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La Massoneria
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GOL Thursday, Aug. 19, 2004 at 11:26 AM |
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Massoneria «la massoneria si profila come entità e come fenomeno di carattere complesso, non riducibile alla sola dimensione ideologica o sociopolitica né, per contro, alla sola dimensione iniziatica e spirituale. Ma mentre la prima è esplorabile e analizzabile mediante gli strumenti ben collaudati della ricerca scientifica, la seconda rimane impenetrabile a questi strumenti e richiede l’uso di altri e più adatti mezzi d’indagine. L’esoterismo è a tutti gli effetti l’universo sommerso e mal visualizzabile della massoneria, suo cuore e midollo, vero filo conduttore unitario attraverso il suo divenire, comune denominatore sotteso alla sua universalità e al suo cosmopolitismo, irresistibile segnale di richiamo per tutti gl’individui che nei tempi e a ogni latitudine hanno varcato le soglie del Tempio. Nella presente esposizione di esoterismo ben poco si parla, anche se pare di avere già a sufficienza delucidato i motivi di questa apparente contraddizione con quanto or ora affermato in merito al ruolo dell’esoterismo nel contesto massonico, da cui consegue la costante necessità di tenerne presente l’influenza nell’esame del fenomeno muratorio pure laddove l’esoterismo non emerga in forma palese».
Il Mistero delle Origini Le origini della libera muratoria rimangono tuttora avvolte in un fitto mistero. Benché sia stata ipotizzata una continuità tra i collegia fabrorum romani, o corporazioni di mestiere istituite già nella Roma arcaica, e le corporazioni medioevali di muratori, per il tramite di maestranze bizantine o italiche (tra queste, i cosiddetti magistri comacini) operanti nell’alto Medioevo, nessuna prova documentaria è ancora emersa al riguardo. Durante il medioevo, nei principali Paesi europei vennero a costituirsi numerose gilde o confraternite di muratori, in connessione con la ripresa delle costruzioni religiose e civili, in molti casi sotto il patronato o la direzione degli ordini monastici. Si ha notizia infatti di diversi statuti o carte contenenti una disciplina del mestiere, dei rapporti reciproci tra membri delle corporazioni, tra membri e apprendisti, etc., ma soltanto negli antichi documenti inglesi e scozzesi sono riscontrabili elementi peculiari rinvenibili in seguito nella massoneria moderna, quali le allusioni a segreti del mestiere e a segni o modi di riconoscimento riservati agli operai ammessi nella corporazione.
Sono sopravvissute fino a oggi corporazioni di mestiere, tra cui quelle dei muratori e dei carpentieri, denominati rispettivamente compagnons in Francia e steinmetzen in Germania, caratterizzate da un apparato simbolico e da “leggende” del mestiere che presentano affinità con quelle massoniche e che quindi possono essere indicativi dell’appartenenza a un ceppo comune, per quanto remoto. Nondimeno, quando dopo il 1717 si verificò la diffusione della moderna massoneria inglese sul continente europeo, nei diversi Paesi non avvenne alcun travaso dalle preesistenti corporazioni di mestiere alla nuova organizzazione, che era ed è da considerare una diretta filiazione inglese. Nei quasi tre secoli trascorsi dalla fondazione della Gran Loggia di Londra (1717), che segnò formalmente o convenzionalmente l’atto di trapasso dall’antica massoneria di mestiere o operativa a quella moderna o speculativa, sono state proposte varie teorie a spiegazione della specificità di essa rispetto a tutte le altre organizzazioni di mestiere, consistente nel suo patrimonio simbolico ed esoterico. Sono stati chiamati in causa il sacerdozio egiziano, i misteri eleusini, i pitagorici, gli esseni, le sette gnostiche e zoroastriane, il mitraismo, i druidi, il sufismo persiano e arabo, la qabbalah ebraica, i Templari, i catari, i Fedeli d’Amore, gli alchimisti, l’ermetismo rinascimentale, i Rosa Croce: in breve, l’intero retroterra esoterico della civiltà occidentale e del vicino Oriente. Nonostante una pluralità di sorprendenti affinità e talvolta di coincidenze, nessuna vera prova sussiste in merito a eventuali rapporti di identità o di continuità tra qualcuno di questi supposti antecedenti e la massoneria. Diverso è il discorso per quanto concerne l’influenza che alcuni di essi possano aver esercitato nel processo di formazione della massoneria moderna, con riguardo soprattutto agli ultimi sopra menzionati. Evidenti innesti da talune eredità sapienziali, anche remote, sono ben attestati nella storia della massoneria ed emergono nitidamente dall’esame dei suoi rituali, in particolare per quanto concerne i diversi “sistemi ad alti gradi” che fin dalla prima metà del XVIII secolo vennero a stratificarsi sopra i gradi originari della massoneria di mestiere. La massoneria soggettivamente si richiama a una tradizione iniziatica, trasmessa da uomo a uomo fin da epoche immemorabili, e perciò tale che la sua fondazione non può essere situata in un’epoca storicamente determinata né essere attribuita all’opera di un singolo uomo o gruppo di uomini. Conforme a questi presupposti, le origini della massoneria sono leggendarie o mitiche e, nella sua interna concezione, l’iniziazione muratoria non differisce dalle iniziazioni delle età più antiche, con le quali intrattiene rapporti di singolare somiglianza, al punto che, come si è detto, ne sono state ipotizzate le ascendenze più disparate e remote. Ne consegue che accanto alla storia reale della massoneria, per tale intendendo quella ricostruibile attraverso gli usuali strumenti della ricerca storica, ne sussiste o acquista rilevanza un’altra, anch’essa “storia” ma in senso molto peculiare, o più propriamente metastoria, che prescinde dal dato documentario e s’inscrive in un orizzonte diverso, nel quale i nomi, le date e gli avvenimenti s’inseriscono nella dimensione sacrale del simbolo e acquistano un significato “altro” rispetto a quello profano. Le due “storie” non si escludono reciprocamente, ma confluiscono entrambe in una nozione di tradizione leggibile e decifrabile secondo almeno due ottiche diverse, quella della lettera e quella dello spirito, governate da scritture e da cifre non omogenee.
Segreto e Riservatezza
Società iniziatica e non “società segreta”, la libera muratoria si fonda tuttavia su un “segreto”, cioè su un contenuto “non comunicabile” e “non esprimibile”, la cui conoscenza è possibile soltanto attraverso l’esperienza vissuta dell’iniziazione. Il vincolo del segreto sui riti iniziatici è ben attestato dall’antichità pre-cristiana, ma si ritrova anche successivamente. Curiosamente una delle migliori definizioni del segreto iniziatico è dovuta all’avventuriero veneziano Giacomo Casanova, come questi la espose nelle sue Memorie: Coloro che si determinano a farsi iniziare liberi muratori soltanto per pervenire a conoscere il segreto, possono sbagliarsi, perché può capitar loro di vivere cinquant’anni maestri muratori senza mai giungere a penetrare il segreto di questa confraternita… Il segreto della libera muratoria è inviolabile per sua propria natura, perché il libero muratore che lo conosce, lo conosce soltanto per averlo indovinato. Egli non lo ha appreso da alcuno. L’ha scoperto a forza di frequentare la loggia, di osservare, di ragionare e di dedurre. Quando egli vi è pervenuto, si guarda bene dal partecipare la sua scoperta a chicchessia, fosse anche il suo miglior amico massone, poiché, se costui non ha avuto il talento di penetrare il segreto, non avrà neppure quello di trarne partito apprendendolo oralmente. Questo segreto sarà dunque sempre un segreto. Tutto quello che si fa in loggia deve essere segreto; ma coloro i quali per una disonesta indiscrezione non si sono fatto scrupolo di rivelare ciò che vi si fa, non hanno certo rivelato l’essenziale. Come avrebbero potuto rivelarlo se non lo conoscevano? Se l’avessero compreso, non avrebbero rivelato le cerimonie.
Codesto segreto concerne quindi gli elementi propri dell’iniziazione e del suo apparato simbolico-rituale, e non già ipotetiche attività svolte clandestinamente al riparo del Tempio, inconfessabili perché disdicevoli sotto il profilo morale e giuridico. Altra cosa è la riservatezza, ossia la facoltà di ogni associazione liberamente costituita di pubblicizzare o di non pubblicizzare le sue attività, quando non siano illecite o vietate dall’ordinamento giuridico. A questo riguardo va precisato che comunque pressoché tutti i rituali dei lavori muratori e delle relative cerimonie di iniziazione sono stati stampati in ogni lingua, a partire almeno dal terzo decennio del XVIII secolo, e che i nominativi dei dirigenti, così come le ubicazioni delle logge, sono sempre stati noti. Lo scopo dichiarato e autentico dell’iniziazione muratoria è il perfezionamento spirituale del singolo individuo. Infatti, essa consiste nell’ammissione del candidato in un Tempio, ossia in un luogo esplicitamente sacro, che si pone a ricordo e a perpetuazione del Tempio di Gerusalemme. Mentre quello era consacrato a YHVH, il Dio dell’Antico Testamento, questo è costruito “alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo”, nomen di sostituzione che si conforma a un tempo all’impronunciabilità del Nome divino, alle origini di mestiere della muratoria e del suo patrimonio simbolico, e all’universalismo proprio dell’esoterismo. Corollari e conseguenza logica di questa primaria finalità sono gli scopi del perfezionamento morale del singolo e l’estensione di siffatta opera di perfezionamento, sul duplice piano spirituale/morale, all’intera società, intesa come “umana famiglia”. Carattere peculiare ancorché non esclusivo dell’iniziazione muratoria è la sua dimensione collettiva: l’iniziazione è conferita al candidato da una collettività di iniziati e dà initium a un percorso conoscitivo di natura esoterica che prevede periodici momenti di confronto e di lavoro comune nell’unità-loggia, secondo un piano scandito da un preciso rituale e da un apparato di simboli, la cui funzione è quella di rivelarsi gradualmente al singolo iniziato e alla sua comprensione, che va progressivamente affinata mediante sforzi individuali, nei quali è dato avvalersi dell’esempio fornito dagli altri iniziati e, ove necessario e possibile, della loro assistenza. da: "La Massoneria - Storia, Miti e Riti" di Natale Mario di Luca, pubblicato dall’Atanòr nella primavera del 2000. fonte: http://www.grandeoriente.it
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Glossario
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CavalierePellicano Thursday, Aug. 19, 2004 at 3:30 PM |
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Per rendere la Vita più facile a chi si presta a leggere Post che trattano questi argomenti.
1) Esoterismo e Occultismo:La scienza dei segreti di natura, fisici e psichici, mentali e spirituali. Nel tempo l'occultismo è stato anche definito come "Scienza ermetica", "Filosofia Esoterica", "Esoterismo", "Sapienza antica" e "Scienza divina".
Nell'occultismo occidentale è compresa la Cabala ed in quello orientale trovano posto la filosofia Vedanta e la filosofia Yoga.
Queste dottrine sono state per anni ignote al volgo, per evitare che gli ignoranti le deridessero ed i colti le utilizzassero per trarne vantaggi personali: cosa che avrebbe trasformato la Scienza divina in Magia nera.
Spesso si è condannata la Cabala perché contiene tanti termini astrusi. Ma tali termini sono astrusi solo per i "non addetti ai lavori". Chi non è dottore in matematica saprebbe forse intendere le formule complesso con cui questa persona lavora ogni giorno? Ogni scienza ha il suo linguaggio e chi è interessato a conoscerla deve per prima cosa familiarizzarsi con esso.
2) Esoterico: Occulto, segreto, deriva infatti dal greco "esotericos" che significa interiore, nascosto. Fino alla fine al 1875 tutti gli Insegnamenti Esoterici erano riservati a pochi. Dal 1875 in poi, con la missione della madama Helena Petrovna Blavatsky e la fondazione della Società Teosofica, tali insegnamenti sono stati messi alla portata di tutti coloro che sono desiderosi di conoscere la vera realtà delle cose.
3) Essoterico e/o Exoterico:(dal greco). Esteriore, pubblico. È l'opposto di "esoterico" ed indica ciò che viene insegnato apertamente. Dice S. Paolo che "ai bambini si dà il latte della conoscenza mentre agli adulti si dà la carne".
4)SIMBOLO. Il simbolismo è il "ponte" che collega la realtà e l'apparenza, il visibile all'invisibile. Il simbolo può essere considerato come un "manto" che copre una realtà. Molti miti e leggende sono simbolici in quanto dietro alla storia si celano ben altri significati. È interessante notare che più alta è un'energia e più il simbolo assume forme astratte.
Vorrei riprendere una citazione dal primo Post e precisare, con sostituzione del Verbo "indovinare" con quello più appropriato, "Intuire".
Citazione: Il segreto della libera muratoria è inviolabile per sua propria natura, perché il libero muratore che lo conosce, lo conosce soltanto per averlo indovinato, più correttamente intuito.
La terminologia che ho usato per le espressioni, più comuni è quella più "generica", quindi non applicabile "alla lettera" alla Massoneria, poichè l'Esoterismo abbraccia molte forme di pensiero.
Un T:.F:.A:.
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Riassunto:Iniziazione femminile e massoneria
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Luce d'Oriente Thursday, Aug. 19, 2004 at 4:27 PM |
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Vittorio Vanni Iniziazione femminile e massoneria Le motivazioni dell’esclusione delle donne all’iniziazione massonica, nella Massoneria d’influenza anglosassone,
sono sempre state espresse con sufficienza e superficialità, e mai ampiamente chiarite, soprattutto
dall’interpretazione sociologica, morale, e “umanistica” del “Diritto Umano” di Marie Deraismes (sotto), che pur
comprensibile ed adottabile sul piano etico e filosofico, rappresenta tuttavia il modello di tutto ciò che non ha
alcuna relazione con l’iniziazione massonica. Se le istanze egualitarie espresse dalla Deraismes fanno pur parte,
sul piano delle concezioni attinenti all’evoluzione sociale e civile, non si possono ignorare le differenze naturali che
esistono fra gli esseri, arrivando ad attribuire alle femmine un ruolo “mascolino”, che del resto è alla base d’ogni
malinteso femminismo. Un’opera, recentemente apparsa, copre una lacuna che non era più sopportabile della storiografia massonica
italiana. 1 Gli autori, Francesca e Pier Domenico Vigni coprono l’intero arco temporale della massoneria
moderna, esplicano le necessità e i motivi dell’iniziazione femminile in Massoneria, ed evidenziano le difficoltà, le
sconfitte e le vittorie di quest’importante movimento della nostra era. In questo testo, essenzialmente esaustivo, appaiano ben chiare le finalizzazioni etico-sociali che animavano le
Sorelle, ma anche la grave mancanza di una loro conoscenza approfondita delle motivazioni esoteriche sul tema
della loro esclusione massonica. Ogni comunità massonica ha il pieno diritto di osservare i propri limiti, e
accettare i Landmark, ispirati (o presunti tali) a ciò che crede essere la sua essenzialità. Non è pertanto
necessario considerare i Landmark adottati dalla propria Comunione come dei dogmi; Guénon, il cui rigore
tradizionale non può essere messo in discussione afferma: ...la questione dei Landmark che è, come si sa, soggetta a interminabili discussioni, appena chiarite riferendosi al
significato originale della parola, applicata nella Massoneria operativa ai segni, mediante i quali era fissato il
centro, e gli angoli di un edificio prima della sua costruzione, che può permettere d’interpretare i caratteri
generalmente riconosciuti ai Landmarks nel senso di una verità immutabile, universale e atemporale in se stessa,
e nello stesso tempo suscettibile, nei diversi domini d’esistenza e d’azione, di applicazioni che sono dei riflessi, a
dei diversi gradi, d’un “Archetipo” puramente spirituale; e va da sé che, in queste condizioni, i veri Landmarks non
possono in alcuna maniera essere assimilati a un insieme di regole scritte, che non saprebbero esprimere tutt’al
più che il riflesso più indiretto e più lontano 2 È necessario quindi che ogni generazione massonica riconsideri la sua intima essenza, restaurandone i danni e le
sovrastrutture temporali, per poterla così riconfermare e ritrasmettere integralmente. Su tale difficile tema, non è
possibile ignorare le considerazioni d’opportunità, (la cosiddetta “ragion di stato”) cui ogni comunità massonica è
tenuta. Sarebbe però utile un dibattito e un confronto - che è sempre più impossibile ignorare - per un chiarimento,
storico, ma soprattutto esoterico sull’iniziazione femminile in Massoneria. Gli Old Charges, al III Capitolo (relativo
alle Logge) dichiarano: Coloro che sono ammessi ad esser membri di una Loggia devono essere persone di buona reputazione,
compresi d’onore e di ragione, nati liberi e d’età matura ed essere discreti. Essi non devono essere né schiavi né
donne, né uomini che vivono senza morale od in modo scandaloso. I Canoni fondamentali dell’Ordine Massonico sono chiamati “Landmarks“ dal termine usato all’art. 39 del “Libro
delle Costituzioni“ dell’Anderson, ma non furono mai ufficialmente stabiliti fino alla proposta (1858) del Mackey,
pubblicata nella “American Quarterly Rewiew of Freemasonry “.La particolare posizione del Mackey, Gran
Segretario del Supreme Council Mother ecc., fece sì che i limiti da lui proposti fossero generalmente accettati;
tuttavia, se non si condivide la quasi generale subordinazione Scozzese a tale Supremo Consiglio, non è
certamente necessario attribuire a tali limiti un’esclusiva validità tradizionale, considerando fra l’altro che vi sono
alcune stesure dei “Landmarks”, altrettanto valide e tradizionali. Il Mackey, nel commentare il XVIII dei suoi
Landmarks, afferma Fin dalla nostra entrata nell’Ordine abbiamo trovato certi decreti che stabiliscono che potessero entrarvi solo
uomini capaci di affrontare fatiche o di adempire al dovere dei massoni speculativi. Noi abbiamo preso l’impegno
solenne di non alterare questi regolamenti che non potrebbero esser cambiati senza una completa
disorganizzazione del sistema intero della Massoneria speculativa. E’ evidente da tale affermazione che il Mackey, nel negare la possibilità d’iniziazione massonica alle donne, non
poté trovare altre argomentazioni che il ricorrere ad un costume operativo precedente, che fra l’altro in alcuni
casi lo smentisce. Non si può, in ogni caso affermare o negare la possibilità d’iniziazione massonica alle donne
senza ricorrere all’unico parametro effettivo, quello della validità iniziatica e della tradizione esoterica. A nostro giudizio, gli Antichi Doveri, e successivamente i Landmarks, hanno accolto, fra i limiti tradizionali che
un’Ordine iniziatico ha il diritto di porsi, alcuni limiti d’ordine politico-amministrativo o di pura opportunità
contingente. Nel momento in cui si notano delle divergenze fra la pseudo-ortodossia anglosassone politicamente espressa dai
Landmarks, e quella indotta della tradizione universale, da cui la tradizione massonica discende, un corretto
orientamento non può che scegliere l’eterno ed immortale valore dei concetti iniziatici di contro a contingenze
storiche ed ambientali. È quindi senza alcun pregiudizio che esaminiamo, con tutti i dati che abbiamo potuto raccogliere, sia gli aspetti
storici sia quelli esoterici dell’iniziazione femminile in Massoneria, pur nella consapevolezza che l’insufficiente
bibliografia favorisce l’ambiguità dei pareri su un argomento spesso eluso od affrontato con imbarazzo. Fra i
pochi che hanno espresso con chiarezza la loro opinione in merito, e forse con pareri solo apparentemente
opposti, citiamo: Ai nostri giorni, apprezziamo meglio l’eredità dei pensatori che ci hanno lasciato un profondo simbolismo e
comprendiamo che è assurdo proporre alla donna un programma iniziatico che mira allo sviluppo della
mascolinità. Se la donna dovesse essere iniziata, non potrebbe esserlo che ai Misteri della femminilità. (O.Whirt) Con riserva di un adattamento di certi riti, non vediamo alcuna ragione di rifiutare l’iniziazione massonica alle
donne. Diremo pure che le fondamenta del metodo iniziatico - in quanto mettono l’accento sulla via interiore,
quella del cuore e dell’intuizione - ci sembrano, al contrario, mete adatte alla natura femminile. (Paul Naudon) Nella nebulosa storia della Massoneria corporativa si trovano tracce che attestano che le donne erano ammesse,
in parità di diritti e doveri, nelle Gilde degli Artigiani. In Francia il “Livre des Métiers” di Etienne Boileau (1268)
prevedeva l’accesso delle donne nelle Corporazioni artigiane, e la loro elevazione al grado di Maestro, anche in
mestieri manuali tradizionalmente maschili. Gli Statuti della Gilda dei Carpentieri di Norwich (1375) sono
indirizzati “ ai Fratelli ed alle Sorelle “. La catena tradizionale di tali ammissioni femminili continua fino agli albori
della Massoneria speculativa. Lo Statuto della Loggia di York (1693) riporta che: “ Colui o Colei che deve esser
fatto (sic) Massone pone le mani sul Libro [la Bibbia] ed allora le istruzioni sono date”. È evidente che
l'ammissione delle donne nella Massoneria Corporativa rispecchiava la necessità economica di trasmettere in
linea familiare il patrimonio d’impresa. Il Maestro Muratore, non avendo figli maschi cui trasmettere l’eredità,
assicurava alla vedova la “regolarità” necessaria a continuare la sua opera. L’accettazione di membri non
operativi anche femminili si può quindi considerare d’uso comune nella Massoneria medioevale. Questa,
logicamente, non ritenne necessario mettere in evidenza la non partecipazione diretta ai lavori dei suoi membri
femminili, nel mentre stabiliva che gli Apprendisti dovevano essere in perfetta integrità fisica. A nostro parere non
esistono, quindi, motivi storici o tradizionali che impediscano l’iniziazione massonica alle donne, quando siano
osservate particolari norme rituali d’ordine esoterico: è solo all’origine “storica” della Massoneria che si viene a
formare il termine che impedisce alle donne l’iniziazione. Ciò può forse esser stato determinato dal completo
decadere della componente operativa o “d’impresa” nell’economia delle Logge o dall’influsso del puritanesimo,
che incise sulla morale fino ad arrivare alle ridicole esasperazioni della società vittoriana, ben diversa da quella
così libera e gioiosa espressa dai “Canterbury Tales” o, due secoli più tardi, dalle “Allegre Comari di Windsor”. Il ritorno delle donne nelle Logge avvenne nel continente, e, più precisamente, nella galante terra francese. Il
Clavel, nella sua “Storia della Massoneria e delle Società segrete” (Napoli 1873, ppgg. 122/129) accenna che
verso il 1730 si crearono delle società androgine, che usavano forme para-rituali imitanti quelle massoniche. Più
tardi, si crearono ufficialmente delle Logge d’Adozione, d’effettiva origine massonica, “come un mezzo onesto di
far partecipare le mogli e le figlie dei Massoni ai piaceri che essi provavano nelle loro feste misteriose”. Il Findel
3 nonostante la mole enciclopedica della sua opera, non accenna in alcun modo alle Logge d’Adozione” ed alla
Massoneria Femminile. L’unica opera sull’argomento è quella del Le Forestier. 4 Anche quest’autore si sofferma
sulla nascita di società androgine imitanti la Massoneria, per fini di divertimento. Ma è evidente che è solo per
una sorta di maliziosità, o per pignoleria erudita che lo storico sopracitato ha parlato di società quali l’Ordine dei
Cavalieri e delle Ninfe, della Rosa, delle Mopses, ecc., come origine prima delle Logge d’Adozione. Il Le Forestier riporta, in nome di questa maliziosità, alcune notizie su una “Confrérie de Figues” che voleva “far
rivivere l’età dell’oro praticando la comunità dei beni ed estendendola a quella dei corpi”. Le “Soeurs de la Figue
Noire” dovevano accordare, con una docilità ed una compiacenza senza riserve, tutti i favori che avrebbero
chiesto i “Frères du Chapeau Noir”. Quest’imitazione sensualistica dei misteri framassonici, la cui riservatezza
era cagione d’estrema curiosità nel mondo profano e soprattutto in quello femminile, non può aver preformato le
“Logge d’Adozione”, sottoposte d’altro canto ad un rigido codice, ove erano accolte soltanto le mogli e le figlie
dei Massoni e dove si trasmetteva un simbolismo ultra-virtuoso e moralistico, certamente più strumentale ai
Fratelli che seguito dalle “Sorelle”. Tuttavia, anche nel caos, più folcloristico che iniziatico, della Massoneria francese dell’Ancien Régime le Logge
Simboliche propriamente dette non ammettevano ai propri lavori la presenza femminile. Il Le Forestier, nell’opera
citata, afferma che Lo stesso termine “Logge d’adozione” è, in realtà, improprio, in quanto si equivoca sul triplo significato di
“Loggia”, che può designare un gruppo massonico portante un nome distintivo, come anche una riunione di tale
gruppo ed infine il locale (altrimenti chiamato tempio) dove questo si raduna. Le Logge mascoline adottanti
avevano creato un particolare rituale per tornate straordinarie in cui erano ricevute od iniziate le sorelle adottate. Sarebbe quindi più preciso adottare la dizione “Tornata d’Adozione femminile” anziché quella di “Loggia
d’Adozione”, così come si dice “Tornata” funebre, d’agape, matrimoniale o d’adozione d’Ulivelli. Il giudizio di René
Guénon, a riguardo del rituale del Rito Femminile Egiziano di Cagliostro, molto simile a quello delle Logge
d’Adozione, è molto deciso: Un altro punto da notarsi è il carattere dei gradi femminili: questi conservano in gran parte il simbolismo abituale
nella Massoneria d’Adozione, ma questa non rappresenta in vero che un semplice simulacro d’iniziazione,
destinato a dare un’illusoria soddisfazione alle donne che rimproveravano alla Massoneria di trascurarle. 5 Il Grande Oriente di Francia, più per rimediare a uno stato di fatto che per reale convinzione, autorizzò, in forma
ufficiale, (il 10 Giugno 1774) le Logge d’Adozione, ponendole tuttavia sotto la guida e la protezione dei Fratelli. È
interessante notare che nelle cerimonie connesse ai quattro gradi femminili, i cui quaderni furono compilati e
pubblicati da Guilleman de Saint Victor, la principale disposizione imponeva: «le Logge d’adozione non sono mai
convocate se non da Grandi Maestri Liberi Muratori» L’iniziazione delle Sorelle era affidata al Maestro Venerabile, alla cui destra sedeva, senza mai intervenire, la
Gran Maestra, le cui funzioni erano solo onorarie e cerimoniali. Ugualmente, le Dignitarie della Loggia avevano la
sola mansione di accompagnare i Fratelli rivestiti della stessa dignità durante il rito. E’ quindi evidente che la nascita delle Logge d’adozione era considerata una necessità più sociale e familiare
(compiuta “obtorto collo”) che derivante da una convinzione iniziatica. Questa preclusione massonica
all’operatività femminile è basata su un’affermazione del rituale: (versione del G.O.I.): “Essendo la nostra
iniziazione solare, le donne non possono essere ammesse ai nostri misteri.” È da quest’affermazione che è necessario partire per esaminare la questione non più nei suoi aspetti storici, ma
in quelli più propriamente iniziatici. La proposizione “essendo la nostra iniziazione solare”, al contrario di quanto si
crede comunemente, è un inserimento recente, nell’ambito del Grande Oriente d’Italia, effettuato nella revisione
del Rituale Massonico del 1969. Abbiamo a suo tempo interpellato, su questa modifica, alcuni membri della
Commissione Rituale dell’epoca, i F.lli Drake e Renato Caporali. Questi risposero che nei Rituali G.O.I. del 1949
e 1955 vi era stata un’omissione della parte relativa alla consegna dei guanti da donna, giustamente reintegrata,
e che la frase “iniziazione solare” era stata “inserita” per dare una motivazione plausibile all’esclusione. A nostro giudizio, non può esistere un’iniziazione esclusivamente “solare” o “lunare”, essendo questi termini
riferibili soltanto alle due fasi progressive dell’operatività esoterica, chiamate anche Piccoli o Grandi Misteri, o
Isiaca ed Osiridea, indipendentemente dal sesso fisico dell’operatore. Da almeno cinquemila anni il simbolismo esoterico raffigura questa caratteristica con il Sole e la Luna affiancanti
la Stella, che è la sintesi androgenetica dell’uno e dell’altra. Da sempre i calendari iniziatici sono luni-solari, in
quanto le correnti magnetiche micro-macrocosmiche s’interpolano ed interagiscono fra di loro. Proclo, 6 la cui opera si può considerare esprimente gli assiomi fondamentali dell’esoterismo, che è una visione
arcaica e futuristica assieme del mondo, afferma, parlando dell’affinità micro-macrocosmica del simbolismo del
Sole e della Luna, che: …non è forse questo il motivo per cui il girasole si muove in sintonia con il sole e il seletrópion [pianta a
segnatura lunare non identificata] in sintonia con la luna, compiendo la propria rivoluzione, nei limiti delle proprie
possibilità, insieme con le lampade del mondo?… Giamblico ci ha trasmesso quella sapienzialità attribuita agli egiziani e che, attraverso varie confluenze, la
Massoneria ha in parte ereditato, parlando delle analogie universe 7 che reggono il Tutto, ritiene che C’è presso gli Egiziani ancora un’altra egemonia sugli elementi universali del divenire e sulle loro potenze, quattro
maschili e quattro femminili, egemonia che attribuiscono al sole; e c’è un’altra autorità su tutta la natura del
divenire che attribuiscono alla Luna. Per Giamblico, quindi, così come nelle analogie universe l’incenso, per la sua segnatura solare, rappresenta e
sostituisce ogni altra resina aromatica con diversa segnatura, nell’influenza del Sole sui mondi materiali è implicita
quella della Luna, che ha, inoltre una sua funzione specializzata, quella della formazione e della conservazione
delle forme. Su un piano spirituale superno l’iniziazione effettiva forma un essere androgeno, in cui vi è la capacità totale di
generare, formare e conservare. In ciò non vi è l’annullamento delle due diverse forme di sessualità, ma al
contrario la loro massima unificazione ed espressione, mentre nel piano materiale, nello stesso tempo, la
diversificazione tuttavia sussiste, o, meglio, sussiste la specializzazione differenziata in cui non vi è differenza di
grado, ma di qualità. Guénon afferma che: si può essere adatti a ricevere un’influenza spirituale senza per questo esser capaci di trasmetterla e bisogna
aggiungere che vi sono impedimenti speciali non concernenti che alcune forme d’iniziazione. Su quest’ultimo punto
è sufficiente insomma ricordare che la diversità dei modi d’iniziazione, sia da una forma tradizionale all’altra, e sia
all’interno di una stessa forma tradizionale, ha precisamente lo scopo di rispondere alle diversità d’attitudine
individuale e non avrebbe evidentemente alcuna ragione d’essere se in un unico modo potesse convenire
ugualmente a tutti coloro che sono in modo generale qualificati per ricevere l’iniziazione. In un’organizzazione sociale tradizionale, essendo ognuno là dove la sua natura individuale lo pone, il problema
dell’iniziazione femminile in Massoneria sarebbe improponibile ed impensabile. In un’iniziazione cavalleresca, ad
esempio, essendo questa speculativamente rivolta sull’operatività dell’arte bellica, la coesistenza rituale
androgina sarebbe assurda, anche se non si può negare che qualificazioni di tipo “eroico” possono esistere in
una donna. D’altra parte, in un contesto rituale esclusivamente femminile, nel Compagnonaggio delle ricamatrici, ad esempio,
o di tipo religioso-misterico, come il Collegio delle Vestali o la Sororeria della Bona Dea, l’uomo che avesse
preteso l’iniziazione, anche se in nome di una malintesa o provocatoria parità sessuale, sarebbe stato
considerato matto o inviato fra le Galle, i sacerdoti omosessuali e castrati di Cibele. La richiesta dell’iniziazione femminile in Massoneria, e l’affermazione di tale possibilità nell’era attuale, deriva
dalla constatazione che l’attuale civiltà ha perduto gran una parte del tradizionale ordinamento originale,
nell’evoluzione-involuzione della società, realtà che non si può ignorare in un corretto orientamento iniziatico. Nel tempo si è prodotta una frattura fra l’atto operativo ed exoterico del costruire e quello speculativo ed
esoterico della costruzione metafisica, e questa separazione, non potendosi risolversi sul piano fisico, si può
ristabilire solo nel piano metafisico, in cui la “specializzazione” sessuale puramente fisica non ha più senso. Già con l’inserimento di membri “accettati” la Massoneria ha abbandonato la tradizione “compagnonica” d’origine,
venendo così meno al primo principio dell’iniziazione artigianale, quello, come si è già detto, dell’affinità fra
mestiere fisico e l’operatività metafisica. Con questa perdita, si è prodotto così il decadere di alcune delle qualificazioni particolari per l’iniziazione: ma
anche l’elevazione della Massoneria, che era una volta la semplice spiritualità del terzo stato (minoritario nella
società tradizionale) al rango d’unico “Mistero” della nostra epoca. Se quindi non è più necessario essere dei costruttori di mestiere per essere Massoni, potrebbe non essere più
opportuno riferirsi a consuetudini legate ad un periodo storico particolare per negare l’iniziazione alle donne.
Stabilito ciò, se così si volesse, il nodo centrale del problema non è più quello della qualificazione maschile ma
quello, più universale, delle qualificazioni necessarie alla trasmissione iniziatica. René Guénon 8 riafferma
l’indispensabilità della qualificazione maschile, quando afferma: Sappiamo bene che certi contemporanei hanno pensato che, essendo scomparso l’effettivo esercizio del
mestiere, l’esclusione delle donne dall’iniziazione avrebbe ugualmente perduto la sua ragione d’essere: ma
questo è un reale non-senso, poiché la base di una tale iniziazione non è assolutamente cambiata per questo, e
come abbiamo già detto [Aperçus sur l’initiation, ch.XIV] quest’errore rivela una completa ignoranza della portata
e del valore reale delle qualificazioni iniziatiche Ma, proseguendo, nello stesso tempo afferma 9 anche che vi sarebbe comunque, anche se con estrema
difficoltà, la possibilità di un’iniziazione femminile in Massoneria: È facile comprendere che potrebbe esserci, d’altra parte, perlomeno come principio, delle possibilità d’iniziazione
femminile che non sarebbero per niente da scartarsi: ma diciamo in principio perché, disgraziatamente, nelle
attuali condizioni, non esiste di fatto alcuna trasmissione iniziatica che possa permettere di realizzare queste
possibilità: e noi non lo ripeteremo mai abbastanza, perché questa è una cosa che molti sembrano sempre
perdere di vista; al di fuori di una tale trasmissione, non ci sarebbe alcuna valida iniziazione, non potendo esser
costituita da delle iniziative individuali, che, comunque fossero, non potrebbero per se stesse che produrre una
pseudo.iniziazione, in quanto l’elemento sovrumano, cioè l'influenza spirituale, farebbe forzatamente difetto. Pertanto si potrebbe intravedere una soluzione se ci si collega a questo: i mestieri appartenenti al
Compagnonaggio hanno sempre la facoltà, tenendo conto delle loro affinità più speciali, d’affiliare questo o quel
mestiere e di conferire a questo un’iniziazione che non possedeva prima, e che è regolare per il motivo che non è
se non un’adattamento di un’iniziazione preesistente: non potrebbe trovarsi qualche mestiere che sia suscettibile
d’effettuare una tale trasmissione al riguardo di certi mestieri femminili? La cosa non sembra assolutamente
impossibile e forse anch’essa non è senza esempio nel passato: ma non possiamo nasconderci che si
troverebbero numerose difficoltà in ciò che concerne il necessario adattamento, essendo questo più difficile che
fra due mestieri maschili: si troverebbe oggi degli uomini che siano sufficientemente competenti per realizzare
quest’adattamento in uno spirito rigidamente tradizionale, e capaci di guardarsi d’introdurvi la minima fantasia che
rischierebbe di compromettere la validità dell’iniziazione trasmessa?” Nelle glosse varie del “Gruppo di Ur“ (Invito alla magia- Edizioni Mediterranee Roma 1973) troviamo che: Se per iniziazione si intende semplicemente il procedimento nel quale può esser raggiunto il contatto con il
sovrasensibile, devesi dire che, in linea di principio, l’iniziazione è aperta anche alla donna. Resta, nel riguardo, il
problema della via. Normalmente, la via propria dell’uomo è quella “ secca “ ed attiva di un metodo in cui la
presenza a sè non è mai perduta ed il rito è controllato in tutte le sue parti da un principio che si mantiene in tutti i
cambiamenti di stato, fino alle fasi realizzatrici. Invece, per una donna, la via naturale sarebbe quella “umida”. Il motivo di ciò non è puramente teorico e quindi soggetto alle varie opinioni, ma deriva da quell’assioma
lapalissiano che dalle querce non nascono limoni. Il rapporto micrococosmo-macrocosmo si fonda su perfette
analogie che non si possono ignorare da parte di chi segue una via iniziatica tradizionale. In questa il principio
solare è sempre collegato alla forza virile. Aristotele disse: “l’uomo ed il sole generano l’uomo“.
Nell’Jaminiaupanishad bramâna è detto: “Quando il padre (umano) l’emette così, come semenza nel grembo della donna, è in realtà il sole che là lo
emette; là, in verità, lo regge e lo conduce di là da questa morte; in seguito nasce, conformemente al seme ed al
soffio”. Nei Misteri di Mithra, dai quali le donne erano escluse, si affermava che il potere delle iniziazioni solari era
“taurino” ed “ ammonio” e che “questo potere nessuna donna può conoscere senza morire”. Ma anche in un corpo fisico ed una psicologia prettamente maschile, vi è comunque, nella fisiologia sottile, una
polarità lunare sub-dominante, così come nella donna vi è una polarità solare, sempre sub-dominante. Purtuttavia
la trasmissione di un’influenza spirituale, che è l’essenzialità di un’iniziazione, non può, nel quaternario, che esser
trasmessa per canali quaternari e quindi fisici. La generazione spirituale segue quindi gli stessi canali di quella fisica ed il potere di trasmettere l’iniziazione è
prerogativa esclusivamente maschile o androgena. Se si voglia comunque affermare il cosiddetto carattere
“solare” dell’iniziazione Massonica, questo non può che riferirsi ai poteri attivi di trasmissione, in quanto è
assiomatico che in ogni via iniziatica vi è, nello stesso tempo, la lunarità isiaca dei Piccoli Misteri e quella solare
ed osiridea dei Grandi Misteri. La fase lunare ed isiaca comporta il concetto della reintegrazione, il ricupero di quella parte istintiva ed intuitiva
che l’uomo, nel suo evolversi ciclico verso la razionalità ha perduto, e che deve ritrovare, senza perdere
quest’indispensabile conquista. La fase solare ed osiridea comporta il concetto della trasmutazione, o il
proseguire dell’evoluzione ciclica dell’uomo verso gli stati superiori dell’essere, nel superamento di ciò che è in lui
terrestre e materico. Nella ritualità Massonica si possano trovare tracce dei Piccoli Misteri quando il recipiendario è messo nello stato
ricettivo ed il Compagno vede nella Stella Fiammeggiante l’esistenza di un piano sovrasensibile. Il simbolismo
Massonico, che vede nei suoi Templi sia la Luna sia il Sole, è chiaramente e completamente improntato alla
dualità dell’essere nelle sue manifestazioni visibili. Si può quindi ipotizzare la regolarità dell’iniziazione femminile in Massoneria, quando questa poi non pretenda
autonomamente i poteri di trasmissione, che sono solari e maschili (o luni-solari androgeni). In nome di questo
principio è necessario che durante l’iniziazione da parte di una Maestra Venerabile vi sia il contatto fisico di un
Fratello (mano destra sulla spalla sinistra) su una Sorella, o che sia seguita passo per passo da un Fratello con
la spada puntata. È comunque da rimarcare, se ve ne fosse bisogno, che questa specializzazione maschile o androgena per la
trasmissione iniziatica si limita a questa particolarità tutto sommato tecnica, e non incide per niente sul concetto
che sia la reintegrazione sia la trasmutazione siano prerogative individuali sia femminili sia maschili, in quanto
negli stati superiori dell’essere la fisicità (caratteristica del quaternario) è superata, o meglio integrata in un
principio di unicità o universalità. Ancor più non incide sulle qualificazioni alle cariche politico-amministrative che,
non essendo di carattere rituale iniziatico, sono aperte indistintamente a tutti coloro che abbiano la capacità ed il
carisma necessario, uomini o donne che siano. Comunque, anche sul piano della fisicità, o meglio della tradizionale fisiologia sottile, i termini di polarizzazione si
possono invertire attraverso l’operatività esoterica: in altri contesti metafisici, come nel tantrismo shivaita ad
esempio, in cui l’unione di Shiva e Sakthi forma un androgeno che, proprio dal congiungimento delle sue due
componenti sessuali sottili opposte, provoca nel frattempo la discesa di un’influenza spirituale ed un’integrazione
di queste sul piano uni-verso. Nella tradizione massonica, dal XVII secolo ai nostri giorni, vi è la stessa operatività rituale di formazione
androgenetica. Nei rituali 10 del Rito Egiziano Femminile di Cagliostro, oggi usato dalle Logge Androgene
d’Adozione dipendenti dai Riti Uniti di Misraim e Memphis – Gran Santuario Adriatico, è previsto il Ricevimento di
una Maestra Egizia, (chiamato anche rito simbolico o d’Osiris). In questo rituale, la Gran Maestra,
accompagnata da un Maestro IV° grado con la spada in pugno, riceve così la nuova Maestra: (Con la spada tocca il capo della Neofita. Depone la spada e slaccia il cordone dalla sua vita e la invita a
spogliarsi della veste di lutto e ad indossare il grembiule di Maestra, la sciarpa di Sibilla e i guanti bianchi della
purezza, Poi toglie il collare bianco con la scritta E.S.H. e lo cinge al collo della Neofita.) Poi recita: EGO SUM HOMO. Sono uomo. Questo è scritto sul collare che vi ho cinto. E, in effetti, la parte spirituale, quella
che rappresenta la vostra propria essenza, è maschia e non femmina. O, meglio, non ha sesso. Un giorno mi
comprenderete meglio. Allora non sarete più caratterizzata per il vostro sesso, ma per il vostro spirito che si
deve elevare senza tregua per adattarsi alla vostra nuova condizione” È forse da queste cognizioni esoteriche che Gustav Jung trasse le sua teoria psicoanalitica dell’Anima. maschile
e dell’Animus femminile. Tale antichissimo concetto fu ritrasmesso anche dalla Gnosi. Nella prima Apocalisse di
Giacomo 11, Gesù, rispondendo a Giacomo, così insegnava: Perché tu hai domandato a proposito della femminilità: la femminilità esisteva, ma la femminilità (prima) non
c’era. Essa si preparò forze e dei. Ma quando io venni essa non esisteva Gesù non vuole affermare che prima erano tutti maschi, ma che non c’era la distinzione dei sessi, in accordo con
il mito dell’androgeno in Platone e anche con l’antichissima Upanisad, quando afferma: Ma egli [il Sé] non provava gioia. Perché chi è solo non prova gioia. Desiderò la presenza di un altro da sé. Egli
aveva le dimensioni di un uomo ed una donna strettamente allacciati. Si divise in due e da ciò sorsero un marito
ed una moglie. Perciò, come disse Yajnavalkya, “ciascuno è simile alla metà di un intero”. Ora il vuoto era
riempito da una donna… 12 La frase più illuminante della Gnosi su questa tematica è espressa nel Vangelo di Tommaso: Simon Pietro disse loro: [agli Apostoli] Maria se ne vada da noi, perché le donne non sono degne della Vita.
Gesù disse: Ecco, io la attrarrò in modo da farne un maschio, affinché anche lei diventi uno spirito vivente simile
a voi maschi. Perché ogni donna che si farà maschio entrerà nel Regno dei Cieli. 13 Le porte d’alcuni Templi Massonici sono oggi chiuse alle donne per motivi d’ordine contingente, non per
motivazioni d’ordine esoterico, ben poco conosciute e ancor meno comprese. La situazione è ancor resa più
complessa dal disorientamento della nostra epoca, che ha portato molte donne ad assumere atteggiamenti (o
necessità) di concorrenza e conflittualità con l’uomo, in nome di una pretesa parità, inferiorità o superiorità di uno
dei due sessi, che può esser motivo di contrasto soltanto da un punto di vista sociale o etico, non certamente da
quello esoterico. Inoltre la mancanza di un’orientamento tradizionale e di una conoscenza esoterico-rituale, poco diffuse anche in
ambito Massonico, potrebbe portare le Sorelle in Loggia alla pretesa di iniziare autonomamente dai Fratelli ed
assumersi così qualificazioni che non possono essere di loro esclusiva competenza. Questa pretesa preclusione, puramente logica ed oggettiva sul piano iniziatico, può esser risolta anche
dialetticamente: ma solo attraverso la conoscenza delle basi teoriche e pratiche della ritualità esoterica, spesso
ignorate, che affermano quella complementarità, sia materica sia sottile, che è adombrata nel mito
dell’Androgeno. Sia fisicamente sia spiritualmente, l’uomo ha la capacità seminale di concentrare e dirigere
l’energia, (che è fisica e spirituale assieme) ma è la donna che può conservarla e farla fruttificare. Queste qualità femminili sono state definite, in termini tradizionalmente corretti, da un’autrice, Edy Minguzzi nella
sua opera Femminilità e Femminismo-Saggio sulla donna nel mondo della tradizione Ed.Alkaest, di cui citiamo
questo interessante brano La Donna, per essere tale, deve incarnare tutte le valenze dell’archetipo: ricettiva, passiva, duttile come l’Acqua,
custode dei ritmi della vita come la Luna, conservatrice delle forme, come la Terra, e depositaria della “potenza”
che sul piano umano si può identificare nel magnetismo erotico, ciò che volgarmente si chiama “fascino” In
questo consiste la forza della donna. Essa è come un polo elettricamente carico, che va isolato per preservarlo
dalla desaturazione. La tradizione imponeva alla donna un comportamento oggi ritenuto anacronistico: in ciò
consiste invece il desiderio di realizzarsi secondo la propria natura, nel modo più conforme possibile all’archetipo
che s’incarna, per trascendersi. La donna della tradizione è la materia fluida che aspetta il sigillo del maschio, è
la Terra che solidifica le forme, conservando nei discendenti lo spirito familiare della casa. Ma, soprattutto, è
custode della sua potenza, del suo magnetismo, attraverso il pudore, considerato non come una gretta virtù, ma
come un mezzo per conservare intatta una forza che non si deve disperdere nei contatti della promiscuità. In
questo, secondo le dottrine tradizionali, si realizza la magia della donna.” Nell’imminente prossimo secolo e millennio, piaccia o non piaccia, la richiesta d’iniziazione femminile in ogni
Massoneria, sarà sempre più pressante. Se questa richiesta dovrà essere considerata, così come auspicabile,
sarà indispensabile che ciò avvenga secondo gli assiomi esoterici e non per delle motivazioni etico-sociali, che
sarebbero un’ulteriore forma degenerativa della Tradizione Massonica.
