ricordando che solo in un paio di occasioni c’è stato un rilevamento positivo. «Erano materiali provenienti da abitazioni di persone sottoposte a trattamenti radionuclidi. In quel caso i carichi vengono bloccati».

Il colpo è stato messo a segno giovedì sera verso le 22.30. L’orario è preciso, perché a quell’ora è scattato l’allarme collegato all’abitazione del tecnico reperibile di Mantova Ambiente situata vicino agli uffici. L’uomo ha chiamato subito i carabinieri, ma quando lui e i militari mandati dalla centrale di Castiglione sono arrivati, dei ladri non c’era più traccia. Per entrare negli uffici hanno scassinato la porta d’ingresso utilizzando un trapano. Una volta dentro hanno rovistato nei cassetti e nelle scrivanie, ma non hanno preso nulla. Non hanno toccato nemmeno i due pc e i portatili in bella vista. Hanno preso di mira direttamente la cassaforte, incassata in una parete. L’hanno divelta con trapano e mazze e non hanno perso tempo ad aprirla.

L’hanno caricata e portata via. I carabinieri si sono trovati davanti a un buco nella parete. Un colpo velocissimo, messo a segno nel lasso di tempo esatto tra lo scatto dell’allarme e l’arrivo dei militari. Ieri i tecnici di Mantova Ambiente hanno fatto un sopralluogo per verificare che non siano stati provocati danni all’impianto, che raccoglie rifiuti da tutta la provincia e per un controllo sui documenti mancanti.

Fonte: 20/1/2013

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