Lucca Libera!

La città non si vende né si compra... si vive!

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  • Category Archives Avvisi
  • CARREFOUR: PRODURRE E CONSUMARE 24/7

     Conversazione con tre dipendenti del punto vendita Carrefour di Lucca. Le mirabolanti strategie dei supermercati per venderci qualche merce in più, alla faccia dei diritti dei lavoratori. E meno male che c’è il sindacato…

    Un moderno centro commerciale sintesi esemplificativa dei complessivi rapporti sociali; il produciconsumacrepa (e sii anche felice) l’imperativo a cui conformarsi o rischiare l’esclusione; l’ideologica scissione di produttore e consumatore; il modello presente e futuro di un asservimento alle esigenze del totalitarismo del mercato.

     

    Lucca Libera: quanti sono attualmente i dipendenti del punto vendita Carrefour a Lucca?

    Layla: sono 140, per la maggior parte con contratti part-time.

    Lucca Libera: quando ha aperto questo punto vendita?

    Layla: è stato inaugurato il 4 aprile del 2000, sono 15 anni che è aperto.

    Lucca Libera: a vostra conoscenza, che tipo di sviluppo ha avuto questo supermercato?

    Salvatore: all’inizio funzionava abbastanza bene, anche se i dirigenti si sono più o meno sempre lamentati che le cose non andavano come volevano. Poi, da quattro o cinque anni a questa parte, la situazione è andata effettivamente peggiorando e, per almeno tre volte, hanno minacciato la messa in mobilità di una parte consistente del personale. I problemi si sono fatti più acuti negli ultimi due anni. Continue reading  Post ID 4787


  • DATE I VOSTRI VOTI, CITTADINI!

     

    Clicca sulla foto per ingrandirla (potrebbe richiedere un po’ di tempo). Disclaimer: l’immagine ha uno scopo puramente illustrativo.

    Coloro che già vi hanno tolto tutto vi chiedono ancora qualcosa.
    Andate! Andate, popolo! Andate elettori! Alle urne… E non lamentatevi più. Basta. Non cercate di impietosire sul destino che vi siete costruito. Non insultate, successivamente, i padroni che vi siete dati. Zo d’Axa

     

    Il sistema rappresentativo, ben lungi dall’essere una garanzia per il popolo, crea e garantisce, al contrario, l’esistenza permanente di un’aristocrazia governativa contro il popolo stesso ed il suffragio universale è unicamente un mezzo eccellente per opprimere e rovinare un popolo in nome proprio di una pretesa volontà popolare, presa come pretesto, o un gioco di prestigio grazie al quale si nasconde il potere realmente dispotico dello Stato, basato sulla Banca, la Polizia, l’Esercito. M. B.

     

    If voting changed anything, they’d make it illegal. E. G.


  • CENTENARIO PRIMA GUERRA MONDIALE

    Ricordiamo i cento anni dall’entrata dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale (24 maggio 1915).

    Spregiamo l’esposizione del tricolore e ci dissociamo radicalmente dal minuto di silenzio istituzionale. E per questo cantiamo così:

    La mattina del cinque d’agosto
    si muovevano le truppe italiane
    per Gorizia, le terre lontane
    e dolente ognun si partì

    Sotto l’acqua che cadeva al rovescio
    grandinavano le palle nemiche
    su quei monti, colline e gran valli
    si moriva dicendo così:

    O Gorizia tu sei maledetta
    per ogni cuore che sente coscienza
    dolorosa ci fu la partenza
    e il ritorno per molti non fu

    O vigliacchi che voi ve ne state
    con le mogli sul letto di lana
    schernitori di noi carne umana
    questa guerra ci insegna a punir

    Voi chiamate il campo d’onore
    questa terra di là dei confini
    Qui si muore gridando assassini
    maledetti sarete un dì

    Cara moglie che tu non mi senti
    raccomando ai compagni vicini
    di tenermi da conto i bambini
    che io muoio col suo nome nel cuor

    Traditori signori ufficiali
    che la guerra l’avete voluta
    schernitori di carne venduta
    questa guerra ci insegna così

    O Gorizia tu sei maledetta
    per ogni cuore che sente coscienza
    dolorosa ci fu la partenza
    e il ritorno per molti non fu.

    Per ascoltare la versione dei Les AnarchistesO Gorizia


  • CARRARA: SGOMBERI IL SINDACO E LA SUA GIUNTA

    All’indomani dello sgombero della Sala di Rappresentanza del Comune di Carrara abbiamo incontrato Naila e Manuel del Presidio Permanente.