1 Francesca e Pierdomenico Vigni, Donne e Massoneria in Italia dalle origini ad oggi, Bastogi, Foggia, 1997. 2 Ètudes sur la Franc-Maçonnerie et le Compagnonnage, Èditions Traditionelles, Paris. 1986,Tomo I p. 304. 3 Findel, Histoire de la Franc-Maçonnerie, Paris, 1866 4 Le Forestier, Maçonnerie feminines et Loges Academiques, Arché, Milano 1978 5 Guénon Renè, Op.cit. Tomo II p. 108. 6 Proclo, I Manuali- Testi Magico teurgici, Rusconi, Milano 1985 7 Giamblico, I Misteri Egiziani, Rusconi, Milano, 1984 8 René Guénon, Op. cit., Tome II, p. 20 9 René Guénon, Op. cit., tome II p. 23 10 L’Iniziazione della donna secondo il Rito Egizio di Cagliostro, a cura di Leone Braschi, Convivio, Firenze, 1989. 11 Le Apocalissi Gnostiche, Adelphi, Milano,1987 12 Upanisad, Demetra, Bussolengo, 1997. 13 Charles Henry Puech, Sulle orme della Gnosi, Adelphi, Milano 1985.
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Saint Martin il pensiero di un Massone del 1700
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Luce d'Oriente Thursday, Aug. 19, 2004 at 4:57 PM |
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Saint Martin Massone Saint Martin è stato Massone. Ha ricevuto la luce prima di incontrare l'Ordine degli Eletti Cohen. Willermoz lo conferma. Potrebbe essere accaduto nella Loggia Scozzese La Concorde, fondata nel 1745 all'Oriente di Tours, che contava tra i suoi membri Burdin (che sarà Venerabile nel 1763 o 1764), di cui Saint Martin conosceva ed amava la famiglia. Saint Martin ricevette in una sola volta i tre gradi Cohen, detti "du Porche", attraverso il fratello Baudry de Balzac, tra l'estate dei 1765 e l'inverno dei 1768, probabilmente nel 1765 o 1766. Tra il 25 novembre ed il 15 dicembre 1768 Grainville e Balzac (molto probabilmente) lo fecero Commendatore d'Oriente. Martinès de Pasqually lo ordina Réau-Croix verso il 17 aprile 1772. Nel 1773 Saint Martin si associa alla richiesta che i Fratelli lionesi indirizzano a Weiler. Nel 1774,viene ammesso ad essere ricevuto nella Stretta Osservanza Templare. Ma, giunto il momento, dà forfait. Nel 1785, allo scopo di qualificarsi per l'entrata nella Società degli Iniziati, Saint Martin accetta di essere affiliato alla Loggia Scozzese Rettificata La Bienfaisance all'Oriente di Lione, investito Chevalier Bienfaisant de la Cité Sainte (Eques a leone sidero). Il 24 ottobre è accolto Professo e Gran Professo. Nel 1790 chiede di essere cancellato dai registri massonici dove da tempo figurava solo nominalmente (il suo nome appare nei quadri di loggia dal 1786 al 1791). Saint Martin non appartenne al Rito dei Filaleti benché, secondo Savalette de Lange, vi sia stato candidato al dodicesimo ordine nel 1782. Invitato al loro Convento dei 1785, non vi partecipò. Saint Martin ha fatto parte delle società para-massoniche seguenti: a) La Società degli Iniziati, fondata sulle istruzioni dell'Agente Sconosciuto ed alle sue attività. Accolto il 4 luglio 1785, dopo essere stato investito Chevalier Bienfaisant de la Cité Sainte; b) La Società filantropica, di cui fu membro fondatore nel 1780 e nell'annuario del quale compare fino alla sua morte; c) La Società dell'armonia di Mesmer; accolto il 4 febbraio 1784. Il simbolismo massonico, il vocabolario massonico hanno lasciato le loro tracce negli scritti di Saint Martin. Il pensiero massonico, anche. Ciononostante, la Massoneria che Saint Martin gradì un tempo, e alla quale restò sempre riconoscente, fu quella degli Eletti Cohen, molto particolare in verità, e non è stato l'aspetto massonico della setta martinesista ad averlo maggiormente sedotto. Il testo seguente esprime piuttosto bene il sentimento e l'opinione più o meno costanti in Saint- Martin relativamente alla Massoneria: "Le persone che hanno inclinazione per istituzioni e società filosofiche, massoniche e altre, allorquando ne ricavano buoni frutti, sono molto portate a credere che lo devono alle cerimonie e a tutto l'apparato in uso in queste circostanze. Ma prima di affermare che le cose stanno così come pensano, occorrerebbe aver tentato di mettere anche in pratica la massima semplicità e l’astrazione intera di ciò che è forma, e se allora si raggiungessero gli stessi risultati, sarebbe fondato attribuire questo effetto ad un’altra causa e ricordarsi che il nostro Grande Maestro ha detto: "Ovunque sarete riuniti in mio nome, io sarò in mezzo a voi". (Mon livre vert, articolo inedito). Nota Il problema dei rapporti tra Saint Martin e la Massoneria, che tocca numerosi altri problemi, è stato trattato nei seguenti studi: "Saint Martin Franc-Maçon" – L’Initiation, aprile-giugno 1965, pp. 82-91; "Louis-Claude de Saint Martin et la Franc-Maçonnerie" – Le Symbolisme, gennaio-giugno 1970, pp. 123-180, luglio-settembre 1970, pp. 285-307, gennaio-febbraio 1971, pp. 43-73. Introduzione a "Des erreurs et de la vérité – Oeuvres majeures, t. I (1975). Complementi si trovano nel "Calendrier de la vie et les écrits de Louis-Claude de Saint Martin", nonché in "Saint Martin et la Franc-Maçonnerie, additions et précisions", nelle Chronique Saint Martinienne, passim.
L’Universo non esiste che attraverso facoltà creatrici, invisibili; le facoltà creatrici dell’universo hanno un’esistenza necessaria e indipendente dall’universo, come le mie facoltà visibili esistono necessariamente e indipendentemente dalle mie opere materiali. Indipendentemente dalle facoltà creatrici universali della natura sensibile, esistono, al di là dell’uomo, delle facoltà intellettuali e pensanti, analoghe al suo essere, e che producono in lui dei pensieri; dato che l’impulso del suo pensiero non può trovare lo stimolo che da una fonte intelligente che abbia rapporti con il suo essere e senza questo, non avendo questi stimoli alcun incentivo su di lui, il germe del suo pensiero rimaneva senza reazione e di conseguenza senza effetto. Tuttavia, benché l’uomo sia passivo nelle sue idee sensibili, gli resta sempre il privilegio di esaminare i pensieri che gli si presentano, di giudicarli, di adottarli, di rigettarli e di agire poi in conformità della sua scelta e sperare, attraverso un percorso attento e perseguito, di giungere un giorno al godimento immutabile del pensiero puro da cui scaturisce naturalmente l’uso della libertà. La libertà
Come principio, la libertà è la vera fonte della determinazione, è la facoltà insita in noi di seguire la legge che ci è imposta, o di agire in opposizione a questa legge; è cioè la facoltà di rimanere fedeli alla luce che ci viene costantemente presentata. Questa libertà principio si manifesta all’uomo anche quando si è reso schiavo delle influenze estranee alla sua legge. Allora lo vediamo inoltre, comparare tra loro i diversi impulsi che lo dominano, opporre le sue abitudini e le sue passioni le une alle altre e scegliere infine quella che maggiormente lo attrae. Considerata come effetto, la libertà si muove unicamente secondo la legge data alla nostra natura intellettuale; suppone allora l’indipendenza, la completa astensione da ogni azione, forza o influenza contraria a questa legge, astensione che pochi uomini hanno conosciuto. Sotto questo punto di vista, dove l’uomo non ammette nessun altro motivo che la sua legge, tutti i suoi propositi, tutti i suoi atti sono il risultato di questa legge che lo guida, e è soltanto allora che è veramente libero, non essendo mai distolto da alcun impulso estraneo a ciò che conviene al suo essere. Dio
In quanto all’essere principio, a quella fonte pensante universale, superiore all’uomo, di cui non possiamo padroneggiare né evitare l’azione, e la cui esistenza è dimostrata dallo stato passivo in cui ci troviamo riguardo a lei relativamente ai nostri pensieri, quest’ultimo Principio ha pure una libertà che differisce essenzialmente da quelle degli altri esseri in quanto essendo egli stesso la legge, non può mai scostarsene e la sua libertà non è esposta ad alcun ostacolo o stimolo estraneo. Per cui non ha quella funesta facoltà con la quale l’uomo può agire contro il fine stesso della sua esistenza. Cosa questa che dimostra la superiorità infinita di quel Principio universale e Creatore di ogni legge. Questo Principio supremo, fonte di ogni potere, sia di quelli che vivificano il pensiero nell’uomo, sia di quelli che generano le opere invisibili della natura materiale, questo essere necessario a tutti gli altri esseri, germe di tutte le esistenze; questa meta finale verso la quale tendono, come per uno sforzo irresistibile, in quanto tutte ricercano la vita; questo essere, è quello che gli uomini chiamano generalmente DIO. La Natura
L’Universo non può influire sulle facoltà attive e creatrici alle quali deve l’esistenza, e non ha alcun rapporto maggiormente diretto e necessario con Dio, a cui appartengono quelle facoltà, di quanto le nostre opere materiali ne abbiano con noi. L’Universo è, per così dire, un essere a parte, è estraneo alla divinità, per quanto non gli sia né sconosciuto, né tantomeno indifferente… Non ha nulla a che fare con l’essenza divina, benché Dio si prenda la briga di sostenerlo e di governarlo. Per cui con partecipa affatto alla perfezione, che sappiamo appartenere alla divinità; non forma un’unità con lei; pertanto non è compreso nella semplicità delle leggi essenziali e specifiche della Natura Divina. Si notano inoltre ovunque nell’Universo dei segni di disordine e di difformità; non si tratta che di un’unione violenta di simpatie e di antipatie, di similitudini e di differenze, che costringono gli esseri a vivere in un’agitazione continua, per avvicinarsi a ciò che loro conviene, e per sfuggire quanto è loro avverso, tendono senza tregua ad una situazione più tranquilla, tendono all’unità da cui ogni cosa è scaturita. L’imperfezione relativa alle cose temporali, prova che queste non sono né uguali né coeterne con Dio, e dimostra allo stesso tempo che non possono essere permanenti come lui in quanto la loro natura imperfetta non contenendo affatto l’essenza di Dio, a cui solo appartiene la perfezione e la Vita, deve poter perdere la vita o il movimento che ha potuto ricevere, in quanto il vero diritto che Dio ha di non cessare di essere, è il diritto di non essere iniziato. Nell’ordine intellettuale, è il superiore che nutre l’inferiore; è il principio di ogni esistenza che sostiene in tutti gli esseri la vita che è stata loro data; è la fonte prima della verità, da cui l’uomo intellettuale riceve quotidianamente i suoi pensieri e la luce che lo rischiara. Dunque questo principio superiore non attendendo la sua vita, né il suo sostegno da alcuna delle sue produzioni, ricevendo tutto da se stesso, è per sempre al riparo dalla privazione, dalla penuria e dalla morte. Al contrario, in tutte le classi dell’ordine fisico, è l’inferiore che nutre e alimenta il superiore. È questa l’immagine più evidente della sua impotenza e la prova più certa della necessità della sua distruzione, in quanto non potendo conservare la sua virtù generatrice e la sua esistenza, che facendo ricorso alle sue produzioni, non la si potrebbe credere imperitura senza riconoscerle, come in Dio, la facoltà essenziale e senza limiti di generare; e allora non si vedrebbe in lei né sterilità, né aridità. Nel principio supremo, che ha ordinato la produzione di questo Universo e che ne conserva l’esistenza, tutto è essenzialmente ordine, pace, armonia; pertanto non gli si deve attribuire la confusione che regna in ogni parte della nostra tenebrosa dimora; e questo disordine non può essere che l’effetto di una causa inferiore e corrotta che non può agire che separatamente e al di fuori del Principio del bene, in quanto è ancora più certo che è nulla e impotente, relativamente alla Causa prima. È impossibile che queste due Cause esistano fuori dalla classe delle cose temporali. Da quando la Causa inferiore ha cessato di essere conforme alla legge della Causa superiore, ha perso qualsiasi unione e qualsiasi contatto con lei, poiché allora la causa superiore, Principio eterno dell’ordine e dell’armonia, ha lasciato la causa inferiore, opposta alla sua unità, cadere da se stessa nell’oscurità della sua corruzione, come ci lascia ogni giorno perdere volontariamente lo spiegamento delle nostre facoltà, e costringerle, attraverso le nostre azioni, nei limiti delle nostre passioni più vili, al punto da allontanarci assolutamente da ciò che conviene alla nostra natura. La materia, il male
Così, invece che la nascita del male e la creazione del recinto, nel quale è stato confinato, abbiano prodotto, nell’ordine vero, un maggiore insieme di cose e aggiunto all’Immensità, non hanno fatto che particolarizzare ciò che per essenza doveva essere generale; che dividere azioni che dovevano essere unite; che contenere in un punto ciò che era stato separato dall’universalità e doveva circolare incessantemente in tutta l’economia degli esseri; che sensibilizzare infine sotto forme materiali ciò che esisteva già in principio immateriale: in quanto, se potessimo anatomizzare l’Universo e eliminare i suoi involucri grossolani, ne troveremmo i germi e le fibre principali disposti nello stesso ordine in cui vediamo trovarsi i loro frutti e le loro produzioni; e questo Universo invisibile sarebbe tanto separato dalla nostra intelligenza quanto l’Universo materiale lo è agli occhi del nostro corpo. È qui che gli osservatori si sono smarriti, confondendo l’Universo invisibile e l’Universo visibile, e annunciando quest’ultimo come fisso e vero, cosa questa che non appartiene che all’Universo invisibile e principio. È così che la causa inferiore ebbe per limiti il bastione sensibile e insormontabile dell’azione invisibile vivificante e pura del grande Principio, davanti alla quale ogni corruzione vede annientarsi i suoi sforzi. Questa causa inferiore, esercitando la sua azione nello spazio tenebroso in cui è relegata, tutto ciò che vi è contenuto con lei senza eccezione, deve essere esposto ai suoi attacchi, e benché sia impotente riguardo all’essenza dell’Universo, può combatterne gli Agenti, porre ostacolo al risultato dei loro atti, e insinuare la sua azione sregolata nei minimi disordini dei singoli esseri, per incrementarne il disordine. In che modo la Causa inferiore può essere opposta alla Causa superiore? O in che modo il principio intelligibile può produrre qualcosa che le si opponga? Per capire questo, andiamo a ricercare com’è possibile che il male esista in presenza dei fenomeni materiali. L’essere creatore produce senza tregua degli esseri fuori da lui, come i principi dei corpi producono senza tregua fuori da loro le loro azioni. Non si verificano affatto delle unioni in quanto è Uno, semplice nella sua essenza. Pertanto, se tra i prodotti di questo primo Principio, ve ne sono che possono corrompersi, non possono quantomeno dissolversi né annientarsi, come i prodotti corporali e composti. Gli esseri materiali
La corruzione, il disordine, il male cioè dei prodotti materiali, consiste nel cessare di essere sotto l’apparenza della forma che è loro propria. La corruzioni dei prodotti immateriali consiste nel cessare di essere nella legge che li costituisce. Tuttavia la distruzione dei prodotti materiali, quando giunge a suo tempo e naturalmente, non è affatto un male; non è disordine che nel caso in cui sia prematura: e anche il male è allora minore negli esseri consegnati alla distruzione, che nell’atto sregolato che lo genera. Gli esseri immateriali
Gli esseri immateriali, al contrario, non essendo delle unioni, non possono mai essere intaccati da alcuna azione estranea; non possono esserne scomposti, né distrutti. Pertanto, la corruzione di questi esseri non potrebbe provenire dalla stessa fonte delle produzioni materiali, poiché la legge contraria, che agisce su di loro, non può agire su degli esseri semplici. A chi dunque deve essere attribuita questa corruzione? Poiché le produzioni sia materiali che immateriali, traggono vita da una fonte pura, ognuna secondo la propria classe, sarebbe come ingiuriare il principio ammettere la pur minima macchia nella loro essenza. Dalla differenza estrema esistente tra le produzioni immateriali e quelle materiali, deriva che essendo queste passive, in quanto composte, non sono affatto gli agenti della loro corruzione; non possono dunque esserne che il soggetto, poiché il disordine viene loro necessariamente dal di fuori. Al contrario, le produzioni immateriali, in quanto esseri semplici e nel loro stato primitivo e puro, non possono ricevere né turbamenti né mutilazioni da alcuna forza estranea; poiché nulla di esse è messo a repentaglio e comprendono tutta la loro esistenza e tutto il loro essere in se stesse, come costituenti ciascuna la loro unità, da cui deriva che se ve ne sono che hanno potuto corrompersi, non solo sono state il soggetto della loro corruzione, ma ne hanno dovuto essere l’organo e gli agenti, data l’impossibilità che la corruzione provenisse loro da altrove, poiché nessun essere poteva fare presa su di loro, né turbare la loro legge. Un essere vicino e che fruisce della vista delle virtù del sovrano Principio, può trovare un motivo preponderante opposto alle delizie di questo sublime spettacolo? Se distoglie gli occhi da questa grande cosa, o se dirigendoli su quelle produzioni pure dell’Infinito, cerca, contemplandole, un motivo falso e contrario alle loro leggi, può trovarlo al di fuori di se stesso, poiché questo motivo è il male, e che questo male non esisteva da nessuna parte per lui prima che questo pensiero criminale l’avesse fatto nascere, come nessuna produzione esiste prima del suo Principio generatore. Il Principio divino non contribuisce affatto al male e al disordine che possono nascere tra le sue produzioni in quanto è la purezza stessa, essendo semplice e il re della propria essenza e di tutte le sue opere, è impassibile verso qualsiasi azione estranea. Il disordine e la corruzione non si estendono sui Principi primari. Benché gli esseri liberi distinti dal grande Principio, possano evitare le influenze intellettuali che discendono continuamente su di loro; benché queste influenze intellettuali ricevano forse nel loro cammino qualche contrazione che ne allontani gli effetti, colui che invia loro questi doni salutari non ferma mai la sua mano benevola. Svolge sempre la stessa attività. É sempre ugualmente forte, ugualmente potente, ugualmente puro, ugualmente impassibile alle deviazioni delle sue produzioni libere, che possono immergersi da sé nel crimine e generare il male con i soli diritti della loro volontà. Sarebbe dunque assurdo ammettere una qualsiasi partecipazione dell’essere divino ai disordini degli esseri liberi e a quelli che ne derivano nell’Universo; in altri termini, Dio e il male non possono avere mai alcun rapporto. Con altrettanto poco fondamento si attribuirebbe il male agli esseri materiali, poiché non possono nulla in se stessi provenendo la loro azione dal loro principio individuale, il quale è sempre diretto o generato da una forza separata da lui. Ebbene, se non vi sono che tre classi di esseri: Dio, gli esseri intellettuali e la Natura fisica; se non si può trovare l’origine del male nella prima, che è esclusivamente la fonte di ogni bene, né nell’ultima che non è né libera, né pensante e che tuttavia l’esistenza del male è incontestabile, ci si trova necessariamente costretti ad attribuirlo all’uomo, o a qualsiasi altro essere, avente come lui un rango intermediario. Il male proviene dagli Esseri intermediari
L’uomo agisce talvolta bene, talvolta male; vale a dire che talvolta segue le leggi fondamentali del suo essere, tal altra se ne discosta. Quando agisce bene, cammina nella luce e nell’appoggio dell’intelligenza, e quando compie il male, non lo si può attribuire che a lui solo, e non all’intelligenza che è la sola via, la sola guida del bene e solo attraverso la quale l’uomo e tutti gli esseri possono agire bene. Non possiamo conoscere la natura essenziale del male poiché per comprenderlo bisognerebbe che fosse vero, e allora cesserebbe di essere male, in quanto il vero e il bene sono la stessa cosa. Capire, è scorgere il rapporto di un oggetto con l’ordine e l’armonia di cui abbiamo le regole in noi stessi. Se il male non ha alcun rapporto con questo ordine e che ne sia proprio l’opposto, come potremmo scorgere tra loro qualche analogia, come potremmo conseguentemente capirlo? Il male ha tuttavia il suo peso, il suo numero e la sua misura, come il bene; e si può persino sapere in quale rapporto sono quaggiù il peso, il numero e la misura del male, e questo in quantità, in intensità e in durata. In quanto il rapporto tra il male e il bene in quantità è di nove a uno, in intensità di zero a uno e in durata di sette a uno. Lo scopo dell’uomo: il ritorno all’Unità
Quando un uomo effettua un’opera qualunque, non fa che dipingere e rendere visibile il piano, il pensiero o il disegno che ha formato. Si impegna ad effettuare questa copia in modo quanto più conformemente possibile all’originale, affinché il suo pensiero sia meglio capito. Se gli uomini da cui l’uomo vuole farsi capire, potessero leggere nel suo pensiero, non vi sarebbe alcun bisogno di segni sensibili per esserne capiti: tutto ciò che concepirebbe sarebbe colto da loro, con la stessa sua prontezza e completezza. Non impiega dunque tutti i suoi mezzi fisici, non produce tutte queste opere materiali che per far giungere il suo pensiero ai suoi simili, a degli esseri distinti da lui, di assimilarli ad una immagine di se stesso, e sforzandosi di comprenderli nella sua unità, da cui sono separati. Tutti gli uomini non hanno e non avranno mai per scopo che quello di far acquisire ai loro pensieri il privilegio dell’universalità, dell’unità. È questa stessa legge universale di riunione che produce l’attività generale, e quella voracità che abbiamo notato nella Natura fisica; in quanto si vede un’attrazione reciproca tra tutti i corpi, attraverso la quale, avvicinandosi, si sostentano e si nutrono l’un l’altro; è per il bisogno di questa comunicazione che tutti gli individui si sforzano di legare a loro gli esseri che li circondano, di confonderli in essi e di assorbirli nella loro stessa unità, affinché scomparendo le suddivisioni, ciò che è separato si riunisca; ciò che è ai margini ritorni alla luce, e che così l’armonia e l’ordine prevalgano sulla confusione che attanaglia tutti gli esseri. Quando Dio ha fatto ricorso a dei segni visibili, come l’Universo, per comunicare il suo pensiero, non ha potuto usarli che a beneficio di esseri separati da lui. Poiché se tutti gli esseri fossero rimasti nella sua unità, non avrebbero avuto bisogno di quei mezzi per leggervi. Da quel momento siamo in grado di riconoscere che quegli esseri corrotti separati volontariamente dalla causa prima e sottoposti alle leggi della sua giustizia nel cerchio visibile dell’Universo, sono sempre l’oggetto del suo amore, poiché agisce senza tregua per far scomparire questa separazione così contraria alla loro felicità. La legge di tendenza all’unità
La legge di tendenza all’unità, applicandosi a tutte le classi e a tutti gli esseri, ne risulta che il più infimo degli individui ha lo stesso scopo nella sua specie: cioè che i principi universali, generali e particolari si manifestano ciascuno nelle produzioni che sono loro proprie, in modo da rendere così le loro virtù visibili agli esseri distinti da loro, che essendo destinati a ricevere la comunicazione e il soccorso di quelle virtù, non lo potrebbero avere senza questo mezzo. Così, tutte le produzioni, tutti gli individui della Creazione generale e particolare, non sono, ciascuno nella propria specie, che l’espressione visibile, il quadro rappresentativo delle proprietà del principio sia generale che particolare che agisce in essi. Devono tutti portare in sé i segni evidenti di quel principio che li costituisce. Devono annunciarne chiaramente il genere e le virtù, con le azioni e i fatti che operano. Insomma, devono esserne il segno caratteristico e, per così dire, l’immagine sensibile e vivente. L’errore delle teorie evoluzioniste
Le teorie evoluzioniste suppongono la natura delle cose perfettibile, che può progressivamente portare le classi e le specie inferiori ai più alti gradi di elevazione nella catena degli esseri. Questa congettura è dettata dall'errore poiché tutto è regolato, tutto è determinato nelle specie, e anche gli individui. Vi è per tutto ciò che esiste una legge fissa, un numero immutabile, un carattere indelebile, come quello dell’essere principio nel quale risiedono le leggi, tutti i numeri, tutti i caratteri. Ogni classe, ogni famiglia ha la sua barriera che nessuna forza potrà mai varcare. Se l’esistenza di tutte le produzioni della Natura non avesse un carattere fisso, come si potrebbe riconoscerne l’oggetto e le proprietà? Come si compirebbero i disegni del grande Principio che, manifestando questa Natura agli occhi degli esseri separati da lui, ha voluto presentare loro degli indizi stabili e regolari, attraverso i quali potessero ristabilire con lui la loro corrispondenza e i loro rapporti? Se questi indizi materiali fossero variabili, se la loro legge, il loro percorso, la loro stessa forma non fossero determinate, l'opera di questo Pittore non sarebbe che una successione di oggetti confusi, sui quali l’intelligenza non avrebbe una base e che non potrebbe mai indicare il fine del grande essere. Insomma, questo grande essere stesso non dimostrerebbe che impotenza e debolezza, essendosi proposto un piano che non avrebbe potuto compiere. Ogni produzione della Natura ha un suo determinato carattere; è soltanto in questo modo che può essere l’espressione vivente del suo principio; soltanto a vederla, un occhio esercitato deve poter decidere di quale agente tale produzione manifesta le facoltà. L’uomo non può dunque anche lui esistere che attraverso questa legge generale. In cosa l’uomo si differenzia dalle altre produzioni della Natura?
Per conoscere l’uomo, occorre cercare in lui i segni di un Principio di ordine diverso dal principio che anima la materia. Se si osservano attentamente le opere dell’uomo si noterà che queste non soltanto sono l’espressione dei suoi pensieri, ma anche che egli cerca, per quanto gli è possibile, di ritrarre se stesso nelle sue opere. Non cessa di moltiplicare la propria immagine con la pittura e la scultura, e in una miriade di produzioni nelle Arti più frivole; dà poi, agli edifici che erige, delle proporzioni in linea a quelle del suo corpo. Verità profonda, che potrà scoprire uno spazio immenso ad occhi intelligenti, poiché ritrovandosi così attivo nel moltiplicare la propria immagine, e a non trovare il bello che in ciò che gli si rapporta, deve sempre distinguere l’uomo da tutti gli esseri di questo Universo. Contrariamente agli animali che hanno comportamenti identici in ciascuna delle specie, l’uomo non offre che diversità e opposizioni. Ogni uomo è simile ad un sovrano nel suo impero. Non soltanto l’uomo si differenzia dai suoi simili, ma in ogni istante si differenzia anche da se stesso. Vuole e non vuole; odia e ama; prende e abbandona quasi allo stesso tempo lo stesso oggetto; quasi allo stesso tempo ne è sedotto e disgustato. Non solo, sfugge talvolta ciò che gli piace; si avvicina a ciò che gli ripugna; va incontro ai mali, ai dolori e perfino alla morte. Così si può dire che nelle sue tenebre, come nella sua luce, l’uomo manifesta un principio completamente diverso da quello che opera e che concerne il ruolo dei suoi organi. L’uomo ha in sé i germi di tutte le virtù; queste sono nella sua natura, benché non le manifesti che parzialmente, per cui spesso quando sembra disconoscere le virtù naturali, non fa che sostituire le une con le altre. Se è vero che l’uomo non ha solo un’idea sua, e che tuttavia l’idea di un tale potere e di una tale luce sia, per così dire, universale, tutto può essere degradato nella scienza e nel cammino tenebroso degli uomini, ma non tutto vi è falso. Questa idea manifesta dunque che c’è in essi qualche analogia, qualche rapporto con l’azione suprema e qualche vestigia dei propri diritti; come abbiamo già trovato nell’intelligenza umana, dei rapporti evidenti con l’intelligenza infinita e con le sue virtù. Se ognuno degli esseri della Natura è l’espressione di una delle virtù temporali della saggezza, l’uomo è il segno o l’espressione visibile della Divinità stessa; altrimenti, non essendo la somiglianza perfetta, il modello potrebbe essere misconosciuto. Gli elementi intermediari: i numeri
Prima che le cose temporali possano aver avuto l’esistenza che ce le rende sensibili, sono occorsi elementi primitivi e intermediari tra loro e le facoltà creatrici da cui discendono, sono di natura troppo diversa per esistere insieme senza intermediazione; ciò che ci è fisicamente ripetuto dallo zolfo e dall'oro, dal mercurio e dalla terra, i quali non possono unirsi che attraverso la stessa legge di una sostanza intermediaria. Tutto ciò che esiste nella natura corporale, tutte le forme, i minimi tratti, non sono e non possono essere che riunioni, combinazioni o divisioni di segni primitivi che sono i numeri. Nulla può apparire tra le cose sensibili che non sia scritto da loro, che non discenda da loro e che a loro non appartenga, come tutte le figure possibili della Geometria saranno sempre composte da punti, da linee, da cerchi o da triangoli. L’uomo stesso, nelle sue opere materiali, che non sono che opere seconde riguardo alle opere della Natura, è legato, come tutti gli altri esseri a questi segni primitivi; non può erigere, tracciare, costruire nulla; non può immaginare alcuna forma, eseguire un solo movimento volontario o involontario, che non concerna questi modelli esclusivi, da cui tutto ciò che si muove, tutto ciò che vive nella Natura, non ne è che il frutto della rappresentazione. Se potesse essere altrimenti, l’uomo sarebbe creatore di un’altra Natura e di un altro ordine di cose, che non apparterebbero al Principio produttore e modello di tutto ciò che esiste sensibilmente per noi. Non v’è dunque nulla nell’uomo corporale, né nelle sue produzioni, che non sia, per quanto molto secondariamente, l’espressione dell’azione creatrice universale che ogni essere corporale rappresenta da quando esiste e agisce. La parola e la scrittura
I suoni e i caratteri alfabetici, che servono da strumenti fondamentali a tutte le parole che usiamo per manifestare le nostre idee, devono riferirsi a dei segni e a dei suoni primitivi che servono loro da base; e questa profonda verità ci è indicata sin dall’antichità nel frammento di Sanchoniaton, dove rappresenta Thot ritraente il ritratto degli Dei per farne i caratteri sacri delle lettere; 10, emblema sublime e di una fecondità immensa, perché tratto dalla fonte stessa dove l’uomo dovrebbe sempre attingere. Poiché la legge che serve da organo alla suprema Saggezza stabilisce ovunque un ordine e una regolarità, deve aver determinato, per l’espressione dei pensieri che ci invia, dei segni invariabili, come ne ha stabiliti per la produzione dei suoi fatti materiali. I suoni e i caratteri primitivi essendo i veri segni sensibili dei nostri pensieri, devono essere i segni sensibili dell’unità pensante in quanto non vi è che un solo principio di tutte le cose. Pertanto le produzioni più alterate che possiamo manifestare con la parola e con la scrittura, portano sempre secondariamente l’impronta di quei segni primitivi e di conseguenza quella di quell’unica idea, o dell’unità pensante: pertanto l’uomo non può proferire una sola parola, tracciare un solo carattere, che non manifesti la facoltà pensante dell’Agente supremo; come non può produrre un solo atto corporale, un solo movimento, senza manifestarne le facoltà creatrici. L’uomo è destinato ad essere il segno e l’espressione parlante delle facoltà universali del Principio supremo, da cui è emanato; come tutti gli esseri particolari sono, ognuno nella propria classe, il segno visibile del principio particolare che ha loro conferito la vita. L’emanazione
L’emanazione divina deve essere compresa nel senso che il Principio creatore non ha conosciuto né separazione, né divisione, né alcuna alterazione nella sua essenza. Per capire bene questo termine, procediamo per analogia. Quando produco esteriormente qualche atto intellettuale, quando comunico ad uno dei miei simili il più profondo dei miei pensieri, quello stimolo che porto nel suo essere, che lo induce ad agire, può dargli una virtù; quello stimolo, benché uscito da me e pur essendo, per così dire, un estratto di me stesso e della mia stessa immagine, non mi priva affatto della facoltà di produrne di simili. Ho sempre in me lo stesso germe di pensieri, la stessa volontà, la stessa azione e tuttavia ho in qualche modo dato una nuova vita a quell’uomo, comunicandogli un’idea, un potere che non gli apparteneva prima che avessi fatto a suo favore il tipo di emanazione di cui sono capace. Rammentando tuttavia che non vi è che un solo Autore e creatore di ogni cosa, si vedrà perché non comunico che un barlume passeggero mentre l’Autore universale comunica l’esistenza stessa e la vita eterna. Ma, se nell’operazione che mi è comune con tutti gli altri uomini, si sa evidentemente che l’emanazione dei miei pensieri, volontà e azioni, non alterano per nulla la mia essenza; a maggior ragione la vita divina può trasmettersi attraverso delle emanazioni, può produrre senza numero e senza fine i segni e le espressioni di se stessa e mai cessare di essere il crogiolo della vita. La reminiscenza
Se siamo emanati da una fonte universale di verità, nessuna verità ci deve sembrare nuova, e reciprocamente, se nessuna verità ci sembra nuova, ma che non vi scorgiamo che il ricordo o la rappresentazione di ciò che era nascosto in noi, dobbiamo aver tratto origine dalla fonte universale della verità. L’uomo intellettuale, per la sua primitiva esistenza, ha dovuto secondo la legge universale degli esseri dipendere dal suo albero generatore. Era, per così dire, il testimone di tutto ciò che esisteva nella sua atmosfera e siccome questa atmosfera è tanto al di sopra di quella che abitiamo quanto l’intellettuale è al di sopra del materiale stesso, i fatti ai quali l’uomo partecipava, erano incomparabilmente superiori ai fatti dell’ordine elementare; e la differenza degli uni e degli altri è quella che esiste tra la realtà degli esseri che hanno un’esistenza vera e indelebile e l’apparenza di quelli che hanno soltanto una vita indipendente e secondaria. Così, essendo l’uomo legato alla verità, partecipava, per quanto passivamente, a tutti i fatti della verità. Dopo essere stato staccato dall’albero universale, che è il suo albero generatore, trovandosi l’uomo precipitato in una regione inferiore per provarvi una vegetazione intellettuale, se giunge ad acquisire delle luci e a manifestare le virtù e le facoltà analoghe alla sua vera natura, non fa che realizzare e rappresentare attraverso se stesso ciò che il suo Principio aveva già mostrato ai suoi occhi; non fa che riacquistare la visione di una parte degli oggetti che erano già stati in sua presenza, che riunirsi a degli esseri con i quali era già stato, che riscoprire nuovamente, in modo più intuitivo, più attivo, cose che erano già esistite per lui, in lui e intorno a lui. Ecco perché si può tranquillamente dire che tutti gli esseri creati e emanati nella regione temporale, e quindi anche l’uomo, lavorano alla stessa opera, che è di riacquistare la loro somiglianza con il Principio, di crescere cioè senza tregua finché non divengano in grado di produrre i loro frutti, come egli ha prodotto i suoi in loro. L’uomo è nato per provare a tutti gli esseri che vi è un Dio necessario, luminoso, buono, giusto, santo, potente, eterno, forte, sempre pronto a rivivificare quelli che lo amano, sempre terribile per quelli che vogliono combatterlo o misconoscerlo. Beato l’uomo, se non avesse mai annunciato Dio che manifestandone i suoi poteri e non usurpandoli! L’uomo non può scavalcare il suo Creatore poiché tutte le produzioni sono inferiori al loro Principio generatore, poiché non siamo che l’espressione delle Facoltà divine e del Numero divino, e non la natura stessa di quelle facoltà e di quel numero che è la caratteristica propria e distintiva della Divinità. Per quanto in alto saliamo, sarà eternamente e infinitamente al di sopra di noi, come al di sopra di tutti gli esseri. Significa persino onorarlo nobilitare così la nostra essenza; in quanto non possiamo elevarci di un gradino senza elevarlo nel contempo in un rapporto quadruplo; poiché ogni azione, come ogni movimento, ogni progressione è quaternaria e non possiamo muoverci che secondo l’immutabilità delle sue leggi. Per finire, se discendiamo dalla Divinità, se questa è il principio immediato della nostra esistenza, più ce ne avviciniamo, più lo rendiamo grande agli occhi di tutti gli esseri; poiché magnifichiamo allora maggiormente i suoi Poteri e la sua superiorità. Dio deve essere la nostra pietra di paragone se vogliamo preservarci da tutte le illusioni e dagli allettamenti dell’orgoglio dai quali l’uomo è così spesso colpito. Il crimine dell’uomo
Poiché l’essere divino è il solo Principio della luce e della verità; poiché solo lui possiede le facoltà fisse e positive nelle quali esclusivamente risiede la vita reale e per essenza: da quando l’uomo ha cercato quelle facoltà in un altro essere, ha dovuto necessariamente perderle di vista e non incontrare che il simulacro di tutte quelle virtù. Pertanto, l’uomo avendo cessato di leggere nella verità, non ha potuto trovare intorno a sé che l’incertezza e l’errore. Avendo abbandonato la sola dimora di ciò che è fisso e reale, ha dovuto entrare in una regione nuova che, con le sue illusioni e il suo nulla, fosse completamente opposta a quella che aveva appena lasciato. È stato necessario che questa nuova regione, con la molteplicità delle sue leggi e delle sue azioni, gli mostrasse in apparenza un’unità diversa da quella dell’essere semplice, e altre verità diverse dalla sua. Infine, è stato necessario che il nuovo sostegno al quale si era affidato, gli presentasse un quadro fittizio di tutte le facoltà, di tutte le proprietà di questo essere semplice, e tuttavia che non ne avesse alcuna. Circa i numeri 4 e 9
L’uomo si è smarrito andando dal quattro al nove; cioè, quando ha lasciato il centro delle verità fisse e positive, che si trovano nel numero quattro in quanto fonte e corrispondenza di tutto ciò che esiste e in quanto anche, pur nella nostra degradazione, il numero universale delle nostre misure e del cammino degli Astri. L’uomo si è unito al numero nove delle cose passeggere e sensibili, di cui il nulla e il vuoto sono scritti sulla forma stessa circolare o novenaria, che è loro assegnata e che mantiene l’uomo come in soggezione. Gli esseri sensibili
Nella regione temporale, l’uomo è condannato a cogliere soltanto attraverso i sensi gli esseri composti in quanto non può esistere relazione che tra esseri della stessa natura. L’uomo è dunque ridotto, abitando in questa regione temporale, a non scorgere che unità apparenti, vale a dire che non può conoscere oggi che pesi, misure e unità relative, anziché pesi, misure e numeri fissi che usava nella sua patria natale. Tuttavia, le cose sensibili, che non sono che apparenti e nulle per lo spirito dell’uomo, hanno una realtà analoga al suo essere sensibile e materiale. La saggezza è così feconda che stabilisce delle proporzioni nelle virtù e nelle realtà, relativamente a ciascuna classe delle sue produzioni. La morte
Le cose corporali e sensibili non essendo nulla per l’essere intellettuale dell’uomo, si vede come si debba considerare quella che viene chiamata la morte, e quale impressione essa può produrre sull’uomo sensato che si identifica con le illusioni di quelle sostanze corruttibili. In quanto il corpo dell’uomo, benché vero per gli altri corpi, non ha come loro alcuna realtà per l’intelligenza, e appena appena si accorge che se ne separa: in effetti quando lo lascia, non lascia che un’apparenza, o per meglio dire, non lascia niente. Al contrario, tutto ci indica che ci deve guadagnare piuttosto che perdere poiché, con un po’ d’attenzione, non possiamo che provare rispetto per quelli che la loro legge libera dagli impedimenti corporali, in quanto allora c’è un’illusione in meno tra loro e il vero. Il primo crimine dell’uomo
Il crimine dell’uomo fu di aver abusato della conoscenza che aveva dell’unione del principio dell’Universo con l’Universo. La privazione di questa conoscenza è la pena per questo crimine: subiamo tutti questa irrevocabile punizione, con l’ignoranza in cui ci troviamo circa i legami che vincolano il nostro essere intellettuale alla materia. La prova manifesta che questa conoscenza non può essere perfettamente resa durante il nostro soggiorno sulla Terra, è che non essendo in questo basso Mondo che per subire la privazione della luce che abbiamo lasciato fuggire, se potessimo riacquistarvi pienamente questa luce, non saremmo più in privazione e di conseguenza non saremmo più in questo basso Mondo. La luce
Le leggi della luce elementare sono simili alle leggi della luce intellettuale. Oltre alla necessità di un Principio primordiale e generatore, occorrono all’una e all’altra base, una reazione e una classe di esseri suscettibili di esserne i testimoni e partecipare ai suoi effetti: da cui deriva che la luce sensibile e la luce intellettuale non agiscono, non procedono e non manifestano che attraverso un quaternario. Vi sono degli esseri intelligenti che sono totalmente separati dalla luce intellettuale, ve ne sono che non ne sono separati, ma che non partecipano ai suoi effetti che esteriormente; ve ne sono che ne ricevono interiormente i raggi, ma che sono nell’ignoranza assoluta circa le vie attraverso le quali si propagano; non ci sono dunque che quelli che sono ammessi nel suo consiglio, o alla scienza stessa di colui da cui tutto discende, che possano riacquistare quella conoscenza primitiva, poiché non è che là dove possono ricevere la luce, vederla, goderne e alfine capirla; è là dove si dispiegano con una efficacia superiore tutti i poteri del grande quaternario perché in questa classe suprema risiedono tutti i tipi dei quattro punti cardinali del mondo elementare. L’uomo non ha saputo conservare questo sublime godimento che fu un tempo suo appannaggio, ha voluto trasporre l’ordine di quei quattro punti fondamentali di ogni luce e di ogni verità; trasporli, è confonderli, e confonderli significa perderli e privarsene. Il tempo
L’uomo, unendosi in seguito alla corruzione della sua volontà alle cose miste della regione apparente e relativa, si è assoggettato all’azione dei diversi principi che la costituiscono e a quella dei diversi agenti preposti per sostenerla e per presiedere alla difesa della loro legge; e non producendo queste cose miste con la loro unione che fenomeni temporali, lenti e successivi, ne risulta che il tempo è lo strumento primordiale delle sofferenze dell’uomo e il potente ostacolo che lo tiene lontano dal suo Principio; il tempo è il veleno che lo corrode, mentre era lui che doveva purificare e dissolvere il tempo; il tempo infine, o la regione che serve da prigione all’uomo, è simile all’acqua il cui potere è di dissolvere tutto, di alterare più o meno velocemente la forma di tutti i corpi, e nella quale non si può immergere l’oro senza che sia privato del diciannovesimo del suo peso; fenomeno che secondo calcoli integrati rappresenta al naturale la nostra vera degradazione. Infatti, il tempo non è che l’intervallo tra due azioni, non è che una contrazione, una sospensione nell’azione delle facoltà di un essere. Pertanto, ogni anno, ogni mese, ogni settimana, ogni giorno, ogni ora, ogni istante, il principio superiore sottrae o rende i poteri agli esseri, e è questa alternanza che forma il tempo. L’estensione prova ugualmente questa alternanza, è sottomessa alle stesse progressioni del tempo cosicché il tempo e lo spazio sono proporzionali. Essendo l’azione dell’uomo estranea a questa regione terrestre, questa azione è perpetuamente sospesa e divisa in lui. Non si può dubitare che la vera azione dell’uomo non era fatta per essere assoggettata alla regione sensibile, poiché la luce fa dei progressi per comunicarsi a lui, man mano che l’azione sensibile lo abbandona e se ne spoglia; e poiché lungi dal dover attendere tutto dai suoi sensi, non vi è nulla di meglio di quando sono calmi e in una specie di vuoto per la sua intelligenza. Scorgendo tante beltà nelle produzioni degli esseri fisici, la cui legge non è stata disturbata, possiamo dunque formarci un’idea delle meraviglie che l’uomo farebbe schiudere in lui se seguisse la legge della sua vera natura e che ad immagine della mano che lo ha formato, cercasse in tutte le circostanze della sua vita di essere superiore a ciò che fa. Il suo essere intellettuale giungerebbe all’ultimo gradino della sua carriera temporale, con la stessa purezza che aveva all’inizio. Lo si vedrebbe in vecchiaia unire i frutti dell’esperienza all’innocenza dei suoi primi anni. Tutti i passi della sua vita avrebbero fatto scoprire in lui la luce, la scienza, la semplicità, il candore, in quanto tutto ciò è nella sua essenza. Insomma, il germe che lo anima si sarebbe espanso, senza alterarsi; e rientrerebbe con la calma della virtù nella mano che lo formò, poiché ripresentandogli senza alcuna alterazione la stessa caratteristica e lo stesso sigillo che ne aveva ricevuto, questa vi riconoscerebbe ancora la sua impronta e vi vedrebbe sempre la sua immagine. Il numero dei tempi che l’uomo deve subire per compiere la sua opera è proporzionale al numero dei gradi al di sotto dei quali è sceso; in quanto, più il punto di una forza caduta è elevato, più le occorre tempo e sforzo per risalirvi. L’uomo deve formarsi, durante il suo soggiorno sulla terra, un insieme di luci e di conoscenze che abbracci una sorta di unità. Ma il complemento dei veri godimenti non può essere ottenuto in quanto non appartengono all’ordine terrestre: l’uomo non può afferrare che l’abbozzo e la rappresentazione di quelle luci. "Che l’uomo intelligente mediti qui sulle leggi dell’Astro lunare, che ci rappresenta, sotto mille facce, la nostra privazione; che esamini perché questo Astro non ci è visibile che durante i suoi giorni di materia; e perché lo perdiamo di vista il ventottesimo giorno del suo corso, pur levandosi ugualmente sul nostro orizzonte". Tutto si adopera per provare all’uomo che dopo aver percorso faticosamente questa superficie, occorre che pervenga a dei gradi più fissi e più positivi, che abbiano maggiore analogia con le verità semplici e fondamentali il cui germe è nella sua natura. Infine, occorre la morte, che realizza la conoscenza degli oggetti di cui non ha potuto scorgere qui che l’apparenza. Le lingue superiori
"Posso convenire che queste conoscenze superiori consistano nell’intelligenza e nell’uso delle due lingue comuni e volgari, poiché si rifanno ai godimenti primitivi dell’uomo. La prima ha per oggetto le cose Divine e non ha che quattro Lettere per tutto l’alfabeto; la seconda ne ha ventidue e si applica alle produzioni, sia intellettuali che temporali del grande Principio; lo stesso crimine ha privato l’uomo di queste due lingue. Se ci fosse una nuova prevaricazione, si formerebbe per lui una terza lingua che avrebbe ottantotto Lettere e che lo allontanerebbe ancor più dalla sua meta". La riabilitazione
L’uomo non può percorrere le regioni fisse e reali di purificazione senza acquisire un’esistenza più attiva, più estesa, più libera, senza respirare cioè un’aria più pura e scoprire un orizzonte più vasto, man mano che si avvicina alla vetta desiderata; come vediamo che più i principi dei corpi si semplificano, più acquisiscono virtù; e come l’aria pesante che sprigiona dalle sostanze materiali, riempie uno spazio così prodigioso in relazione a quello che occupava nei corpi, tanto che l’immaginazione ne è quasi spaventata. "È la stessa cosa per questa classe intellettuale e invisibile come per il semplice fisico elementare; tutta la Natura è volatile, e non tende che ad evaporarsi; lo farebbe anche in un istante, se il fisso che la contiene le appartenesse; ma questo fisso non le appartiene, è al di fuori di lei, pur agendo violentemente su di lei; e lei non costituisce mai alcuna alleanza con lui, che non cominci con una dissoluzione; vi sono anche molti gradi di alleanze e di amalgama". Così, similmente a quelle bolle d’aria e di fuoco che sfuggono dalle sostanze corporali in dissoluzione e che si innalzano con maggiore o minore lentezza, a seconda della loro purezza e l’estensione della loro azione, non possiamo dubitare che alla loro morte gli uomini che non avranno lasciato amalgamare la propria essenza con la loro abitazione terrestre, non si avvicinano rapidamente alla loro regione natale, per brillarvi, come gli Astri, di uno splendore rilucente; che coloro che hanno fatto qualche mescolanza di se stessi con le illusioni di questa tenebrosa dimora, non attraversino con maggior lentezza lo spazio che li separa dalla regione della vita e che quelli che si saranno identificati con le brutture da cui siamo circondati, non vi dimorino sepolti nelle tenebre e nell’oscurità, fin quando le minime parti di quelle sostanze corrotte non siano dissolte e che facciano scomparire con loro una corruzione che non può cessare fintanto che non finiranno esse stesse. La caduta dell’uomo
L’uomo non aveva ricevuto l’essere che per esercitare la sua azione sull’universalità delle cose temporali, e non ha voluto esercitarla che su di una parte; doveva agire per l’intellettuale contro il sensibile e ha voluto agire per il sensibile contro l’intellettuale. Per finire, doveva regnare sull’Universo ma, invece di vegliare per la conservazione dell’Impero, lo ha degradato lui stesso e l’Universo è crollato sull’essere potente che doveva amministrarlo e sostenerlo. Tutte le virtù sensibili dell’Universo sono crollate su di lui, l’hanno compresso con tutta la loro forza; le virtù intellettuali con le quali l’uomo doveva agire di concerto, si sono trovate separate da lui e rinchiuse ciascuna nella loro sfera e nella loro regione. Ciò che per lui era semplice è diventato multiplo e suddiviso; ciò che era suddiviso e multiplo si è conglomerato e lo ha schiacciato con il suo peso, vale a dire che il sensibile ha preso il posto dell’intellettuale e l’intellettuale quello del sensibile. La nascita dell’uomo
Il corpo dell’uomo, prima della sua formazione individuale, è sparso in tutta la forma del padre; è unito a tutte le potenze che si trovano nel suo principio generatore. Quando giunge il momento della nascita, il germe corporale sparso nella forma universale del padre si concentra, si unisce in un punto. Allora si esilia e si seppellisce nel seno tenebroso della donna dove mescolato con i fluidi impuri e avviluppato da mille barriere, non fruisce dell’aria; dove i suoi organi più perfetti sono privi di funzione e dove non riceve la vita e gli aiuti degli elementi che attraverso un punto passivo mentre il destino dell’uomo era di corrispondere attivamente con tutta la Natura. In questo stato, i primi movimenti dell’uomo sono stati di liberarsi da quelle masse estranee che lo opprimevano; ciò è avvenuto per separare penosamente le sue virtù proprie da tutte quelle materie impure con le quali esse erano confuse, e inoltre allo scopo di riunire tutte le sue forze per uscire dalle macerie dell’Universo. Ma opponendosi leggi positive al fatto che un essere possa allearsi con ciò che gli è contrario senza portare l’impronta e le tracce del suo amalgama, fu impossibile al primo uomo di uscire dalla sua cloaca con la stessa purezza, la stessa agilità che aveva prima di precipitarvisi; e ecco perché l’uomo individuale dopo aver soggiornato nel seno della donna, dopo avervi esercitato l’azione di cui è allora suscettibile per separare il suo germe sensibile da tutti i legami e le pastoie che lo costringono, si affaccia alla vita rinchiuso in una forma più opaca del fluido sottile che avviluppava il suo stesso germe. Dopo che l’uomo primitivo ebbe sormontato questo ostacolo, gli rimase un passo molto considerevole da compiere. Fu quello di unirsi successivamente alle forze dei diversi elementi che agivano nella sua atmosfera; questo è anche il compito dell’uomo particolare che, dopo essere stato ammesso alla luce elementare, langue ancora a lungo prima di abituare i suoi occhi al suo splendore, il suo corpo alle impressioni dell’area e i suoi organi alle diverse leggi stabilite per le forme corporali. Così come, nascendo, è riputato aver riunito in sé le proprie virtù fisiche e particolari, con le quali può pervenire a partecipare alle forze universali dell’atmosfera, che ha lasciate e che sono esterne a lui; allo stesso modo l’uomo intellettuale, liberato della sua prima prigione e ammesso con la sua forma materiale sulla terra, deve lavorare a riacquistare successivamente le proprie forze e le proprie virtù intellettuali, con le quali può tendere a riacquistare quelle da cui è stato separato con il crimine. Ma ciò che l’uomo fisico fa in modo passivo e cieco nel corporale, l’uomo intellettuale deve farlo attraverso gli sforzi costanti e liberi della sua volontà. L’uomo intellettuale, che si è ridotto volontariamente ad una classe inferiore e ristretta, deve generalizzare il suo essere e ampliarne le virtù fino alle estremità del suo cerchio particolare, se vuole giungere fino a quel cerchio universale e sacro da cui si è bandito. Inoltre, essendo in qualche modo la volontà il sangue dell’uomo intellettuale e di ogni essere libero; essendo il solo agente attraverso il quale possono cancellare in loro e intorno a loro le tracce dell’errore e del crimine, la rivivificazione della volontà è il compito principale di tutti gli esseri criminali e è davvero una così grande opera che tutte le potenze vi lavorano dall’origine delle cose, senza averla ancora potuta operare generalmente. Il lavoro dell’uomo
Dopo aver ricevuto in un luogo tenebroso un involucro grossolano, dopo aver raggruppato in lui le forze intellettuali che gli sono proprie, l’uomo deve ancora moltiplicare queste stesse forze riunendole a quelle che sono a lui esterne; deve raccogliere le virtù di tutti i regni terrestri, distinguere tutte le specie di ciascun regno, e persino le caratteristiche particolari di ciascun individuo; deve infine scrutare sin nei visceri della Terra, per impararvi a conoscere i disordini che fanno l’orrore e la vergogna della nostra triste dimora, i quali sono indicati sia dai metalli che non contengono l’olio, sia dal furore dei vulcani, sia dal gran numero di insetti e di animali nocivi e velenosi che sono banditi dalla superficie della terra e si nascondono nei suoi abissi, come se la luce del giorno fosse loro interdetta. Ciò che rende i lavori così imponenti, è che l’uomo lascia trascorrere invano il periodo di tempo accordato per compierli, e gli occorre un secondo periodo di tempo più considerevole, più penoso del primo visto che ha allora sia la prima che la seconda forza da acquisire. Se durante il secondo periodo di tempo, questo misero uomo non compie al meglio il suo compito di quanto non l’abbia fatto nel primo, gliene occorre necessariamente un terzo ancora più rigoroso degli altri due, e così via senza che si possano fissare altri termini ai suoi mali di quelli che fisserà loro lui stesso, sacrificando tutte le virtù che sono in lui. La vita terrestre dell’uomo è la matrice dell’uomo futuro, infatti, questi porterà in un’altra terra il piano, la struttura, il modo d’essere che si sarà fissato lui stesso nel suo soggiorno quaggiù. La caduta dell’uomo si ripercuote in tutto l’Universo
L’uomo scelto dalla Saggezza suprema per essere il segno della sua potenza, doveva costringere il male nei suoi limiti e lavorare senza tregua per restituire la pace all’Universo. E il suo sublime destino presuppone sufficientemente quali devono essere le sue virtù poiché lui solo doveva possedere tutte le forze suddivise tra tutti gli esseri ribelli. Ma, se ha lasciato corrompere la sua virtuale attività, se invece di soggiogare il disordine ha fatto alleanza con lui, questo disordine è dovuto accrescersi e fortificarsi, anziché annientarsi. Cosa questa che deve far concepire come tutti gli esseri della regione sensibile possono oggi essere in una maggiore sofferenza, o in un maggior lavoro di quanto non lo erano prima del crimine dell’uomo. Inoltre, il crimine dell’uomo giunge sino a ripercuotersi nelle sfere intelligibili, sui Ministri della saggezza divina.
