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Come se fosse ieri

Una sta­gione di lotte stu­den­te­sche In que­sto periodo, alla fine di un’intensa sta­gione di lotte che hanno coin­volto stu­denti e stu­den­tesse in tutta Europa, pos­siamo per­met­terci di guar­dare indie­tro e fare alcune con­si­de­ra­zioni. E’ impor­tante farlo, per­ché i carat­teri di que­sto movi­mento hanno rap­pre­sen­tato, rela­ti­va­mente a Bolo­gna, un’esperienza inno­va­tiva rispetto agli ultimi anni. Innan­zi­tutto la

Mein Gefängnis

In que­sti mesi tante/i compagne/i sono stati col­piti da denunce, per­qui­si­zioni, misure cau­te­lari, arre­sti, e sono stati accu­sati di Asso­cia­zione pe Delin­quere. Compagne/i attivi nlle lotte stu­den­te­sche, anit­fa­sci­ste, per i beni comuni, impe­gnati nella lotta per un mondo senza oppres­sioni. è un chiaro intento ven­di­ca­tivo della amgi­stra­tura che vuole inti­mo­rire gli atti­vi­sti bol­lan­doli come delin­quenti.

Faenza: trova il fascista

A Faenza si è costi­tuito da otto­bre scorso un sedi­cente apar­ti­tico Comi­tato Faven­tia, dal nome romano della città, “la favo­rita degli Dei”. Que­sti “difen­sori della città” sono, in gran parte, noti per­so­naggi ricon­du­ci­bili a Forza Nuova e Lega Nord. In un comu­ni­cato, I pro­mo­tori di Faven­tia riven­di­cano aper­ta­mente la loro appar­te­nenza: “In que­sti mesi abbiamo

Sicilia libertaria: origini e impatto di un giornale non solo “locale”

Sici­lia liber­ta­ria nac­que uffi­cial­mente nel gen­naio 1977, quando uscì il primo numero stam­pato al ciclo­stile; già da alcuni mesi nel movi­mento anar­chico sici­liano si dibat­te­vano le que­stioni legate alla rela­zione tra anar­chi­smo e lotta di libe­ra­zione nazio­nale, que­stioni che all’estero ave­vano già avuto suf­fi­ciente appro­fon­di­mento (nei paesi baschi con “Aska­ta­suna”, nell’Occitania fran­cese con “Occi­ta­nia liber­ta­ria”),

Qualche brandello di muro

Di quante cose non è rima­sto che qual­che bran­dello di muro? Quanta memo­ria col­let­tiva è andata per­duta negli anni del silen­zio e in quelli del troppo rumore? Gli armadi della ver­go­gna prima e il deli­rio con­su­mi­stico e tele­vi­sivo poi hanno con­fi­nato pen­sieri e ricordi in isole cir­con­date dalla neb­bia, dove i più non vogliono andare.

Lottare non è un crimine

In que­sti ultimi due mesi tra Bolo­gna e Firenze varie com­pa­gne e com­pa­gni sono finiti in car­cere o sotto misure cau­te­lari per un’accusa tanto assurda quanto pesante: “asso­cia­zione a delin­quere”. Non ci stu­pi­sce: qual­siasi governo reprime, in maniera più o meno diretta, chi cri­tica e prova a lot­tare con­tro l’ingiustizia che per­vade la società. Eppure

Gli anarchici e le lotte dei migranti

Il mio rife­ri­mento orga­niz­za­tivo attuale, per quanto riguarda la que­stione migranti, è il Coor­di­na­mento migranti di Bolo­gna e Pro­vin­cia, soste­nuto nella nostra città, da com­pa­gne e com­pa­gni anar­chici, alcuni ade­renti alla FAI, altri o no. Nono­stante il numero non certo ade­guato alla gra­vità, com­ples­sità e urgenza del pro­blema, come anar­chici riu­sciamo, qui a Bolo­gna, a

Brevi bolognesi: 8 — 10 maggio

Dome­nica 8 mag­gio In serata era atteso il comi­zio in piazza Mag­giore di due mini­stri, Bossi e Tre­monti, inter­ve­nuti a Bolo­gna per soste­nere la can­di­da­tura del leghi­sta Manes Ber­nar­dini alle ele­zioni comu­nali. Una piazza total­mente blin­data non ha impe­dito però la con­te­sta­zione. Spon­ta­nea­mente, fin dalle 20, si sono creati due pre­sidi: uno sotto palazzo Re

Intervista a Eric Hazan

In occa­sione dell’uscita della sua ultima opera, Paris sous ten­sion (Parigi sotto ten­sione) [La Fabri­que, 2011], che pro­se­gue una rifles­sione ini­ziata con L’Invention de Paris [Seuil 2002], abbiamo inter­vi­stato Eric Hazan, sto­rico, edi­tore e com­pa­gno. Come sei arri­vato a lavo­rare su Parigi? Quando ho comin­ciato a lavo­rare a L’Invention de Paris, la que­stione che mi

Libero dal Fosco (fin del secolo morente)

Aggiun­giamo un po’ della nostra sto­ria. Que­sta volta ricor­dando Alfonso Fan­taz­zini dai più cono­sciuto come Libero. Que­sto nomi­gnolo1 lo col­lega al movi­mento anar­chico degli inizi del nove­cento. Libero dal Fosco richiama il noto “Inno della rivolta” di Luigi Moli­nari dove il «fosco fin del secolo morente» è l’epoca delle can­no­nate di Bava Bec­ca­ris con­tro il