    Lucca Libera: come avete accolto lo sgombero, deciso e ordinato dal sindaco Zubbani, avvenuto il 27 gennaio?

    Manuel: sicuramente con sdegno. Innanzitutto per quanto riguarda il giorno, perché è stato effettuato nel Giorno della Memoria, in cui tutta la Giunta e tutto il Consiglio erano a Massa per un Consiglio congiunto. Già questa è stata una mossa, dal punto di vista etico, molto brutta. Poi l’ orario: alle sei di mattina, questo precisamente per non richiamare attenzione mediatica, per fare le cose nel modo più silenzioso possibile. Soprattutto, una cosa obiettivamente non democratica è stato il dispiegamento di forze: l’ utilizzo di tre, quattro, e la sera erano cinque, camionette con circa 50 agenti tra polizia e carabinieri in tenuta antisommossa. Forze ben chiare e ben disposte. E’ stata veramente una cosa da Comune non democratico. Soprattutto da parte di una maggioranza di sinistra, con partiti come Rifondazione Comunista e il Partito Socialista che si dichiarano a favore del popolo. Ricordiamo che lo stesso sindaco è del Partito Socialista. I fatti, per come si sono svolti, richiamano di più tattiche di tipo dittatoriale, diciamo di destra. E’ incomprensibile come, senza dialogare prima con i cittadini, senza cercare un approccio di tipo più tranquillo, più pacifico, sia stato effettuato uno sgombero in modo così pesante e militarizzato.

    Naila: quello che fa effetto è come il sindaco non tratti la questione dell’Assemblea Permanente come un fatto politico, ma appunto come un fatto di ordine pubblico, lasciando in mano tutto alla polizia. Anche durante i mesi di presidio noi avevamo sempre delle guardie della Municipale che stavano lì a fare gli straordinari per vedere se tutto andava bene. Lui non ha mai preso in esame la possibilità parlare con noi come in un contesto politico. Lui ha sempre fatto riferimento a una questione di ordine pubblico.

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  • Carrara: in assemblea permanente

    Carrara. Notte tra il 4 e il 5 novembre. Il fiume Carrione rompe l’argine destro nella zona di Avenza. In pochi minuti vengono allagati interi quartieri. 450 gli sfollati, 1.600 le abitazioni danneggiate, 5.000 le famiglie coinvolte.
    I lavori all’argine destro del fiume erano stati conclusi tra il 2006 e il 2007. Pare che il costo complessivo ammontasse a 2 milioni di euro, divisi in quattro lotti di 500.000 euro ciascuno probabilmente per evitare i collaudi che sono obbligatori quando le opere superano tale cifra. Indagherà la Procura… (?).
    Sabato 8 novembre. Una folla di migliaia di persone si raduna sotto il palazzo comunale di Carrara, chiedendo a gran voce e con determinazione le dimissioni del sindaco Zubbani, a capo di una giunta, scusate il termine, PD.
    Inizia parlando di questi ultimi fatti la nostra conversazione con Matteo e Silvia del Presidio Permanente presso la Sala della Resistenza del Comune di Carrara.

    (Alla fine dell’intervista, foto del Presidio Permanente e della manifestazione di sabato 22 novembre)

    Lucca Libera: quando e come è iniziata la protesta?