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Saint Martin il pensiero di un Massone del 1700
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Luce d'Oriente Thursday, Aug. 19, 2004 at 5:07 PM |
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Saint Martin Massone Saint Martin è stato Massone. Ha ricevuto la luce prima di incontrare l'Ordine degli Eletti Cohen. Willermoz lo conferma. Potrebbe essere accaduto nella Loggia Scozzese La Concorde, fondata nel 1745 all'Oriente di Tours, che contava tra i suoi membri Burdin (che sarà Venerabile nel 1763 o 1764), di cui Saint Martin conosceva ed amava la famiglia. Saint Martin ricevette in una sola volta i tre gradi Cohen, detti "du Porche", attraverso il fratello Baudry de Balzac, tra l'estate dei 1765 e l'inverno dei 1768, probabilmente nel 1765 o 1766. Tra il 25 novembre ed il 15 dicembre 1768 Grainville e Balzac (molto probabilmente) lo fecero Commendatore d'Oriente. Martinès de Pasqually lo ordina Réau-Croix verso il 17 aprile 1772. Nel 1773 Saint Martin si associa alla richiesta che i Fratelli lionesi indirizzano a Weiler. Nel 1774,viene ammesso ad essere ricevuto nella Stretta Osservanza Templare. Ma, giunto il momento, dà forfait. Nel 1785, allo scopo di qualificarsi per l'entrata nella Società degli Iniziati, Saint Martin accetta di essere affiliato alla Loggia Scozzese Rettificata La Bienfaisance all'Oriente di Lione, investito Chevalier Bienfaisant de la Cité Sainte (Eques a leone sidero). Il 24 ottobre è accolto Professo e Gran Professo. Nel 1790 chiede di essere cancellato dai registri massonici dove da tempo figurava solo nominalmente (il suo nome appare nei quadri di loggia dal 1786 al 1791). Saint Martin non appartenne al Rito dei Filaleti benché, secondo Savalette de Lange, vi sia stato candidato al dodicesimo ordine nel 1782. Invitato al loro Convento dei 1785, non vi partecipò. Saint Martin ha fatto parte delle società para-massoniche seguenti: a) La Società degli Iniziati, fondata sulle istruzioni dell'Agente Sconosciuto ed alle sue attività. Accolto il 4 luglio 1785, dopo essere stato investito Chevalier Bienfaisant de la Cité Sainte; b) La Società filantropica, di cui fu membro fondatore nel 1780 e nell'annuario del quale compare fino alla sua morte; c) La Società dell'armonia di Mesmer; accolto il 4 febbraio 1784. Il simbolismo massonico, il vocabolario massonico hanno lasciato le loro tracce negli scritti di Saint Martin. Il pensiero massonico, anche. Ciononostante, la Massoneria che Saint Martin gradì un tempo, e alla quale restò sempre riconoscente, fu quella degli Eletti Cohen, molto particolare in verità, e non è stato l'aspetto massonico della setta martinesista ad averlo maggiormente sedotto. Il testo seguente esprime piuttosto bene il sentimento e l'opinione più o meno costanti in Saint- Martin relativamente alla Massoneria: "Le persone che hanno inclinazione per istituzioni e società filosofiche, massoniche e altre, allorquando ne ricavano buoni frutti, sono molto portate a credere che lo devono alle cerimonie e a tutto l'apparato in uso in queste circostanze. Ma prima di affermare che le cose stanno così come pensano, occorrerebbe aver tentato di mettere anche in pratica la massima semplicità e l’astrazione intera di ciò che è forma, e se allora si raggiungessero gli stessi risultati, sarebbe fondato attribuire questo effetto ad un’altra causa e ricordarsi che il nostro Grande Maestro ha detto: "Ovunque sarete riuniti in mio nome, io sarò in mezzo a voi". (Mon livre vert, articolo inedito). Nota Il problema dei rapporti tra Saint Martin e la Massoneria, che tocca numerosi altri problemi, è stato trattato nei seguenti studi: "Saint Martin Franc-Maçon" – L’Initiation, aprile-giugno 1965, pp. 82-91; "Louis-Claude de Saint Martin et la Franc-Maçonnerie" – Le Symbolisme, gennaio-giugno 1970, pp. 123-180, luglio-settembre 1970, pp. 285-307, gennaio-febbraio 1971, pp. 43-73. Introduzione a "Des erreurs et de la vérité – Oeuvres majeures, t. I (1975). Complementi si trovano nel "Calendrier de la vie et les écrits de Louis-Claude de Saint Martin", nonché in "Saint Martin et la Franc-Maçonnerie, additions et précisions", nelle Chronique Saint Martinienne, passim.
L’Universo non esiste che attraverso facoltà creatrici, invisibili; le facoltà creatrici dell’universo hanno un’esistenza necessaria e indipendente dall’universo, come le mie facoltà visibili esistono necessariamente e indipendentemente dalle mie opere materiali. Indipendentemente dalle facoltà creatrici universali della natura sensibile, esistono, al di là dell’uomo, delle facoltà intellettuali e pensanti, analoghe al suo essere, e che producono in lui dei pensieri; dato che l’impulso del suo pensiero non può trovare lo stimolo che da una fonte intelligente che abbia rapporti con il suo essere e senza questo, non avendo questi stimoli alcun incentivo su di lui, il germe del suo pensiero rimaneva senza reazione e di conseguenza senza effetto. Tuttavia, benché l’uomo sia passivo nelle sue idee sensibili, gli resta sempre il privilegio di esaminare i pensieri che gli si presentano, di giudicarli, di adottarli, di rigettarli e di agire poi in conformità della sua scelta e sperare, attraverso un percorso attento e perseguito, di giungere un giorno al godimento immutabile del pensiero puro da cui scaturisce naturalmente l’uso della libertà. La libertà
Come principio, la libertà è la vera fonte della determinazione, è la facoltà insita in noi di seguire la legge che ci è imposta, o di agire in opposizione a questa legge; è cioè la facoltà di rimanere fedeli alla luce che ci viene costantemente presentata. Questa libertà principio si manifesta all’uomo anche quando si è reso schiavo delle influenze estranee alla sua legge. Allora lo vediamo inoltre, comparare tra loro i diversi impulsi che lo dominano, opporre le sue abitudini e le sue passioni le une alle altre e scegliere infine quella che maggiormente lo attrae. Considerata come effetto, la libertà si muove unicamente secondo la legge data alla nostra natura intellettuale; suppone allora l’indipendenza, la completa astensione da ogni azione, forza o influenza contraria a questa legge, astensione che pochi uomini hanno conosciuto. Sotto questo punto di vista, dove l’uomo non ammette nessun altro motivo che la sua legge, tutti i suoi propositi, tutti i suoi atti sono il risultato di questa legge che lo guida, e è soltanto allora che è veramente libero, non essendo mai distolto da alcun impulso estraneo a ciò che conviene al suo essere. Dio
In quanto all’essere principio, a quella fonte pensante universale, superiore all’uomo, di cui non possiamo padroneggiare né evitare l’azione, e la cui esistenza è dimostrata dallo stato passivo in cui ci troviamo riguardo a lei relativamente ai nostri pensieri, quest’ultimo Principio ha pure una libertà che differisce essenzialmente da quelle degli altri esseri in quanto essendo egli stesso la legge, non può mai scostarsene e la sua libertà non è esposta ad alcun ostacolo o stimolo estraneo. Per cui non ha quella funesta facoltà con la quale l’uomo può agire contro il fine stesso della sua esistenza. Cosa questa che dimostra la superiorità infinita di quel Principio universale e Creatore di ogni legge. Questo Principio supremo, fonte di ogni potere, sia di quelli che vivificano il pensiero nell’uomo, sia di quelli che generano le opere invisibili della natura materiale, questo essere necessario a tutti gli altri esseri, germe di tutte le esistenze; questa meta finale verso la quale tendono, come per uno sforzo irresistibile, in quanto tutte ricercano la vita; questo essere, è quello che gli uomini chiamano generalmente DIO. La Natura
L’Universo non può influire sulle facoltà attive e creatrici alle quali deve l’esistenza, e non ha alcun rapporto maggiormente diretto e necessario con Dio, a cui appartengono quelle facoltà, di quanto le nostre opere materiali ne abbiano con noi. L’Universo è, per così dire, un essere a parte, è estraneo alla divinità, per quanto non gli sia né sconosciuto, né tantomeno indifferente… Non ha nulla a che fare con l’essenza divina, benché Dio si prenda la briga di sostenerlo e di governarlo. Per cui con partecipa affatto alla perfezione, che sappiamo appartenere alla divinità; non forma un’unità con lei; pertanto non è compreso nella semplicità delle leggi essenziali e specifiche della Natura Divina. Si notano inoltre ovunque nell’Universo dei segni di disordine e di difformità; non si tratta che di un’unione violenta di simpatie e di antipatie, di similitudini e di differenze, che costringono gli esseri a vivere in un’agitazione continua, per avvicinarsi a ciò che loro conviene, e per sfuggire quanto è loro avverso, tendono senza tregua ad una situazione più tranquilla, tendono all’unità da cui ogni cosa è scaturita. L’imperfezione relativa alle cose temporali, prova che queste non sono né uguali né coeterne con Dio, e dimostra allo stesso tempo che non possono essere permanenti come lui in quanto la loro natura imperfetta non contenendo affatto l’essenza di Dio, a cui solo appartiene la perfezione e la Vita, deve poter perdere la vita o il movimento che ha potuto ricevere, in quanto il vero diritto che Dio ha di non cessare di essere, è il diritto di non essere iniziato. Nell’ordine intellettuale, è il superiore che nutre l’inferiore; è il principio di ogni esistenza che sostiene in tutti gli esseri la vita che è stata loro data; è la fonte prima della verità, da cui l’uomo intellettuale riceve quotidianamente i suoi pensieri e la luce che lo rischiara. Dunque questo principio superiore non attendendo la sua vita, né il suo sostegno da alcuna delle sue produzioni, ricevendo tutto da se stesso, è per sempre al riparo dalla privazione, dalla penuria e dalla morte. Al contrario, in tutte le classi dell’ordine fisico, è l’inferiore che nutre e alimenta il superiore. È questa l’immagine più evidente della sua impotenza e la prova più certa della necessità della sua distruzione, in quanto non potendo conservare la sua virtù generatrice e la sua esistenza, che facendo ricorso alle sue produzioni, non la si potrebbe credere imperitura senza riconoscerle, come in Dio, la facoltà essenziale e senza limiti di generare; e allora non si vedrebbe in lei né sterilità, né aridità. Nel principio supremo, che ha ordinato la produzione di questo Universo e che ne conserva l’esistenza, tutto è essenzialmente ordine, pace, armonia; pertanto non gli si deve attribuire la confusione che regna in ogni parte della nostra tenebrosa dimora; e questo disordine non può essere che l’effetto di una causa inferiore e corrotta che non può agire che separatamente e al di fuori del Principio del bene, in quanto è ancora più certo che è nulla e impotente, relativamente alla Causa prima. È impossibile che queste due Cause esistano fuori dalla classe delle cose temporali. Da quando la Causa inferiore ha cessato di essere conforme alla legge della Causa superiore, ha perso qualsiasi unione e qualsiasi contatto con lei, poiché allora la causa superiore, Principio eterno dell’ordine e dell’armonia, ha lasciato la causa inferiore, opposta alla sua unità, cadere da se stessa nell’oscurità della sua corruzione, come ci lascia ogni giorno perdere volontariamente lo spiegamento delle nostre facoltà, e costringerle, attraverso le nostre azioni, nei limiti delle nostre passioni più vili, al punto da allontanarci assolutamente da ciò che conviene alla nostra natura. La materia, il male
Così, invece che la nascita del male e la creazione del recinto, nel quale è stato confinato, abbiano prodotto, nell’ordine vero, un maggiore insieme di cose e aggiunto all’Immensità, non hanno fatto che particolarizzare ciò che per essenza doveva essere generale; che dividere azioni che dovevano essere unite; che contenere in un punto ciò che era stato separato dall’universalità e doveva circolare incessantemente in tutta l’economia degli esseri; che sensibilizzare infine sotto forme materiali ciò che esisteva già in principio immateriale: in quanto, se potessimo anatomizzare l’Universo e eliminare i suoi involucri grossolani, ne troveremmo i germi e le fibre principali disposti nello stesso ordine in cui vediamo trovarsi i loro frutti e le loro produzioni; e questo Universo invisibile sarebbe tanto separato dalla nostra intelligenza quanto l’Universo materiale lo è agli occhi del nostro corpo. È qui che gli osservatori si sono smarriti, confondendo l’Universo invisibile e l’Universo visibile, e annunciando quest’ultimo come fisso e vero, cosa questa che non appartiene che all’Universo invisibile e principio. È così che la causa inferiore ebbe per limiti il bastione sensibile e insormontabile dell’azione invisibile vivificante e pura del grande Principio, davanti alla quale ogni corruzione vede annientarsi i suoi sforzi. Questa causa inferiore, esercitando la sua azione nello spazio tenebroso in cui è relegata, tutto ciò che vi è contenuto con lei senza eccezione, deve essere esposto ai suoi attacchi, e benché sia impotente riguardo all’essenza dell’Universo, può combatterne gli Agenti, porre ostacolo al risultato dei loro atti, e insinuare la sua azione sregolata nei minimi disordini dei singoli esseri, per incrementarne il disordine. In che modo la Causa inferiore può essere opposta alla Causa superiore? O in che modo il principio intelligibile può produrre qualcosa che le si opponga? Per capire questo, andiamo a ricercare com’è possibile che il male esista in presenza dei fenomeni materiali. L’essere creatore produce senza tregua degli esseri fuori da lui, come i principi dei corpi producono senza tregua fuori da loro le loro azioni. Non si verificano affatto delle unioni in quanto è Uno, semplice nella sua essenza. Pertanto, se tra i prodotti di questo primo Principio, ve ne sono che possono corrompersi, non possono quantomeno dissolversi né annientarsi, come i prodotti corporali e composti. Gli esseri materiali
La corruzione, il disordine, il male cioè dei prodotti materiali, consiste nel cessare di essere sotto l’apparenza della forma che è loro propria. La corruzioni dei prodotti immateriali consiste nel cessare di essere nella legge che li costituisce. Tuttavia la distruzione dei prodotti materiali, quando giunge a suo tempo e naturalmente, non è affatto un male; non è disordine che nel caso in cui sia prematura: e anche il male è allora minore negli esseri consegnati alla distruzione, che nell’atto sregolato che lo genera. Gli esseri immateriali
Gli esseri immateriali, al contrario, non essendo delle unioni, non possono mai essere intaccati da alcuna azione estranea; non possono esserne scomposti, né distrutti. Pertanto, la corruzione di questi esseri non potrebbe provenire dalla stessa fonte delle produzioni materiali, poiché la legge contraria, che agisce su di loro, non può agire su degli esseri semplici. A chi dunque deve essere attribuita questa corruzione? Poiché le produzioni sia materiali che immateriali, traggono vita da una fonte pura, ognuna secondo la propria classe, sarebbe come ingiuriare il principio ammettere la pur minima macchia nella loro essenza. Dalla differenza estrema esistente tra le produzioni immateriali e quelle materiali, deriva che essendo queste passive, in quanto composte, non sono affatto gli agenti della loro corruzione; non possono dunque esserne che il soggetto, poiché il disordine viene loro necessariamente dal di fuori. Al contrario, le produzioni immateriali, in quanto esseri semplici e nel loro stato primitivo e puro, non possono ricevere né turbamenti né mutilazioni da alcuna forza estranea; poiché nulla di esse è messo a repentaglio e comprendono tutta la loro esistenza e tutto il loro essere in se stesse, come costituenti ciascuna la loro unità, da cui deriva che se ve ne sono che hanno potuto corrompersi, non solo sono state il soggetto della loro corruzione, ma ne hanno dovuto essere l’organo e gli agenti, data l’impossibilità che la corruzione provenisse loro da altrove, poiché nessun essere poteva fare presa su di loro, né turbare la loro legge. Un essere vicino e che fruisce della vista delle virtù del sovrano Principio, può trovare un motivo preponderante opposto alle delizie di questo sublime spettacolo? Se distoglie gli occhi da questa grande cosa, o se dirigendoli su quelle produzioni pure dell’Infinito, cerca, contemplandole, un motivo falso e contrario alle loro leggi, può trovarlo al di fuori di se stesso, poiché questo motivo è il male, e che questo male non esisteva da nessuna parte per lui prima che questo pensiero criminale l’avesse fatto nascere, come nessuna produzione esiste prima del suo Principio generatore. Il Principio divino non contribuisce affatto al male e al disordine che possono nascere tra le sue produzioni in quanto è la purezza stessa, essendo semplice e il re della propria essenza e di tutte le sue opere, è impassibile verso qualsiasi azione estranea. Il disordine e la corruzione non si estendono sui Principi primari. Benché gli esseri liberi distinti dal grande Principio, possano evitare le influenze intellettuali che discendono continuamente su di loro; benché queste influenze intellettuali ricevano forse nel loro cammino qualche contrazione che ne allontani gli effetti, colui che invia loro questi doni salutari non ferma mai la sua mano benevola. Svolge sempre la stessa attività. É sempre ugualmente forte, ugualmente potente, ugualmente puro, ugualmente impassibile alle deviazioni delle sue produzioni libere, che possono immergersi da sé nel crimine e generare il male con i soli diritti della loro volontà. Sarebbe dunque assurdo ammettere una qualsiasi partecipazione dell’essere divino ai disordini degli esseri liberi e a quelli che ne derivano nell’Universo; in altri termini, Dio e il male non possono avere mai alcun rapporto. Con altrettanto poco fondamento si attribuirebbe il male agli esseri materiali, poiché non possono nulla in se stessi provenendo la loro azione dal loro principio individuale, il quale è sempre diretto o generato da una forza separata da lui. Ebbene, se non vi sono che tre classi di esseri: Dio, gli esseri intellettuali e la Natura fisica; se non si può trovare l’origine del male nella prima, che è esclusivamente la fonte di ogni bene, né nell’ultima che non è né libera, né pensante e che tuttavia l’esistenza del male è incontestabile, ci si trova necessariamente costretti ad attribuirlo all’uomo, o a qualsiasi altro essere, avente come lui un rango intermediario. Il male proviene dagli Esseri intermediari
L’uomo agisce talvolta bene, talvolta male; vale a dire che talvolta segue le leggi fondamentali del suo essere, tal altra se ne discosta. Quando agisce bene, cammina nella luce e nell’appoggio dell’intelligenza, e quando compie il male, non lo si può attribuire che a lui solo, e non all’intelligenza che è la sola via, la sola guida del bene e solo attraverso la quale l’uomo e tutti gli esseri possono agire bene. Non possiamo conoscere la natura essenziale del male poiché per comprenderlo bisognerebbe che fosse vero, e allora cesserebbe di essere male, in quanto il vero e il bene sono la stessa cosa. Capire, è scorgere il rapporto di un oggetto con l’ordine e l’armonia di cui abbiamo le regole in noi stessi. Se il male non ha alcun rapporto con questo ordine e che ne sia proprio l’opposto, come potremmo scorgere tra loro qualche analogia, come potremmo conseguentemente capirlo? Il male ha tuttavia il suo peso, il suo numero e la sua misura, come il bene; e si può persino sapere in quale rapporto sono quaggiù il peso, il numero e la misura del male, e questo in quantità, in intensità e in durata. In quanto il rapporto tra il male e il bene in quantità è di nove a uno, in intensità di zero a uno e in durata di sette a uno. Lo scopo dell’uomo: il ritorno all’Unità
Quando un uomo effettua un’opera qualunque, non fa che dipingere e rendere visibile il piano, il pensiero o il disegno che ha formato. Si impegna ad effettuare questa copia in modo quanto più conformemente possibile all’originale, affinché il suo pensiero sia meglio capito. Se gli uomini da cui l’uomo vuole farsi capire, potessero leggere nel suo pensiero, non vi sarebbe alcun bisogno di segni sensibili per esserne capiti: tutto ciò che concepirebbe sarebbe colto da loro, con la stessa sua prontezza e completezza. Non impiega dunque tutti i suoi mezzi fisici, non produce tutte queste opere materiali che per far giungere il suo pensiero ai suoi simili, a degli esseri distinti da lui, di assimilarli ad una immagine di se stesso, e sforzandosi di comprenderli nella sua unità, da cui sono separati. Tutti gli uomini non hanno e non avranno mai per scopo che quello di far acquisire ai loro pensieri il privilegio dell’universalità, dell’unità. È questa stessa legge universale di riunione che produce l’attività generale, e quella voracità che abbiamo notato nella Natura fisica; in quanto si vede un’attrazione reciproca tra tutti i corpi, attraverso la quale, avvicinandosi, si sostentano e si nutrono l’un l’altro; è per il bisogno di questa comunicazione che tutti gli individui si sforzano di legare a loro gli esseri che li circondano, di confonderli in essi e di assorbirli nella loro stessa unità, affinché scomparendo le suddivisioni, ciò che è separato si riunisca; ciò che è ai margini ritorni alla luce, e che così l’armonia e l’ordine prevalgano sulla confusione che attanaglia tutti gli esseri. Quando Dio ha fatto ricorso a dei segni visibili, come l’Universo, per comunicare il suo pensiero, non ha potuto usarli che a beneficio di esseri separati da lui. Poiché se tutti gli esseri fossero rimasti nella sua unità, non avrebbero avuto bisogno di quei mezzi per leggervi. Da quel momento siamo in grado di riconoscere che quegli esseri corrotti separati volontariamente dalla causa prima e sottoposti alle leggi della sua giustizia nel cerchio visibile dell’Universo, sono sempre l’oggetto del suo amore, poiché agisce senza tregua per far scomparire questa separazione così contraria alla loro felicità. La legge di tendenza all’unità
La legge di tendenza all’unità, applicandosi a tutte le classi e a tutti gli esseri, ne risulta che il più infimo degli individui ha lo stesso scopo nella sua specie: cioè che i principi universali, generali e particolari si manifestano ciascuno nelle produzioni che sono loro proprie, in modo da rendere così le loro virtù visibili agli esseri distinti da loro, che essendo destinati a ricevere la comunicazione e il soccorso di quelle virtù, non lo potrebbero avere senza questo mezzo. Così, tutte le produzioni, tutti gli individui della Creazione generale e particolare, non sono, ciascuno nella propria specie, che l’espressione visibile, il quadro rappresentativo delle proprietà del principio sia generale che particolare che agisce in essi. Devono tutti portare in sé i segni evidenti di quel principio che li costituisce. Devono annunciarne chiaramente il genere e le virtù, con le azioni e i fatti che operano. Insomma, devono esserne il segno caratteristico e, per così dire, l’immagine sensibile e vivente. L’errore delle teorie evoluzioniste
Le teorie evoluzioniste suppongono la natura delle cose perfettibile, che può progressivamente portare le classi e le specie inferiori ai più alti gradi di elevazione nella catena degli esseri. Questa congettura è dettata dall'errore poiché tutto è regolato, tutto è determinato nelle specie, e anche gli individui. Vi è per tutto ciò che esiste una legge fissa, un numero immutabile, un carattere indelebile, come quello dell’essere principio nel quale risiedono le leggi, tutti i numeri, tutti i caratteri. Ogni classe, ogni famiglia ha la sua barriera che nessuna forza potrà mai varcare. Se l’esistenza di tutte le produzioni della Natura non avesse un carattere fisso, come si potrebbe riconoscerne l’oggetto e le proprietà? Come si compirebbero i disegni del grande Principio che, manifestando questa Natura agli occhi degli esseri separati da lui, ha voluto presentare loro degli indizi stabili e regolari, attraverso i quali potessero ristabilire con lui la loro corrispondenza e i loro rapporti? Se questi indizi materiali fossero variabili, se la loro legge, il loro percorso, la loro stessa forma non fossero determinate, l'opera di questo Pittore non sarebbe che una successione di oggetti confusi, sui quali l’intelligenza non avrebbe una base e che non potrebbe mai indicare il fine del grande essere. Insomma, questo grande essere stesso non dimostrerebbe che impotenza e debolezza, essendosi proposto un piano che non avrebbe potuto compiere. Ogni produzione della Natura ha un suo determinato carattere; è soltanto in questo modo che può essere l’espressione vivente del suo principio; soltanto a vederla, un occhio esercitato deve poter decidere di quale agente tale produzione manifesta le facoltà. L’uomo non può dunque anche lui esistere che attraverso questa legge generale. In cosa l’uomo si differenzia dalle altre produzioni della Natura?
Per conoscere l’uomo, occorre cercare in lui i segni di un Principio di ordine diverso dal principio che anima la materia. Se si osservano attentamente le opere dell’uomo si noterà che queste non soltanto sono l’espressione dei suoi pensieri, ma anche che egli cerca, per quanto gli è possibile, di ritrarre se stesso nelle sue opere. Non cessa di moltiplicare la propria immagine con la pittura e la scultura, e in una miriade di produzioni nelle Arti più frivole; dà poi, agli edifici che erige, delle proporzioni in linea a quelle del suo corpo. Verità profonda, che potrà scoprire uno spazio immenso ad occhi intelligenti, poiché ritrovandosi così attivo nel moltiplicare la propria immagine, e a non trovare il bello che in ciò che gli si rapporta, deve sempre distinguere l’uomo da tutti gli esseri di questo Universo. Contrariamente agli animali che hanno comportamenti identici in ciascuna delle specie, l’uomo non offre che diversità e opposizioni. Ogni uomo è simile ad un sovrano nel suo impero. Non soltanto l’uomo si differenzia dai suoi simili, ma in ogni istante si differenzia anche da se stesso. Vuole e non vuole; odia e ama; prende e abbandona quasi allo stesso tempo lo stesso oggetto; quasi allo stesso tempo ne è sedotto e disgustato. Non solo, sfugge talvolta ciò che gli piace; si avvicina a ciò che gli ripugna; va incontro ai mali, ai dolori e perfino alla morte. Così si può dire che nelle sue tenebre, come nella sua luce, l’uomo manifesta un principio completamente diverso da quello che opera e che concerne il ruolo dei suoi organi. L’uomo ha in sé i germi di tutte le virtù; queste sono nella sua natura, benché non le manifesti che parzialmente, per cui spesso quando sembra disconoscere le virtù naturali, non fa che sostituire le une con le altre. Se è vero che l’uomo non ha solo un’idea sua, e che tuttavia l’idea di un tale potere e di una tale luce sia, per così dire, universale, tutto può essere degradato nella scienza e nel cammino tenebroso degli uomini, ma non tutto vi è falso. Questa idea manifesta dunque che c’è in essi qualche analogia, qualche rapporto con l’azione suprema e qualche vestigia dei propri diritti; come abbiamo già trovato nell’intelligenza umana, dei rapporti evidenti con l’intelligenza infinita e con le sue virtù. Se ognuno degli esseri della Natura è l’espressione di una delle virtù temporali della saggezza, l’uomo è il segno o l’espressione visibile della Divinità stessa; altrimenti, non essendo la somiglianza perfetta, il modello potrebbe essere misconosciuto. Gli elementi intermediari: i numeri
Prima che le cose temporali possano aver avuto l’esistenza che ce le rende sensibili, sono occorsi elementi primitivi e intermediari tra loro e le facoltà creatrici da cui discendono, sono di natura troppo diversa per esistere insieme senza intermediazione; ciò che ci è fisicamente ripetuto dallo zolfo e dall'oro, dal mercurio e dalla terra, i quali non possono unirsi che attraverso la stessa legge di una sostanza intermediaria. Tutto ciò che esiste nella natura corporale, tutte le forme, i minimi tratti, non sono e non possono essere che riunioni, combinazioni o divisioni di segni primitivi che sono i numeri. Nulla può apparire tra le cose sensibili che non sia scritto da loro, che non discenda da loro e che a loro non appartenga, come tutte le figure possibili della Geometria saranno sempre composte da punti, da linee, da cerchi o da triangoli. L’uomo stesso, nelle sue opere materiali, che non sono che opere seconde riguardo alle opere della Natura, è legato, come tutti gli altri esseri a questi segni primitivi; non può erigere, tracciare, costruire nulla; non può immaginare alcuna forma, eseguire un solo movimento volontario o involontario, che non concerna questi modelli esclusivi, da cui tutto ciò che si muove, tutto ciò che vive nella Natura, non ne è che il frutto della rappresentazione. Se potesse essere altrimenti, l’uomo sarebbe creatore di un’altra Natura e di un altro ordine di cose, che non apparterebbero al Principio produttore e modello di tutto ciò che esiste sensibilmente per noi. Non v’è dunque nulla nell’uomo corporale, né nelle sue produzioni, che non sia, per quanto molto secondariamente, l’espressione dell’azione creatrice universale che ogni essere corporale rappresenta da quando esiste e agisce. La parola e la scrittura
I suoni e i caratteri alfabetici, che servono da strumenti fondamentali a tutte le parole che usiamo per manifestare le nostre idee, devono riferirsi a dei segni e a dei suoni primitivi che servono loro da base; e questa profonda verità ci è indicata sin dall’antichità nel frammento di Sanchoniaton, dove rappresenta Thot ritraente il ritratto degli Dei per farne i caratteri sacri delle lettere; 10, emblema sublime e di una fecondità immensa, perché tratto dalla fonte stessa dove l’uomo dovrebbe sempre attingere. Poiché la legge che serve da organo alla suprema Saggezza stabilisce ovunque un ordine e una regolarità, deve aver determinato, per l’espressione dei pensieri che ci invia, dei segni invariabili, come ne ha stabiliti per la produzione dei suoi fatti materiali. I suoni e i caratteri primitivi essendo i veri segni sensibili dei nostri pensieri, devono essere i segni sensibili dell’unità pensante in quanto non vi è che un solo principio di tutte le cose. Pertanto le produzioni più alterate che possiamo manifestare con la parola e con la scrittura, portano sempre secondariamente l’impronta di quei segni primitivi e di conseguenza quella di quell’unica idea, o dell’unità pensante: pertanto l’uomo non può proferire una sola parola, tracciare un solo carattere, che non manifesti la facoltà pensante dell’Agente supremo; come non può produrre un solo atto corporale, un solo movimento, senza manifestarne le facoltà creatrici. L’uomo è destinato ad essere il segno e l’espressione parlante delle facoltà universali del Principio supremo, da cui è emanato; come tutti gli esseri particolari sono, ognuno nella propria classe, il segno visibile del principio particolare che ha loro conferito la vita. L’emanazione
L’emanazione divina deve essere compresa nel senso che il Principio creatore non ha conosciuto né separazione, né divisione, né alcuna alterazione nella sua essenza. Per capire bene questo termine, procediamo per analogia. Quando produco esteriormente qualche atto intellettuale, quando comunico ad uno dei miei simili il più profondo dei miei pensieri, quello stimolo che porto nel suo essere, che lo induce ad agire, può dargli una virtù; quello stimolo, benché uscito da me e pur essendo, per così dire, un estratto di me stesso e della mia stessa immagine, non mi priva affatto della facoltà di produrne di simili. Ho sempre in me lo stesso germe di pensieri, la stessa volontà, la stessa azione e tuttavia ho in qualche modo dato una nuova vita a quell’uomo, comunicandogli un’idea, un potere che non gli apparteneva prima che avessi fatto a suo favore il tipo di emanazione di cui sono capace. Rammentando tuttavia che non vi è che un solo Autore e creatore di ogni cosa, si vedrà perché non comunico che un barlume passeggero mentre l’Autore universale comunica l’esistenza stessa e la vita eterna. Ma, se nell’operazione che mi è comune con tutti gli altri uomini, si sa evidentemente che l’emanazione dei miei pensieri, volontà e azioni, non alterano per nulla la mia essenza; a maggior ragione la vita divina può trasmettersi attraverso delle emanazioni, può produrre senza numero e senza fine i segni e le espressioni di se stessa e mai cessare di essere il crogiolo della vita. La reminiscenza
Se siamo emanati da una fonte universale di verità, nessuna verità ci deve sembrare nuova, e reciprocamente, se nessuna verità ci sembra nuova, ma che non vi scorgiamo che il ricordo o la rappresentazione di ciò che era nascosto in noi, dobbiamo aver tratto origine dalla fonte universale della verità. L’uomo intellettuale, per la sua primitiva esistenza, ha dovuto secondo la legge universale degli esseri dipendere dal suo albero generatore. Era, per così dire, il testimone di tutto ciò che esisteva nella sua atmosfera e siccome questa atmosfera è tanto al di sopra di quella che abitiamo quanto l’intellettuale è al di sopra del materiale stesso, i fatti ai quali l’uomo partecipava, erano incomparabilmente superiori ai fatti dell’ordine elementare; e la differenza degli uni e degli altri è quella che esiste tra la realtà degli esseri che hanno un’esistenza vera e indelebile e l’apparenza di quelli che hanno soltanto una vita indipendente e secondaria. Così, essendo l’uomo legato alla verità, partecipava, per quanto passivamente, a tutti i fatti della verità. Dopo essere stato staccato dall’albero universale, che è il suo albero generatore, trovandosi l’uomo precipitato in una regione inferiore per provarvi una vegetazione intellettuale, se giunge ad acquisire delle luci e a manifestare le virtù e le facoltà analoghe alla sua vera natura, non fa che realizzare e rappresentare attraverso se stesso ciò che il suo Principio aveva già mostrato ai suoi occhi; non fa che riacquistare la visione di una parte degli oggetti che erano già stati in sua presenza, che riunirsi a degli esseri con i quali era già stato, che riscoprire nuovamente, in modo più intuitivo, più attivo, cose che erano già esistite per lui, in lui e intorno a lui. Ecco perché si può tranquillamente dire che tutti gli esseri creati e emanati nella regione temporale, e quindi anche l’uomo, lavorano alla stessa opera, che è di riacquistare la loro somiglianza con il Principio, di crescere cioè senza tregua finché non divengano in grado di produrre i loro frutti, come egli ha prodotto i suoi in loro. L’uomo è nato per provare a tutti gli esseri che vi è un Dio necessario, luminoso, buono, giusto, santo, potente, eterno, forte, sempre pronto a rivivificare quelli che lo amano, sempre terribile per quelli che vogliono combatterlo o misconoscerlo. Beato l’uomo, se non avesse mai annunciato Dio che manifestandone i suoi poteri e non usurpandoli! L’uomo non può scavalcare il suo Creatore poiché tutte le produzioni sono inferiori al loro Principio generatore, poiché non siamo che l’espressione delle Facoltà divine e del Numero divino, e non la natura stessa di quelle facoltà e di quel numero che è la caratteristica propria e distintiva della Divinità. Per quanto in alto saliamo, sarà eternamente e infinitamente al di sopra di noi, come al di sopra di tutti gli esseri. Significa persino onorarlo nobilitare così la nostra essenza; in quanto non possiamo elevarci di un gradino senza elevarlo nel contempo in un rapporto quadruplo; poiché ogni azione, come ogni movimento, ogni progressione è quaternaria e non possiamo muoverci che secondo l’immutabilità delle sue leggi. Per finire, se discendiamo dalla Divinità, se questa è il principio immediato della nostra esistenza, più ce ne avviciniamo, più lo rendiamo grande agli occhi di tutti gli esseri; poiché magnifichiamo allora maggiormente i suoi Poteri e la sua superiorità. Dio deve essere la nostra pietra di paragone se vogliamo preservarci da tutte le illusioni e dagli allettamenti dell’orgoglio dai quali l’uomo è così spesso colpito. Il crimine dell’uomo
Poiché l’essere divino è il solo Principio della luce e della verità; poiché solo lui possiede le facoltà fisse e positive nelle quali esclusivamente risiede la vita reale e per essenza: da quando l’uomo ha cercato quelle facoltà in un altro essere, ha dovuto necessariamente perderle di vista e non incontrare che il simulacro di tutte quelle virtù. Pertanto, l’uomo avendo cessato di leggere nella verità, non ha potuto trovare intorno a sé che l’incertezza e l’errore. Avendo abbandonato la sola dimora di ciò che è fisso e reale, ha dovuto entrare in una regione nuova che, con le sue illusioni e il suo nulla, fosse completamente opposta a quella che aveva appena lasciato. È stato necessario che questa nuova regione, con la molteplicità delle sue leggi e delle sue azioni, gli mostrasse in apparenza un’unità diversa da quella dell’essere semplice, e altre verità diverse dalla sua. Infine, è stato necessario che il nuovo sostegno al quale si era affidato, gli presentasse un quadro fittizio di tutte le facoltà, di tutte le proprietà di questo essere semplice, e tuttavia che non ne avesse alcuna. Circa i numeri 4 e 9
L’uomo si è smarrito andando dal quattro al nove; cioè, quando ha lasciato il centro delle verità fisse e positive, che si trovano nel numero quattro in quanto fonte e corrispondenza di tutto ciò che esiste e in quanto anche, pur nella nostra degradazione, il numero universale delle nostre misure e del cammino degli Astri. L’uomo si è unito al numero nove delle cose passeggere e sensibili, di cui il nulla e il vuoto sono scritti sulla forma stessa circolare o novenaria, che è loro assegnata e che mantiene l’uomo come in soggezione. Gli esseri sensibili
Nella regione temporale, l’uomo è condannato a cogliere soltanto attraverso i sensi gli esseri composti in quanto non può esistere relazione che tra esseri della stessa natura. L’uomo è dunque ridotto, abitando in questa regione temporale, a non scorgere che unità apparenti, vale a dire che non può conoscere oggi che pesi, misure e unità relative, anziché pesi, misure e numeri fissi che usava nella sua patria natale. Tuttavia, le cose sensibili, che non sono che apparenti e nulle per lo spirito dell’uomo, hanno una realtà analoga al suo essere sensibile e materiale. La saggezza è così feconda che stabilisce delle proporzioni nelle virtù e nelle realtà, relativamente a ciascuna classe delle sue produzioni. La morte
Le cose corporali e sensibili non essendo nulla per l’essere intellettuale dell’uomo, si vede come si debba considerare quella che viene chiamata la morte, e quale impressione essa può produrre sull’uomo sensato che si identifica con le illusioni di quelle sostanze corruttibili. In quanto il corpo dell’uomo, benché vero per gli altri corpi, non ha come loro alcuna realtà per l’intelligenza, e appena appena si accorge che se ne separa: in effetti quando lo lascia, non lascia che un’apparenza, o per meglio dire, non lascia niente. Al contrario, tutto ci indica che ci deve guadagnare piuttosto che perdere poiché, con un po’ d’attenzione, non possiamo che provare rispetto per quelli che la loro legge libera dagli impedimenti corporali, in quanto allora c’è un’illusione in meno tra loro e il vero. Il primo crimine dell’uomo
Il crimine dell’uomo fu di aver abusato della conoscenza che aveva dell’unione del principio dell’Universo con l’Universo. La privazione di questa conoscenza è la pena per questo crimine: subiamo tutti questa irrevocabile punizione, con l’ignoranza in cui ci troviamo circa i legami che vincolano il nostro essere intellettuale alla materia. La prova manifesta che questa conoscenza non può essere perfettamente resa durante il nostro soggiorno sulla Terra, è che non essendo in questo basso Mondo che per subire la privazione della luce che abbiamo lasciato fuggire, se potessimo riacquistarvi pienamente questa luce, non saremmo più in privazione e di conseguenza non saremmo più in questo basso Mondo. La luce
Le leggi della luce elementare sono simili alle leggi della luce intellettuale. Oltre alla necessità di un Principio primordiale e generatore, occorrono all’una e all’altra base, una reazione e una classe di esseri suscettibili di esserne i testimoni e partecipare ai suoi effetti: da cui deriva che la luce sensibile e la luce intellettuale non agiscono, non procedono e non manifestano che attraverso un quaternario. Vi sono degli esseri intelligenti che sono totalmente separati dalla luce intellettuale, ve ne sono che non ne sono separati, ma che non partecipano ai suoi effetti che esteriormente; ve ne sono che ne ricevono interiormente i raggi, ma che sono nell’ignoranza assoluta circa le vie attraverso le quali si propagano; non ci sono dunque che quelli che sono ammessi nel suo consiglio, o alla scienza stessa di colui da cui tutto discende, che possano riacquistare quella conoscenza primitiva, poiché non è che là dove possono ricevere la luce, vederla, goderne e alfine capirla; è là dove si dispiegano con una efficacia superiore tutti i poteri del grande quaternario perché in questa classe suprema risiedono tutti i tipi dei quattro punti cardinali del mondo elementare. L’uomo non ha saputo conservare questo sublime godimento che fu un tempo suo appannaggio, ha voluto trasporre l’ordine di quei quattro punti fondamentali di ogni luce e di ogni verità; trasporli, è confonderli, e confonderli significa perderli e privarsene. Il tempo
L’uomo, unendosi in seguito alla corruzione della sua volontà alle cose miste della regione apparente e relativa, si è assoggettato all’azione dei diversi principi che la costituiscono e a quella dei diversi agenti preposti per sostenerla e per presiedere alla difesa della loro legge; e non producendo queste cose miste con la loro unione che fenomeni temporali, lenti e successivi, ne risulta che il tempo è lo strumento primordiale delle sofferenze dell’uomo e il potente ostacolo che lo tiene lontano dal suo Principio; il tempo è il veleno che lo corrode, mentre era lui che doveva purificare e dissolvere il tempo; il tempo infine, o la regione che serve da prigione all’uomo, è simile all’acqua il cui potere è di dissolvere tutto, di alterare più o meno velocemente la forma di tutti i corpi, e nella quale non si può immergere l’oro senza che sia privato del diciannovesimo del suo peso; fenomeno che secondo calcoli integrati rappresenta al naturale la nostra vera degradazione. Infatti, il tempo non è che l’intervallo tra due azioni, non è che una contrazione, una sospensione nell’azione delle facoltà di un essere. Pertanto, ogni anno, ogni mese, ogni settimana, ogni giorno, ogni ora, ogni istante, il principio superiore sottrae o rende i poteri agli esseri, e è questa alternanza che forma il tempo. L’estensione prova ugualmente questa alternanza, è sottomessa alle stesse progressioni del tempo cosicché il tempo e lo spazio sono proporzionali. Essendo l’azione dell’uomo estranea a questa regione terrestre, questa azione è perpetuamente sospesa e divisa in lui. Non si può dubitare che la vera azione dell’uomo non era fatta per essere assoggettata alla regione sensibile, poiché la luce fa dei progressi per comunicarsi a lui, man mano che l’azione sensibile lo abbandona e se ne spoglia; e poiché lungi dal dover attendere tutto dai suoi sensi, non vi è nulla di meglio di quando sono calmi e in una specie di vuoto per la sua intelligenza. Scorgendo tante beltà nelle produzioni degli esseri fisici, la cui legge non è stata disturbata, possiamo dunque formarci un’idea delle meraviglie che l’uomo farebbe schiudere in lui se seguisse la legge della sua vera natura e che ad immagine della mano che lo ha formato, cercasse in tutte le circostanze della sua vita di essere superiore a ciò che fa. Il suo essere intellettuale giungerebbe all’ultimo gradino della sua carriera temporale, con la stessa purezza che aveva all’inizio. Lo si vedrebbe in vecchiaia unire i frutti dell’esperienza all’innocenza dei suoi primi anni. Tutti i passi della sua vita avrebbero fatto scoprire in lui la luce, la scienza, la semplicità, il candore, in quanto tutto ciò è nella sua essenza. Insomma, il germe che lo anima si sarebbe espanso, senza alterarsi; e rientrerebbe con la calma della virtù nella mano che lo formò, poiché ripresentandogli senza alcuna alterazione la stessa caratteristica e lo stesso sigillo che ne aveva ricevuto, questa vi riconoscerebbe ancora la sua impronta e vi vedrebbe sempre la sua immagine. Il numero dei tempi che l’uomo deve subire per compiere la sua opera è proporzionale al numero dei gradi al di sotto dei quali è sceso; in quanto, più il punto di una forza caduta è elevato, più le occorre tempo e sforzo per risalirvi. L’uomo deve formarsi, durante il suo soggiorno sulla terra, un insieme di luci e di conoscenze che abbracci una sorta di unità. Ma il complemento dei veri godimenti non può essere ottenuto in quanto non appartengono all’ordine terrestre: l’uomo non può afferrare che l’abbozzo e la rappresentazione di quelle luci. "Che l’uomo intelligente mediti qui sulle leggi dell’Astro lunare, che ci rappresenta, sotto mille facce, la nostra privazione; che esamini perché questo Astro non ci è visibile che durante i suoi giorni di materia; e perché lo perdiamo di vista il ventottesimo giorno del suo corso, pur levandosi ugualmente sul nostro orizzonte". Tutto si adopera per provare all’uomo che dopo aver percorso faticosamente questa superficie, occorre che pervenga a dei gradi più fissi e più positivi, che abbiano maggiore analogia con le verità semplici e fondamentali il cui germe è nella sua natura. Infine, occorre la morte, che realizza la conoscenza degli oggetti di cui non ha potuto scorgere qui che l’apparenza. Le lingue superiori
"Posso convenire che queste conoscenze superiori consistano nell’intelligenza e nell’uso delle due lingue comuni e volgari, poiché si rifanno ai godimenti primitivi dell’uomo. La prima ha per oggetto le cose Divine e non ha che quattro Lettere per tutto l’alfabeto; la seconda ne ha ventidue e si applica alle produzioni, sia intellettuali che temporali del grande Principio; lo stesso crimine ha privato l’uomo di queste due lingue. Se ci fosse una nuova prevaricazione, si formerebbe per lui una terza lingua che avrebbe ottantotto Lettere e che lo allontanerebbe ancor più dalla sua meta". La riabilitazione
L’uomo non può percorrere le regioni fisse e reali di purificazione senza acquisire un’esistenza più attiva, più estesa, più libera, senza respirare cioè un’aria più pura e scoprire un orizzonte più vasto, man mano che si avvicina alla vetta desiderata; come vediamo che più i principi dei corpi si semplificano, più acquisiscono virtù; e come l’aria pesante che sprigiona dalle sostanze materiali, riempie uno spazio così prodigioso in relazione a quello che occupava nei corpi, tanto che l’immaginazione ne è quasi spaventata. "È la stessa cosa per questa classe intellettuale e invisibile come per il semplice fisico elementare; tutta la Natura è volatile, e non tende che ad evaporarsi; lo farebbe anche in un istante, se il fisso che la contiene le appartenesse; ma questo fisso non le appartiene, è al di fuori di lei, pur agendo violentemente su di lei; e lei non costituisce mai alcuna alleanza con lui, che non cominci con una dissoluzione; vi sono anche molti gradi di alleanze e di amalgama". Così, similmente a quelle bolle d’aria e di fuoco che sfuggono dalle sostanze corporali in dissoluzione e che si innalzano con maggiore o minore lentezza, a seconda della loro purezza e l’estensione della loro azione, non possiamo dubitare che alla loro morte gli uomini che non avranno lasciato amalgamare la propria essenza con la loro abitazione terrestre, non si avvicinano rapidamente alla loro regione natale, per brillarvi, come gli Astri, di uno splendore rilucente; che coloro che hanno fatto qualche mescolanza di se stessi con le illusioni di questa tenebrosa dimora, non attraversino con maggior lentezza lo spazio che li separa dalla regione della vita e che quelli che si saranno identificati con le brutture da cui siamo circondati, non vi dimorino sepolti nelle tenebre e nell’oscurità, fin quando le minime parti di quelle sostanze corrotte non siano dissolte e che facciano scomparire con loro una corruzione che non può cessare fintanto che non finiranno esse stesse. La caduta dell’uomo
L’uomo non aveva ricevuto l’essere che per esercitare la sua azione sull’universalità delle cose temporali, e non ha voluto esercitarla che su di una parte; doveva agire per l’intellettuale contro il sensibile e ha voluto agire per il sensibile contro l’intellettuale. Per finire, doveva regnare sull’Universo ma, invece di vegliare per la conservazione dell’Impero, lo ha degradato lui stesso e l’Universo è crollato sull’essere potente che doveva amministrarlo e sostenerlo. Tutte le virtù sensibili dell’Universo sono crollate su di lui, l’hanno compresso con tutta la loro forza; le virtù intellettuali con le quali l’uomo doveva agire di concerto, si sono trovate separate da lui e rinchiuse ciascuna nella loro sfera e nella loro regione. Ciò che per lui era semplice è diventato multiplo e suddiviso; ciò che era suddiviso e multiplo si è conglomerato e lo ha schiacciato con il suo peso, vale a dire che il sensibile ha preso il posto dell’intellettuale e l’intellettuale quello del sensibile. La nascita dell’uomo
Il corpo dell’uomo, prima della sua formazione individuale, è sparso in tutta la forma del padre; è unito a tutte le potenze che si trovano nel suo principio generatore. Quando giunge il momento della nascita, il germe corporale sparso nella forma universale del padre si concentra, si unisce in un punto. Allora si esilia e si seppellisce nel seno tenebroso della donna dove mescolato con i fluidi impuri e avviluppato da mille barriere, non fruisce dell’aria; dove i suoi organi più perfetti sono privi di funzione e dove non riceve la vita e gli aiuti degli elementi che attraverso un punto passivo mentre il destino dell’uomo era di corrispondere attivamente con tutta la Natura. In questo stato, i primi movimenti dell’uomo sono stati di liberarsi da quelle masse estranee che lo opprimevano; ciò è avvenuto per separare penosamente le sue virtù proprie da tutte quelle materie impure con le quali esse erano confuse, e inoltre allo scopo di riunire tutte le sue forze per uscire dalle macerie dell’Universo. Ma opponendosi leggi positive al fatto che un essere possa allearsi con ciò che gli è contrario senza portare l’impronta e le tracce del suo amalgama, fu impossibile al primo uomo di uscire dalla sua cloaca con la stessa purezza, la stessa agilità che aveva prima di precipitarvisi; e ecco perché l’uomo individuale dopo aver soggiornato nel seno della donna, dopo avervi esercitato l’azione di cui è allora suscettibile per separare il suo germe sensibile da tutti i legami e le pastoie che lo costringono, si affaccia alla vita rinchiuso in una forma più opaca del fluido sottile che avviluppava il suo stesso germe. Dopo che l’uomo primitivo ebbe sormontato questo ostacolo, gli rimase un passo molto considerevole da compiere. Fu quello di unirsi successivamente alle forze dei diversi elementi che agivano nella sua atmosfera; questo è anche il compito dell’uomo particolare che, dopo essere stato ammesso alla luce elementare, langue ancora a lungo prima di abituare i suoi occhi al suo splendore, il suo corpo alle impressioni dell’area e i suoi organi alle diverse leggi stabilite per le forme corporali. Così come, nascendo, è riputato aver riunito in sé le proprie virtù fisiche e particolari, con le quali può pervenire a partecipare alle forze universali dell’atmosfera, che ha lasciate e che sono esterne a lui; allo stesso modo l’uomo intellettuale, liberato della sua prima prigione e ammesso con la sua forma materiale sulla terra, deve lavorare a riacquistare successivamente le proprie forze e le proprie virtù intellettuali, con le quali può tendere a riacquistare quelle da cui è stato separato con il crimine. Ma ciò che l’uomo fisico fa in modo passivo e cieco nel corporale, l’uomo intellettuale deve farlo attraverso gli sforzi costanti e liberi della sua volontà. L’uomo intellettuale, che si è ridotto volontariamente ad una classe inferiore e ristretta, deve generalizzare il suo essere e ampliarne le virtù fino alle estremità del suo cerchio particolare, se vuole giungere fino a quel cerchio universale e sacro da cui si è bandito. Inoltre, essendo in qualche modo la volontà il sangue dell’uomo intellettuale e di ogni essere libero; essendo il solo agente attraverso il quale possono cancellare in loro e intorno a loro le tracce dell’errore e del crimine, la rivivificazione della volontà è il compito principale di tutti gli esseri criminali e è davvero una così grande opera che tutte le potenze vi lavorano dall’origine delle cose, senza averla ancora potuta operare generalmente. Il lavoro dell’uomo
Dopo aver ricevuto in un luogo tenebroso un involucro grossolano, dopo aver raggruppato in lui le forze intellettuali che gli sono proprie, l’uomo deve ancora moltiplicare queste stesse forze riunendole a quelle che sono a lui esterne; deve raccogliere le virtù di tutti i regni terrestri, distinguere tutte le specie di ciascun regno, e persino le caratteristiche particolari di ciascun individuo; deve infine scrutare sin nei visceri della Terra, per impararvi a conoscere i disordini che fanno l’orrore e la vergogna della nostra triste dimora, i quali sono indicati sia dai metalli che non contengono l’olio, sia dal furore dei vulcani, sia dal gran numero di insetti e di animali nocivi e velenosi che sono banditi dalla superficie della terra e si nascondono nei suoi abissi, come se la luce del giorno fosse loro interdetta. Ciò che rende i lavori così imponenti, è che l’uomo lascia trascorrere invano il periodo di tempo accordato per compierli, e gli occorre un secondo periodo di tempo più considerevole, più penoso del primo visto che ha allora sia la prima che la seconda forza da acquisire. Se durante il secondo periodo di tempo, questo misero uomo non compie al meglio il suo compito di quanto non l’abbia fatto nel primo, gliene occorre necessariamente un terzo ancora più rigoroso degli altri due, e così via senza che si possano fissare altri termini ai suoi mali di quelli che fisserà loro lui stesso, sacrificando tutte le virtù che sono in lui. La vita terrestre dell’uomo è la matrice dell’uomo futuro, infatti, questi porterà in un’altra terra il piano, la struttura, il modo d’essere che si sarà fissato lui stesso nel suo soggiorno quaggiù. La caduta dell’uomo si ripercuote in tutto l’Universo
L’uomo scelto dalla Saggezza suprema per essere il segno della sua potenza, doveva costringere il male nei suoi limiti e lavorare senza tregua per restituire la pace all’Universo. E il suo sublime destino presuppone sufficientemente quali devono essere le sue virtù poiché lui solo doveva possedere tutte le forze suddivise tra tutti gli esseri ribelli. Ma, se ha lasciato corrompere la sua virtuale attività, se invece di soggiogare il disordine ha fatto alleanza con lui, questo disordine è dovuto accrescersi e fortificarsi, anziché annientarsi. Cosa questa che deve far concepire come tutti gli esseri della regione sensibile possono oggi essere in una maggiore sofferenza, o in un maggior lavoro di quanto non lo erano prima del crimine dell’uomo. Inoltre, il crimine dell’uomo giunge sino a ripercuotersi nelle sfere intelligibili, sui Ministri della saggezza divina.
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cari amici massoni vi scrivo
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lucio dalla Thursday, Aug. 19, 2004 at 7:16 PM |
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caro ma$$one tu dici:<< L'importante è che la massa creda ancora alle storielle della "stretta" fede fra Chiesa, Opus Dei e Massoneria. Cose da far ridere i polli.... L'unica volta che la Massoneria e la Chiesa hanno collaborato, e precisiamo, a distanza, è durante la guerra fredda contro il Comunismo>>!
DOMANDA: ma allora me lo spieghi come mai la Chiesa Apostolica Romana ha dovuto emettere una Bolla Papale proibendo ai suoi fedeli non solamente sposare le dottrine massoniche ma anche frecuentare luoghi di culto massonici e massoni? RISPOSTA: perchè ormai molti fedeli ed eclesiastici ormai frecuentavano luoghi di culto massonici e massoni, tanto è che molti CARDINALI si scoprironi ISCRITTI, ACCETTI ed INIZZIATI !
Io accetto quello che dice il Bolognese di sopra, preferisco sbattezzarmi pure io! Tu hai raggione esattamente come il bolognese quando affermi:<< Semplicemente, siete alimentati da una paranoia ideologica, non seguendo principi e virtù. Dunque molto propensi al Caos ideologico >>!
INFATTI: anche il bolognese dice pressapoco: o si è cattolici, ma$$oni buddhisti, testimoni di Genova [al G-8], o si è C O M U N I S T I e quindi consecuenzialmente e filologicamente agnostici atei e dialetticamente materialistici o sbagli forse? Sono forse confuso o e confuso il bolognese? IO non credo proprio, tu che ne pensi? Non è un motivo in più per sbattezzarsi tutti, incluso pure tu?
TI RICORDO DI NUOVO QUANTO DA TE DETTO: << Semplicemente, siete alimentati da una paranoia ideologica, non seguendo principi e virtù. Dunque molto propensi al Caos ideologico >>.
IO TI DICO: ma hai visto come parli? Parli come un prete! I principi e le virtu sono contenute mica nel BATTESIMO, vero?
MA PROPRIO TU NEL POST PRECEDENTE DICI ED AFFERMI: << La Massoneria è per antonomasia contro la Chiesa e viceversa; La Massoneria è anticlericale. Quel poco che avete di Democrazia, in Europa è per merito della Massoneria.
Se solo sapeste le "guerre sotterranee" che avvengono fra Massoneria e Chiesa! ma vabbè lasciamo perdere, argomento troppo complesso. Continuate a giocare con le leggende metropolitane, in alcuni casi, spiritose e divertenti.>>!
IO TI DICO: ma allora se i ma$$oni sono anticlericali e magari NON si sono MAI FATTI BATTEZZARE che cosa te ne può mica fregare a TE se un' altro si vuole sbattezzare?
Se sei anticlericale sei anticlericale come mè, che sono comunista: o siamo TUTTI e due confusi e caotici oppure NESSUNO di quelli che la pensano COME NOI è nel caos ideologico ...
A MENO CHE TU SIA D'AVVERO CIÒ CHE PENSO: un pretuccio che si fa passare per ma$$one ma tanto per me che sono agnostico fa lostesso sai?
Tu dici: << L'unica volta che la Massoneria e la Chiesa hanno collaborato, e precisiamo, a distanza, è durante la guerra fredda contro il Comunismo. Ed è stata dura, metterli insieme.....>>.
IO DICO: purtroppo ci siete riusciti comunque a ''lavorare assieme'' ed avete fatto le stragi: vedi Guernica, la P2, Gladio, le S.S.
cerca in internet od in indymedia LOPEZ REGA, Licio Gelli ecc.
un'altro giorno approfondiremmo meglio comunque caro massone grazie della tua amabile reazzionaria filo-nazista sincerita di sentimenti e ... ti prego porgi una risposta a tutti i miei interroganti!
ciao
ORDO AB CHAO SENTI CHI PARLA!
IL VOSTRO MOTTO MA$$ONICO È:
ORDO AB CHAO
OSSIA:
L' ORDINE DAL DISORDINE.
OSSIA: prima imponete il disordine; vedi rivoluzione francese, vedi rivoluzione bolscevicca, vedi assassinio papi p2 ecc. per poi attraverso gladio cia fbi p2 gesuiti opus dei neocatecumenali ecc. (inquisizioni comprese) imporre il vostro ideale di ORDINE NUOVO che più vi fa comodo.
Come in nord amerika paese massone per eccellenza ed il loro nuovo ordine mondiale che nascerà proprio dal caos ideologico e bellico che stanno imponendo con la loro globalizzazione mondiale.
saluti a tutti.
P.S.: NO ALLA MA$$ONERIA, NO AL CLERO, SI ALLO SBATTEZZAMENTO !!!
italy.indymedia.org/news/2004/08/603019_comment.php
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P2 (Loggia Propaganda Due)
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anti clericale anti maiale Thursday, Aug. 19, 2004 at 7:24 PM |
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E' noto,comunque,che era un antico sodalizio che accoglieva gli elementi più importanti e prestigiosi,fin da quando,nel secolo scorso,la massoneria,aveva avuto un ruolo centrale nelle vicende italiane.
Che cos'è La data di fondazione della loggia massonica Propaganda Due si perde nel tempo, come spesso accade per simili consorterie. E' noto, comunque, che era un antico sodalizio che accoglieva gli elementi più importanti e prestigiosi, fin da quando, nel secolo scorso, la massoneria, aveva avuto un ruolo centrale nelle vicende italiane. Dopo la seconda guerra mondiale era stata riorganizzata anche la loggia P2, con l'aiuto della massoneria USA, trasferendovi i massoni più in vista o che dovevano restare "coperti". Nel Dicembre 1965 il Gran Maestro aggiunto Roberto Ascarelli presenta l'apprendista Licio Gelli al Gran Maestro Gamberini, il quale lo eleva immediatamente di grado nella gerarchia massonica e lo inserisce nella loggia P2. Nel 1969 Ascarelli e Gamberini affidano a Gelli un non meglio precisato incarico speciale nella loggia. Nel 1971 Gelli diviene segretario organizzativo e ha il totale controllo della loggia. Nel frattempo molti personaggi eccellenti, soprattutto militari e finanzieri si sono iscritti, tra questi il generale Allavena che porterà in dote le copie dei fascicoli delle schedature del SIFAR. Nel '69 capi massonici diranno che grazie a Gelli 400 alti ufficiali dell'esercito sono stati iniziati alla massoneria al fine di predisporre un "governo di colonnelli", sempre preferibile ad un governo comunista. Nel 1972 il nuovo segretario organizzativo cambia nome alla loggia in "Raggruppamento Gelli-P2" accentuandone le caratteristiche di segretezza evitando qualsiasi tipo di controllo. Nel 1973 la loggia segreta "Giustizia e Libertà" si fonde con la P2. Alla Gran Loggia di Napoli del Dicembre 1974, qualcosa di simile a un conclave massonico alcuni tentarono di sciogliere la P2 e di abrogarne i regolamenti particolari, ma senza successo, Gelli aveva acquisito troppo potere nel frattempo. Lino Salvini, maestro del Grande Oriente d'Italia, quindi, nonostante non vedesse di buon occhio tanto potere concentrato in quella loggia, il 12 Maggio 1975 decretò ufficialmente la ricostituzione della loggia P2 elevando Gelli al grado di maestro venerabile. La loggia P2 valicherà presto i confini nazionali e conterà affiliati in diversi paesi dove non si limiterà a fare proselitismo, ma parteciperà, nei modi che la caratterizzano alla vita politica, economica e finanziaria di tali paesi. In Argentina, per esempio favorirà il golpe militare, per poi perorare la causa del ritorno di Peron, così come risulterà implicata nello scoppio del conflitto delle isole Malvinas. La loggia P2 risulterà attiva in Uruguay, Brasile, Venezuela, negli Stati Uniti, in diversi paesi europei e non ultima in Romania, dove Gelli avrà importanti rapporti con il regime "socialista" di Ceausescu, nonostante l'anticomunismo viscerale di tutti gli aderenti alla P2. Evidentemente a Ceausescu non era rimasto niente di comunista e Gelli lo sapeva. Analizzare gli intrighi, la partecipazione a tentativi di colpo di stato o a colpi di stato riusciti, a stragi, attentati, omicidi, depistamenti, operazioni finanziarie sporche e' praticamente impossibile. Basti pensare che dopo il ritrovamento di una parte dei documenti relativi alle attività della loggia ad Arezzo il 17 Marzo 1981 e di altri a Montevideo in Uruguay e' stata costituita una commissione parlamentare di inchiesta presieduta da Tina Anselmi, i cui atti sono raccolti in 76 volumi di dimensioni consistenti e che la documentazione raccolta occupa diverse scaffalature anch'esse di dimensioni consistenti. Semplicemente ci limiteremo a dare un parziale elenco delle vicende in cui la P2 e' implicata. Anche l'elenco degli iscritti che forniamo e' parziale, purtroppo però è l'unico conosciuto, si calcola comunque che gli iscritti alla loggia fossero 2500/3000 e non 963 come risulta dalle liste sequestrate ad Arezzo.
Il 10 Dicembre 1981 il Parlamento ha ufficialmente sciolto la P2. Si tratta però solo di un atto formale, in realtà Gelli, nonostante i molti anni di carcere a cui e' stato condannato, e' ancora a piede libero e ha a disposizione un'enorme patrimonio per continuare a tessere i suoi intrighi. Il "piano di rinascita democratica" sequestrato a Maria Grazia Gelli nel Luglio 1982, che rappresenta la "carta programmatica per l'Italia" della P2, e' divenuto il programma di Silvio Berlusconi, in gran parte attuato. Ma ciò che più preoccupa e' che non può essere un semplice decreto a sciogliere un simile agglomerato di "veri criminali". Finché esisteranno enormi gruppi finanziari, potentati economici, multinazionali che dominano i popoli, continueranno ad esistere cosche mafiose e massoniche come la P2. Del resto, come anche attraverso questo lavoro abbiamo cercato di spiegare la P2 travalica i confini nazionali anche formalmente, Gelli nella Primavera del 1975 ha fondato a Montecarlo l'OMPAM che nessuno si sogna di sciogliere. L'unica cosa che ci rimane da fare e' combattere simili accozzaglie di moderni fascisti con ogni mezzo necessario. Lo Statuto PREMESSA 1) L' aggettivo democratico sta a significare che sono esclusi dal presente piano ogni movente od intenzione anche occulta di rovesciamento del sistema 2) il piano tende invece a rivitalizzare il sistema attraverso la sollecitazione di tutti gli istituti che la Costituzione prevede e disciplina, dagli organi dello Stato ai partiti politici, alla stampa, ai sindacati, ai cittadini elettori. 3) Il piano si articola in una sommaria indicazione di obiettivi, nella elaborazione di procedimenti - anche alternativi - di attuazione ed infine nell'elencazione di programmi a breve, medio e lungo termine. 4) Va anche rilevato, per chiarezza, che i programmi a medio e lungo termine prevedono alcuni ritocchi alla Costituzione successivi al restauro delle istituzioni fondamentali.
OBIETTIVI 1) Nell'ordine vanno indicati:
a) i partiti politici democratici, dal PSI al PRI, dal PSDI alla DC al PLI (con riserva di verificare la Destra Nazionale) b) la stampa, escludendo ogni operazione editoriale, che va sollecitata al livello di giornalisti attraverso una selezione che tocchi soprattutto: Corriere della Sera, Giorno, Giornale, Stampa, Resto del Carlino, Messaggero, Tempo, Roma, Mattino, Gazzetta del Mezzogiorno, Giornale di Sicilia, per i quotidiani; e per i periodici: Europeo, Espresso, Panorama, Epoca, Oggi, Gente, Famiglia Cristiana. La RAI-TV va dimenticata. c) i sindacati, sia confederali CISL e UIL, sia autonomi, nella ricerca di un punto di leva per ricondurli alla loro naturale funzione anche al prezzo di una scissione e successiva costituzione di una libera associazione dei lavoratori; d) il Governo, che va ristrutturato nella organizzazione ministeriale e nella qualità degli uomini da proporre ai singoli dicasteri; e) la magistratura, che deve essere ricondotta alla funzione di garante della corretta e scrupolosa applicazione delle leggi; f) il Parlamento, la cui efficienza e' subordinata al successo dell'operazione sui partiti politici, la stampa e i sindacati.
2) Partiti politici, stampa e sindacati costituiscono oggetto di sollecitazioni possibili sul piano della manovra di tipo economico finanziario. La disponibilità di cifre non superiori a 30 o 40 miliardi sembra sufficiente a permettere ad uomini di buona fede e ben selezionati di conquistare le posizioni chiave necessarie al loro controllo. Governo, Magistratura e Parlamento rappresentano invece obiettivi successivi, accessibili soltanto dopo il buon esito della prima operazione, anche se le due fasi sono necessariamente destinate a subire intersezioni e interferenze reciproche, come si vedrà in dettaglio in sede di elaborazione dei procedimenti.
3) Primario obiettivo e indispensabile presupposto dell'operazione e' la costituzione di un club (di natura rotariana per l'etereogenità dei componenti) ove siano rappresentati, ai migliori livelli, operatori, imprenditoriali e finanziari, esponenti delle professioni liberali, pubblici amministratori e magistrati, nonché pochissimi e selezionati uomini politici, che non superi il numero di 30 o 40 unità. Gli uomini che ne fanno parte debbono essere omogenei per modo di sentire, disinteresse, onestà e rigore morale, tali cioè da costituire un vero e proprio comitato di garanti rispetto ai politici che si assumeranno l'onere dell'attuazione del piano e nei confronti delle forze amiche nazionali e straniere che lo vorranno appoggiare. Importante e' stabilire subito un collegamento valido con la massoneria internazionale.
PROCEDIMENTI 1) Nei confronti del mondo politico occorre: a) selezionare gli uomini - anzitutto - ai quali può essere affidato il compito di promuovere la rivitalizzazione di ciascuna rispettiva parte politica (per il PSI, ad esempio, Mancini, Mariani e Craxi; per il PRI: Visentini e Bandiera; per il PSDI: Orlandi e Amidei; per la DC: Andreotti, Piccoli, Forlani, Gullotti e Bisaglia; per il PLI: Cottone e Quilleri; per la Destra Nazionale (eventualmente): Covelli); b) in secondo luogo valutare se le attuali formazioni politiche sono in grado di avere ancora la necessaria credibilità esterna per ridiventare validi strumenti di azione politica; c) in caso di risposta affermativa, affidare ai prescelti gli strumenti finanziari sufficienti -con i dovuti controlli- a permettere loro di acquisire il predominio nei rispettivi partiti; d) in caso di risposta negativa usare gli strumenti finanziari stessi per l'immediata nascita di due movimenti: l'uno, sulla sinistra (a cavallo fra PSI-PSDI-PRI-Liberali di sinistra e DC di sinistra), e l'altro sulla destra (a cavallo fra DC conservatori, liberali, e democratici della Destra Nazionale). Tali movimenti dovrebbero essere fondati da altrettanti clubs promotori composti da uomini politici ed esponenti della società civile in proporzione reciproca da 1 a 3 ove i primi rappresentino l'anello di congiunzione con le attuali parti ed i secondi quello di collegamento con il mondo reale. Tutti i promotori debbono essere inattaccabili per rigore morale, capacità, onestà e tendenzialmente disponibili per un'azione politica pragmatistica, con rinuncia alle consuete e fruste chiavi ideologiche. Altrimenti il rigetto da da parte della pubblica opinione e' da ritenere inevitabile.
2) Nei confronti della stampa (o, meglio, dei giornalisti) l'impiego degli strumenti finanziari non può, in questa fase, essere previsto nominativamente. Occorrerà redigere un elenco di almeno 2 o 3 elementi, per ciascun quotidiano o periodico in modo tale che nessuno sappia dell'altro. L'azione dovrà essere condotta a macchia d'olio, o, meglio, a catena, da non più di 3 o 4 elementi che conoscono l'ambiente. Ai giornalisti acquisti dovrà essere affidato il compito di "simpatizzare" per gli esponenti politici come sopra prescelti in entrambe le ipotesi alternative 1c e 1d. In un secondo tempo occorrerà: a) acquisire alcuni settimanali di battaglia; b) coordinare tutta la stampa provinciale e locale attraverso una agenzia centralizzata; c) coordinare molte TV via cavo con l'agenzia per la stampa locale; d) dissolvere la RAI-TV in nome della libertà di antenna ex art. 21 Costit.
3) Per quanto concerne i sindacati la scelta prioritaria e' fra la sollecitazione alla rottura, seguendo cioè le linee già esistenti dei gruppi minoritari della CISL e maggioritari dell'UIL, per poi agevolare la fusione con gli autonomi, acquisire con strumenti finanziari di pari entità i più disponibili fra gli attuali confederati allo scopo di rovesciare i rapporti di forza all'interno dell'attuale trimurti. Gli scopi reali da ottenere sono: a) restaurazione della libertà individuale, nelle fabbriche e aziende in genere per consentire l'elezione dei consigli di fabbrica, con effettive garanzie di segretezza del voto; b) ripristinare per tale via il ruolo effettivo del sindacato di collaboratore del fenomeno produttivo in luogo di quello legittimamente assente di interlocutore in vista di decisioni politiche aziendali e governative. Sotto tale profilo, la via della scissione e della successiva integrazione con gli autonomi sembra preferibile anche ai fini dell'incidenza positiva sulla pubblica opinione di un fenomeno clamoroso come la costituzione di un vero sindacato che agiti la bandiera della libertà di lavoro e della tutela economica dei lavoratori. Anche in termini di costo e' da prevedere un impiego di strumenti finanziari di entità inferiori all'altra ipotesi.
4) Governo Magistratura e Parlamento
a) selezionare gli uomini - anzitutto - ai quali può essere affidato il compito di promuovere la rivitalizzazione di ciascuna rispettiva parte politica (Per il PSI, ad esempio Mancini, Mariani e Craxi; per il PRI: Visentini e Bandiera; per il PSDI: Orlandi e Amidei; per la DC: Andreotti, Piccoli, Forlani, Gullotti e Bisaglia; per il PLI: Cottone e Quilleri; per la Destra Nazionale (eventualmente): Covelli); b) in secondo luogo valutare se le attuali formazioni politiche sono in grado di avere ancora la necessaria credibilità esterna per ridiventare validi strumenti di azione politica; c) in caso di risposta affermativa, affidare ai prescelti gli strumenti finanziari sufficienti - con i dovuti controlli - a permettere loro di acquisire il predominio nei rispettivi partiti; d) in caso di risposta negativa usare gli strumenti finanziari stessi per l'immediata nascita di due movimenti: l'uno, sulla sinistra (a cavallo fra PSI - PSDI - PRI - Liberali di sinistra e DC di sinistra), e l'altro sulla destra (a cavallo fra DC conservatori, liberali, e democratici della Destra Nazionale). Tali movimenti dovrebbero essere fondati da altrettanti clubs promotori composti da uomini politici ed esponenti della società civile in proporzione reciproca da 1 a 3 ove i primi rappresentino l'anello di congiunzione con le attuali parti ed i secondi quello di collegamento con il mondo reale. Tutti i promotori debbono essere inattaccabili per rigore morale, capacità, onestà, e tendenzialmente disponibili per un'azione politica pragmatica, con rinuncia alle consuete e fruste chiavi ideologiche. Altrimenti il rigetto da parte della pubblica opinione e' da ritenere inevitabile.
2) Nei confronti della stampa (o, meglio, dei giornalisti) l'impiego degli strumenti finanziari non può, in questa fase, essere previsto nominatim. Occorrerà redigere un elenco di almeno 2 o 3 elementi, per ciascun quotidiano o periodico in modo tale che nessuno sappia dell'altro. L'azione dovrà essere condotta a macchia d'olio, o, meglio, a catena, da non più di 3 o 4 elementi che conoscono l'ambiente. Ai giornalisti acquisiti dovrà essere affidato il compito di "simpatizzare" per gli esponenti politici come sopra prescelti in entrambe le ipotesi alternative 1c e 1d. In secondo tempo occorrerà: a) acquisire alcuni settimanali di battaglia; b) coordinare tutta la stampa provinciale e locale attraverso una agenzia centralizzata; c) coordinare molte TV via cavo con l'agenzia per la stampa locale; d) dissolvere la RAI-TV in nome della libertà di antenna ex art. 21 Costit.
3) Per quanto concerne i sindacati la scelta prioritaria è fra la sollecitazione alla rottura, seguendo cioè le linee già esistenti dei gruppi minoritari della CISL e maggioritari della UIL, per poi agevolare la fusione con gli autonomi, acquisire con strumenti finanziari di pari entità i più disponibili fra gli attuali confederati allo scopo di rovesciare i rapporti di forza all'interno dell'attuale trimorti. Gli scopi reali da ottenere sono: a) restaurazione della libertà individuale nelle fabbriche e aziende in genere per consentire l'elezione dei consigli di fabbrica con effettive garanzie di segretezza del voto; b) ripristinare per tale via il ruolo effettivo del sindacato di collaboratore del fenomeno produttivo in luogo di quella illegittimamente assente di interlocutore in vista di decisioni politiche aziendali e governative. Sotto tale profilo, la via della scissione e della successiva integrazione con gli autonomi sembra preferibile anche ai fini dell'incidenza positiva sulla pubblica opinione di un fenomeno clamoroso come la costituzione di un vero sindacato che agiti la bandiera della libertà di lavoro e della tutela economica dei lavoratori. Anche in termini di costo e' da prevedere un impiego di strumenti finanziari di entità inferiore all'altra ipotesi.
4) Governo, Magistratura e Parlamento
E' evidente che si tratta di obiettivi nei confronti dei quali i procedimenti divengono alternativi in varia misura a seconda delle circostanze. E' comunque intuitivo che, ove non si verifichi la favorevole circostanza di cui in prosieguo, i tempi brevi sono - salvo che per la Magistratura - da escludere essendo i procedimenti subordinati allo sviluppo di quelli relativi ai partiti, alla stampa e ai sindacati, con la riserva di una più rapida azione nei confronti del Parlamento ai cui componenti e' facile estendere lo stesso modus operandi già previsto per i partiti politici. Per la Magistratura e' da rilevare che esiste già una forza interna (la corrente di magistratura indipendente della Ass. Naz. Mag.) che raggruppa oltre il 40% dei magistrati italiani su posizioni moderate. E' sufficiente stabilire un accordo sul piano morale e programmatico ed elaborare una intesa diretta a concreti aiuti materiali per poter contare su un prezioso strumento, già operativo nell'interno del corpo anche al fine di taluni rapidi aggiustamenti legislativi che riconducano la giustizia alla sua tradizionale funzione di elementi di equilibrio della società e non già di eversione. Qualora invece le circostanze permettessero di contare sull'ascesa al Governo di un uomo politico (o di un'equipe) già in sintonia con lo spirito del club e con le sue idee "ripresa democratica", e' chiaro che i tempi dei procedimenti riceverebbero una forte accelerazione anche per la possibilità di attuare subito il programma di emergenza e quello a breve termine in modo contestuale all'attuazione dei procedimenti sopra descritti. In termini di tempo ciò significherebbe la possibilità di ridurre a 6 mesi e anche meno il tempo di intervento, qualora sussista il presupposto della disponibilità dei mezzi finanziari.