    Matteo: la protesta è scoppiata l’8 novembre: una folla di circa tremila abitanti di Carrara si è ritrovata sotto il palazzo del Comune in una manifestazione organizzata tramite passaparola sui social networks. Una folla inferocita che protestava contro l’amministrazione comunale ed il sindaco. A seguito di un’irruzione all’interno dell’edificio comunale, si è creato un presidio permanente che chiede, essenzialmente, le dimissioni del sindaco e dell’intera giunta. Siamo di fronte ad un’amministrazione che negli ultimi anni ha devastato Carrara sia dal punto di vista economico che idrogeologico; un’amministrazione che, a seguito dell’alluvione, non ha saputo dire nient’altro che: “noi non ci dimettiamo, noi non siamo i responsabili diretti di ciò che è successo”. Con queste parole comincia da subito uno scaricabarile infinito. Il Comune dà la colpa alla Provincia, che è l’ente preposto agli interventi nell’alveo e sugli argini dei fiumi, mentre il Comune dovrebbe solo vigilare, controllare, ma di fatto manda solo pochi tecnici quando ci sono da fare dei lavori. Il rimpallo delle competenze può sì salvare, sul piano giuridico, il nostro sindaco dalle accuse, anzi la stessa Provincia, per bocca del presidente Buffoni, si è assunta la completa responsabilità riguardo al crollo dell’argine. Ma la responsabilità morale del sindaco Zubbani è nettissima. E’ un sindaco che non è riuscito ad esprimere, neppure nei primi momenti di fronte alla folla di cittadini, una sola parola di solidarietà. Nonostante alcuni dicano che la folla fosse costituita solo da anarchici, ultras e gente violenta, in realtà vi erano mamme, bambini e ragazzi molto giovani. La folla era sì arrabbiata, ma comunque aveva un atteggiamento pacifico. Ebbene, nemmeno una parola di solidarietà o di cordoglio per tutti coloro che avevano perso qualcosa è uscita dalla bocca del sindaco. Non ha espresso un solo sentimento umano né ha avuto un approccio solidale con noi popolazione alluvionata. Dinanzi alla folla ha detto: “il sindaco e l’amministrazione non si sentono responsabili per ciò che è successo”. Forse è proprio a causa di tale atteggiamento che è scattata in noi l’idea di dare vita a questo presidio permanente. Solo dopo otto giorni Zubbani ha espresso le proprie scuse ufficiali alla cittadinanza attraverso gli organi di stampa. Nel contempo adducendo giustificazioni ridicole: ha detto che la sua era stata una provocazione. Il fatto, a mio avviso è veramente pesante, ovvero: il sindaco ha provocato la propria cittadinanza e solo dopo otto giorni è venuto a scusarsi, avendo finalmente compreso di essersi comportato in modo deplorevole. Continue reading  Post ID 4707


  • Elettrodotto Oltreserchio: perché No!

    Pubblichiamo Le Tante Ragioni del No all’elettrodotto progettato da Terna nell’Oltreserchio. Ben 64 motivi (per ora) per opporsi alla devastante opera che la società Terna S.p.A intende imporre alla popolazione.

    Clicca sull’immagine qui sotto per aprire il documento in formato pdf.

     

    Per la versione stampabile in bianco e nero clicca qui.


  • NON E’ SOLO UN ELETTRODOTTO

    Intervista a Nicoletta Dosio del movimento No Tav. Attraverso le sue parole una riflessione sulle mega infrastrutture e le lotte contro di esse, dagli elettrodotti alle linee ferroviarie ad alta velocità: la devastazione e il saccheggio dei territori perpetrati per mezzo delle grandi opere inutili.

    Cliccando qui puoi leggere l’intervista in formato pdf.

    Lucca Libera: puoi introdurre brevemente la questione dell’elettrodotto che stanno realizzando in Val di Susa?

    Nicoletta: questa linea viene costruita in collaborazione tra due società, Terna e Transenergia, quest’ultima formata dalla Compagnia Italiana Energia e dalla Sitaf, la società che gestisce l’autostrada A32. Si tratta della linea Grand’Ile-Piossasco, lunga 190 km di cui 95 in Italia, che dovrebbe unire con un elettrodotto interrato il Piemonte e la Savoia. Tra l’altro, al confine con la Francia dovrebbe sfruttare la nuova galleria dell’autostrada A32, prima chiamata “canna di sicurezza” ora definita “canna di servizio”, perché vogliono potenziare il traffico stradale. Aumentare il traffico stradale potrebbe sembrare in contraddizione con il progetto Tav, in realtà la nuova canna serve perché è molto costosa. Come al solito, il primo significato di opere come queste è: buttarci dei soldi. Il secondo significato è quello di poter occupare i territori. Ciò vale anche per l’elettrodotto, in più con questo c’è la possibilità di entrare nel business del controllo internazionale delle risorse. Comunque, alla base di tutto c’è sempre il tentativo di costruire una grande opera e attraverso questa distruggere il territorio e l’ambiente. La distruzione porta soldi: si distrugge per poi rimettere a posto, è come la guerra. Con la guerra si spende nel farla e poi nel ricostruire, in più viene occupato per sempre il territorio conquistato.

    Lucca Libera: facciamo un passo indietro: la faccenda del mega elettrodotto inizia negli anni ’80, con un progetto che prevedeva una linea aerea a 380 kV lungo la Val di Susa…

    Nicoletta: sì, allora la linea si chiamava Grand’Ile-Moncenisio-Piossasco e in Valsusa ne venimmo a conoscenza nel 1986. Ci venne detto che volevano costruire questo mega elettrodotto a 380 kV per portare l’energia elettrica dalla Francia all’Italia, partendo dalla centrale nucleare Super-Phénix, la cui attività era iniziata nel 1985, per arrivare al nodo di Piossasco, in provincia di Torino. Nel 1986 noi stavamo già penando per la questione dell’autostrada, allora ancora in costruzione. Continue reading  Post ID 4666