PROGRAMMI
Per programmi si intende la scelta, in scala di priorità, delle numerose operazioni in forma di: a) azioni di comportamento politico ed economico; b) atti amministrativi (di Governo); c) atti legislativi; necessari a ribaltare - in concomitanza con quelli descritti in materia di procedimenti - l'attuale tendenza di disfascimento delle istituzione e, con essa, alla disottemperanza della Costituzione i cui organi non funzionano più secondo gli schemi originali. Si tratta, in sostanza, di "registrare" - come nella stampa in tricromia - le funzioni di ciascuna istituzione e di ogni organo relativo in modo che i rispettivi confini siano esattamente delimitati e scompaiano le attuali aree di sovrapposizione da cui derivano confusione e indebolimento dello Stato. A titolo di esempio, si considerano due fenomeni: 1) lo spostamento dei centri di potere reale dal Parlamento ai sindacati ed al Governo ai padronati multinazionali con i correlativi strumenti di azione finanziaria. Sarebbero sufficienti una buona legge sulla programmazione che rivitalizzi il CNEL e una nuova struttura dei Ministeri accompagnate da norme amministrative moderne per restituire ai naturali detentori il potere oggi perduti; 2) l'involuzione subita dalla scuola negli ultimi 10 anni quale risultante di una giusta politica di ampliamento dell'area di istruzione pubblica, non accompagnata però dalla predisposizione di corpi docenti adeguati e preparati nonché dalla programmazione dei fabbisogni in tema di occupazione. Ne e' conseguente una forte e pericolosa disoccupazione intellettuale - con gravi deficienze invece nei settori tecnici nonché la tendenza a individuare nel titolo di studio il diritto al posto di lavoro. Discende ancora da tale stato di fatto la spinta all'egualitarismo assolto (contro la Costituzione che vuole tutelare il diritto allo studio superiore per i più meritevoli) e, con la delusione del non inserimento, il rifugio nella apatia della droga oppure nell'ideologia dell'eversione anche armata. Il rimedio consiste: nel chiudere il rubinetto del preteso automatismo: titolo di studio - posto di lavoro; nel predisporre strutture docenti valide; nel programmare, insieme al fenomeno economico, anche il relativo fabbisogno umano; infine nel restaurare il principio meritocratico imposto dalla Costituzione. Sotto molti profili, la definizione dei programmi intersecherà temi e notazioni già contenute nel recente Messaggio del Presidente della Repubblica - indubbiamente notevole - quale diagnosi della situazione del Paese, tenendo, però, ad indicare terapie più che a formulare nuove analisi. Detti programmi possono essere esecutivi - occorrendo - con normativa d'urgenza (decreti legge). a) Emergenza a breve termine . Il programma urgente comprende, al pari degli altri provvedimenti istituzionali (rivolti cioè a "registrare" le istituzioni) e provvedimenti di indole economico-sociale. a1) Ordinamento giudiziario: le modifiche più urgenti investono: - la responsabilità civile (per colpa) dei magistrati; - il divieto di nomina sulla stampa i magistrati comunque investiti di procedimenti giudiziari; - la normativa per l'accesso in carriera (esami psicoattitudinali preliminari); - la modifica delle norme in tema di facoltà libertà provvisoria in presenza dei reati di eversione - anche tentata - nei confronti dello Stato e della Costituzione, nonché di violazione delle norme sull'ordine pubblico, di rapina a mano armata, di sequestro di persona e di violenza in generale. a2) Ordinamento del Governo 1 - legge sulla Presidenza del Consiglio e sui Minister (Cost. art. 95) per determinare competenze e numero (ridotto, con eliminazione o quasi dei Sottosegretari); 2 - legge sulla programmazione globale (Cost. art. 41) incentrata su un Ministero dell'economia che ingloba le attuali strutture di incentivazione (Cassa Mezz. - PPSS - Mediocredito Industria - Agricoltura), sul CNEL rivitalizzato quale punto d'incontro delle forze sociali e sindacali, imprenditoriali e culturali e su procedure d'incontro con il Parlamento e le Regioni; 3 - riforma dell'amministrazione (Cost. artt. 28 -97 - 98) fondato sulla teoria dell'atto pubblico non amministrativo, sulla netta separazione della responsabiltà politica da quella amministrativa che diviene personale (istituzione dei Segretari Generali di Ministero) e sulla sostituzione del principio del silenzio-rifiuto con quello del silenzio-consenso; 4 - definizione della riserva di legge nei limiti voluti e richiesti espressamente dalla Costituzione e individuazione delle aree di normativa secondaria (regolamentare) in ispecie di quelle regionali che debbono essere obbligatoriamente limitate nell'ambito delle leggi cornice. a3) Ordinamento del Parlamento 1) ripartizione di fatto, di competenze fra le due Camere (funzione politica alla CD e funzione economica al SR); 2) modifica (già in corso) dei rispettivi Regolamenti per ridare forza al principio del rapporto (Cost. art. 64) fra maggioranza-Governo da un lato, e opposizione, dall'altro, in luogo della attuale tendenza assemblearistica; 3) adozione del principio delle sessioni temporali in funzione di esecuzione del programma governativo.
b) Provvedimenti economico-sociali b1) abolizione della validità legale dei titoli di studio (per sfollare le università e dare il tempo di elaborare una seria riforma della scuola che attui i precetti della Costituzione); b2) adozione di un orario unico nazionale di 7 ore e 30' effettive (dalle 8,30 alle 17) salvi i turni necessari per gli impianti a ritmo di 24 ore, obbligatorio per tutte le attività pubbliche e private; b3) eliminazione delle festività infrasettimanali e dei relativi ponti (salvo 2 giugno – Natale - Capodanno e Ferragosto) da riconcedere in un forfait di 7 giorni aggiuntivi alle ferie annuali di diritto; b4) obbligo di attuare in ogni azienda ed organo di Stato i turni di festività - anche per sorteggio - in tutti i periodi dell'anno, sia per annualizzare l'attività dell'industria turistica, sia per evitare la "sindrome estiva" che blocca le attività produttive; b5) revisione della riforma tributaria nelle seguenti direzioni: 1 - revisione delle aliquote per i lavoratori dipendenti aggiornandole al tasso di svalutazione 1973-76; 2 - nettizzazione all'origine di tutti gli stipendi e i salari delle P.A. (onde evitare gli enormi costi delle relative partite di giro); 3 - inasprimento delle aliquote sui redditi professionali e sulle rendite; 4 - abbattimento delle aliquote per donazioni e contributi a fondazioni scientifiche e culturali riconosciute, allo scopo di sollecitare l'autofinanziamento premiando il reinvestimento del profitto; 5 - alleggerimento delle aliquote sui fondi aziendali destinati a riserve, ammortamenti, investimenti e garanzie, per sollecitare l'autofinanziamento delle aziende produttive; 6 - reciprocità fra Stato e dichiarante nell'obbligo di mutuo acquisto ai valori dichiarati ed accertati; b6) abolizione della nominatività dei titoli azionari per ridare fiato al mercato azionario e sollecitare meglio l'autofinanziamento delle aziende produttive; b7) eliminazione delle partite di giro fra aziende di Stato ed istituti finanziari di mano pubblica in sede di giro conti reciprochi che si risolvono - nel gioco degli interessi - in passività inutili dello stesso Stato; b8) concessione di forti sgravi fiscali ai capitali stranieri per agevolare il ritorno dei capitali dall'estero; b9) costituzione di un fondo nazionale per i servizi sociali (case - ospedali - scuole - trasporti) da alimentare con: 1 - sovraimposta IVA sui consumi voluttuari (automobili - generi di lusso) 2 - proventi dagli inasprimenti ex b5)4; 3 - finanziamenti e prestiti esteri su programma di spesa; 4 - stanziamenti appositi di bilancio per investimenti; 5 - diminuzione della spesa corrente per parziale pagamento di stipendi statali superiori a L. 7.000.000 annui con speciali buoni del Tesoro al 9% non commerciabili per due anni. Tale fondo va destinato a finanziare un programma biennale di spesa per almeno 10.000 miliardi. Le riforme di struttura relative vanno rinviate a dopo che sia stata assicurata la disponibilità dei fabbricati, essendo ridicolo riformare le gestioni in assenza di validi strumenti (si ricordino i guasti della riforma sanitaria di alcuni anni or sono che si risolvette nella creazione di 36.000 nuovi posti di consigliere di amministrazione e nella correlativa lottizzazione partitica in luogo di creare altri posti letto) Per quanto concerne la realizzabilità del piano edilizio in presenza della caotica legislazione esistente, sarà necessaria una legge che imponga alle Regioni programmi urgenti straordinari con termini brevissimi surrogabili dall'intervento diretto dello Stato; per quanto si riferisce in particolare all'edilizia abitativa, il ricorso al sistema dei comprensori obbligatori sul modello svedese ed al sistema francese dei mutui individuali agevolati sembra il metodo migliore per rilanciare questo settore che e' da considerare il volano della ripresa economica; b10) aumentare la redditività del risparmio postale elevando il tasso al 7%; b11) concedere incentivi prioritari ai settori: I - turistico II - trasporti marittimi III - agricolo specializzato (primizie zootecnia) IV - energetico convenzionale e futuribile (nucleare - geotermico - solare) V - industria chimica fine e metalmeccanica specializzata di trasformazione; in modo da sollecitare investimenti in settori ad alto tasso di mano d'opera ed apportatori di valuta; b12) sospendere tutte le licenze ed i relativi incentivi per impianti di raffinazione primaria del petrolio e di produzione siderurgica pesante.
c) Pregiudiziale e' che oggi ogni attività secondo quanto sub a) e b) trovi protagonista e gestore un Governo deciso ad essere non già autoritario bensì soltanto autorevole e deciso a fare rispettare le leggi esistenti. Così e' evidente che le forze dell'ordine possono essere mobilitate per ripulire il paese dai teppisti ordinari e pseudo politici e dalle relative centrali direttive soltanto alla condizione che la Magistratura li processi e condanni rapidamente inviandoli in carceri ove scontino la pena senza fomentare nuove rivolte o condurre una vita comoda. Sotto tale profilo, sembra necessario che alle forze di P.S. sia restituita la facoltà di interrogatorio d'urgenza degli arrestati in presenza dei reati di eversione e tentata eversione dell'ordinamento, nonché di violenza e resistenza alle forze dell'ordine, di violazione della legge sull'ordine pubblico, di sequestro di persona, di rapina a mano armata e di violenza in generale.
d) Altro punto chiave è l'immediata costituzione di una agenzia per il coordinamento della stampa locale (da acquisire con operazioni successive nel tempo) e della TV via cavo da impiantare a catena in modo da controllare la pubblica opinione media nel vivo del Paese. E' inoltre opportuno acquisire uno o due periodici da contrapporre a Panorama, Espresso, Europeo sulla formula viva "Settimanale".
MEDIO E LUNGO TERMINE
Nel presupposto dell'attuazione di un programma a breve termine come sopra definito, rimane da tratteggiare per sommi capi un programma a medio e lungo termine con l'avvertenza che mentre per quanto riguarda i problemi istituzionali è possibile fin d'ora formulare ipotesi concrete, in materia di interventi economico-sociali, salvo per quel che attiene pochissimi grandi temi, è necessario rinviare nel tempo l'elencazione di problemi e relativi rimedi. a) Provvedimenti istituzionali a1) Ordinamento Giudiziario I - unità del Pubblico Ministero (a norma della Costituzione - articoli 107 e 112 ove il P.M. e' distinto dai giudici); II - responsabilità del Guardasigilli verso il Parlamento sull'operato del P.M. (modifica costituzionale); III - istruzione pubblica dei processi nella dialettica fra pubblica accusa e difesa di fronte ai giudici giudicanti, con abolizione di ogni segreto istruttorio con i relativi e connessi pericoli ed eliminando le attuali due fasi di istruzione; IV - riforma del Consiglio Superiore della Magistratura che deve essere responsabile verso il Parlamento (modifica costituzionale); V - riforma dell'ordinamento giudiziario per ristabilire criteri di selezione per merito delle promozioni dei magistrati, imporre limiti di età per le funzioni di accusa, separare le carriere requirente e giudicante, ridurre a giudicante la funzione pretorile; VI - esperimento di elezione di magistrati (Costit. art. 106) fra avvocati con 25 anni di funzioni in possesso di particolari requisiti morali; a2) Ordinamento del Governo I - modifica della Costituzione per stabilire che il Presidente del Consiglio e' eletto dalla Camera all'inizio di ogni legislatura e può essere rovesciato soltanto attraverso le elezioni del successore; II - modifica della Costituzione per stabilire che i Ministri perdono la qualità di parlamentari; III - revisione della legge sulla contabilità dello Stato e di quella sul bilancio dello Stato (per modificarne la natura da competenza in cassa); IV - revisione della legge sulla finanza locale per stabilire - previo consolidamento del debito attuale degli enti locali da riassorbire in 50 anni - che Regioni e Comuni possono spendere al di là delle sovvenzioni statali soltanto i proventi di emissioni di obbligazioni di scopo (esenti da imposte e detraibili) e cioè relative ad opere pubbliche da finanziare, secondo il modello USA. Altrimenti il concetto di autonomia diviene di sola libertà di spesa basata sui debiti; V - riforma della legge comunale e provinciale per sopprimere le province e ridefinire i i compiti dei Comuni dettando nuove norme sui controlli finanziari; a3) Ordinamento del Parlamento I - nuove leggi elettorali, per la Camera, di tipo misto (uninominale e proporzionale secondo il modello tedesco) riducendo il numero dei deputati a 450 e, per il Senato, di rappresentanza di secondo grado, regionale, degli interessi economici, sociali e culturali, diminuendo a 250 il numero dei senatori ed elevando da 5 a 25 quello dei senatori a vita di nomina presidenziale, con aumento delle categorie relative (ex parlamentari - ex magistrati - ex funzionari e imprenditori pubblici - ex militari ecc.); II - modifica della Costituzione per dare alla Camera preminenza politica (nomina del Primo Ministro) ed alla Senato preponderanza economica (esame del bilancio); III - stabilire norme per effettuare in uno stesso giorno ogni 4 anni le elezioni nazionali, regionali e comunali (modifica costituzionale); IV - stabilire che i decreti-legge sono inemendabili; a4) Ordinamento di altri organi istituzionali I - Corte Costituzionale: sancire l'incompatibilità successiva dei giudici a cariche elettive in enti pubblici; sancire il divieto di sentenze cosiddette attive (che trasformano la Corte in organo legislativo di fatto); II - Presidente della Repubblica: ridurre a 5 anni il mandato, sancire l'ineleggibilità ed eliminare il semestre bianco (modifica costituzionale); III - Regioni: modifica della Costituzione per ridurre il numero e determinarne i confini secondo criteri geoeconomici più che storici. Provvedimenti economico sociali.
b1) Nuova legislazione antiurbanesimo subordinando il diritto di residenza alla dimostrazione di possedere un posto di lavoro e un reddito sufficiente (per evitare che saltino le finanze dei grandi Comuni); b2) Nuova legislazione urbanistica favorendo le città satelliti e trasformando la scienza urbanistica da edilizia in scienza dei trasporti veloci suburbani; b3) nuova legislazione sulla stampa in senso protettivo della dignità del cittadino (sul modello inglese) e stabilendo l'obbligo di pubblicare ogni anno i bilanci nonché le retribuzioni dei giornalisti; b4) unificazione di tutti gli istituti ed enti previdenziali ed assistenziali in un unico ente di sicurezza sociale da gestire con formule di tipo assicurativo allo scopo di ridurre i costi attuali; b5) disciplinare e moralizzare il settore pensionistico stabilendo: il divieto del pagamento di pensioni prima dei 60 anni salvo casi di riconosciuta inabilità; il controllo rigido sulle pensioni di invalidità; l'eliminazione del fenomeno del cumulo di più pensioni; b6) dare attuazione agli articoli 39 e 40 della Costituzione regolando la vita dei sindacati limitando il diritto di sciopero nel senso di: I - introdurre l'obbligo di preavviso dopo aver spedito il concordato; II - escludere i servizi pubblici essenziali (trasporti; dogane; ospedali e cliniche; imposte; pubbliche amministrazioni in genere) ovvero garantirne il corretto svolgimento; III - limitare il diritto di sciopero alle causali economiche ed assicurare comunque la libertà di lavoro; b7) nuova legislazione sulla partecipazione dei lavoratori alla proprietà azionaria delle imprese e sulla gestione (modello tedesco); b8) nuova legislazione sull'assetto del territorio (ecologia, difesa del suolo, disciplina delle acque, rimboscamento, insediamenti umani); b9) legislazione antimonopolio (modello USA); b10) nuova legislazione bancaria (modello francese); b11) riforma della scuola (selezione meritocratica - borse di studio ai non abbienti - scuole di Stato normale e politecnica sul modello francese); b12) riforma ospedaliera e sanitaria sul modello tedesco. c) Stampa - Abolire tutte le provvidenze agevolative dirette a sanare bilanci deficitari con onere del pubblico erario ed abolire il monopolio RAI-TV.
Vicende in cui è implicata la loggia P2
- Strage del treno Italicus - strage di Bologna - strage di Ustica - strage di Piazza Fontana - strage del rapido 904 - omicidio Calvi - omicidio Pecorelli - omicidio Olof Palme - omicidio Semerari - colpo di stato militare in Argentina - tentativo di colpo di stato di Junio Valerio Borghese - tentativo di colpo di stato della Rosa dei Venti - caso dei dossier illegali del SIFAR - operazione Minareto - falso rapimento Sindona - tentativo di depistamento durante il rapimento Moro - rapimento Bulgari - rapimento Ortolani - rapimento Amedeo - rapimento Danesi - rapimento Amati - rapporti con la banda della Magliana - rapporti con la banda dei marsigliesi - inchiesta sul traffico di armi e droga del giudice Carlo Palermo - riciclaggio narcodollari (caso Locascio) - caso Cavalieri del Lavoro di Catania - fuga di Herbert Kappler - crack Sindona - crack Banco Ambrosiano - crack Finabank - scandali finanziari legati allo IOR - caso Rizzoli-Corriere della Sera - caso SIPRA-Rizzoli - scandalo dei Petroli - caso M. Fo. Biali - caso Eni-Petronim - caso Kollbrunner - cospirazione politica e truffa di Antonio Viezzer - cospirazione politica di Raffaele Giudice - cospirazione politica di Pietro Musumeci - cospirazione politica e falsificazione documenti di Antonio La Bruna - finanziamenti FIAT alla massoneria
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Ed ora il suo affiliato piu' noto Silvio Berlusconi e' alla presidenza del Consiglio !!!!!
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saint geremia? Thursday, Aug. 19, 2004 at 7:29 PM |
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La P2 ieri. La sua vittoria oggi.
Gianni Barbacetto
Che cos’era il gruppo di Gelli? Che cosa fanno oggi i suoi membri? Ecco la storia della loggia e le «pagine gialle» della P2 (Propaganda 2)
Ed ora il suo affiliato piu' noto Silvio Berlusconi (tessera 1816), e' alla presidenza del Consiglio La notizia la dà il telegiornale della notte: la presidenza del Consiglio dei ministri ha deciso di rendere pubblici gli elenchi della loggia massonica P2, l’associazione segreta che il Maestro venerabile Licio Gelli chiama «l’Istituzione». È il 20 maggio 1981, vent’anni fa. L’Italia è scossa: di quella loggia misteriosa si parla ormai da molto tempo, ma ora i suoi componenti prendono un nome e un volto. E gli italiani scoprono che esiste un potere sotterraneo, un governo parallelo, uno Stato nello Stato. Negli elenchi della loggia sono iscritti i nomi di quattro ministri o ex ministri, 44 parlamentari, tutti i vertici dei servizi segreti, il comandante della Guardia di finanza, alti ufficiali dei Carabinieri, militari, prefetti, funzionari, magistrati, banchieri, imprenditori, direttori di giornali, giornalisti...
Una settimana dopo, il governo presieduto da Arnaldo Forlani dà le dimissioni. Nasce il primo governo laico della storia d’Italia, guidato da Giovanni Spadolini. è varata una commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia di Gelli, sotto la presidenza di Tina Anselmi. è approvata una legge dello Stato che vieta le associazioni segrete e scioglie la P2. I capi dei servizi di sicurezza sono tutti licenziati. Qualche piduista ha la carriera bloccata, qualcuno subisce procedimenti disciplinari, una ventina di affiliati finisce sotto processo. I magistrati aprono indagini sulla loggia, con l’ipotesi che abbia realizzato una cospirazione politica contro le istituzioni della Repubblica. Ma oggi, vent’anni dopo, che cosa è restato di quel terremoto? Dove sono, che cosa fanno i membri del club P2? Il più noto di essi, che vent’anni fa era soltanto un giovane, brillante palazzinaro, ora spera di diventare nientemeno che presidente del Consiglio. Ecco dunque la storia dimenticata dell’«Istituzione» che ha segnato alcuni decenni della storia italiana.
Da Sindona alla P2. Nella seconda metà degli anni Settanta qualche articolo di giornale aveva accennato all’esistenza di una loggia massonica potentissima e misteriosissima. Ombre, sospetti, dicerie? Nel 1980 il consigliere istruttore di Milano Antonio Amati deve aprire due inchieste giudiziarie: una sull’assassinio dell’avvocato milanese commissario liquidatore delle banche di Michele Sindona, Giorgio Ambrosoli, ucciso a Milano l’11 luglio 1979; l’altra sullo strano rapimento di Sindona, scomparso da New York il 2 agosto 1979 e poi ricomparso il 16 ottobre. Nessuno allora avrebbe pensato che quelle inchieste avrebbero portato alla P2.
Amati assegna i due fascicoli, insieme, a due giovani magistrati. Il primo, più esperto, si chiama Giuliano Turone, baffi curati e dita sottili, irrequieto e rigorosissimo. Dopo il liceo Manzoni di Milano, dopo un anno negli Stati Uniti, dopo la laurea in legge, era stato tentato dalla carriera diplomatica. Ma aveva scelto la magistratura: perché il diplomatico deve limitarsi a eseguire la politica estera del suo governo, mentre il magistrato decide e giudica, con il solo aiuto della legge e della sua coscienza. Affascinato dalla geometria dell’indagine, aveva voluto diventare giudice istruttore, figura mista (oggi cancellata dal nuovo codice) di giudice e investigatore. Poco più che trentenne, era entrato di persona nel covo-prigione di uno dei primi sequestrati italiani, l’imprenditore Luigi Rossi di Montelera; e nel 1974 aveva fatto arrestare il responsabile, un ometto siciliano che abitava in via Ripamonti 84, a Milano, e che sulla carta d’identità aveva scritto Luciano Leggio, anche se era già noto come boss di Cosa nostra con il nome di Luciano Liggio.
Gherardo Colombo, il secondo magistrato, era invece un giovanotto che arrivava a palazzo di giustizia con i jeans e la camicia senza cravatta, e sopra gli occhiali aveva una gran corona di capelli refrattari al pettine. Era cresciuto in una grande casa sui colli della Brianza, padre medico e un po’ poeta, nonno e bisnonno avvocati. Amava i giochi di logica e il bridge. Parlava con aria apparentemente svagata, accompagnando le parole con brevi gesti secchi della mano, che poi spesso lasciava così, sospesa a mezz’aria. Per nove mesi, Turone e Colombo lavorano sodo. Macinano insieme decine e decine di interrogatori, perquisizioni, indagini bancarie. Sono letteralmente risucchiati da un’inchiesta che è un giallo appassionante, pieno di misteri e di colpi di scena. «Era un tessuto dai cento fili intrecciati», secondo Turone, «così abbiamo cominciato col tirare i fili che sporgevano dalla trama».
Il sequestro di Sindona: strano, con quella improbabile rivendicazione del «Gruppo proletario di eversione per una giustizia migliore». Strani anche gli affidavit (dichiarazioni giurate) che una decina di persone invia negli Stati Uniti, ai magistrati americani, per testimoniare che il povero Sindona, che ha fatto bancarotta e ha lasciato sul lastrico centinaia di clienti, è perseguitato dai magistrati italiani soltanto per la sua fede anticomunista. Uno degli affidavit è firmato da un certo Licio Gelli. Dice: «Nella mia qualità di uomo d’affari sono conosciuto come anticomunista e sono al corrente degli attacchi dei comunisti contro Michele Sindona. è un bersaglio per loro e viene costantemente attaccato dalla stampa comunista. L’odio dei comunisti per Michele Sindona trova la sua origine nel fatto che egli è anticomunista e perché ha sempre appoggiato la libera impresa in un’Italia democratica». La prosa non è un granché, ma l’ossessione anticomunista è ben presente (e allora, almeno, i comunisti c’erano davvero...).
Licio Gelli, fascista e massone. Chi è questo Gelli? - si chiedono Turone e Colombo. Quasi sconosciuto, allora, dal grande pubblico, era il Maestro Venerabile della loggia massonica Propaganda 2, che riuniva la crema del potere italiano. C’era la fila, per ottenere udienza da Gelli nella sua suite all’hotel Excelsior, in via Veneto, a Roma. La loggia era segreta, per non mettere in imbarazzo i suoi potenti iscritti, dispensati anche dalle ritualità massoniche. Bastava la sostanza. Gelli era arrivato al vertice della P2 dopo una onorata carriera come fascista, simpatizzante della Repubblica di Salò, doppiogiochista con la Resistenza, collaboratore dei servizi segreti inglesi e americani, infine agente segreto della Repubblica italiana. Volonteroso funzionario del Doppio Stato: soldato, come tanti altri fascisti e nazisti, arruolato nell’esercito invisibile che gli Alleati avevano approntato, dopo la vittoria contro Hitler e Missolini, per combattere la «guerra non ortodossa» contro il comunismo. Entrato nella massoneria, aveva contribuito a selezionare, dentro l’esercito, gli ufficiali anticomunisti disposti ad avventure golpiste. Nel colpo di Stato (tentato) del 1970 aveva avuto un ruolo di tutto rispetto: suo era l’incarico di entrare al Quirinale e trarre in arresto il presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, quello che mandava telegrammi a raffica che finivano sempre con un bel «viva la Resistenza, viva l’Italia». Poi il golpe non ci fu, sospeso forse dagli americani, ma la «guerra non ortodossa» continuò, con una serie di stragi che insanguinarono l’Italia. Fino al 1974, anno di svolta. Allora la strategia della guerra segreta contro il comunismo cambiò: basta con la contrapposizione diretta, con i progetti apertamente golpisti, sostituiti da una più flessibile occupazione, attraverso uomini fidati, di tutti gli ambiti della società, di tutti i centri di potere. La massoneria (o almeno una parte di essa) fornisce le strutture e le coperture necessarie a organizzare questo club del Doppio Stato, questo circolo dell’oltranzismo atlantico. Nasce la P2 di Licio Gelli. In cui poi, all’italiana, entrano anche (e per alcuni soprattutto) le protezioni, le carriere, gli affari e gli affarucci. Ma tutto ciò, tra il 1980 e il 1981, Turone e Colombo ancora non lo sapevano, non lo immaginavano neanche. I due andavano avanti per la loro strada, a districare i misteri del caso Sindona.
La perquisizione fatale. Scoprono che Sindona non è stato rapito, ma ha organizzato una messa in scena per sparire dagli Stati Uniti e arrivare in Italia, in Sicilia. Scoprono che è lui a trattare il salvataggio delle sue banche con Giulio Andreotti, a minacciare il presidente della Mediobanca Enrico Cuccia (che si oppone al piano di risanamento), è lui a far uccidere Giorgio Ambrosoli, nella notte dell’11 luglio 1979, con tre colpi di 357 magnum sparati al petto da un sicario che viene dagli Stati Uniti. A ospitare Sindona a Palermo, in quell’estate di scirocco e di sangue, è un medico italoamericano: Joseph Miceli Crimi, massone, esperto di riti esoterici e di chirurgie plastiche. è lui che spara alla gamba del banchiere, con sapienza clinica, per cercare di rendere credibile il rapimento. I due giudici istruttori gli sequestrano alcune carte e, tra queste, uno stupido biglietto ferroviario Palermo-Arezzo, usato da Miceli Crimi nell’estate del 1979. Domanda: perché un viaggio dalla Sicilia ad Arezzo? Risposta: «Per andare dal dentista presso cui ero in cura». Fantasiosa, ma i due milanesi non abboccano. Miceli Crimi, messo alle strette, ammette: ma sì, sono andato da un certo Licio Gelli, per discutere con lui la situazione di Sindona. Questo Gelli comincia proprio a incuriosire i due giudici istruttori. I personaggi che si muovono attorno a Sindona e si danno da fare per salvarlo, scoprono Turone e Colombo, finiscono tutti per arrivare a Gelli: Rodolfo Guzzi, l’avvocato del bancarottiere; Pier Sandro Magnoni, suo genero; Philip Guarino e Paul Rao, due massoni che incontrano il Venerabile poche ore dopo essere stati ricevuti da Giulio Andreotti. Ecco perché, nel marzo 1981, i giudici milanesi ordinano una perquisizione di tutti gli indirizzi del Venerabile. «Cautela assoluta», ricorda Colombo, «avevamo intuito che per ottenere risultati dovevamo procedere con la massima segretezza». La sera di lunedì 16 marzo 1981 una sessantina di agenti della Guardia di finanza si muove da Milano verso i quattro indirizzi di Gelli annotati su una agenda di Sindona sequestrata al banchiere dalla polizia di New York: villa Wanda di Arezzo, l’abitazione privata; la suite all’Excelsior dove riceveva autorità, politici, postulanti; un’azienda di Frosinone; e gli uffici di una fabbrica d’abbigliamento, la Giole di Castiglion Fibocchi.
L’incarico delle perquisizioni è affidato a un uomo di cui Turone e Colombo conoscono la lealtà istituzionale, il colonnello della Guardia di finanza Vincenzo Bianchi. Ha l’ordine di agire senza informare nessuno e senza avere alcun contatto con le autorità locali, i carabinieri, la polizia, la magistratura del posto, neppure i comandi della Guardia di finanza. I suoi finanzieri, arrivati in Toscana, non passano la notte nella caserma di Arezzo, ma si disperdono in diverse località lì attorno. Per tutti, l’appuntamento è all’alba del 17 marzo. Scatta la perquisizione. Nessun risultato a Roma. Niente a villa Wanda. L’azienda di Frosinone è un vecchio indirizzo. Alla Giole, invece, c’è una montagna di carte. Gelli non si trova, è a Montevideo. Ma la sua segretaria, Carla, protegge con vigore i documenti stipati nella scrivania, nei cassetti, nella cassaforte, in una valigia... Nella cassaforte ci sono gli elenchi della loggia segreta. «Sequestrate tutto», ordinano, per telefono, i giudici istruttori. La perquisizione è ancora in corso quando a Bianchi arriva via radio una chiamata del generale Orazio Giannini, comandante della Guardia di finanza: c’è anche il suo nome, in quegli elenchi, come quello del suo predecessore, il generale Raffaele Giudice, come quello del capo di stato maggiore della Finanza, il generale Donato Lo Prete. E il comandante delle Fiamme gialle di Arezzo, e una folla di generali, colonnelli, maggiori...
Verso il porto delle nebbie. Tutte le carte sono portate a Milano. Turone e Colombo le catalogano, personalmente, pagina per pagina. Ne fanno due copie. L’originale entra nel fascicolo dell’inchiesta; la prima copia è affidata ai finanzieri, con l’incarico di conservarla in un luogo sconosciuto agli stessi giudici; la seconda è nascosta, sotto una falsa intestazione («Formazioni comuniste combattenti») tra i fascicoli di un collega di cui i due si fidano, il giudice Pietro Forno. Non si sa mai. Fuori dal palazzo di giustizia di Milano, intanto, nessuno sa delle carte sequestrate a Gelli. Eppure qualcuno sta lavorando febbrilmente per parare il colpo. La notizia comincia a trapelare. La dà, per primo, il telegiornale Rai la sera del 20 marzo. Ma non è chiaro quali documenti siano stati trovati dai giudici. Il giorno dopo, sabato 21 marzo, il Giornale (allora diretto da Indro Montanelli) scrive: «Nell’ambito delle indagini per l’affare Sindona, stasera si è appresa una doppia operazione compiuta dalla magistratura di Milano e da quella di Roma, nella villa aretina di Licio Gelli, Venerabile Maestro della loggia massonica P2. Per conto dei giudici milanesi l’intervento sarebbe stato operato dalla Guardia di finanza, mentre Roma avrebbe partecipato agli accertamenti attraverso il sostituto procuratore della Repubblica Sica». Strana notizia: il ritrovamento non è avvenuto a villa Wanda ma alla Giole di Castiglion Fibocchi; e soprattutto Domenico Sica, detto «Rubamazzo», per ora non c’entra nulla. Ma basteranno poche settimane e Roma arriverà ad avverare la profezia del Giornale e a strappare l’indagine ai magistrati milanesi.
Turone e Colombo, consci del peso istituzionale della loro scoperta, decidono che è loro dovere informare il capo dello Stato: ma il presidente Sandro Pertini è all’estero, così ripiegano sul capo del governo, Arnaldo Forlani. Si recano a Roma il 25 marzo, l’appuntamento è fissato alle ore 16 a Palazzo Madama. Aspettano per due ore. Poi la segreteria di Forlani comunica che c’è stato un equivoco, che il presidente li aspetta a Palazzo Chigi. I due giudici si spostano lì. Ad accoglierli è il capo di gabinetto di Forlani. «Ci siamo guardati negli occhi in silenzio», ricorda Colombo, «il funzionario davanti a noi era il prefetto Mario Semprini, tessera P2 1637». Forlani è cortese, chiede se le carte trovate possono essere non autentiche. I due giudici gli mostrano una firma autografa del ministro della Giustizia Adolfo Sarti sulla domanda d’iscrizione alla loggia. Chiedono: «Signor presidente, avrà certamente un documento controfirmato dal suo ministro Guardasigilli...». Forlani ne prende uno, confronta i due fogli, si convince. «Datemi tempo di riflettere», conclude Forlani. «Di solito offro agli ospiti di riguardo un aereo dei servizi per tornare a casa. Mi pare che questa volta non sia il caso». Forlani tira in lungo. Non vuole prendersi la responsabilità di rendere pubblici gli elenchi. Cerca di scaricarla sui giudici milanesi. Sui giornali del 20 maggio i titoli confermano quella sensazione: «Forlani: spetta ai giudici togliere il segreto sulla P2». Turone, Colombo e il capo dell’ufficio Amati inviano immediatamente una lettera al presidente del Consiglio, in cui sostengono che sono coperti dal segreto istruttorio i verbali delle deposizioni dei testimoni che stanno sfilando davanti a loro, ma non «il restante materiale trasmesso». Forlani capisce che non può più aspettare. Le liste di Gelli sono rese pubbliche.
Oltre agli elenchi degli affiliati e alla documentazione sulla loggia, tra le carte sequestrate vi sono 33 buste sigillate con intestazioni diverse: «Accordo Eni-Petromin», «Calvi Roberto vertenza con Banca d’Italia», «Documentazione per la definizione del gruppo Rizzoli», «On. Claudio Martelli»... C’erano già, in quelle carte, i segreti di Tangentopoli, del Conto Protezione e di tanto altro ancora. Ma i tempi non erano maturi. Da Roma si muovono il giudice istruttore Domenico Sica (detto «Rubamazzo») e il procuratore della Repubblica Achille Gallucci. Sollevano il conflitto di competenza e la Cassazione, il 2 settembre 1981, strappa l’inchiesta a Milano per affidarla a Roma. Non sviluppata, l’indagine si spegne. «Mi è arrivata sulla scrivania già morta», dice Elisabetta Cesqui, il pubblico ministero che eredita l’indagine. L’accusa di cospirazione politica contro le istituzioni della Repubblica mediante associazione cade: tutti i rinviati a giudizio (pochi: qualche capo dei 17 gruppi in cui la P2 era divisa, più Gelli e i responsabili dei servizi segreti) sono prosciolti, e comunque il processo arriva in Cassazione quando ormai è troppo tardi e per tutti scatta la prescrizione.
Più utile il lavoro della Commissione parlamentare presieduta da Tina Anselmi, che dichiara le liste della P2, con 972 nomi, «autentiche» e «attendibili», ma incomplete. E con anni di lavoro produce un materiale immenso e prezioso, la documentazione di come funzionava una potentissima macchina di eversione e di potere. Ma nel 1981 le speranze - o le paure - erano altre: una parte del Paese sperava che lo scandalo P2 avviasse il rinnovamento della vita politica e istituzionale; un’altra temeva che il proprio potere si incrinasse per sempre. Sbagliavano gli uni e gli altri.
Tessera numero 1816. Oggi il più noto degli iscritti alla P2 è Silvio Berlusconi, tessera numero 1816. Per la P2 Berlusconi ha subito la sua prima condanna, ormai definitiva: per falsa testimonianza. Nel 1990, a Venezia, viene infatti giudicato colpevole di aver giurato il falso davanti ai giudici, a proposito della sua iscrizione alla loggia. L’anno prima, però, c’era stata una provvidenziale amnistia. Quando parla della P2, Berlusconi se la cava, di solito, con qualche battuta. Eppure l’iscrizione alla loggia è stata determinante per i suoi primi affari immobiliari. Per esempio per ottenere credito dalla Banca nazionale del lavoro (controllata dalla P2, con ben otto alti dirigenti affiliati) e dal Monte dei Paschi di Siena (era piduista il direttore generale Giovanni Cresti). Conclude la Commissione Anselmi: gli imprenditori Silvio Berlusconi e Giovanni Fabbri (il re della carta) «trovarono appoggi e finanziamenti al di là di ogni merito creditizio». Ma poi, fatte le case, bisogna venderle. E non fu facile, per Berlusconi. Lo soccorse, agli inizi della sua carriera di immobiliarista, un «fratello» della loggia segreta, il napoletano Ferruccio De Lorenzo, già sottosegretario liberale in un governo Andreotti e padre di Francesco, futuro ministro della Sanità e imputato di Mani pulite: Ferruccio De Lorenzo acquistò, come presidente dell’Enpam (l’Ente nazionale previdenza e assistenza dei medici italiani) prima due hotel a Segrate, poi decine di appartamenti di Milano 2. L’Enpam decise poi di affidare a Berlusconi anche la gestione del teatro Manzoni di Milano, controllato dall’ente.
Quando Gelli parla di Berlusconi, è lapidario: «Ha preso il nostro Piano di rinascita e lo ha copiato quasi tutto», dichiara all’Indipendente nel febbraio 1996. Il Piano di rinascita democratica era il programma politico della P2. Fu sequestrato il 4 luglio 1981 all’aeroporto di Fiumicino, nel doppiofondo di una valigia di Maria Grazia Gelli, figlia del Venerabile. Riletto oggi, risulta profetico. Prevede, infatti, di «usare gli strumenti finanziari per l’immediata nascita di due movimenti l’uno sulla sinistra e l’altro sulla destra». Tali movimenti «dovrebbero essere fondati da altrettanti club promotori». Nell’attesa, il Piano suggerisce che con circa 10 miliardi è possibile «inserirsi nell’attuale sistema di tesseramento della Dc per acquistare il partito». Con «un costo aggiuntivo dai 5 ai 10 miliardi» si potrebbe poi «provocare la scissione e la nascita di una libera confederazione sindacale». Per quanto riguarda la stampa, «occorrerà redigere un elenco di almeno due o tre elementi per ciascun quotidiano e periodico in modo tale che nessuno sappia dell’altro»; «ai giornalisti acquisiti dovrà essere affidato il compito di simpatizzare per gli esponenti politici come sopra». Poi bisognerà: «acquisire alcuni settimanali di battaglia», «coordinare tutta la stampa provinciale e locale attraverso un’agenzia centralizzata», «coordinare molte tv via cavo con l’agenzia per la stampa locale», «dissolvere la Rai in nome della libertà d’antenna»; «punto chiave è l’immediata costituzione della tv via cavo da impiantare a catena in modo da controllare la pubblica opinione media nel vivo del Paese». Tecnologia a parte: preveggente, no?
La giustizia va ricondotta «alla sua tradizionale funzione di equilibrio della società e non già di eversione». Per questo, è necessaria la separazione delle carriere del pubblico ministero e dei giudici, «l’istruzione pubblica dei processi nella dialettica fra pubblica accusa e difesa di fronte ai giudici giudicanti», la «riforma del Consiglio superiore della magistratura che deve essere responsabile verso il Parlamento». Molto è già stato realizzato. Per il resto si vedrà. Che fine hanno fatto gli altri «fratelli» di loggia? Alcuni hanno fatto proprio una brutta fine. Sindona, dopo essere stato condannato per l’omicidio di Giorgio Ambrosoli, è morto in carcere, per una tazzina di caffè al veleno. Il suo successore nella finanza d’avventura, Roberto Calvi, tessera numero 1624, ha gettato la più grande banca italiana, il Banco Ambrosiano, nelle braccia della P2 che gli ha sottratto un fiume di miliardi e l’ha fatto finire in bancarotta; alla fine, il 18 giugno 1982, è stato trovato penzolante sutto il ponte dei Frati neri, a Londra. Mino Pecorelli, tessera 1750, giornalista in contatto con i servizi segreti, direttore di Op e piduista anomalo che voleva giocare in proprio, è stato crivellato di colpi nella sua automobile, il 20 marzo 1979.
La loggia multinazionale. Gelli è agli arresti domiciliari a villa Wanda, condannato per il crac del Banco Ambrosiano. Molti degli affiliati, il nocciolo duro del club dell’oltranzismo atlantico, sono stati coinvolti in vicende di eversione, stragi, tentati colpi di Stato, depistaggi. Così Vito Miceli, Gian Adelio Maletti, Antonio Labruna, Giuseppe Santovito, Giovanni Fanelli, Antonio Viezzer, Umberto Federico D’Amato, Giovanbattista Palumbo, Pietro Musumeci, Elio Cioppa, Manlio Del Gaudio, Giovanni Allavena, Giovanni Alliata di Montereale, Giulio Caradonna, Edgardo Sogno... Ci vorrebbe almeno un libro per ciascuno, per raccontare la multiforme attività di questi fedeli servitori del Doppio Stato. Organizzazione multinazionale, la P2 aveva affiliati che operavano in Sudamerica: Uruguay, Brasile e soprattutto Argentina. In Argentina, dove Gelli aveva rapporti molto stretti con i servizi segreti, aveva arruolato nella loggia l’ammiraglio Emilio Massera, capo di Stato maggiore della Marina, Josè Lopez Rega, ministro del Benessere sociale di Juan Domingo Peron, Alberto Vignes, ministro degli Esteri, l’ammiraglio Carlos Alberto Corti e altri militari.
Pochi del club P2 sono stati messi davvero fuori gioco dallo scandalo che seguì la pubblicazione degli elenchi. I magistrati (unica categoria che reagì con decisione) furono giudicati e sanzionati dal Consiglio superiore della magistratura. Ma ciò non toglie che uno dei magistrati iscritti alla P2, Giuseppe Renato Croce, tessera numero 2071, oggi giudice per le indagini preliminari a Roma, con arzigogoli procedurali stia dando ragione a Marcello Dell’Utri in una delle tante contese giudiziarie che il braccio destro di Berlusconi ha aperte. Molti dei piduisti sono stati messi da parte dagli anni e dall’età. Ma chi resiste all’azione del ciclo biologico non se la cava poi tanto male. Tra i giornalisti (di allora), Gustavo Selva è parlamentare di An; Maurizio Costanzo è direttore di Canale 5 e uomo politicamente trasversale, anche se sempre dalla parte di Berlusconi nei momenti cruciali; Massimo Donelli è direttore della nuova tv del Sole 24 ore. Roberto Gervaso continua a scrivere un fiume di articoli e di libri e nessuno si ricorda più di una simpatica lettera che inviò, tanto tempo fa, a Gelli: «Caro Licio, ho chiesto a Di Bella (direttore del Corriere della sera quando era nelle mani della P2, ndr) di farmi collaborare. è bene che tutti capiscano che bisogna premiare gli amici. Oggi Di Bella parlerà della mia collaborazione con Tassan Din (direttore generale del Corriere, piduista come l’editore del Corriere, Angelo Rizzoli, ndr). Vedi di fare, se puoi, una telefonata a Tassan Din, affinchè non mi metta i bastoni tra le ruote». Più defilato Paolo Mosca, ex direttore della Domenica del Corriere. Gino Nebiolo, all’epoca direttore del Tg1, è stato mandato da Letizia Moratti a dirigere la sede Rai di Montevideo (una capitale della P2) e oggi scrive sul Foglio di Giuliano Ferrara. Franco Colombo, ex corrispondente della Rai a Parigi e aspirante piduista, oggi ha cambiato mestiere: è vicepresidente della società del Traforo del Monte Bianco e si sta dando molto da fare per gli appalti che devono riaprire il tunnel. Alberto Sensini (aspirante piduista, come Colombo) scrive di politica sui giornali.
Tra i politici, Pietro Longo, segretario del Partito socialdemocratico, divenne il simbolo negativo del piduista con cappuccio. Ma a tanti altri è andata meglio. Publio Fiori (tessera 1878), ex deputato democristiano, è trasmigrato in An e nel 1994 è diventato ministro di Berlusconi. Una poltrona di ministro è già capitata, durante il governo Berlusconi, anche ad Antonio Martino (anch’egli a Gelli aveva solo presentato la domanda d’iscrizione). Invece Duilio Poggiolini (tessera 2247), ex ministro democristiano della Sanità, ha avuto la carriera stroncata non dalla P2, ma dai lingotti d’oro di Tangentopoli trovati nel pouf del salotto. Massimo De Carolis (tessera P2 1815, solo un numero in meno di quella di Berlusconi), negli anni Settanta era democristiano e leader della «Maggioranza silenziosa», oggi è tornato alla politica sotto le bandiere di Forza Italia e grazie al rapporto diretto con Berlusconi ha ottenuto la presidenza del Consiglio comunale di Milano e la promessa di una candidatura in Parlamento. Le ha dovuto abbandonare entrambe, dietro la ferma insistenza del sindaco Gabriele Albertini, dopo essere stato coinvolto in alcuni scandali. è accusato, tra l’altro, di aver chiesto 200 milioni per rivelare notizie riservate a una azienda partecipante a una gara per un appalto a Milano. Ma il fatto curioso è che, insieme a De Carolis, nel processo in corso a Milano sia coinvolta un’altra vecchia conoscenza della P2: Luigi Franconi (tessera P2 numero 1778). I rapporti solidi resistono nel tempo.
Politica & affari. Un banchiere iscritto alla P2, certo meno noto di Sindona e Calvi, era Antonio D’Alì, proprietario della Banca Sicula e datore di lavoro di boss di mafia come i Messina Denaro. Oggi ha passato la mano al figlio, Antonio D’Alì jr, eletto senatore a Trapani nelle liste di Forza Italia. Angelo Rizzoli, che si fece sfilare di mano il Corriere dalla compagnia della P2, oggi fa il produttore cinematografico. Roberto Memmo (tessera 1651), finanziere che tanto si diede da fare per salvare Sindona, oggi è buon amico di Marcello Dell’Utri, di Cesare Previti e del giudice Renato Squillante, che incontrava insieme, e dirige la Fondazione Memmo per l’arte e la cultura, con sede a Roma nel Palazzo Ruspoli. Rolando Picchioni (tessera 2095), torinese, ex deputato dc, coinvolto (ma assolto) nello scandalo petroli, oggi è in area Udeur ed è segretario generale del Salone del libro di Torino. Giancarlo Elia Valori, unico caso di piduista espulso dalla loggia perché faceva troppa concorrenza al Venerabile Maestro, oggi è presidente dell’Associazione industriali di Roma, infaticabile scrittore di libri e instancabile tessitore di rapporti e di alleanze. Vittorio Emanuele di Savoia (tessera 1621) è un curioso caso di uomo off-shore: non può rientrare in Italia, ma in Italia fa business, seppure attraverso società estere. Ora vorrebbe poter rientrare definitivamente, anche se nei fatti non ne è mai stato fuori, a giudicare dai suoi affari e traffici (d’armi): nei decenni scorsi è stato, anche grazie alla sua integrazione nel club P2, mediatore d’affari all’estero per conto di aziende italiane (Agusta) e addirittura di Stato (Italimpianti, Condotte...), quello stesso Stato sul cui territorio non poteva mettere piede. Di Berlusconi ha detto (era il 1994): «è un buon manager, può rimettere ordine nell’economia italiana». Come? Per esempio «cancellando quel disastro» che è «lo Statuto dei lavoratori, con il divieto di licenziamento». Apprezzamenti naturali, tra compagni di loggia. Ma con un finale obbligato per il principe: «Io? Non faccio politica». Vittorio Emanuele non vota, ma c’è da scommetterci che tifa per Berlusconi, che potrà farlo finalmente rientrare in Italia, questa volta anche fisicamente.
Vent’anni dopo, in Italia è tempo di revisioni. Anche sulla P2. è stato un legittimo club di amiconi, magari con qualcuno che ne approfittava un po’ per fare affari. Gelli? Un abile traffichino che millantava poteri che in realtà non aveva. Ma era proprio questo, la P2? Vista con distacco, appare invece il luogo più attivo per l’elaborazione di strategie di potere del grande partito atlantico in Italia, almeno tra il 1974 e il 1981. Centro d’incontro tra politica, affari, ambienti militari. Nella loggia segreta è confluito il partito del golpe, reduce della stagione delle stragi 1969-74, ma con una nuova strategia, più flessibile, più attenta alla politica. E ai soldi, che possono comprarla: come suggerisce, appunto, il Piano di rinascita.
E oggi? La fase, naturalmente, è nuova. La società è cambiata. Anche gli uomini alla ribalta sono, in buona parte, diversi. Ma nella storia italiana non si butta via niente, c’è una continuità di fondo con il peggio delle nostre vicende, fatte di un anticomunismo eversivo, bancarotte e spoliazioni di denaro pubblico, politica corrotta, stragi, morti ammazzati, rapporti inconfessabili con le organizzazioni criminali. Il passato, il tremendo passato italiano, deve sempre restare non del tutto chiarito, perché i dossier, gli uomini, i segreti, i ricatti che da quel passato provengono possano essere riciclati nel futuro. Da questo punto di vista, la parabola di Silvio Berlusconi, uomo «nuovissimo» che viene dal passato vecchissimo di Gelli e affiliati, è la parabola dell’Italia.
italy.indymedia.org/news/2004/08/601342_comment.php#602964
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SITUAZIONE GIUDIZIARIA DI SILVIO BERLUSCONI
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Cerca P2 berlusconi Silvio in internet Thursday, Aug. 19, 2004 at 7:31 PM |
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Cercate in http://www.Google.it od altro motore di ricerca come http://www.sicilia.it le seguenti parole :
P2 Berlusconi Silvio scrivendole assieme e troverete circa 4,710 per P2 berlusconi silvio
ora NON ho tempo di fare una ricerca debbo andare via peró fatela voi per me arrivederci
ritorneò appena potrò e vedrò cosa avrete fatto !
in bocca al silvio!
vedere anche: http://www.google.it/search?hl=it&ie=UTF-8&q=P2+berlusconi+silvio&btnG=Cerca&meta=cr%3DcountryIT
http://www.google.it/search?hl=it&ie=UTF-8&q=P2+berlusconi+silvio&meta=
Traffico di droga
Nel 1983 la Guardia di finanza, nell'ambito di un'inchiesta su un traffico di droga, aveva posto sotto controllo i telefoni di Berlusconi. Nel rapporto si legge: «È stato segnalato che il noto Silvio Berlusconi finanzierebbe un intenso traffico di stupefacenti dalla Sicilia, sia in Francia che in altre regioni italiane. Il predetto sarebbe al centro di grosse speculazioni edilizie e opererebbe sulla Costa Smeralda avvalendosi di società di comodo...». L'indagine non accertò nulla di penalmente rilevante e nel 1991 fu archiviata.
Falsa testimonianza sulla P2
La prima condanna di Silvio Berlusconi da parte di un tribunale arriva nel 1990: la Corte d’appello di Venezia lo dichiara colpevole di aver giurato il falso davanti ai giudici, a proposito della sua iscrizione alla lista P2. Nel 1989, però, c'era stata un'amnistia, che estingue il reato.
Tangenti alla Guardia di finanza
Berlusconi è accusato di aver pagato tangenti a ufficiali della Guardia di finanza, per ammorbidire i controlli fiscali su quattro delle sue società (Mondadori, Videotime, ..., Telepiù). In primo grado è condannato a 2 anni e 9 mesi per tutte e quattro le tangenti contestate, senza attenuanti generiche. In appello, la Corte concede le attenuanti generiche: così scatta la prescrizione per tre tangenti. Per la quarta (Telepiù), l'assoluzione è concessa con formula dubitativa (comma 2 art. 530 cpp).
Tangenti a Craxi (All Iberian 1)
Per 21 miliardi di finanziamenti illeciti a Bettino Craxi, passati attraverso la società estera All Iberian, in primo grado è condannato a 2 anni e 4 mesi. In appello, a causa dei tempi lunghi del processo scatta la prescrizione del reato. La Cassazione conferma.
Falso in bilancio (All Iberian 2)
Berlusconi è rinviato a giudizio per aver falsificato i bilanci Fininvest. Il dibattimento, dopo molte lungaggini e schermaglie procedurali, è in corso presso il Tribunale di Milano.
Consolidato gruppo Fininvest (All Iberian 3)
La Procura della Repubblica di Milano ha indagato sulla rete di società estere del gruppo Fininvest (Fininvest Group B), contestando falsi in bilancio e operazioni che hanno generato un migliaio di miliardi di fondi neri. Sta per essere formalizzata la richiesta di rinvio a giudizio.
Caso Lentini
Berlusconi è stato rinviato a giudizio per aver deciso il versamento in nero di 6 miliardi dalle casse del Milan a quelle del Torino calcio, per l’acquisto del calciatore Gianfranco Lentini. Il dibattimento è in corso presso il Tribunale di Milano.
Medusa cinematografica
Berlusconi è accusato di comportamenti illeciti nelle operazioni d'acquisto della società Medusa cinematografica, per non aver messo a bilancio 10 miliardi. In primo grado è condannato a 1 anno e 4 mesi per falso in bilancio. In appello, la Corte gli ha riconosciuto le attenuanti generiche: è così scattata la prescrizione del reato.
Terreni di Macherio
Berlusconi è accusato di varie irregolarità fiscali nell’acquisto dei terreni intorno alla sua villa di Macherio. In primo grado è per alcuni reati assolto, per altri scatta la prescrizione. In appello è confermata la sentenza di primo grado.
Lodo Mondadori
Berlusconi è accusato di aver pagato i giudici di Roma per ottenere una decisione a suo favore nel Lodo Mondadori, che doveva decidere la proprietà della casa editrice. Il giudice dell'udienza preliminare ha deciso l'archiviazione del caso, con formula dubitativa. La Procura ha fatto ricorso alla Corte d’appello, che ora dovrà decidere se confermare l’archiviazione o disporre il rinvio a giudizio di Berlusconi, Cesare Previti e del giudice Renato Squillante.
Toghe sporche-Sme
Berlusconi è accusato di aver corrotto i giudici durante le operazioni per l'acquisto della Sme. Rinviato a giudizio insieme a Cesare Previti e Renato Squillante. Il processo di primo grado è in corso presso il Tribunale di Milano.
Spartizione pubblicitaria Rai-Fininvest
Berlusconi era accusato di aver indotto la Rai, da presidente del Consiglio, a concordare con la Fininvest i tetti pubblicitari, per ammorbidire la concorrenza. La Procura di Roma, non avendo raccolto prove a sufficienza per il reato di concussione, ha chiesto l'archiviazione, accolta dal Giudice dell'udienza preliminare.
Tangenti fiscali sulle pay-tv
Berlusconi era accusato di aver pagato tangenti a dirigenti e funzionari del ministero delle Finanze per ridurre l’Iva dal 19 al 4 per cento sulle pay tv e per ottenere rimborsi di favore. La Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione, accolta dal Giudice dell'udienza preliminare.
Stragi del 1992-1993
Le procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze, indagano da molti anni sui «mandanti a volto coperto» delle stragi del 1992 (Falcone e Borsellino) e del 1993 (a Firenze, Roma e Milano). Le indagini preliminari sull'eventuale ruolo che Berlusconi e Dell'Utri possono avere avuto in quelle vicende sono state formalmente chiuse con archiviazioni o richieste di archiviazioni. Continuano però indagini per concorso in strage contro ignoti.
Telecinco in Spagna
Berlusconi, Dell’Utri e altri manager Fininvest, responsabili in Spagna dell'emittente Telecinco, sono accusati di frode fiscale per 100 miliardi e violazione della legge antitrust spagnola. Sono ora in attesa di giudizio su richiesta del giudice istruttore anticorruzione di Madrid, Baltasar Garzon Real.
http://www.consumoresponsabile.it/interessi/situazione_giudiziaria.php
italy.indymedia.org/news/2004/07/580774_comment.php#602202
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Scemi!
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Silvia Thursday, Aug. 19, 2004 at 9:00 PM |
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Lucio Dalla anti clericale anti maiale Cerca P2 berlusconi Silvio in internet
Siete tre scemi, anzi sicuramente è una persona che si fa passare per altre. Vi spiego perchè siete scemi? subito! La conosco la storia della P2 Gelli e Berlusconi, mentre non conosco bene la storia della Massoneria. Ma scusate! era un ottima occasione per risparmiarmi la lettura di decine di libri!!! e voi caz.... fanatici, ve ne uscite sempre con la storia della P2. La conosciamo, siete contenti! ma siccome ho una testa che funziona, mi piacerebbe andare oltre, e non parlare sempre della P2 e di quel cazz... di Gelli.
Mi interessava conoscere gli aspetti Esoterici e sociali generali della Massoneria.
Se posso fare delle domande, spero di si! spero che siate così gentili da darmi delle informazioni. 1) Come funziona la Massoneria Universale? ( e che vuol dire universale?). 2) Perchè in alcuni Orienti le donne sono accettate e in alcuni no? ( ho visto che sopra è stato postato un articolo che parla delle donne in Massoneria). 3) In Italia sono principalmente 2 i Grandi Orienti, e cioè il Goi e la GLDI. Che rapporti ci sono fra questi Orienti, nel senso in cosa si diversificano? 4) E' vero che i due Orienti Italiani fra di loro si chiamano "Cugini" e non Fratelli? oppure è solo una leggenda metropolitana! 5) Quante sono le scomuniche che la Chiesa ha emesso nei confronti della Massoneria? 6) In alcuni libri ho letto che alcuni preti sono diventati Massoni, è vero? e come si concilia tutto ciò con la fede Cristiana? 7)E' vero che 8 Grandi Maestri Veneravili sono stati di Sinistra? 8) Che rapporto c'è stato fra Gramsci e la Massoneria?! 9) E' vero che il GOF, Oriente Francese è il più indipendente e progressivo che ci sia? mentre quello Inglese è più tradizionalista? 10) Quanto è influente la Massoneria negli Stati Uniti?
Nella speranza di non essere stata troppo invadente, vi ringrazio anticipamente, nella speranza di ottenere una risposta, oppure dei Link dove si tratti quest'argomento in maniera approfondita.
Sinceri saluti Silvia.
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L'essenza della massoneria
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Tiresia,the Big Teacher Thursday, Aug. 19, 2004 at 10:46 PM |
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Dolce Silvia (se posso permettermi), doverosamente premettendo che i fascisti e i nazisti l'hanno perlopiù perseguitata (e nella loro ossessione complottistica continuano a farlo)provo ad aiutarti a cogliere l'essenza della massoneria (si scrive in minuscolo,il maiuscolo si mette davanti ad entità un pò più importanti,come Dio,ecc.). L'essenza della massoneria è la segretezza nella protensione all'intervento sul mondo. Indi,è un arma a doppio taglio .Infatti,a seconda delle persone che via via la praticano e dei momenti storici,la massoneria può avere e/o ha avuto ,funzione progressiva o regressiva per l'umanità. Vi sono state fasi di entrambi i tipi ma,a meno di emergenze storico-sociali particolari,direi che in essa ha prevalso e prevale la funzione regressiva. Se pure qualche loggia è stata importante per l'unificazione di qualche stato o per tener alto il livello dei grandi funzionari dell'amministrazione pubblica di un paese,ciò che ha prevalso e prevale sono le migliaia di conventicole e consorterie affaristico-clientelar-potenti. Cioè,i danni sono stati maggiori dei benefici e l'uso prevalente della massoneria è ancor oggi orientato al favorismo del potere reciproco fra gli affiliati e le persone da loro protette. Per entrar più nel dettaglio t'invito alla riunione prossima della nostra loggia (rivoluzionaria)il cui tema sarà:
"Non c'è verità in ogni realizzazione puramente individuale"
Ciò che la massoneria ha perlopiù scordato nella sua storia e che costituisce la sua immortale debolezza.
Ciao Il gran maestro Tiresia.
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e' segreta dunque attrae speculazioni
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perry MASON Thursday, Aug. 19, 2004 at 10:53 PM |
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Per quanto rigarda l' influenza della massoneria negli stati uniti... direi che essa e' quasi totale. simboli esoterici e massonici popolano il dollaro (l' occhio sulla piramide!) e addirittura la toponomastica di Washington. (se guardi una cartina di washington DC noterai che i viali principali costituiscono una stella invertita, dimbolo massonico scelto dall' architetto che tutto ideo')
In fondo, queste logge non sono altro che country club per ricchi e avidi signori che non avendo meglio da fare fanno affari tra una cena e l' altra.
Negli stati uniti questi si chiamano Old Boys Networks -- la rete dei vecchi ragazzi. Sono reti che si creano prevalentemente nelle universita' della ivy league, cioe' le piu' esclusive. Nei campus e' diffusa l' usanza di partecipare ad una fraternity, la fratellanza, che altro non sono che logge di ubriaconi studenti col futuro assicurato.
Famosa la fratellanza della skull & bones, da cui vengono kerry e bush.
Insomma... non si scappa.
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silvia = ma$$one infiltrato
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ti ho sgamato Thursday, Aug. 19, 2004 at 11:11 PM |
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è perfettamente inutile che lo neghi Silvia, ti ho scoperto sai? Eccome? Dalle tue domande:prima critichi TUTTI poi ti metti a fare 'domande' sulla ma$$oneria perche' sei interessata a sapere! Ma solamente un massone iniziato farebbe le tue domande e per di piú adottando l'ottica storiografica tua!
State attenti compagni, infatti Silvia può persino arrivare ad essere un/a BILDEBERGER INFILTRATA in http://www.indimedia.it infatti da un pò di tempo a questa parte in indy si fa e si è fatta troppa apologia, se non apoteosi, alla massoneria losca ed affaristica ...
Almeno per i miei gusti. Eviva La Revoluciòn carajo!
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ma$$oneria vaticANO & Stragi di Stato
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S. Pertini Thursday, Aug. 19, 2004 at 11:19 PM |
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http://italy.indymedia.org/news/2004/03/500926_comment.php#501064 http://italy.indymedia.org/news/2003/07/338641_comment.php#342221 http://italy.indymedia.org/news/2003/05/292926_comment.php#293545 http://italy.indymedia.org/news/2003/04/246407_comment.php#251517 http://italy.indymedia.org/news/2002/11/108015_comment.php#121801 http://italy.indymedia.org/news/2002/10/94056_comment.php#121791 http://italy.indymedia.org/news/2002/11/118946_comment.php#119472
------------xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx------------------------------xxxxxxx---------------------------xxxxxxxxxxxxxx-------------
http://italy.indymedia.org/news/2003/02/178475_comment.php#179803
http://italy.indymedia.org/news/2003/07/327874_comment.php#328232
http://italy.indymedia.org/news/2003/05/297776_comment.php#297935
http://italy.indymedia.org/news/2003/05/277762_comment.php#281087
http://italy.indymedia.org/news/2003/04/266878.php
http://italy.indymedia.org/news/2003/04/266870.php
http://italy.indymedia.org/news/2003/04/266300.php
http://italy.indymedia.org/news/2003/04/266611_comment.php#266617
http://italy.indymedia.org/news/2003/04/262538_comment.php#266230
http://italy.indymedia.org/news/2003/04/256167_comment.php#256169
http://italy.indymedia.org/news/2003/04/256167.php
http://italy.indymedia.org/news/2003/04/255831.php
http://italy.indymedia.org/news/2002/05/52840_comment.php#253697
http://italy.indymedia.org/news/2002/05/52840_comment.php#253667
http://italy.indymedia.org/news/2003/03/231226.php
http://italy.indymedia.org/news/2002/12/134775.php
http://italy.indymedia.org/news/2003/02/167711_comment.php#167774
Guarda a questi link e saprai I PERCHÉ
EMANUELA ORLANDI,il satanismo,la P2,il mostro di Firenze,la 1 Bianca!
Jack lo Squartatore sarebbe stato in realtà l’avvocato Montague John Druitt,che morì,si disse,suicida.Nel 1964 lo scrittore Daniel Parson pubblicò una serie di prove,che attesterebbe che Druitt era adepto di una sètta satanica“Gli Apostoli”e che il suo non fu suicidio,ma un
Jack lo Squartatore e il Mostro di Firenze:
inquietanti analogie
Di tutti i crimini seriali, quelli attribuiti a “Jack lo Squartatore”, sono tra i più efferati. Le povere vittime, tutte prostitute, furono: Mary Ann Nichols uccisa il 31 agosto 1888 a Bucks Row, le fu tagliata la gola e fu mutilata all’addome; l’8 settembre fu la volta di Annie Chapman, trucidata ad Hanbury Street, l’assassino le tagliò la gola e le mutilò orribilmente il ventre e gli organi sessuali; il 30 settembre toccò ad Elizabeth Stride, a Berner Street, fu trovata con la gola squarciata; lo stesso giorno fu trucidata Catherine Eddowes, a Mitre Square: gola recisa e mutilazioni orribili al viso e al basso ventre; Mary Jane Kelly, fu seviziata il 9 novembre, a Miller’s Court, gola recisa e tutto il corpo mutilato nella maniera più atroce tanto che fu definito il delitto più spaventoso di Jack lo Squartatore e ricordato come “l’Orrore di Miller’s Court”. Cinque povere vittime in sole dieci settimane da incubo in quel lontano 1888.
Nessuna di queste donne fu violentata, tutti i corpi presentavano orrende mutilazioni e si parlò anche allora di mutilazioni “rituali”, come nel caso dei terribili delitti di Firenze (commessi, questi ultimi, in fase di luna nuova, con l’escissione del pube di alcune delle giovani donne. Ben cinque coppie su sette sono, poi, state barbaramente assassinate il sesto giorno della settimana, cioè di sabato, giorno, particolarmente, importante nella magia nera e in quella satanica, ma gli elementi rituali sono tanti altri ancora). Jack lo Squartatore, dopo l’ultima vittima, sembrò volatilizzarsi nel nulla, di lui Scotland Yard conserva ancora un fascicolo aperto: non si è mai riusciti ad identificarlo e anche sul “mostro” (o i “mostri”) di Firenze regna ancora il più assoluto mistero.
Le vittime fiorentine furono 14. Furono delitti esoterici, questo ormai è incontestabile. Lo ha detto il capo della squadra mobile, Michele Giuttari, sottolineando che <<abbiamo le prove documentali>>. Si tratta di alcune foto che ritraggono tre cerchi simbolici, a pochi metri dal luogo dove le ultime vittime, i due turisti francesi, si erano accampati. Secondo gli esperti di essoterismo, i cerchi rappresentano un rituale. Gli omicidi sono avvenuti, quasi sempre, di sabato. Curiosità. Lo stesso Pacciani sarà trovato morto, pure, di sabato, intorno alla mezzanotte (21/22 febbraio 1998). Le vittime, uccise sempre con una Beretta calibro 22, furono: Stefania Pettini e Pasquale Gentilcore (14 settembre 1974), il corpo della ragazza fu orribilmente deturpato, le furono inflitte ben novantasei ferite da taglio nel torace e nella zona pubica e le fu infilato un tralcio di vite nella vagina; Carmela De Nuccio e Giovanni Foggi (6 giugno 1981), alla disgraziata giovane fu reciso e prelevato il pube.
Susanna Cambi e Stefano Baldi (22 ottobre 1981), sono stati assassinati di giovedì, alla donna fu asportato totalmente il pube con tre tagli netti; Antonella Migliorini e Paolo Mainardi (19 giugno 1982), a differenza della altre volte sul corpo della donna non furono compiuti scempi; Jens Uwe Rush e Friedrich Meyer (9 settembre 1983), due ragazzi tedeschi in vacanza, forse fu un errore del “Mostro”; Pia Rontini e Claudio Stefanacci (29 luglio 1984), alla poveretta viene asportato il pube e la mammella sinistra. L’ultimo omicidio è quello di Nadine Mauriot e J. Michel Kraveichvili (8 settembre 1985), anche stavolta si ripete il macabro rituale, alla donna viene asportato pube e seno sinistro.
Oltre a questi omicidi vennero compiuti, in quel periodo, tanti altri omicidi misteriosi; su “Il Giornale” del 19 Marzo 2001, in un articolo a firma B. Gualazzini, si legge, tra l’altro: <<…va detto che la scia di morti ammazzati lasciati dietro di sé dal mostro, secondo molti di coloro che si sono interessati, a vario titolo, di questo incubo, tuttora senza colpevoli convincenti, conterebbe tra i fidanzati uccisi, le loro amiche e altri che ne sapevano troppo, omosessuali, lenoni e prostitute almeno 35 vittime…>>.
Sull’identità di Jack si fecero, analogamente ai fatti di Firenze, una ridda di ipotesi ma non si giunse a nulla di concreto. Tutto fu reso più difficile e complicato per la misteriosa sparizione di documenti e reperti. Tra le tante congetture, la più inquietante è quella che ipotizza che “Jack lo Squartatore” facesse parte di una sètta satanica ed i suoi, in realtà, erano paurosi rituali di morte decisi dalla congrega, che esigevano sacrifici umani. Analogamente la pista che percorrono ora gli investigatori delle sfortunate coppie fiorentine punta su una pericolosissima sètta che avrebbe commissionato gli omicidi. Se il nome della feroce sètta è, come sostiene taluno: "La rosa rossa", si può pensare che la misteriosa confraternita potrebbe avere parentele strettissime con “L’Ordine della Roseae Rubeae et Aureae Crucis”. Vediamo meglio di che si tratta e quali sarebbero le analogie tra i delitti di Jack e quelli di Firenze.
Nel panorama dei movimenti magici, alcune organizzazioni, di origine inglese, con importanti filiazioni italiane, che hanno rilevante spicco e profonda conoscenza di certe ritualità, in relazione all’utilizzo tenebroso della magia sessuale, si collegano agli insegnamenti segreti del mago inglese Aleister Crowley (1875-1947). Egli fu iniziato all’Ordine della società esoterica “Hermetic Order of the Golden Down”, presieduta dal mago Samuel Liddel Mathers sposato con la sorella del filosofo Henri Bergson, Moira. Nel tempo furono fondate altre società, collegate, in qualche modo, alla “Golden Dawn” che, a sua volta, si divideva in tre Ordini. Il primo ordine, o della Golden Dawn in Outer, comprendeva i primi cinque gradi inferiori. Il secondo Ordine fu fondato nel 1891, quando un adepto, “frater Lux e Tenebris”, passò a Mathers i rituali necessari per stabilire un Ordine Interno, un Secondo Ordine: l’Ordine della Rosa Rossa e della Croce d’Oro (Roseae Rubeae et Aureae Crucis).
Sulla base delle rivelazioni fornite, fu stabilita anche una “Cripta degli Adepti”, che divenne l’organismo guida dei Templi della Golden Dawn. Il terzo ed ultimo Ordine era riservato ai Capi Segreti. Il nome “Rosa Rossa+Croce d’Oro” richiama immediatamente al simbolismo esoterico massone. La sètta dei Rosa+Croce, fondata nel XII secolo da Raimondo IV, conte di Tolosa, uno dei capi della prima crociata fu, in un certo senso, d’ispirazione, nel XVIII secolo, alla Massoneria. A proposito della “Golden Dawn” è interessante sapere che si verificarono eventi strani e inquietanti, dopo un anno dalla sua fondazione; si registrarono a Londra, infatti, parecchi crimini sessuali, da taluni addebitati a segreti rituali dell’Ordine, relativi ad un particolare tipo di alchimia sessuale.
Vittorio Fincati nel suo saggio (2° ediz. Aggiornata) “I mostri di Firenze e l’alchimia” (Carpe Librum, Nove (VI) 2001), scrive che: <<…interpretazioni devianti dell’alchimia – quella stessa che secondo Renè Guénon sarebbe degenerata a partire da Basilio Valentino e Paracelso – sono ben evidenti nelle opere manoscritte e a stampa di un gran numero di scritti di derivazione paracelsiana, in cui primeggiano quelli che parlano della confezione di elixir di lunga vita o nel famoso Testamentum Fraternitatis Rosae et Aureae Crucis, nel quale si afferma, senza possibilità di interpretazione allegorica, di impossessarsi di parti di cadaveri, umani e/o animali e di aggiungervi sangue umano e/o animale al fine di ottenere delle realizzazioni di ordine magico-stregonico…>>. Ottenere potere, forza, salute, e chissà cos’altro ancora.
Ritualità estreme. Il medico e mago, Franz Hartmann, scriveva che i corpi di quelli, morti violentemente, uccisi, <<...hanno grandi poteri occulti. Essi non contengono vita, bensì il balsamo della vita, ed è anche una fortuna che questo fatto non sia pubblicamente conosciuto, perché se persone mal disposte conoscessero queste cose e l’uso che se ne può fare, potrebbero servirsene per stregonerie e scopi malvagi, e infliggere agli altri molte sofferenze...>> (Franz Hartmann, Il mondo magico di Paracelso, Mediterranee, Roma 1982). Theophrastus Paracelsus (1493-1541), il mago del Cinquecento, era anch’esso convinto che ad una persona morta d’improvviso e violentemente, può essere captato, da un esperto occultista, il suo corpo astrale e questi se ne può servire per gli scopi più diversi ed orribili. La dottrina esoterica orientale insegna la medesima cosa.
Dopo i delitti, i poveri corpi delle donne, sia nel caso di Jack lo Squartatore, sia in quello del Mostro di Firenze, sono stati mutilati. A. Corbin in “La violenza sessuale nella storia” (Laterza, Bari 1992) racconta che le vittime dello “Squartatore”dopo essere state uccise subirono: <<mutilazioni sessuali, effettuate da mani che apparivano esperte, abbastanza al corrente dell’anatomia femminile. (…) l’assassino, come rilevò il dott. Halsted dell’ospedale di Londra, aveva prelevato certi organi del corpo che nella buona società di solito non si nominano…>>. Dovette presentarsi agli investigatori uno spettacolo atroce. Corbin, nell’opera citata, è molto esplicito: <<…Winne Baxter rivelò che l’assassino aveva prelevato l’utero dal corpo della vittima… e che con queste mutilazioni aveva dato prove di sicure conoscenze anatomiche>>. <<In numerosi casi, tagliò le parti genitali interne ed esterne, portandole con sé…>> (Krafft-Ebing, Psychopathia sexualis, Payot, Paris 1931).
Analogamente, nei delitti di Firenze, a quattro delle sei donne uccise fu escisso il pube con tagli netti e precisi, quasi da professionista e le ultime due furono anche mutilate del seno sinistro. Sinistri feticci sessuali da usare in orripilanti rituali satanici o di magia nera. Da questi abissi di tenebra emergono, infatti, indizi inquietanti che farebbero, appunto, supporre che il <<secondo livello>>, ipotizzato da Giuttari e Lucarelli nel libro “Compagni di sangue” (Le Lettere, Firenze 1998), potrebbe essere costituito da una “schola” dei misteri, con una sua origine che si perde nei secoli e arriva fino ai RosaCroce, celata dietro ai delitti di Firenze e a quelli attribuiti a Jack lo Squartatore, che si tramanda nei secoli, da adepto ad adepto, terrificanti rituali.
C’è dell’altro che accomuna il Mostro di Firenze allo squartatore. A Nadine Mauriot, la donna della coppia assassinata l’8 settembre 1985, anche in questo caso, viene escisso il pube e il seno sinistro. Il giorno verrà spedito un lembo del seno della poveretta al sostituto procuratore Silvia Della Monica. Anche Jack sfidò gli inquirenti, oltre che lasciando indizi sulla sua identità, egli indirizzò a giornali e commissariati i macabri souvenir delle sue imprese. Più volte gli ispettori, che indagavano su The Ripper, ricevettero plichi postali contenenti raccapriccianti resti umani.
A favore della tesi esoterica, dei delitti commessi dallo “Squartatore”, Giorgio Galli nel suo “Hitler e il nazismo magico” (Rizzoli, Milano 1997), scrive che Jack compare, contemporaneamente, alla nascita, nel 1887, dell’Ordine esoterico della “Golden Dawn”. In effetti, dopo circa un anno dalla fondazione dell’Ordine esoterico, si verificarono, a Londra, diversi spaventosi omicidi. Un collegamento tra alcuni particolari delitti e il satanismo era stato già suggerito dal giornalista Maury Terry che aveva scritto, in relazione a certi serial killer, che i loro crimini solo apparentemente sembrano incomprensibili, ma acquistavano significato se studiati in relazione a certi rituali satanici.
Jack lo Squartatore sarebbe stato in realtà l’avvocato Montague John Druitt, che morì, si disse, suicida. Nel 1964 lo scrittore Daniel Parson pubblicò una serie di prove, che attesterebbe che Druitt era adepto di una sètta satanica “Gli Apostoli” e che il suo non fu suicidio, ma un assassinio deciso dai membri della confraternita, per eliminare il pericoloso adepto, che avrebbe potuto portare a loro. Se si appurasse, dall’esito della perizia ancora non depositata, che, anche, Pacciani è stato assassinato per chiudergli per sempre la bocca, questa sarebbe un’altra inquietante analogia tra i due casi. Giorgio Galli, nel suo libro citato, in relazione a Montague John Druitt, scrive ancora: <<Il suo corpo con le tasche piene di pietre era stato ripescato nel fiume a pochi metri da Osiers, una dimora privata di Cheswick che veniva utilizzata per le riunioni di un club detto degli Apostoli, una società dai fini oscuri alla quale Druitt apparteneva e della quale erano membri molti aristocratici e anche un possibile erede al trono d’Inghilterra, Albert Victor (Eddy) duca di Clarence, nipote della regina Vittoria, a sua volta sospettato di essere the Ripper>>.
Galli osserva inoltre che <<L’accostamento delle date (il duca di Clarence si ammalò nel corso del 1890 e morì nel 1891 o secondo altri nel 1892) permette un’ipotesi: vi è una tradizione di magia sessuale e di magia nera, che provoca discussioni e divisioni nei circoli occultistici, che si rinverdisce con l’incontro tra Eliphas Levi e Bulwer Lytton, che in parte è presente nella fondazione della ‘Golden Dawn’ (1887), che può essere connessa con gli assassinii, verosimilmente, rituali del 1888, come tali presentati in una storia ritenuta fantastica negli anni Quaranta, ai quali segue una sorta di epurazione nelle società occultistiche. Queste vicende coinvolgono settori dell’aristocrazia inglese…>>. Analogamente, nei delitti di Firenze, si parla di personaggi molto potenti e insospettabili, che commissionarono i delitti e che avrebbero goduto di incredibili protezioni.
A nessuno importa niente Di Emanuela Orlandi? Bisogna farle GIUSTIZIA a lei ed a TUTTE le vittime della menzogna,morte grazie alle perversioni di sette spesso rifugiate in ambiti 'rispettabili'come chiese,logge massoniche,sette e monasteri:vi prego occupatevene
Vi prego pubblicate un resoconto nella colonna centrale: ecco alcune documentazioni che io ho trovate su indymedia ...
ciao e grazie ! ...satanismo in vaticano e cose del genere!Assurditá? Leggere please! A proposito dei sacrifici a satana L’OMICIDIO DI SAMUELE E L’IPOTESI ESOTERICA http://cosco-giuseppe.tripod.com/esoterismo/samuele.htm
Jack lo Squartatore e il Mostro di Firenze: inquietanti analogie http://cosco-giuseppe.tripod.com/esoterismo/jack_lo_squartatore.htm
IL MOSTRO DI FIRENZE:la pista esoterica http://cosco-giuseppe.tripod.com/esoterismo/il_mostro_di_firenze.htm http://www.aspide.org/sommario.htm
INDAGINE SUL SATANISMO IN CALABRIA http://cosco-giuseppe.tripod.com/mitologia/doc19.htm
C’E’ UN LEGAME TRA EFFERATI OMICIDI SERIALI E LE IDEOLOGIE SATANICHE? FORSE SI. http://cosco-giuseppe.tripod.com/mitologia/serial_killer.htm http://italy.indymedia.org/news/2002/12/132384.php ----------------------------------- http://cosco-giuseppe.tripod.com/mitologia/sesso.htm Intervista a Giuseppe Cosco tratta da "Il Quotidiano" (della Calabria) di mercoledì 10
http://italy.indymedia.org/news/2002/12/132625.php
Altri crimini atroci ! Nei quali sarebbero coinvolte logge maSSoniche,cosche malavitose (la banda della 1 bianca),P2,serVIZI segreti(servi dei loro stessi VIZI a quanto pare:e poco segreti,tanto poSSono agire in tutta e sfacciata impuni´tá!) ;o(
Leggetevi i seguenti articolini dai:
http://italy.indymedia.org/news/2002/12/132340_comment.php#132572
Affiora un mosaico di orrori http://italy.indymedia.org/news/2002/12/132433.php
EMANUELA ORLANDI http://italy.indymedia.org/news/2002/12/132442.php
Vi piacciono le notizie 'forti'? http://www.lapadania.com/1998/giugno/26/260698p02a3.htm http://italy.indymedia.org/news/2002/12/132433.php
volete una notizia 'schok'? http://www.strano.net/stragi/tstragi/relmp2/index.html http://italy.indymedia.org/news/2002/12/132366.php
A proposito di p2,servizi segreti,massoneria ... satanismo in vaticano e cose del genere!Assurditá?Leggere please!
A proposito dei sacrifici a satana L’OMICIDIO DI SAMUELE E L’IPOTESI ESOTERICA http://cosco-giuseppe.tripod.com/esoterismo/samuele.htm
Jack lo Squartatore e il Mostro di Firenze: inquietanti analogie http://cosco-giuseppe.tripod.com/esoterismo/jack_lo_squartatore.htm
IL MOSTRO DI FIRENZE:la pista esoterica http://cosco-giuseppe.tripod.com/esoterismo/il_mostro_di_firenze.htm http://www.aspide.org/sommario.htm
INDAGINE SUL SATANISMO IN CALABRIA http://cosco-giuseppe.tripod.com/mitologia/doc19.htm
C’E’ UN LEGAME TRA EFFERATI OMICIDI SERIALI E LE IDEOLOGIE SATANICHE? FORSE SI. http://cosco-giuseppe.tripod.com/mitologia/serial_killer.htm http://italy.indymedia.org/news/2002/12/132384.php ----------------------------------- http://cosco-giuseppe.tripod.com/mitologia/sesso.htm
STREGONERIA E POTERE POLITICO E MILITARE http://cosco-giuseppe.tripod.com/storia/stregoneria.htm
ORRORI DI UNA SCIENZA ASSERVITA AL MALE http://cosco-giuseppe.tripod.com/storia/scienza.htm
PEDOFILIA, INTERNET E LA REALTA’ SPAVENTOSA DELLA FAMIGLIA http://cosco-giuseppe.tripod.com/tendenze/pedofilia.htm
massoneria,P2,stragi di stato http://www.strano.net/stragi/tstragi/relmp2/rel14p2.htm
I RAPPORTI INTERNAZIONALI http://www.strano.net/stragi/tstragi/relmp2/rel20p2.htm
LA LOGGIA P2 E IL MONDO POLITICO http://www.strano.net/stragi/tstragi/relmp2/rel21p2.htm http://members.xoom.virgilio.it/desnaz/DestraNazionale.htm http://italy.indymedia.org/news/2002/12/132366.php http://italy.indymedia.org/news/2002/12/127647.php http://italy.indymedia.org/news/2002/12/132340_comment.php#132572
http://www.coscogiuseppe.tripod.com/esoterismo/jack_lo_squartatore.htm Emanuela Orlandi è scomparsa il 22 giugno 1983 dopo le 19.00. Figlia di Ercole Orlandi, un dipendente del Vaticano, al momento della scomparsa Emanuela aveva 15 anni, frequentava il liceo scientifico e, nel pomeriggio, la scuola di musica Ludovico Da Victoria in Piazza santa Apollinare. Il pomeriggio del 22 giugno Emanuela arrivò a lezione di flauto in ritardo; un ritardo spiegato in seguito, alle ore 19, con una telefonata alla sorella, nella quale Emanuela riferisce di aver ricevuto un'offerta di lavoro da un rappresentante della ditta di cosmetici Avon per promuovere i prodotti in occasione di una sfilata. La sorella le suggerisce di parlarne con i genitori prima di prendere qualsiasi decisione in merito. Emanuela avrebbe incontrato il sedicente rappresentante poco prima di recarsi alla lezione di musica. Al termine della lezione Emanuela si confida della questione anche con l'amica Raffaella Monzi, che si congeda da Emanuela alla fermata dell'autobus, lasciandola con una ragazza sconosciuta e mai in seguito identificata. Qualcuno l'avrebbe poi vista salire su una grossa auto scura. Da questo momento in Emanuela si perdono le tracce. I familiari lanciano subito appelli sui giornali. La città viene tappezzata dai manifesti con le foto di Emanuela. Comincia così un mistero che coinvolgerà anche il Vaticano e che è rimasto tuttora senza soluzione.
Il 14 maggio 2001, padre Giovanni Ranieri Lucci, il parroco della chiesa di San Gregorio VII a Roma, ha ritrovato nel confessionale un teschio chiuso in due buste; tra la prima e la seconda busta c'era un santino di Padre Pio. Il parroco, convinto che si trattasse di un macabro scherzo, si è rivolto comunque ai carabinieri. Si trattava di un teschio piccolo, privo della mandibola, con i denti dell'arcata superiore mancanti. Il teschio, con ogni probabilità, era stato lasciato nella chiesa il giorno prima, il 13 maggio. Proprio quel giorno, a poche decine di metri, in piazza San Pietro, il Papa stava parlando alla folla di fedeli dell'attentato avvenuto esattamente vent'anni prima. Una semplice coincidenza o un segnale? Probabilmente un messaggio inviato a chi sa interpretare il linguaggio dei simboli nella vicenda che da vent'anni vede protagonista il Papa. Il primo simbolo è nella data: il 13 maggio 1917 è il giorno dell'apparizione di Fatima. In uno dei segreti di Fatima c'è la visione del vescovo vestito di bianco colpito a morte in una grande piazza. Chi ha ordinato l'attentato contro Carol Wojtyla - un Papa particolarmente devoto alla Madonna - proprio il 13 maggio 1981 doveva conoscere molto bene questi simboli. Il rapimento di Emanuela Orlandi, unica cittadina minorenne del Vaticano, è stata probabilmente la più potente arma di ricatto che ignoti interlocutori potessero mettere in campo contro il Papa. Quello di Emanuela diventò presto un caso internazionale: messaggi, rivendicazioni e segnali lasciati soprattutto all'interno di diverse chiese romane, collegavano la vicenda al Papa e al suo attentatore. E ora c'è chi pensa che quel teschio ritrovato a San Gregorio potrebbe essere proprio quello della ragazza scomparsa diciotto anni fa, la cui abitazione, tra l'altro, si trova a poche decine di metri dalla chiesa.
Gli studi effettuati dal professor Francesco Bruno, criminologo, sulla vicenda Orlandi, portano a conclusioni allarmanti: "Penso che la ragazza sia morta allora - spiega il professore -. Quelli che sono arrivati al punto di rapirla, non hanno avuto certo alcuno scrupolo ad ucciderla. Non potevano rischiare di avere un testimone così importante e pericoloso. Non l'hanno rapita per avere in cambio dei soldi, ma per realizzare un ricatto morale potentissimo. Quasi tutti quelli che hanno agito in questa spedizione, sono poi morti, uccisi a loro volta: non potevano restare testimoni".
Dalla prima perizia effettuata sul cranio, viste le piccole dimensioni, si è supposto che potrebbe essere quello di una ragazza, forse morta quindici o venti anni fa. "Una data compatibile con l'eventuale morte di Emanuela - spiega Bruno -; il teschio sarebbe rimasto sepolto nella terra durante questi anni. I denti potrebbero essere stati estratti quando la ragazza era ancora in vita, o successivamente, nell'intento di non rendere possibile il suo riconoscimento. Il teschio potrebbe aver subìto dei colpi che forse hanno tramortito la vittima. Si tratta sicuramente di un corpo di reato: quella persona non è morta naturalmente". Da un primo tentativo di comparazione tra la foto del teschio e quella del viso di Emanuela Orlandi risulterebbe una straordinaria coincidenza di caratteristiche. E' stato disposto l'esame del Dna e i genitori della giovane scomparsa, anche se sono convinti che non si tratti di loro figlia, si sono resi disponibili alla comparazione.
"Il teschio è stato scelto con attenzione - aggiunge il professore -: perché o si tratta di quello di Emanuela, oppure deve ricordarlo. Dietro a un'operazione apparentemente semplice c'è un'organizzazione complessa, di servizi segreti capaci di svolgere azioni come questa, con modalità che lasciano dei dubbi per sempre".
Una vicenda dunque volutamente ambigua: si è trattato di un macabro scherzo - come pensa padre Giovanni - o di un segnale molto serio?
http://www.chilhavisto.rai.it/CLV/Misteri/2001-2002/OrlandiE.htm
L’OMICIDIO DI SAMUELE E L’IPOTESI ESOTERICA http://cosco-giuseppe.tripod.com/esoterismo/samuele.htm Il Tribunale della libertà ha accolto l’istanza di scarcerazione di Anna Maria Franzoni presentata dall’avv. Grosso. A mio parere era inevitabile tale decisione. Contro la madre del piccolo Samuele c’era solo un’enorme quantità di indizi ma nessuna prova certa, solo una mole di atti, verbali, perizie, relazioni e controrelazioni, ma anche il loro esatto contrario, insomma nessuna certezza investigativa. Non può essere stata la madre ad uccidere e in quel modo orribile il piccolo Samuele. Non vi sono prove, si è arrivati ad indagarla per "esclusione", cioé senza una sola prova certa ma solo sulla base di indizi. Gli inquirenti hanno agito così dopo aver escluso la pista della vendetta, del serial killer e quella del "Mostro" e, perciò, a questo punto, restava solo la madre. Ma come è possibile che questa donna, con un vissuto normale, all'improvviso si sdoppia, uccide, poi, si dimentica di quella manciata di minuti e tutto ritorna come prima e regge, senza crollare, più interrogatori e oltre quaranta giorni sotto i riflettori? E, in ultimo, come avrebbe potuto fare tutto da sola in circa dieci minuti: uccidere, depistare, cancellare ogni impronta, poi lavarsi, pulirsi gli schizzi di sangue (che l'avranno certamente attinta al viso e ai capelli), rassettarsi, vestirsi e riprendere normalmente la vita di tutti i giorni come se nulla fosse avvenuto? Inverosimile. L’accusa colloca l’omicidio, del piccolo Samuele, tra le 8,05 e le 8,15, ma, da quanto raccontato dal fratellino Davide, ciò è impossibile perché il bambino afferma di aver salutato, come ogni giorno, Samuele qualche minuto prima di uscire con la mamma. Questo prova che Samuele, quando Anna e l’altro figlio Davide escono, è ancora vivo. La difesa asserisce che il delitto sarebbe stato commesso tra le 8,15 e le 8,24, mentre la signora Franzoni era ancora fuori. Anna Maria al rientro, alle 8,24, trova il piccolo Samuele sotto la coperta, tutto imbrattato di sangue. Secondo quanto dirà il prof. Viglino, consulente del p.m., la morte è avvenuta, minuto più minuto meno, tra le 8,32 e le 8,35. I colpi, che hanno ucciso Samuele, sono stati inferti, all’incirca, alle 8,20 e la morte sarebbe sopraggiunta 10-12 minuti dopo. Si è appurato che il bambino è stato colpito ferocemente (tanto da sfondargli il cranio), da una mano adulta, che ha colpito 17 volte, mai al viso, ma alla fronte e alle tempie. E’ impossibile che sia stata la madre e un alibi d’acciaio ad Anna Maria lo dà l’autista dello scuolabus, poiché, proprio alle 8,20, osserva la donna salutare Davide, appena salito sul mezzo. Anche accogliendo la tesi dei magistrati che fissano l’ora del delitto alle 8,10, le cose non cambiano granché, perché, essendo uscita di casa alle 8,16, avrebbe avuto a disposizione solo 6 minuti, troppo pochi. Resta il fatto che un bambino di soli tre anni è stato orribilmente massacrato e qualcuno dev’essere stato. Quello del piccolo Samuele è un delitto assurdo, misterioso e atroce, senza spiegazioni. Tutta questa maledetta storia non sembra inquadrabile in alcuna modalità omicidiaria, non c’è movente e l’arma che ha colpito a morte sembra essersi volatilizzata nel nulla. Sulla tragedia di Cogne sembrano spirare, da abissi insondabili, vapori sulfurei, misteriosi e terrificanti. In quel delitto crudele vi è un’assenza totale di umanità e una volontà, sinistra e gelida, che ha dilaniato le carni di quel bambino. La tenebra di quell’atto feroce, è calata sulle valli silenziose e innevate del piccolo centro, come una sorta di oppressione maligna, che sembra adombrare un sentiero infero, di cui non si conosce, ancora, l’esatta ubicazione. I più terribili fatti di sangue, da alcuni anni a questa parte, ricondurrebbero a veri e propri sacrifici umani. Gli esempi più inquietanti sono, tanto per citarne alcuni, l’omicidio di suor Maria Laura Mainetti, perpetrato da tre ragazze come una sorta di celebrazione a Satana; il delitto di Nadia Roccia, che sarebbe stata sacrificata da due sue amiche; l’omicidio, ancora insoluto, di Serena Mollicone, che sarebbe stato perpetrato all’apice di un oscuro rituale esoterico e, poi, i tristemente noti delitti attribuiti al "Mostro di Firenze" che, recentemente, hanno svelato una matrice diabolica. Forse, anche il feroce omicidio del piccolo Samuele potrebbe celare qualcosa di simile. La fase lunare di quel maledetto 30 gennaio è quella di luna piena, periodo molto importante per alcuni riti magici. Il 2 febbraio cade la festa della Candelora (Candlemass), detta anche festa di santa Brigida, giorno in cui si svolge un importante sabba stregonesco, dedicato, tra l’altro, alla consacrazione delle candele e dei lumi che verranno utilizzati nei riti dei mesi successivi. Ma è anche la notte nella quale gli apprendisti stregoni hanno la loro cerimonia di iniziazione. Questa festa è considerata una delle quattro più importanti festività del calendario satanico; le altre cadono il 30 aprile (Valpurga), il 1° agosto (Lammas) e il 31 ottobre (Halloween). In queste quattro date vengono compiuti particolari rituali, evocazione dei demoni, invio di anatemi e altro ancora che, pur con alcune rielaborazioni da parte di ogni congrega, hanno caratteristiche simili che evidenziano i concetti magici e gnostici ai quali si rifanno. Il 2 febbraio del 1986 si verificò un fatto che sconvolse l’opinione pubblica americana: un giovane, Lloyd Gamble, fu ferocemente assassinato dal fratello minore, che racconterà di aver compiuto quel crimine in onore di Satana, spiegando che Candlemass (la Candelora) è il sabba in cui si celebra l’ "inverno del diavolo". L’uccisione rituale è praticata da tempi immemorabili. In antichi testi magici, diversi riti la prevedono. Questo sacrificio, nei Grimori antichi, era effettuato molto prima del giorno sabbatico, ciò potrebbe spiegare il perché l’assassinio del bambino non è associato con la cerimonia stessa, cioè non è stato compiuto il giorno stesso del sabba, il 2 di febbraio, ma il piccolo Samuele è stato ucciso qualche giorno prima. Solo nei Grimori successivi, il sacrificio tenderà ad essere più strettamente attuato con la cerimonia stessa. Tra le tante segnalazioni giunte ai carabinieri, nei giorni del delitto di Cogne, ve ne è una riguardante misteriosi rituali esoterici celebrati in un bosco nei pressi di Ozein, una frazione di Aymavilles ubicata lungo la valle che porta a Cogne. Un uomo raccontò di avere visto alcuni individui che celebravano una sorta di rito magico. C’è anche chi ha osservato che i nomi dei componenti la famigliola: Anna, Samuele, Davide, hanno reminiscenze bibliche, infatti, nell’Antico Testamento si legge che la madre di Samuele si chiama Anna. La storia di Samuele è così raccontata: Anna era una donna sterile, si reca al tempio chiedendo a Jahvè la Grazia e facendo voto di offrire al sacerdozio il frutto del suo grembo. La donna era moglie di Elqana, un levita, che quindi legittimava la via al sacerdozio di quel figlio eventuale. Jahvè fu di parola, come lo fu Anna e Samuele, il bambino, sarebbe diventato colui con cui Dio avrebbe ripreso il dialogo con il suo popolo: un nuovo profeta. E c’è anche la storia del candelabro scomparso, di cui avrebbe parlato la Franzoni. E’ esistito davvero quest’oggetto? E chi lo avrebbe fatto sparire e perché? Potrebbe essere stato l’arma del delitto? Nell’armamentario della magia è sempre presente, oltre al pugnale, i pantacli, ed altro ancora, un candelabro. Quello di Samuele fu un omicidio maturato in questi ambienti? Nell’ottica esoterica, l'arma che ha ucciso il bambino è introvabile perché, impregnata del sangue del bambino, è divenuta un feticcio rituale e, perciò, portata via dall'assassino. Se qualcosa del genere è accaduta a Cogne sarà molto difficile trovare l’arma del delitto se non si trova prima l’assassino. Cosa che potrebbe essere tutt’altro che facile perché i crimini satanisti sono commessi segretamente, in modi imprevedibili, senza un apparente motivo e, molto spesso, vengono imputati ad esplosioni di follia. E’ assai difficile, per colui che non è esperto in questo campo, identificare gli indizi rituali sulla scena di un delitto, che, non di rado, possono sembrare, a prima vista, insignificanti. Che non sia per questo che è così difficile decifrare lo spaventoso omicidio di Cogne? ---------------------------------- Jack lo Squartatore e il Mostro di Firenze: inquietanti analogie
http://cosco-giuseppe.tripod.com/esoterismo/jack_lo_squartatore.htm
Di tutti i crimini seriali, quelli attribuiti a “Jack lo Squartatore”, sono tra i più efferati. Le povere vittime, tutte prostitute, furono: Mary Ann Nichols uccisa il 31 agosto 1888 a Bucks Row, le fu tagliata la gola e fu mutilata all’addome; l’8 settembre fu la volta di Annie Chapman, trucidata ad Hanbury Street, l’assassino le tagliò la gola e le mutilò orribilmente il ventre e gli organi sessuali; il 30 settembre toccò ad Elizabeth Stride, a Berner Street, fu trovata con la gola squarciata; lo stesso giorno fu trucidata Catherine Eddowes, a Mitre Square: gola recisa e mutilazioni orribili al viso e al basso ventre; Mary Jane Kelly, fu seviziata il 9 novembre, a Miller’s Court, gola recisa e tutto il corpo mutilato nella maniera più atroce tanto che fu definito il delitto più spaventoso di Jack lo Squartatore e ricordato come “l’Orrore di Miller’s Court”. Cinque povere vittime in sole dieci settimane da incubo in quel lontano 1888.
Nessuna di queste donne fu violentata, tutti i corpi presentavano orrende mutilazioni e si parlò anche allora di mutilazioni “rituali”, come nel caso dei terribili delitti di Firenze (commessi, questi ultimi, in fase di luna nuova, con l’escissione del pube di alcune delle giovani donne. Ben cinque coppie su sette sono, poi, state barbaramente assassinate il sesto giorno della settimana, cioè di sabato, giorno, particolarmente, importante nella magia nera e in quella satanica, ma gli elementi rituali sono tanti altri ancora). Jack lo Squartatore, dopo l’ultima vittima, sembrò volatilizzarsi nel nulla, di lui Scotland Yard conserva ancora un fascicolo aperto: non si è mai riusciti ad identificarlo e anche sul “mostro” (o i “mostri”) di Firenze regna ancora il più assoluto mistero.
Le vittime fiorentine furono 14. Furono delitti esoterici, questo ormai è incontestabile. Lo ha detto il capo della squadra mobile, Michele Giuttari, sottolineando che <<abbiamo le prove documentali>>. Si tratta di alcune foto che ritraggono tre cerchi simbolici, a pochi metri dal luogo dove le ultime vittime, i due turisti francesi, si erano accampati. Secondo gli esperti di essoterismo, i cerchi rappresentano un rituale. Gli omicidi sono avvenuti, quasi sempre, di sabato. Curiosità. Lo stesso Pacciani sarà trovato morto, pure, di sabato, intorno alla mezzanotte (21/22 febbraio 1998). Le vittime, uccise sempre con una Beretta calibro 22, furono: Stefania Pettini e Pasquale Gentilcore (14 settembre 1974), il corpo della ragazza fu orribilmente deturpato, le furono inflitte ben novantasei ferite da taglio nel torace e nella zona pubica e le fu infilato un tralcio di vite nella vagina; Carmela De Nuccio e Giovanni Foggi (6 giugno 1981), alla disgraziata giovane fu reciso e prelevato il pube.
Susanna Cambi e Stefano Baldi (22 ottobre 1981), sono stati assassinati di giovedì, alla donna fu asportato totalmente il pube con tre tagli netti; Antonella Migliorini e Paolo Mainardi (19 giugno 1982), a differenza della altre volte sul corpo della donna non furono compiuti scempi; Jens Uwe Rush e Friedrich Meyer (9 settembre 1983), due ragazzi tedeschi in vacanza, forse fu un errore del “Mostro”; Pia Rontini e Claudio Stefanacci (29 luglio 1984), alla poveretta viene asportato il pube e la mammella sinistra. L’ultimo omicidio è quello di Nadine Mauriot e J. Michel Kraveichvili (8 settembre 1985), anche stavolta si ripete il macabro rituale, alla donna viene asportato pube e seno sinistro.
Oltre a questi omicidi vennero compiuti, in quel periodo, tanti altri omicidi misteriosi; su “Il Giornale” del 19 Marzo 2001, in un articolo a firma B. Gualazzini, si legge, tra l’altro: <<…va detto che la scia di morti ammazzati lasciati dietro di sé dal mostro, secondo molti di coloro che si sono interessati, a vario titolo, di questo incubo, tuttora senza colpevoli convincenti, conterebbe tra i fidanzati uccisi, le loro amiche e altri che ne sapevano troppo, omosessuali, lenoni e prostitute almeno 35 vittime…>>.
Sull’identità di Jack si fecero, analogamente ai fatti di Firenze, una ridda di ipotesi ma non si giunse a nulla di concreto. Tutto fu reso più difficile e complicato per la misteriosa sparizione di documenti e reperti. Tra le tante congetture, la più inquietante è quella che ipotizza che “Jack lo Squartatore” facesse parte di una sètta satanica ed i suoi, in realtà, erano paurosi rituali di morte decisi dalla congrega, che esigevano sacrifici umani. Analogamente la pista che percorrono ora gli investigatori delle sfortunate coppie fiorentine punta su una pericolosissima sètta che avrebbe commissionato gli omicidi. Se il nome della feroce sètta è, come sostiene taluno: "La rosa rossa", si può pensare che la misteriosa confraternita potrebbe avere parentele strettissime con “L’Ordine della Roseae Rubeae et Aureae Crucis”. Vediamo meglio di che si tratta e quali sarebbero le analogie tra i delitti di Jack e quelli di Firenze.
Nel panorama dei movimenti magici, alcune organizzazioni, di origine inglese, con importanti filiazioni italiane, che hanno rilevante spicco e profonda conoscenza di certe ritualità, in relazione all’utilizzo tenebroso della magia sessuale, si collegano agli insegnamenti segreti del mago inglese Aleister Crowley (1875-1947). Egli fu iniziato all’Ordine della società esoterica “Hermetic Order of the Golden Down”, presieduta dal mago Samuel Liddel Mathers sposato con la sorella del filosofo Henri Bergson, Moira. Nel tempo furono fondate altre società, collegate, in qualche modo, alla “Golden Dawn” che, a sua volta, si divideva in tre Ordini. Il primo ordine, o della Golden Dawn in Outer, comprendeva i primi cinque gradi inferiori. Il secondo Ordine fu fondato nel 1891, quando un adepto, “frater Lux e Tenebris”, passò a Mathers i rituali necessari per stabilire un Ordine Interno, un Secondo Ordine: l’Ordine della Rosa Rossa e della Croce d’Oro (Roseae Rubeae et Aureae Crucis).
Sulla base delle rivelazioni fornite, fu stabilita anche una “Cripta degli Adepti”, che divenne l’organismo guida dei Templi della Golden Dawn. Il terzo ed ultimo Ordine era riservato ai Capi Segreti. Il nome “Rosa Rossa+Croce d’Oro” richiama immediatamente al simbolismo esoterico massone. La sètta dei Rosa+Croce, fondata nel XII secolo da Raimondo IV, conte di Tolosa, uno dei capi della prima crociata fu, in un certo senso, d’ispirazione, nel XVIII secolo, alla Massoneria. A proposito della “Golden Dawn” è interessante sapere che si verificarono eventi strani e inquietanti, dopo un anno dalla sua fondazione; si registrarono a Londra, infatti, parecchi crimini sessuali, da taluni addebitati a segreti rituali dell’Ordine, relativi ad un particolare tipo di alchimia sessuale.
Vittorio Fincati nel suo saggio (2° ediz. Aggiornata) “I mostri di Firenze e l’alchimia” (Carpe Librum, Nove (VI) 2001), scrive che: <<…interpretazioni devianti dell’alchimia – quella stessa che secondo Renè Guénon sarebbe degenerata a partire da Basilio Valentino e Paracelso – sono ben evidenti nelle opere manoscritte e a stampa di un gran numero di scritti di derivazione paracelsiana, in cui primeggiano quelli che parlano della confezione di elixir di lunga vita o nel famoso Testamentum Fraternitatis Rosae et Aureae Crucis, nel quale si afferma, senza possibilità di interpretazione allegorica, di impossessarsi di parti di cadaveri, umani e/o animali e di aggiungervi sangue umano e/o animale al fine di ottenere delle realizzazioni di ordine magico-stregonico…>>. Ottenere potere, forza, salute, e chissà cos’altro ancora.
Ritualità estreme. Il medico e mago, Franz Hartmann, scriveva che i corpi di quelli, morti violentemente, uccisi, <<...hanno grandi poteri occulti. Essi non contengono vita, bensì il balsamo della vita, ed è anche una fortuna che questo fatto non sia pubblicamente conosciuto, perché se persone mal disposte conoscessero queste cose e l’uso che se ne può fare, potrebbero servirsene per stregonerie e scopi malvagi, e infliggere agli altri molte sofferenze...>> (Franz Hartmann, Il mondo magico di Paracelso, Mediterranee, Roma 1982). Theophrastus Paracelsus (1493-1541), il mago del Cinquecento, era anch’esso convinto che ad una persona morta d’improvviso e violentemente, può essere captato, da un esperto occultista, il suo corpo astrale e questi se ne può servire per gli scopi più diversi ed orribili. La dottrina esoterica orientale insegna la medesima cosa.
Dopo i delitti, i poveri corpi delle donne, sia nel caso di Jack lo Squartatore, sia in quello del Mostro di Firenze, sono stati mutilati. A. Corbin in “La violenza sessuale nella storia” (Laterza, Bari 1992) racconta che le vittime dello “Squartatore”dopo essere state uccise subirono: <<mutilazioni sessuali, effettuate da mani che apparivano esperte, abbastanza al corrente dell’anatomia femminile. (…) l’assassino, come rilevò il dott. Halsted dell’ospedale di Londra, aveva prelevato certi organi del corpo che nella buona società di solito non si nominano…>>. Dovette presentarsi agli investigatori uno spettacolo atroce. Corbin, nell’opera citata, è molto esplicito: <<…Winne Baxter rivelò che l’assassino aveva prelevato l’utero dal corpo della vittima… e che con queste mutilazioni aveva dato prove di sicure conoscenze anatomiche>>. <<In numerosi casi, tagliò le parti genitali interne ed esterne, portandole con sé…>> (Krafft-Ebing, Psychopathia sexualis, Payot, Paris 1931).
Analogamente, nei delitti di Firenze, a quattro delle sei donne uccise fu escisso il pube con tagli netti e precisi, quasi da professionista e le ultime due furono anche mutilate del seno sinistro. Sinistri feticci sessuali da usare in orripilanti rituali satanici o di magia nera. Da questi abissi di tenebra emergono, infatti, indizi inquietanti che farebbero, appunto, supporre che il <<secondo livello>>, ipotizzato da Giuttari e Lucarelli nel libro “Compagni di sangue” (Le Lettere, Firenze 1998), potrebbe essere costituito da una “schola” dei misteri, con una sua origine che si perde nei secoli e arriva fino ai RosaCroce, celata dietro ai delitti di Firenze e a quelli attribuiti a Jack lo Squartatore, che si tramanda nei secoli, da adepto ad adepto, terrificanti rituali.
C’è dell’altro che accomuna il Mostro di Firenze allo squartatore. A Nadine Mauriot, la donna della coppia assassinata l’8 settembre 1985, anche in questo caso, viene escisso il pube e il seno sinistro. Il giorno verrà spedito un lembo del seno della poveretta al sostituto procuratore Silvia Della Monica. Anche Jack sfidò gli inquirenti, oltre che lasciando indizi sulla sua identità, egli indirizzò a giornali e commissariati i macabri souvenir delle sue imprese. Più volte gli ispettori, che indagavano su The Ripper, ricevettero plichi postali contenenti raccapriccianti resti umani.
A favore della tesi esoterica, dei delitti commessi dallo “Squartatore”, Giorgio Galli nel suo “Hitler e il nazismo magico” (Rizzoli, Milano 1997), scrive che Jack compare, contemporaneamente, alla nascita, nel 1887, dell’Ordine esoterico della “Golden Dawn”. In effetti, dopo circa un anno dalla fondazione dell’Ordine esoterico, si verificarono, a Londra, diversi spaventosi omicidi. Un collegamento tra alcuni particolari delitti e il satanismo era stato già suggerito dal giornalista Maury Terry che aveva scritto, in relazione a certi serial killer, che i loro crimini solo apparentemente sembrano incomprensibili, ma acquistavano significato se studiati in relazione a certi rituali satanici.
Jack lo Squartatore sarebbe stato in realtà l’avvocato Montague John Druitt, che morì, si disse, suicida. Nel 1964 lo scrittore Daniel Parson pubblicò una serie di prove, che attesterebbe che Druitt era adepto di una sètta satanica “Gli Apostoli” e che il suo non fu suicidio, ma un assassinio deciso dai membri della confraternita, per eliminare il pericoloso adepto, che avrebbe potuto portare a loro. Se si appurasse, dall’esito della perizia ancora non depositata, che, anche, Pacciani è stato assassinato per chiudergli per sempre la bocca, questa sarebbe un’altra inquietante analogia tra i due casi. Giorgio Galli, nel suo libro citato, in relazione a Montague John Druitt, scrive ancora: <<Il suo corpo con le tasche piene di pietre era stato ripescato nel fiume a pochi metri da Osiers, una dimora privata di Cheswick che veniva utilizzata per le riunioni di un club detto degli Apostoli, una società dai fini oscuri alla quale Druitt apparteneva e della quale erano membri molti aristocratici e anche un possibile erede al trono d’Inghilterra, Albert Victor (Eddy) duca di Clarence, nipote della regina Vittoria, a sua volta sospettato di essere the Ripper>>.
Galli osserva inoltre che <<L’accostamento delle date (il duca di Clarence si ammalò nel corso del 1890 e morì nel 1891 o secondo altri nel 1892) permette un’ipotesi: vi è una tradizione di magia sessuale e di magia nera, che provoca discussioni e divisioni nei circoli occultistici, che si rinverdisce con l’incontro tra Eliphas Levi e Bulwer Lytton, che in parte è presente nella fondazione della ‘Golden Dawn’ (1887), che può essere connessa con gli assassinii, verosimilmente, rituali del 1888, come tali presentati in una storia ritenuta fantastica negli anni Quaranta, ai quali segue una sorta di epurazione nelle società occultistiche. Queste vicende coinvolgono settori dell’aristocrazia inglese…>>. Analogamente, nei delitti di Firenze, si parla di personaggi molto potenti e insospettabili, che commissionarono i delitti e che avrebbero goduto di incredibili protezioni.
----------------------------------- IL MOSTRO DI FIRENZE:la pista esoterica
http://cosco-giuseppe.tripod.com/esoterismo/il_mostro_di_firenze.htm
Analizzando l’insoluto mistero del "mostro di Firenze" ci si accorge che non è stato sufficientemente approfondito un elemento importante, quello esoterico. L’assassino (o gli assassini?), preferisce agire in notti calde, non ha ucciso in inverno e in notti di luna piena. Ha scelto, infatti, sempre notti senza luna, precedenti o successive la domenica (è un elemento rituale?). Ha agito tra giugno e settembre e una sola volta in ottobre. Dal corpo delle vittime donne prende il feticcio cimelio, escissione del pube e/o della mammella (donna offerta come vittima sacrificale?). Tra gli investigatori che si sono occupati del caso, c’è chi pensa che le sue vittime sarebbero, in realtà, molte di più di quelle conosciute.
Gli omicidi seguono un rituale ben preciso e prestabilito. Ecco riassunti i trenta anni di delitti, scanditi da date-chiave.Tutto ha inizio il 21 agosto del 1968. Quella notte vengono uccisi, nelle vicinanze del cimitero di Lastra, a Signa, una coppia di amanti, il 29enne Antonio Lo Bianco e la 32enne Barbara Locci (non tutti attribuiscono, tuttavia, questo primo omicidio al "Mostro"). Sabato, 14 settembre 1974, è il turno dei fidanzati Pasquale Gentilcore, 19 anni, e di Stefania Pettini 18 anni. La donna viene colpita con 96 coltellate al torace e al pube. Alla fine l’assassino le infila, nella vagina, un tralcio di vite (ritualità?). Sabato 6 Giugno 1981, tocca ad altri due fidanzati, il 30enne Giovanni Foggi e la 21enne Carmela De Nuccio; alla poveretta viene asportato il pube.
Giovedì 22 ottobre dello stesso anno, è la volta di Stefano Baldi, 26 anni, e di Susanna Cambi 24. Anche a lei viene asportato il pube. Sabato 19 giugno 1982, vengono assassinati Paolo Mainardi di 22 anni e Antonella Migliorini di 19. Sabato 9 settembre 1983, è la volta di due maschi (un errore del mostro?) J. Uwe Rush e Friedrich Meyer, due amici tedeschi 24enni. Sabato 29 luglio 1984, sono massacrati il 22enne Claudio Stefanacci e la 18enne Pia Rontini, alla ragazza vengono asportati il pube e il seno sinistro. Domenica 8 settembre 1985, Nadine Mauriot di 36 anni e Jean Michel Kravechvili di 25, una coppia di conviventi. Anche in questo caso la donna viene mutilata del pube e del seno sinistro. E’ la prima volta che il mostro uccide di domenica. L’assassino, il giorno dopo, spedirà un lembo del seno al sostituto procuratore Silvia Della Monica.
In relazione a quest’ultimo fatto vi è un accadimento quantomeno inquietante. Andiamo con ordine. Sulla webzine "L’Aspide" (http://www.aspide.org/sommario.htm) è pubblicata l’inchiesta: "I Mostri di Firenze" firmata da un "Anonimo cistercense". All’inizio del documento la redazione spiega: "…siamo rimasti stupefatti quando una e-mail diretta al nostro Direttore e proveniente da fonte non identificabile, ci invitava a recarci presso l’antica Abbazia Benedettina di Trisulti, dove avremmo trovato un plico a noi indirizzato, contenente inedite verità sul/i mostro/i di Firenze. …il plico esisteva davvero e, inoltre, prometteva, per il futuro, altre rivelazioni. Il contenuto delle pagine che seguono è tratto dal plico anonimo che conteneva una perizia (anch’essa anonima) ‘in merito alla vicenda giudiziaria relativa ai delitti attribuiti al c.d. Mostro di Firenze, in base ad un’accurata analisi storica’. Noi la riportiamo, così come l’anonimo ce l’ha fatta pervenire, ed attendiamo altri sviluppi del caso…".
E’ in base a questo documento che riassumo i tre fatti che seguono. L’anonimo redattore ci informa di un accadimento quantomeno inquietante, pubblicato, spiega, da "La Nazione", che riportò solo le iniziali della giovane donna, che narrava quanto accadutole mentre era in treno nella zona di Scandicci. Il mostro aveva da poco assassinato i due francesi. La donna racconta che un signore, molto distinto, di mezza età, le rivolse la parola e le chiese se aveva timore a viaggiare da sola dopo quanto era accaduto e aggiunse: "Ma lei non legge i giornali?". Proseguì dicendole che in quel giorno era stato fatto pervenire al Sostituto Procuratore Della Monica un brandello di seno di una donna assassinata dal "mostro". La ragazza giunse a destinazione e dimenticò quello strano individuo e il truce racconto con l’orrido particolare. Quando venti giorni dopo, lesse sui quotidiani della lettera anonima alla dottoressa Della Monica accompagnata dal lembo di seno ebbe uno choc. Chi era quel misterioso uomo e come faceva a sapere di quell’altro terribile omicidio con venti giorni d’anticipo?
Sempre dall’anonimo cistercense un altro mistero. Riassumo anche questo caso. Tra i tanti misteri relativi al mostro di Firenze vale la pena ricordare quanto racconterà Natalino Mele, il figlio di Barbara Locci, la prima vittima. Egli era rannicchiato sul sedile posteriore dell’auto e semi addormentato mentre la madre e il suo amante Lo Bianco venivano assassinati. All’epoca della tragedia aveva otto anni. Egli avrebbe lamentato, anni dopo, da grande, di avere nella memoria tanti vuoti, black-out strani nella loro manifestazione che lo avrebbero convinto e portato a sostenere che le sue non erano parziali amnesie provocate da choc, ma qualcosa di diverso, di più complesso. Egli, in sostanza, sosterrebbe di essere stato vittima di un "lavaggio del cervello". Se è andata così, chi avrebbe sottoposto alla tecnica del "brainwasch" il giovane? Non è neppure dato sapere a cosa è dovuta questa convinzione e neanche se l’essere stato sottoposto a tale intervento gli fu prospettato, come diagnosi finale, da qualche medico che, dopo aver studiato il suo caso, si espresse in tal modo. Sta di fatto che la cosa non fu mai presa nella dovuta considerazione.
Infine l’ultima vicenda narrata dal misterioso anonimo redattore si svolge quando Pietro Pacciani, nel ’96, tornò a casa assolto dalla Corte d’Assise d’Appello. Nella sua abitazione di Mercatale non trovò sua moglie Angiolina. Nessuno sapeva dove era finita l’anziana donna. Era fuggita o era stata portata via? Per quale motivo gli avvocati di Pacciani presentarono una denuncia per sequestro di persona e contro chi? Si seppe che qualcheduno dei vicini di casa vide la donna, che si dibatteva e urlava, trascinata via di forza, quasi di peso e da diverse persone. Sembra che la poveretta sia stata internata in una casa di cura, ma per quale motivo? Da parte del Servizio Sociale o il tutto fu deciso da personaggi influenti? Sembra anche che il suo internamento sarebbe stato deciso dal Servizio Assistenza Sociale della USL. Le carte della richiesta di ricovero e il motivo erano sparite. Sembra che qualcuno abbia voluto far tacere Angiolina, ma perché? Questo qualcuno è colui che poi ha ucciso Pacciani? Perché Pietro Pacciani, verosimilmente, è stato assassinato. A marzo 2001 la procura di Firenze apre un fascicolo contro ignoti sul decesso dell'agricoltore morto nel '98, mentre era in attesa del secondo processo d'appello.
Tra le tante cose inspiegabili del personaggio Pacciani vi è la sua incredibile disponibilità economica che "…iniziava a crescere vertiginosamente proprio a partire dagli anni del ciclo seriale degli omicidi… lascia effettivamente pensare alla presenza di un secondo livello, che ordinava i delitti e riceveva le parti asportate alle ragazze uccise… Questa disponibilità finanziaria e patrimoniale equivale, secondo i calcoli presentati nel processo da un legale di parte civile, ad una cifra attuale di circa 900 milioni di lire. Dall’analisi dei movimenti di quel denaro si poteva constatare che l’acquisto della quasi totalità di buoni era avvenuto tra il 1981 e il 1987 e, cioè, nell’arco di tempo, in cui erano stati realizzati i delitti con le macabre asportazioni" (Michele Giuttari e Carlo Lucarelli, Compagni di sangue, Le Lettere, Firenze 1998). Come poteva Pacciani possedere tanto denaro? Chi gli ha dato tutti quei soldi e per cosa?
Come spiegare, poi, tutte quelle strane morti come quella di Renato Malatesta, coniuge di Antonietta Sperduto, che era stata oggetto di violenze da parte di Pacciani e Vanni, e padre di Milvia Malatesta, bruciata nella sua Panda con il figlio Mirko di 3 anni nel 1993? Malatesta fu trovato impiccato il 24 dicembre 1980 nella stalla della sua casa. Francesco Vinci fu invece trovato morto con un pastore, Angelo Vargiu, in un'auto nel '93, pochi giorni dopo la morte di Milvia Malatesta e del suo bambino. Vinci avrebbe avuto una relazione con la Malatesta. Il figlio di Vinci conviveva con una prostituta, Anna Milvia Mattei, trovata anche lei uccisa, con il fuoco, il 25 maggio del '94. Cinque morti: Vinci, Vargiu, la Malatesta ed il bimbo, la Mattei e, forse, il sesto sarebbe Pacciani. Uccisi da chi? E perché?
E c’è anche il mistero del pittore C. F.. Di quali segreti è a conoscenza l’artista svizzero, di spessore internazionale, che risiede in Francia, ma per tre anni aveva occupato due suites di una villa situata su una collina, tra San Casciano e Mercatale? Nel citato libro di M. Giuttari, capo della Squadra Mobile di Firenze dove ha dato una svolta decisiva al caso del "mostro", portando alla luce elementi del tutto nuovi che erano stati trascurati e C. Lucarelli, scrittore di gialli, leggiamo che, tra l’altro, dove visse il pittore furono trovati: "Armi e un’abbondante documentazione pornografica. C’era un revolver calibro 38, alcuni coltelli particolari, foto raffiguranti scene pornografiche impressionanti, molto simili ad alcune scene dei delitti. C’erano numerosissime riviste pornografiche di edizione francese, disegni e quadri raffiguranti, prevalentemente, una femminilità violentata e deturpata… I proprietari della villa e l’artista francese risultano dediti alla magia, così come Pacciani… Tra il materiale sequestrato, c’era una rivista francese… che riproduceva nudi femminili con varie menomazioni, come il taglio del seno sinistro e del pube…" (ibid).
Il pittore, recentemente, sarebbe uscito di scena. Lui con il mostro di Firenze non c'entrerebbe nulla. E' soltanto una persona informata sui fatti. Il pittore sarebbe passato dalla posizione di indagato per detenzione di armi, in un procedimento collegato alle vicende del mostro, a teste dell'accusa nell'inchiesta ter sui duplici efferati delitti. L’interesse degli investigatori ora si potrebbe spostare sulle due donne, proprietarie della villa di San Casciano. E’ possibile che siano state loro a cercare di scaricare su Falbriand tutti i sospetti, forse, per sviare l'attenzione degli inquirenti dalle pratiche poco limpide (magia nera? satanismo?) che si sarebbero svolte nella villa?
In tutto, i delitti sicuramente accertati del "mostro di Firenze", se escludiamo la coppia di amanti Lo Bianco e Barbara Locci, furono 14. Quattordici è un numero importante in esoterismo, al punto che qualcuno si è chiesto se può esserci un riferimento alle morti delle 14 coppie di giovani nel mitologico Labirinto del Minotauro. Il numero 14 ha l’equivalente nella lettera ebraica nun. Il simbolo arcano di questo numero, scrive Isidore Koznimsky, è: "…Osiride mutilato. La mitologia racconta che Set, dopo aver assassinato Osiride, ne tagliò il corpo in 14 parti" (I. Kozminsky, I numeri magici, Garzanti – Vallardi, Milano 1978). Potremmo, in relazione ai tragici fatti di Firenze, trovarci dinanzi all’esito di feroci rituali di morte, commissionati da una potente sètta satanica bisognosa di un certo genere di feticci. E, poi, c’è la ricorrenza del numero tre, simbolizzante la tripla natura del mondo e il dinamismo elettromagnetico dell’universo. Ancora Kozminsky ci informa che: "nelle religioni antiche e moderne predomina la trinità. Il triangolo ha 3 punte; con la punta rivolta verso l’alto significa il fuoco e le potenze celesti; con la punta rivolta verso il basso significa l’acqua e le schiere infernali" (ibid). Il ripetersi del 3 potrebbe stare a significare una relazione rituale tra questi delitti e l’antico "culto di Iside".
Iside, la più importante delle divinità egizie, è spesso raffigurata, secondo il mito riferito da Plutarco (De Iside et Osiride, 12, 19) alla ricerca del corpo di suo fratello, e allo stesso tempo sposo, Osiride, ucciso e poi fatto a pezzi da Seth e gettato nel Nilo, che la dea restituisce alla vita col suo soffio divino. E’ anche frequentemente rappresentata mentre tiene in braccio e allatta il figlioletto Horus. Iside è, pure, la protettrice dei defunti. Essa fu adorata in Medio Oriente, in Grecia, a Roma e in tutto il bacino del Mediterraneo come la dea suprema. In tutti i circoli esoterici verrà considerata come l’Iniziatrice, incarnante il principio femminile, che detiene il potere della vita, della morte e della risurrezione.
Sua rappresentazione è la croce cosiddetta ansata o Ankh, oppure nodo. Una sua valenza infera si è fatta luce nella vicenda di Castelluccio dei Sauri (Foggia), che ha visto sul banco degli imputati due giovani studentesse, Annamaria Botticelli e Mariena Sica, per lo strangolamento della loro amica Nadia Roccia. Si è parlato del ritorno in auge di sètte sataniche, che celebrano i misteri di Iside associata, in epoca medievale, anche al culto del diavolo. Assai significativo è, a tal proposito, il ritrovamento, da parte di studiosi, di un incantesimo dove, accanto al nome di Iside, vi sono quelli di tre divinità infernali: Ortho, Baubo ed Ereskigal; ciò può voler dire che, se considerata in relazione alla sua congiunzione con la luna, Iside diventa una potenza ctonica. Taluni editori hanno inserito un inno magico nella Nékya omerica, a sua volta interpolata (Odissea XI, 34-50), il potere ctonico di Iside, tra altre divinità e demoni del mondo dei morti, era invocato da Ulisse nel visitare il regno degli Inferi. Accanto all’Iside celeste, come si può ben capire, vi è anche un’Iside infernale, simbolizzata da quella, discesa nel Nun con la sorella Nefti, per cercarvi Osiride. Kenneth Grant ne: "Il risveglio della magia" (Astrolabio, Roma 1973), scrive: "la Nuit terrena è Iside, la Donna Scarlatta…". Nel diario magico Aleyster Crowley, il mago nero inglese, annota: "la Donna Scarlatta, cavalcando la Bestia va, bevendo il sangue dei Santi, adultera, Signora del Mutamento, dell’Energia, della Vita…". Ecco la Iside infernale.
L’ anonimo cistercense, nel documento "I Mostri di Firenze" spiega che "alcuni studiosi, rimasti inascoltati, portarono l’attenzione sulla vicinanza rituale fra i delitti del ‘mostro’ e l’antico ‘culto di Iside’. Nella simbologia numerica, tre sono gli elementi dell’uccidere relativamente al corpo della donna: un’arma da punta, una da taglio, una da fuoco". In tale schema simbolico, l’arma da punta fu utilizzata, post-mortem, intorno al pube di quelle povere donne, per imprigionare, ritualmente, l’anima nel corpo. Il tre simbolizza anche la trinità infera. Il sacrificio umano per i satanisti è connesso materialmente con la forza vitale, col sangue, ed è spargendo il sangue, loro credono, che si può ottenere quella magica forza, che obbliga anche i demòni a presentarsi all’officiante. Essi sono convinti anche che bevendo il sangue si acquista la sua qualità divina. La teoria che sta all’origine dei riti di sangue si basa sull’identità fra sangue e vita, come attesta la Bibbia (Genesi 9, IV). Il patto satanico è firmato col sangue perché così si trasmette, loro pensano, al segno grafico, una parte della propria vita.
Giorgio Medail durante la sua inchiesta "Italia Misteriosa" venne in contatto con uno strano personaggio, che disse di aver fatto lunghe ricerche sui delitti di Firenze e, tra l’altro, affermò: "Esiste una tradizione... secondo cui il sacrificio migliore per evocare i demoni è quello degli esseri umani. E, infatti, ad esempio, nella dottrina di Aleister Crowley si afferma che la morte più favorevole è quella che avviene durante l’orgasmo ed è chiamata ‘mors giusti’. Perché è scritto: – ...fatemi morire la morte del giusto e fate che la mia fine estrema sia come la sua –".
Il giornalista commenta: "Una simile affermazione non poteva che condurre agli innumerevoli e ancora misteriosi delitti del ‘mostro di Firenze’ che, guarda caso, colpisce le sue vittime proprio mentre fanno l’amore. Secondo quest’interpretazione, infatti, il ‘mostro ...
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Le Litanie a Satana
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Charles Baudelaire Thursday, Aug. 19, 2004 at 11:28 PM |
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sacerdoti_dell_occultismo_occidentale_moderno_-_crowley_era_affiliato_a_varie_massonerie_-.jpg, image/jpeg, 283x846
O tu, di tutti gli Angeli il piu' bello e sapiente, Dio privato di lodi, tradito dalla sorte,
O Satana, pietà del mio lungo soffrire!
Principe dell'esilio, cui hanno fatto torto e che ti risollevi, vinto, sempre più forte,
O Satana, pietà del mio lungo soffrire!
Onniscente, gran re di ciò che è sotterraneo guaritor familiare d'ascose angosce umane,
O Satana, pietà del mio lungo soffrire!
Tu che pure i lebbrosi, i paria maledetti, attraverso l'amore al Paradiso avvezzi,
O Satana, pietà del mio lungo soffrire!
O tu che dalla morte, tua vecchia e forte amante, generasti la Speme, - una pazza attraente!
O Satana, pietà del mio lungo soffrire!
Tu che rendi al proscritto quell'occhio calmo e fiero che intorno ad un patibolo danna un popolo intero,
O Satana, pietà del mio lungo soffrire!
Tu che sai in quali luoghi di terre invidiose il Dio geloso ascose le pietre preziose,
O Satana, pietà del mio lungo soffrire!
Tu la cui vista acuta sa i profondi arsenali ove sepolto dorme il popolo dei metalli,
O Satana, pietà del mio lungo soffrire!
Tu la cui larga mano nasconde i precipizi al sonnambulo in bílico in cima agli edifizi,
O Satana, pietà del mio lungo soffrire!
Tu che, magicamente, lo scheletro fai molle al nottambulo ebbro, schiacciato dai cavalli,
O Satana, pietà del mio lungo soffrire!
Tu che per l'uomo fragile, che soffre, consolare, il salnitro e lo zolfo ci insegnasti a mischiare,
O Satana, pietà del mio lungo soffrire!
Tu che metti il tuo marchio, o complice sottile, sopra la fronte dello spietato Cresto e vile,
O Satana, pietà del mio lungo soffrire!
Tu che in cuore e negli occhi delle ragazze metti il culto della piaga e l'amore dei cenci,
O Satana, pietà del mio lungo soffrire!
Bastone d'esiliati, lampada d'inventori, confessor d'impiccati e di cospiratori,
O Satana, pietà del mio lungo soffrire!
Padre adottivo a quelli che nel nero furore dal Paradiso in terra Dio Padre cacciò fuori.
Le Litanie di Satana
O Satana, pietà del mio lungo soffrire!
A te sian lodi e gloria nel più alto del Cielo, ove regnasti, e nel profondo dell'Inferno ove, vinto, ancora sogni, o Satana, in silenzio! Fà che l'anima possa a te accanto riposarsi sotto l'Albero della Scienza, un giorno, quando sopra la fronte, come un nuovo Temnpio, i suoi rami per te si allargheranno!
Sacerdoti dell Occultismo Occidentale Moderno - Crowley era affiliato a varie Massonerie
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storie mA$$ONICHE
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arancia mecchanika Friday, Aug. 20, 2004 at 12:18 AM |
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È A LORO CHE DOBBIAMO RINGRAZIARE PER I VARI MILIARDI DI PERSONE CHE MUOIONO NEL MONDO
QUESTO ARTICOLO DESCRIVE L'ASSOCIAZIONE DI CAPITALISTI DI SPICCO DELLA SCENA MONDIALE E LE LORO ATTIVITÁ. PROBABILMENTE É A LORO CHE DOBBIAMO RINGRAZIARE PER I VARI MILIARDI DI PERSONE CHE MUOIONO DI FAME NEL MONDO.
I trent'anni di un'istituzione segreta Gli opachi poteri della Trilaterale
Dirigenti delle multinazionali, governanti dei paesi ricchi e sostenitori del liberismo economico hanno rapidamente compreso che dovevano agire di concerto se volevano imporre la propria visione del mondo. Nel luglio 1973, in un mondo allora bipolare, David Rockefeller lancia la Commissione trilaterale, che segnerà il punto di partenza della guerra ideologica moderna. Meno mediatizzata del forum di Davos, la Trilaterale è molto attiva, attraverso una rete di influenze dalle molteplici ramificazioni.
LA TRIADE...LA MA$$ONERIA ED ALTRE MAFFIE!
Olivier Boiral Trent'anni fa, nel luglio 1973, su iniziativa di David Rockefeller, figura di spicco del capitalismo americano, nasceva la Commissione trilaterale. Cenacolo dell'élite politica ed economica internazionale, questo circolo chiusissimo e sempre attivo formato da alti dirigenti ha suscitato, soprattutto ai suoi inizi, molte controversie (1). All'epoca, la Commissione si prefiggeva di diventare un organo privato di concertazione e orientamento della politica internazionale dei paesi della triade (Stati uniti, Europa, Giappone). L'atto costitutivo spiega: «Basata sull'analisi delle più rilevanti questioni con cui si confrontano l'America del Nord, l'Europa occidentale e il Giappone, la Commissione si sforza di sviluppare proposte pratiche per un'azione congiunta. I membri della Commissione comprendono più di 200 insigni cittadini impegnati in settori diversi e provenienti dalle tre regioni (2)». La creazione di questa organizzazione opaca in cui a porte chiuse e al riparo da qualsiasi intromissione mediatica si ritrovano fianco a fianco dirigenti di multinazionali, banchieri, uomini politici, esperti di politica internazionale e universitari, coincideva all'epoca con un periodo di incertezza e turbolenza della politica mondiale. La direzione dell'economia internazionale sembrava sfuggire alle élite dei paesi ricchi, le forze di sinistra apparivano potenti, soprattutto in Europa, e la crescente interdipendenza delle questioni economiche chiamava le grandi potenze a una cooperazione più stretta. Rapidamente, la Commissione trilaterale si impone come uno dei principali strumenti di questa concertazione, attenta al tempo stesso a proteggere gli interessi delle multinazionali e a «chiarire» attraverso le proprie analisi le decisioni dei dirigenti politici (3). Come i re filosofi della città platonica, che contemplano il mondo delle idee per infondere la loro trascendente saggezza nella gestione degli affari terrestri, l'élite che si riunisce all'interno di questa istituzione molto poco democratica si adopera nel definire i criteri di un «buon governo» internazionale. Veicola un ideale platonico di ordine e controllo, assicurato da una classe privilegiata di tecnocrati che mette la propria competenza e la propria esperienza al di sopra delle profane rivendicazioni dei semplici cittadini: «La cittadella trilaterale è un luogo protetto dove la techné è legge - commenta Gilbert Larochelle. E dove sentinelle dalle torri di guardia vegliano e sorvegliano. Ricorrere alla competenza non è affatto un lusso, ma offre la possibilità di mettere la società di fronte a se stessa. Il maggior benessere deriva solo dai migliori che, nella loro ispirata superiorità, elaborano criteri per poi inviarli verso il basso (4)». All'interno di questa oligarchia della politica internazionale, le cui riunioni annuali si svolgono in varie città della triade, i temi vengono dibattuti in una discrezione che nessun media sembra più voler disturbare. Essi sono oggetto di rapporti annuali (The Trialogue) e di lavori tematici (Triangle Papers) realizzati da équipes di esperti americani, europei e giapponesi scelti molto accuratamente. Questi documenti pubblici, regolarmente pubblicati da circa trent'anni, mostrano l'attenzione che la trilaterale rivolge ai problemi globali che trascendono le sovranità nazionali, come la globalizzazione dei mercati, l'ambiente, la finanza internazionale, la liberalizzazione delle economie, la regionalizzazione degli scambi, i rapporti Est-Ovest (all'inizio), il debito dei paesi poveri. Contro «gli eccessi della democrazia» Gli interventi ruotano intorno ad alcune idee fondanti, ampiamente riprese dalla politica. La prima è la necessità di un «nuovo ordine internazionale». Il quadro nazionale sarebbe troppo angusto per trattare grandi questioni mondiali la cui «complessità» e «interdipendenza» vengono continuamente riaffermate. Un'analisi del genere giustifica e legittima le attività della Commissione che è sia un osservatorio privilegiato sia il capomastro di questa nuova architettura internazionale. In tal senso, gli attentati dell'11 settembre hanno fornito una nuova occasione di ricordare, durante l'incontro di Washington nell'aprile del 2002, la necessità di un «ordine internazionale» e di una «risposta globale» a cui sono esortati a partecipare i più importanti dirigenti del pianeta sotto l'egida statunitense. Alla già citata riunione annuale della trilaterale erano presenti Colin Powell (segretario di stato americano) Donald Rumsfeld (segretario alla difesa) Richard Cheney (vicepresidente) e Alan Greenspan (presidente della Federal Reserve) (5). La seconda idea fondante, che trae origine dalla prima, è il ruolo tutelare dei paesi della triade, in particolare degli Stati uniti, nella riforma del sistema internazionale. I paesi ricchi sono invitati a esprimersi con una sola voce e a unire i propri sforzi in una missione destinata a promuovere la «stabilità» del pianeta grazie alla diffusione del modello economico dominante. Le democrazie liberali sono il «centro vitale» dell'economia, della finanza e della tecnologia. Un centro che gli altri paesi dovranno integrare accettando l'ordine che esso si è dato. L'unilateralismo americano sembra tuttavia aver messo a dura prova la coesione dei paesi della triade, i cui dissensi si esprimono nei dibattiti della Commissione. Nel suo discorso del 6 aprile 2002, durante la già citata riunione, Colin Powell ha quindi difeso la posizione americana sui principali punti di disaccordo con il resto del mondo, ovvero rifiuto di firmare gli accordi di Kyoto, opposizione alla creazione di una Corte penale internazionale,analisi dell'«asse del male», intervento americano in Iraq, appoggio alla politica israeliana, e via dicendo. L'egemonia delle democrazie liberali rafforza la fede nelle virtù della globalizzazione e della liberalizzazione delle economie espressa dal pensiero della trilaterale. La globalizzazione finanziaria e lo sviluppo degli scambi internazionali sarebbero al servizio del progresso e del miglioramento delle condizioni di vita di un gran numero di persone. Ma esse presuppongono la rimessa in causa delle sovranità nazionali e la soppressione delle misure protezioniste. Questo credo neoliberista è dunque spesso al centro dei dibattiti. Durante l'incontro annuale dell'aprile del 2003 a Seul è stata trattata in particolare la questione dell'integrazione economica dei paesi del Sud-est asiatico e della partecipazione della Cina alle dinamiche della globalizzazione. Le riunioni dei due anni precedenti avevano dato occasione al direttore generale dell'Organizzazione mondiale per il commercio (Wto) Mike Moore di professare devotamente le virtù del libero scambio. Moore, dopo aver ricoperto di improperi il movimento anti-globalizzazione, aveva anche dichiarato che era «imperativo tenere a mente ancora e sempre quelle prove schiaccianti che dimostrano che il commercio internazionale rafforza la crescita economica (6)». La tirata del direttore del Wto contro i gruppi che reclamano una globalizzazione diversa - chiamati «e-hippies» - sottolinea la terza caratteristica fondante della trilaterale: l'avversione per i movimenti popolari, che si era espressa nel celebre rapporto della Commissione sul governo delle democrazie redatto da Michel Crozier, Samuel Huntington e Joji Watanuki (7). Questo rapporto, del 1975, denunciava gli «eccessi della democrazia», espressi secondo gli autori dalle manifestazioni di contestazione dell'epoca. Manifestazioni che, un po' come oggi, mettevano in causa la politica estera degli Stati uniti (ruolo della Cia nel golpe cileno, guerra del Vietnam) ed esigevano il riconoscimento di nuovi diritti sociali. Il rapporto provocò all'epoca molti commenti indignati che si scatenarono contro l'amministrazione democratica del presidente James Carter, essendo stato egli stesso un membro della trilaterale (come più tardi il presidente Clinton) (8). Dall'inizio degli anni '80, l'attenzione della stampa per questo tipo di istituzioni sembra essersi rivolta più che altro su incontri meno chiusi e soprattutto più divulgabili tramite i media, come il Forum di Davos. L'importanza delle questioni dibattute nell'ambito della trilaterale e il livello di coloro che in questi ultimi anni hanno partecipato alle sue riunioni sottolineano però la sua persistente influenza (9). Lungi dall'essere un «vecchio serpente di mare» che torni a galla per l'estasi di qualche adepto di esoterismo e di «teoria del complotto», la Commissione trilaterale è un'istituzione ben salda, la cui discrezione facilita la collusione tra responsabili politici e grandi imprese. «Spero proprio che i punti di vista espressi da questa gente di grande esperienza abbiano un'influenza reale sulla politica internazionale!» ci ha detto un ex ministro canadese che ha partecipato a molti dei lavori della Commissione, facendo eco a ciò che si proponeva il fondatore David Rockefeller: «A volte le idee proposte dai rapporti della Commissione trilaterale sono diventate politiche ufficiali. Le loro raccomandazioni sono sempre state seriamente dibattute all'esterno del nostro circolo e hanno rivestito un ruolo nella riflessione dei governi e nella formulazione delle loro decisioni (10)». Così si disegna la trama di un potere diffuso, opaco, quasi inafferrabile, che tesse le sue trame per mezzo di circoli chiusi e incontri internazionali di cui il forum di Davos rappresenta l'espressione più ostentata. In questi luoghi di incontro, di scambio, di manovra, gravitano gli stessi protagonisti e si elaborano analisi e compromessi che spesso precedono le grandi decisioni. La Commissione trilaterale è uno dei tasselli di questo scacchiere polimorfo. Grazie a una rete di influenza le cui ramificazioni si estendono ai principali settori della società, essa consolida l'alleanza tra il potere delle multinazionali, della finanza e della politica.
note:
* Professore all'Università di Laval (Canada).
(1) Le Monde diplomatique ha dedicato molti articoli all'argomento nel corso degli anni '70. In particolare vedi Claude Julien, «Les sociétés libérales victimes d'elles-mêmes», e Diana Johnstone, «Une stratégie trilatérale», Le Monde diplomatique, rispettivamente marzo 1976 e novembre 1976. Vedi anche l'articolo di Georges-Albert Astre, «Réunifier l'Europe autour de l'Occident», in Manière de voir n° 72, «Le nouveau capitalisme» in vendita il 17 novembre. (2) Il numero dei «distinti cittadini» ammessi all'interno della Commissione è stato in seguito allargato e oggi comprende più di 300 membri. Raymond Barre, Thierry de Montbrial, Denis Kessler hanno partecipato ai suoi lavori. De Montbrial è anche membro del «Gruppo Bilderberg». (3) Sulle reti di «coloro che decidono» di questo genere, si legga Geoffrey Guens, Tous pouvoirs confondus, Epo, Bruxelles, 2003. (4) Gilbert Larochelle, L'imaginaire technocratique, Montréal, Boréal, 1990, p. 279.
(5) I discorsi di questi intervenuti, così come numerose altre informazioni e pubblicazioni della Trilaterale, sono accessibili dal sito internet ufficiale della Commissione: http://www.trilateral.org/.
(6) Mike Moore, The Multilateral Trading Regime Is a Force for Good: Defend It, Improve It, Riunione della Commissione trilaterale dell'11 marzo 2001. (7) Michel Crozier, Samuel Huntington et Joji Watanuki, The Crisis of Democracy: Report on the Governability of Democracies to the Trilateral Commission, New York University Press, 1975. (8) Zbigniew Brzezinski era stato uno dei grandi architetti di questa organizzazione prima di diventare il principale consigliere del presidente Carter sulle questioni di sicurezza. (9) Citeremo per esempio William Clinton, Georges H. Bush, Henry Kissinger, George Soros, Valéry Giscard D'Estaing, Ernesto Zedillo, Madeleine Albright. Ma a questi responsabili politici, conviene aggiunge numerosi dirigenti delle multinazionali Exxon-Mobil, General Electric, Daimler-Chrysler, Levi Strauss, Kodak, Xerox, ABB, Johnson & Johnson, Alcan, Power Corporation, etc.
(10) David Rockefeller, Georges Berthoin e Takeshi Watanabe (1978), Prefazione a Task Force Reports : 9-14, New York University Press, p. IX.
versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum contenuti subliminali oltremodo pericolosi by Conoscendo il Berluska Wednesday June 02, 2004 at 05:23 PM mail:
Alle origini del programma moderno e contemporaneo degl’Illuminati, come tutti sanno, sta un giovane principe tedesco di formazione gesuita e di discendenza giudaica: Adam Weishaupt, nato in Baviera il 6 febbraio 1748. Con lui il progetto sionista, sorto idealmente nel XVI sec. attraverso le idee di Bacone, è divenuto attivo. L’Illuminatismo, di cui l’Illuminismo è la veste esteriore sul piano storico, sta al Franchismo come una sorta di ‘shivaismo occidentale’ deviato rispetto ad un corrispondente anomalo ‘shaktismo’.
A.
In un art. pubblicato sul sito TOTZE.COM ed intitolato FINAL WARNING. A HISTORY OF THE NEW WORLD ORDER un articolista anonimo, che non si firmava neanche con un nick, proponeva qualche tempo fa la storia del Nuovo Ordine Mondiale negli ultimi 500 anni. Da parte mia presi spunto per iniziare una serie di articoli sul tema. Cominciai il 7-03-03 con ‘Storia occulta del New Global Order’, dove analizzai le influenze dell’età moderna ( secoli XVI-VIII ) su quella contemporanea. Successivamente venne la guerra in Iraq e il progetto saltò. Lo ripresi il 18-06-03 postando un altro art., IL MITO DELLA RIVOLUZIONE ( in 5 PP. ), in cui avrei dovuto tratteggiare a grandi lineee tutte le grandi rivoluzioni del mondo, dicendo quello che i libri di storia non dicono. Ossia chi le ha finanziate. Il problema dei finanziamenti è molto importante, poiché più di ogni altra cosa svela i retroscena degli scenari politici apparenti. In proposito Guénon nel ’45, ossia pochi anni prima della morte avvenuta nel ‘51, scriveva su ‘Il regno della quantità e i segni dei tempi’ ( p.258 dell’ediz.or. degli S.T., p.285 dell’ed.franc. Gallimard ) queste significative parole: “Fra tutte le cose più o meno incoerenti che oggi si agitano e si urtano, fra tutti i movimenti «esteriori», di qualunque genere siano, non è….il caso… di «prender partito»,….perché ciò significherebbe soltanto lasciarsi ingannare, e, considerato che in realtà sono sempre sempre le stesse influenze [ ‘malefiche’, agg. del Red. ] ad esercitarsi dietro tutte queste cose, intervenire nelle lotte volute da esse e da esse invisibilmente dirette equivarrebbe propriamente a fare il loro gioco; in queste condizioni il semplice «impegnarsi» corrisponderebbe, ad un atteggiamento veramente antitradizionale.” Ovviamente per un cultore della tradizione e del tradizionalismo come Guénon il fatto costituiva già di per sé un giudizio. Per chi non fosse avvezzo all’argomento, immagino la maggioranza di coloro che scrivono su Indy, la Tradizione è indistamente per l’A. e per altri come me l’aspetto più profondo di tutte quelle culture e civiltà che avevano la loro origine non in fatti politici e storici, ma piuttosto nelle radici ancentrali dell’umanità. Insomma quelle legate tribalmente al culto degli Antenati, da intendere come maestri del sapere acquisito dai posteri. Anthony Sutton, professore all’univ. di Harvard, è il capostipite del genere di studi storico-politico sopra indicato. Ha avuto la fortuna ma anche l’accortezza di reperire in una biblioteca un libercolo di cui esistevano soltanto 3 copie in giro per il mondo, le altre essendo state soppresse. Trattatavasi di un testo che illustrava i movimenti finanziari avvenuti in preparazione della I e della II Guerra Mondiale. In tal modo ha potuto risalire ai finanziatori tanto della Rivoluzione Russa quanto di quella tedesca, accorgendosi con grande sorpresa che erano gli stessi. Esattamente insomma quel che dichiarava criticamente Guénon decenni prima. Guénon da giovanissimo era stato un membro dell’Ordo Templi Orientis, l’organizzazione massonico-templare deviata diretta da A.Crowley. Dunque sapeva quali manovre questi aveva fatto, una volta lo ha anche attestato, tramite l’omologa società segreta tedesca della ‘Goden Dawn’ onde determinare la nascita in Germania di un movimento rivoluzionario di tipo conservatore. Spiega Sutton come in principio gli ideatori del piano, ossia i maggiori rappresentanti dell’industria internazionale, una volta posati gli occhi su Hitler lo abbiano convocato per affidargli e render esecutivi i loro intendimenti. Hitler chiese se preferivcano una rivoluzione od un’ascesa al potere più mediata. Gl’interlocutori scelsero la seconda soluzione. Ciò tanto per anticipare il problema. Ho solo scritto per ora la P.I, sulla Rivoluzione Americana e quella Francese. La P.II, spero fra breve ( devo ancora terminarla ) si occuperà del Risorgimento Italiano, in particolare dell’equivoco personaggio che va sotto il none di Mazzini; fondatore della ‘Giovine Italia’, di cui abbraccerà l’eredità il ‘Fronte della Gioventù, cuore e nucleo del Movimento Sociale Italiano. Non a caso molti di costoro hanno appoggiato la P2, fondata da Garibaldi ed altri soci massonici ( Bixio ecc. ). Praticamente tutto l’establishment risorgimentale, di cui il Parlamentino piemontese costituiva la rappresentanza esteriore. La III, il prossimo mese, della Rivoluzione d’Ottobre, di quella maoista – con excursus alla Cambogia ed al Vietnam – nonché di quella castrista. La IV, in novembre (?), della Rivoluzione Conservatrice in Europa, da Franco a Hitler passando per Mussolini, con cenni agli esempi minori. La V, in dicembre (?) della Rivoluzione Culturale cinese e del Sessantotto, incluse alcune osservazioni sul relativo prologo ( la morte di Mattei ) ed il conseguente epilogo ( la morte di Moro ). Seguono – cronologicamente parlando – altri articoli dedicati al Dopoguerra e all’attualità, sempre però in relazione al tema principale, il Nuovo Ordine. Questo di oggi è un file di ricollegamento, che giaceva in magazzino… Della serie ho già postato ‘Campi di concentramento, esperimenti contronatura e culto del Maligno negli Usa’, in 2 PP. Ancora da pubblicare: ‘Méngele, l’Angelo della Morte, e l’Mk-ultra’, ‘Il volto oscuro dello Zio Tom’ ( sulla O’ Brien e M.Phillips, in dettaglio ), ‘Strane mutilazioni sugli animali: la pista dei Servizi Segreti’. Qualcuno mi ha rimproverato, forse anche giustamente, di non andare secondo logica. Tuttavia il fatto dipende da ciò che si considera. Io ho voluto ricollegare i campi di concentramento americani con quelli russi e tedeschi, dei quali costituiscono in certo senso un perfezionamento tecnologico. Siccome ho anche accennato alla questione degli alieni e degli Ufo, che pare sia stati progettati gli uni e gli altri dai Nazi, ho preferito accennare prima a tali cose seppure implicanti l’Mk-ultra e lasciare a dopo una trattazione specifica dell’argomento, quando m’inoltrerò a parlare del dott. Mengele o del ‘mind-control’ in riferimento alle reduci di quella cosa spaventosa che è il controllo mentale. Vedi Cathy O’Brien e Birgit Taylor. Terminò il tutto con ‘Born to kill: killer e sette sataniche’, che avrebbe dovuto far parte di ‘Top Secret’, in 3 PP, ma l’ho in seguito estromesso. Mentre il prossimo ( domani ) ‘Chi ha voluto la morte di Moro? Vecchie e nuove Br’ doveva rientrare nella serie ‘New Order’ ed è finito invece libero, come un cane sciolto. Prevedo di sollevare moltissime polemiche con la mia tesi, dato che ho intenzione di provare che Moro non è stato ucciso dalle Br, bensì dal Kgb. Per conto di….. ( souspance, come nei migliori gialli ). Se mi uccidono prima i S.S., sappiate che non c’è molto da immaginare, la cosa è lapalissiana.
B.
Il fatto di trattare la storia del Nuovo Ordine Mondiale negli ultimi cinque secoli non è affatto oziosa, come qualcuno potrà pensare, dal momento che i dati riportati dall’A. non sono in genere di dominio pubblico e sono anzi riservati ad una elite molto ristretta. Per questo Guénon non ne parlava in maniera esplicita. Adesso i tempi sono cambiati, c’è bisogno di sapere. Quei pochi iniziati rimasti onesti ed intenzionati ad appoggiare la causa del ribaltamento del Progetto del Terzo Anticristo ( Bush, a mio parere ) alias P.N.A.C. sono indispensabili onde fornire determinate spiegazioni. Il suddetto prof. Sutton, dopo aver spiegato la faccenda dei finanziamenti occulti, asseriva che il tutto era collegato con altre questioni di natura esoterico-occultistica; ma non si riteneva competente per trattarne, lasciando tal compito ad altri. Ecco dunque l’opportunità di ricorrere a gente come l’autore di ‘Final warning’. Filtrato da me, s’intende. Da come scrive egli appare un addetto ai lavori della Massoneria o comunque un cultore della stessa molto bene informato. Io stesso, che sono se non uno specialista del settore almeno una persona bene informata sull’argomento, riconosco che di alcuni dati offertici dall’Anonimo non ero a conoscenza prima di aver letto il pezzo. Ovviamente da parte mia ero intenzionato ad offrirne dapprima solo una sintesi per coloro che non sapevano l’inglese o che non volevano prendersi la briga di leggere l’intero articolo in altra lingua. Poi però il testo ha finito per prendermi la mano, donde la stesura della serie menzionata. La storia del NWO è di capitale importanza al fine di capire quale visione abbia imperato ed imperi tuttora dietro le scene politiche di un recente passato e dell’attualità. Giacché, sia ben chiaro, i Massoni e le loro Logge hanno i piedi dappertutto. Non lo si scordi! Non è mia intenzione ovviamente denigrare qui la Massoneria in generale, ben conscio che tutto il meglio della politica contemporanea discende in qualche modo da tale confraternita. I principi basilari della costituzioni moderne, il senso di tolleranza fra gli avversarî politici, la fraternità fra appartenenti alla medesima fazione ( donde l’impiego ancora in tempi odierni della vecchia denominazione di ‘compagno’ tra i socialisti ), il rilievo dato all’assistenza ai malati ( vedi Croce Rossa ) o agli anziani ( volontariato ) sono tutti valori – com’è risaputo – di provenienza massonica. Ecco la sintesi di cui dicevo sopra, con qualche mio commento molto libero.
C.
Per poter raggiungere quel potere che ha permesso loro di tirare le fila della politica a livello mondiale è evidente che è occorso agl’Illuminati, poiché tale è una delle numerose auto-denominazioni di coloro che aspirano a costruire l’Unione Globale, un tempo non indifferente. Questo potere è stato costruito pazientemente, anno per anno, giorno per giorno; ed ora gli appartenenti al NWO dispongono dal punto di vista finanziario ed economico, attraverso le loro banche e le loro industrie, di una quantità di danaro stratosferica. Ciò senza contare gli altri livelli nei quali essi hanno esercitato ed esercitano ancor oggi la loro autorità: 1) il settore politico, nel quale primeggiano tramite il doppio finanziamento ad entrambi i contendenti dell’agone parlamentare, nonché sostenendo i laboratorî internazionali di idee come il Bilderberg Group, la Trilateral, il CFR ed il RIIA; 2) il settore militare, in cui fanno il bello e il cattivo tempo fornendo l’apparato tecnologico del quale dispongono a questa o quella popolazione, a questa o quella fazione politica., facendo in questo modo prevalere sempre i loro ingenti interessi; 3) il settore commerciale, avendo in mano le grandi banche adibite a codesta funzione e gl’istituti sovrannazionali quali il WTO e l’IMF; 4) il settore umanistico, poiché guidano ed indirizzano ai proprî fini le più importanti università ed i maggiori istituti di cultura europei ed americani, nonché alcuni apparati fondamentali di ricerca nel Terzo Mondo; 5) il settore medico, disponendo di studi molto avanzati, non ancora resi noti al mondo scientifico ufficiale oppure tenuti al margine ( quando trattasi della salute ) per motivazioni economiche; 6) il settore tecnico, per ragioni analoghe; 7) il settore ecologico, siccome esercitano la loro influenza su importanti club sorti a protezione della natura quali il Club di Roma; 8) il settore sociale, in quanto possono utilizzare allo scopo per fini non dichiarati le istituzioni secondarie associate alle Nazioni Unite; 9) il settore pedagogico, dato che utilizzano dei progetti educativi per propagandare le loro attività ed assecondare i loro principî presso i più giovani, a cominciare dai fanciulli, talora irretiti e persino rapiti; 10) il settore psicologico, in cui esercitano un dominio pressoché assoluto, disponendo di tecniche di manipolazione sofisticatissime, atte a creare un vero esercito di schiavi al loro servizio; 11) il settore religioso, esoterico ed occultistico, nell’ambito del quale oltre a sostenere le più comuni istituzioni nel campo appoggiano segretamente molte confraternite e molte sette, deviate o meno che siano, incentivando lo studio e la pratica delle conoscenze esoteriche nonché dei fenomeni paranormali; 12) il settore pornografico, donde traggono ulteriori proventi, specialmente dalla pedo-pornografia connessa, che è proibita dalla legge e quindi al pari della droga maggiormente costosa; 13) il settore malavitoso, che usano per influenzare nascostamente quello politico od industriale, controllando peraltro mediante esso fonti fondamentali di guadagno disonesto come il narcotraffico, il traffico delle armi e la tratta di schiavi o schiave del sesso, strettamente legata inoltre al mercato della pornografia e della pedofilia ( vedi sopra ); 14) il settore avio-spaziale, nell’ambito del quale sono giunti a traguardi ignoti alla tecnologia ufficiale; 15) il settore informativo e giornalistico, che possono controllare o manipolare attraverso le agenzie d’informazione generale, le grandi testate dei più diffusi quotidiani e le maggiori riviste di attualità; 16) il settore comunicativo, disponendo di risorse ingenti per acquistare i gruppi economici statali scelleratamente svenduti negli anni scorsi attraverso le privatizzazioni in tale campo; 18) il settore editoriale, nel quale primeggiano tramite opportuni finanziamenti a determinate case editrici dominanti od a riviste che vanno per la maggiore, nonché a vari premi letterari ed ai compiacenti critici che li sorreggono; 19) il settore artistico e cinematografico, dove dominano le associazioni di categoria; 20) il settore musicale, che adoperano imprimendo all’industria discografica o dello spettacolo live contenuti subliminali oltremodo pericolosi per la psiche degli ascoltatori, specie in età giovanile, ed aderenti ai loro credi anti-cristiani ed anti-religiosi oppure al contrario pseudo-religiosi ( del tipo ‘new-age’ ) e vetero-cristiani 21) il settore sportivo, che permette loro di alterare illegalmente le competizioni migliorando le prestazioni degli atleti sia a scopo di studio per eventuale impiego futuro, sia ad uno scopo ludico o di semplice sopraffazione; 22) il settore energetico, da cui ne dipendono altri, che offre ad essi oltreché lauti guadagni pure un potere di ricatto non indifferente sull’economia mondiale in generale, su singole nazioni o classi sociali ( specialmente del Terzo Mondo, ma non solo ); 23) il settore agro-zootecnico, esercitando un controllo sulle sementi ed il bestiame tramite la compra-vendita di brevetti a tutto spiano, onde avere la possibilità in un prossimo futuro di ritirarli a piacimento ed affamare così le popolazioni del mondo, minacciando crisi politiche ( gli ogm ne sono esclusivamente un esempio, anche se preponderante ); 24) il settore sindacale, ove sostengono determinate politiche padronali con la scusa di proteggere i lavoratori tanto dai datori di lavoro quanto da un ingannevole ed illusorio massimalismo; 25) il settore umanitario e delle relazioni internazionali, in cui fanno in modo che venga stigmatizzata la politica di questa o quella nazione a seconda dei propri interessi non dichiarati; 26) il settore eugenetico, che dulcis in fundo permetterà loro di ridurre numericamente a piacimento la crescita umana, soprattutto nel Terzo Mondo, mediante campagne di infezione programmata seppure mascherate da scopi antiepidemici. Icke sostiene da tempo che l’Africa e l’India sono oggetto da tempo di siffatte trasformazioni. Giacché i loro territori parrebbero ancora vergini e ricchi di risorse per il futuro.
D.
Il Nuovo Ordine Mondiale, o Nuovo Ordine della Rosa ( la Rosa è un antico simbolo del Mondo ), ha salde radici nelle idee venute in auge negli scorsi secoli e per questo esso è assai temibile e difficile da combattere, essendosi trasformato in un’istituzione contemporanea, per quanto segreta. L’Onu ne è solamente la facciata esteriore, presentabile, e tuttavia neppure questa ben compresa.
italy.indymedia.org/news/2003/09/387282_comment.php#426140 versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum Società dei Pellegrini, i primi calvinisti sbarcarono in America nel XVII secolo by ecco a voi le origini dei Bildeberger Wednesday June 02, 2004 at 05:28 PM mail:
Un club molto esclusivo.
La Pilgrims' Society
Dal libro "Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia"
La Pilgrim's Society (Società dei Pellegrini, i primi calvinisti sbarcarono in America nel XVII secolo) fu uno dei passi decisivi verso l'unione mondiale: essa, infatti, riuscì ad unire sinergicamente le potenti forse disgregatrici dell'Antico Ordine operanti verso la fine del secolo XIX, vale a dire l'imperialismo inglese teso all'estensione planetaria del dominio britannico; il mai sopito temporalismo ebraico, alimentato dal B'nai B'rith e dalle sue possenti emanazioni; il socialismo fabiano della Fabian Society, che come linfa raggiunge, alimenta e sostiene l'organizzazione sociale mondialista; il biblismo protestante - nella fattispecie calvinista - che ravvisa un segno di benevolenza divina, una stella dei Magi che indica la via, nelle fortune finanziarie che arridono al credente. Sul segretume che avvolgeva questa società E.C. Knuth scriveva nel 1946, all'indomani della fine della guerra: "Le attuali attività di quella che era stata identificata come al società internazionale più potente della terra, i "Pilgrim's", sono così avvolte dal silenzio che pochi americani sanno della sua esistenza fin dal 1903". (1) Notizia integrata dal Richmond News Leader del 14 novembre 1963: "I Pilgrim's sono una delle manifestazioni meno conosciute del culto dell'unità mondiale. Questa setta particolare, grazie ad un nocciolo di nazioni anglofone e utilizzando l'approccio graduale che caratterizza il socialismo fabiano, vorrebbe fare decollare un mondo con un governo centralizzato. Sebbene tale dottrina faccia pensare ad elucubrazioni di tenebrosi cervelli malati, i suoi aderenti sono reclutati fra le più illustri personalità mondiali (...). In altre occasioni costoro si riuniscono sotto l'egidia dell'Unione Atlantica, del Citizen Council for NATO, della Foreign Policy Association, del Council on Foreign Relations, di Arden House (2) e dell'American Assembly, del Bilderberg, o degli United World Federalist (...). Il risultato finale è sempre un nuovo attacco alle sovranità nazionali e una spinta verso il governo centralizzato del mondo (3). B'nai B'rith, Pilgrim's Society e altre società superiori hanno steso sul pianeta un gigantesco reticolo a diffusione capillare, sostenuto col denaro della grandi Fondazioni Rockefeller, Ford, Carnegie, Sumitomo, Agnelli, ecc. all'uopo servendosi di cinghie di trasmissione come la Round Table angloamericana, la Commissione Trilaterale, i Circoli Bilderberg, gli Istituti di Affari Internazionali come il CFR, o il RIIA britannico più noto come Chatham House, veri centri di potere rispettivamente americano e britannico, per citare solo i più importanti. (4) La Pilgrim's Society rimase celata fino a relativamente pochi anni or sono, quando ancora si teneva ad identificare il vertice del Potere nella Round Table britannica: secondo lo studioso Y. Moncombe invece è alla Pilgrim's Society che andrebbe ascritto il ruolo di vera e propria fucina, sulla scorta dei programmi elaborati dalle società superiori, degli avvenimenti del nostro secolo, talché il 33° grado Franklin Delano Roosevelt (5) poteva annunciare con sicumera: "In politica nulla accade a caso. Ogniqualvolta che un fatto accade si può essere certi che esso era stato previsto per svolgersi esattamente in quel modo"(6). A quattro mesi dalla morte di Cecil Rodhes nasceva ufficialmente il 24 luglio 1902, un secolo fa, la branca britannica della Pilgrim's Society con l'obiettivo di assicurare l'unità di intenti e il necessario coordinamento fra le due sponde dell'Atlantico, in vista degli obiettivi mondialisti da raggiungere. Il nome della Società (dei Pellegrini) faceva riferimento ai "padri fondatori" degli Stati Uniti, i 102 calvinisti puritani che il 16 settembre 1620, per sfuggire alla persecuzione anglicana, attraversarono l'Atlantico a bordo del Mayflower sbarcando sulle coste del Massachussets. Essi vennero raggiunti, in un viaggio successivo effettuato a bordo dell'Arbella, dall'ala nobile della futura Pilgrim's, di cui faceva parte Sir Richard Saltonstall, i cui discendenti nel 1960 potevano vantare di essere la sola famiglia degli Stati Uniti passata ininterrottamente per dieci generazioni da Harvard, sede dell'università dell'establishment. L'impresa venne finanziata da un agente di Londra, George Morton, progenitore di uno dei futuri fondatori della branca americana della Pilgrim's Society, il banchiere israelita Levi Parsons Morton. La Pilgrim's britannica venne fondata per promuovere "buona volontà, cordialità amicizia duratura e pace perpetua fra Stati Uniti e Gran Bretagna". Alla cerimonia di fondazione del ramo britannico erano presenti tutti, o quasi, i membri di rilievo della Gran Loggia Madre d'Inghilterra, fra i quali Sir Harry Brittain della Fabian Society, eletto primo segretario della neonata Pilgrim's, e personaggi come l'ambasciatore americano in Gran Bretagna Joseph H. Choate, futuro presidente della Pilgrim's nel 1912, Lindsay Russel che il 13 gennaio 1903 darà vita alla branca americana della Pilgrim's Society, o come il banchiere John Pierpont Morgan, principale agente americano dei Rothschild di Londra (7). Alla fondazione della Pilgrim's USA spiccavano, fra gli altri, Nicholas Murray Butler (1862-1947), presidente del British Israel e della Dotazione Carnegie per la Pace Internazionale, il banchiere Thomas William Lamont (1870-1948), principale associato della banca JP Morgan e finanziatore nel 1926 per 100 milioni di dollari di un prestito a Mussolini (8), Winston Churchill, Jakob Schiff, della celebre Kuhn & Loeb, futuro finanziatore della Rivoluzione bolscevica e il banchiere Levi Parsons Morton, già vicepresidente degli Stati Uniti dal 1889 al 1893. Negli anni successivi alla Pilgrim's Society aderirono progressivamente ai due rami della Pilgrim's Society quasi esclusivamente amministratori, direttori di università e di college, secondo la parola d'ordine di Rhodes: "tenere le università e i college", rappresentanti di banche di affari, delle grandi fortune dell'epoca, direttori di assicurazioni, presidenti di Fondazioni, alti dignitari massonici o personaggi che cumulavano cariche al vertice.
(...)
Note: (1) E.C. Knuth, "The Empire of The City" (2) Costruita da E.H. Harriman come centro per conferenze venne dotata da Averell Harriman all'American Assembly, organo della Columbia University di New York. (3) J. Bordiot, "Le pouvoir occulte fourrier du comunisme", 1976 (4) In realtà nelle società occulte vige il sistema dei vasi comunicanti: la stessa persona può essere membro di più associazioni, gruppi, commissioni o conventicole, col risultato di esercitare un controllo incrociato sull'attività di queste riportando al centro il necessario flusso di informazioni. (5) Di origine ebraica (lo affermò egli stesso in un'intervista pubblicata sul New York Times il 14 marzo 1935), fu iniziato alla Holland Lodge nr. 8 di New York il 28 novembre 1911, innalzatosi presto al 32° grado del Rito Scozzese. (6) Y. Moncombe, "La Trilaterale" (7) V. anche E.C. Knuth, "The Empire of The City" (8) Il prestito era finalizzato a "stabilizzare la lira" e con essa il regime fascista. Su esortazione della stessa JP Morgan & Co. il Ministro delle Finanze italiano, il massone conte Giuseppe Volpi di Misurata, lo stesso anno si assicurava attraverso la Banca d'Italia lo stretto controllo della politica monetaria nazionale.
http://www.disinformazione.it versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum La strategia adottati dal comitato politico del Gruppo Bilderberg! by Pesto alla Genovese = G8 Wednesday June 02, 2004 at 05:32 PM mail:
William Cooper un anziano Sotto Ufficiale dei Servizi Segreti della Marina Statunitense, include nel suo libro “Behold a pale horse” (Light Technology 1991) del materiale top secret nel quale è illustrato il pensiero e la strategia adottati dal comitato politico del Gruppo Bilderberg.
Frammenti di un complotto
L’assunto principale del documento è che chiunque voglia assumere una posizione di potere all’interno di una comunità è come se “simbolicamente” dichiarasse guerra alle persone che la compongono. La guerra che però deve essere intrapresa non è su un piano fisico/materiale e le armi utilizzate sono silenziose munizioni invisibili. Il documento spiega la filosofia, le origini operative (che sembrano essere legate ai famosi documenti scritti tra il 1700 ed il 1800 e finanziati da Mayer Amschel Rothschild), i principi raffinati, le linee guida e gli strumenti di questa dottrina dalle “armi silenziose”. Un vero manuale per l’uso, per professare una scienza che attraverso il controllo dell’economia vuole soggiogare il mondo intero. Vista l’importanza e la complessità del documento sarebbe necessario dedicargli un approfondimento specifico. In questa sede è sufficiente accennare alle principali aree in cui si articola questo programma: Perché serve un sistema economico per controllare le masse. Come controllare l’economia mondiale attraverso l’istituzione di un modello economico che sia manipolabile e prevedibile. Come addormentare le masse che subiscono l’attacco. Grazie alla segretezza con cui si muovono, ma soprattutto grazie al potere che esercitano sugli organi di informazione i Bilderbergers sono riusciti a controllare la pubblicità sulle loro riunioni e sui temi discussi. Negli anni però qualche notizia è riuscita a trapelare sui principali temi trattati durante le loro delibere segrete: i problemi finanziari internazionali; la libertà di emigrazione e immigrazione; la libera circolazione dei prodotti senza dogane; l’unione economica internazionale; la costituzione di una forza internazionale con la soppressione degli eserciti nazionali; la creazione di un parlamento internazionale; la limitazione della sovranità degli stati delegati all’ONU o a tutti gli altri governi sovranazionali
LEGGI UN ESTRATTO DEL DOCUMENTO TOP SECRET
www9.pair.com/xpoez/money/silent.html versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum Nuova P2,Massoni deviati o Illuminati,Skull and Bones,Rhodes and Trust,Bildeberger by Commi$$ioneTrilaterale Wednesday June 02, 2004 at 05:39 PM mail:
Il Presidente del Consiglio Berlusconi è "usato" da gente più furba di lui, che appartiene al 'Governo Ombra' mondiale, in altre parole al NWO.
Questa gente, che prima stava in penombra ed ora è venuta nuovamente alla luce del sole intende scatenare una crisi generale per poi presentarsi quale forza risolutrice a livello globale.
Come si fa a non capire che il Fascismo non c'entra nulla? Esso è stato ed è solo uno strumento d'azione, come il suo esatto opposto. Lo si tira fuori quando serve il manganello.
Ma a volte serve di più la carota ed allora si cambia registro improvvisamente..
Il Nazifascismo, così come il Bolscevismo e la Libera Democrazia sono sempre state delle truffe generalizzate per nasconder dietro qualcos'altro.
L'affermazione di un Governo Unico, ossia del Pensiero Unico del Nuovo Ordine Globale... dei 666 membri ( notare il numero )del Gran Consiglio segreto sono il vero obiettivo della politica attuale, nonostante le smentite dell'on. De Michelis nella trasmissione di Santoro.
In questo New World Order pare sia compresa persino una parte del Vaticano ( in opposizione evidente alle idee del Papa ), la Nuova P2 ovvero gli ex-appartenenti alla famigerata Società di Thule, coniugatisi nel dopoguerra coi Massoni deviati ( o meglio gli 'Illuminati' ) degli Skull and Bones di Bush, i Rhodes and Trust di Clinton e Al gore ecc.
Il Bilderberg Group e la Trilateral, che ne dipende, associazioni che annoverano peraltro i più importanti politici nostrani, sono loro che decidono gli accadimenti del mondo.
Il povero Berlusconi, si vede chiaro e netto, è solo il puppet di turno nelle loro mani, come lo fu D'Alema qualche tempo fa.
Allorché accettò di immettere il Centro sinistra la fazione del Grande Vecchio della politica italiana, la quale pretese per sè - non per niente, essendo la guerra progettata imminente contro la Serbia - il Ministero della Difesa.
Ci sono degli interessi economico-politici internazionali che vanno oltre la nostra ristretta comunità nazionale e che determinano le svolte della politica del nostro o di altri Paesi in gran silenzio.
Si tratta di una partita a scacchi truccata, dove chi muove le pedine nere e quelle bianche è lo stesso Giocatore!
E' come una partita a scacchi truccata
italy.indymedia.org//news/2003/07/324724_comment.php#333344 versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum Bilderberg e Trilaterale in Italia by Le riunioni dei "poteri forti" in I Wednesday June 02, 2004 at 05:42 PM mail:
Le riunioni dei "poteri forti" in Italia e la stampa.
Articoli
Riportiamo l'elenco di una serie di articoli giornalistici, comparsi su alcuni quotidiani nazionali, riguardanti i meeting del Bilderberg Group e della Commissione Trilaterale.
Indice articoli giornalistici Il Bilderberg a Cernobbio nel 1965
La Trilaterale a Roma nel 1983
Il Bilderberg a Cernobbio nel 1987
Il gruppo europeo della Trilaterale a Milano nel 2000
Corriere della Sera
Il Giornale
Il Giorno
La Padania
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Il Bilderberg a Cernobbio nel 1965 - Corriere della sera, venerdì 2 aprile 1965, Novanta personalità europee riunite in «privato» a Cernobbio, di Mario Cervi
- Corriere della sera, sabato 3 aprile 1965, Il «vertice» di Cernobbio aperto da Bernardo d'Olanda, di Mario Cervi
- Corriere della sera, domenica 4 aprile 1965, Una NATO economica riproposta a Cernobbio, di Mario Cervi
La Trilaterale a Roma nel 1983 - Il Giorno, domenica 17 aprile 1983, La «Trilaterale» per la prima volta in Italia, di Giuseppe Canessa
- Corriere della sera, domenica 17 aprile 1983, Esce dal mistero la «Trilaterale», l'assise di chi conta nel mondo, di Michele Tito
- Corriere della sera, lunedì 18 aprile 1983, Il caso Italia visto dalla «Trilaterale», di Michele Tito
Il Bilderberg a Cernobbio nel 1987 - Corriere della sera, venerdì 24 aprile 1987, I potenti del mondo in clausura a Villa d'Este, di Alessio Altichieri
- Corriere della sera, sabato 25 aprile 1987, Da Villa d'Este uno sguardo a Mosca e a Tokyo, di Alessio Altichieri
- Il Giornale, giovedì 23 aprile 1987, Come riunire i «re» del mondo e non farlo sapere, di Ugo Tramballi
- Il Giornale, sabato 25 aprile 1987, Al maxi-vertice sulla politica internazionale c'è spazio anche per il golf e la buona cucina, di Ugo Tramballi
- Il Giornale, domenica 26 aprile 1987, Cala il sipario sui segreti del vertice dei «100 potenti», di Ugo Tramballi
- Il Giorno, mercoledì 22 aprile 1987, Villa d'Este è un bunker, di Luca Marchi
- Il Giorno, venerdì 24 aprile 1987, Agnelli serve un cocktail di supervip, di Donata Righetti
Il gruppo europeo della Trilaterale a Milano nel 2000 - Corriere della sera, martedì 1 agosto 2000, La Trilaterale cerca a Milano la sua idea per l'Europa, di Paolo Lepri
- Corriere della sera, sabato 11 novembre 2000, La Trilaterale debutta a Milano, di Marco Cecchini
- Corriere della sera, domenica 12 novembre 2000, Cofferati insiste: l'Irpeg non si tocca
- Corriere della sera, domenica 12 novembre 2000, Guerriglia urbana a Milano, feriti e arresti, di Davide Gorni, Francesco Battistini
- Corriere della sera, lunedì 13 novembre 2000, Allargamento a Est, Monti critica i dubbi dell'Inghilterra, di Marco Cecchini
- La Padania, domenica 12 novembre 2000, Democrazia contro le lobby, di Carlo Passera
- La Padania, martedì 14 novembre 2000, La Trilateral convince l'Europa: «In Italia funziona tutto bene.», di Matteo Mauri
Indice
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Corriere della Sera - venerdì 2 aprile 1965, Novanta personalità europee riunite in «privato» a Cernobbio, di Mario Cervi
- sabato 3 aprile 1965, Il «vertice» di Cernobbio aperto da Bernardo d'Olanda, di Mario Cervi
- domenica 4 aprile 1965, Una NATO economica riproposta a Cernobbio, di Mario Cervi
- domenica 17 aprile 1983, Esce dal mistero la «Trilaterale», l'assise di chi conta nel mondo, di Michele Tito
- lunedì 18 aprile 1983, Il caso Italia visto dalla «Trilaterale», di Michele Tito
- venerdì 24 aprile 1987, I potenti del mondo in clausura a Villa d'Este, di Alessio Altichieri
- sabato 25 aprile 1987, Da Villa d'Este uno sguardo a Mosca e a Tokyo, di Alessio Altichieri
- mercoledì 10 marzo 1993, Belzebu sullo yacht, di Danilo Taino
- giovedì 16 settembre 1993, Ruggiero lascia FIAT: «Andrò ad Harvard ma resto consigliere.»
- martedì 25 aprile 1995, La Trilaterale si spacca sull'allargamento Nato
- sabato 14 giugno 1997, Gli Agnelli ad Atlanta al conclave dei potenti
- domenica 22 marzo 1998, Il club dei potenti nel cuore di Berlino, di Paolo Valentino
- venerdì 27 marzo 1998, La nuova alleanza occidentale è in gioco nel Medio Oriente, di Arrigo Levi
- sabato 16 maggio 1998, E in Scozia si discute al club Bilderberg
- giovedì 23 luglio 1998, Trilateral, dalla Guerra fredda all'euro, di Edoardo Vigna
- lunedì 7 giugno 1999, E il club Bilderberg studia il dopoguerra
- martedì 1 agosto 2000, La Trilaterale cerca a Milano la sua idea per l'Europa, di Paolo Lepri
- sabato 11 novembre 2000, La Trilaterale debutta a Milano, di Marco Cecchini
- domenica 12 novembre 2000, Cofferati insiste: l'Irpeg non si tocca
- domenica 12 novembre 2000, Guerriglia urbana a Milano, feriti e arresti, di Davide Gorni, Francesco Battistini
- lunedì 13 novembre 2000, Allargamento a Est, Monti critica i dubbi dell'Inghilterra, di Marco Cecchini
- domenica 11 marzo 2001, La Trilaterale passa dalla guerra fredda alle biotecnologie, di Matteo Persivale
- domenica 2 giugno 2002, Riunito in Virginia il gruppo Bilderberg, di Ennio Caretto
- venerdì 4 ottobre 2002, «Io, banchiere del ventesimo secolo libero dall'ossessione del denaro», di Ennio Caretto
Il Giornale - giovedì 23 aprile 1987, Come riunire i «re» del mondo e non farlo sapere, di Ugo Tramballi
- sabato 25 aprile 1987, Al maxi-vertice sulla politica internazionale c'è spazio anche per il golf e la buona cucina, di Ugo Tramballi
- domenica 26 aprile 1987, Cala il sipario sui segreti del vertice dei «100 potenti», di Ugo Tramballi
Il Giorno - domenica 17 aprile 1983, La «Trilaterale» per la prima volta in Italia, di Giuseppe Canessa
- mercoledì 22 aprile 1987, Villa d'Este è un bunker, di Luca Marchi
- venerdì 24 aprile 1987, Agnelli serve un cocktail di supervip, di Donata Righetti
La Padania - domenica 12 novembre 2000, Democrazia contro le lobby, di Carlo Passera
- martedì 14 novembre 2000, La Trilateral convince l'Europa: «In Italia funziona tutto bene.», di Matteo Mauri
italy.indymedia.org/news/2003/06/299039.php versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum vedere x credere by linkonauta Wednesday June 02, 2004 at 05:58 PM mail:
buon prò vi facciano
http://italy.indymedia.org//news/2003/05/293301_comment.php#293502
http://www.ahlubait.com/ http://www.mars.guestpage.com/ http://www.karbala.net/ http://www.jafriyanews.com/ http://www.co.ej.org.uk/ http://www.freedomdomain.com/neworder/connections.html http://www.bilderberg.org/2002.htm http://italy.indymedia.org//news/2003/03/233555_comment.php#233565 http://www.restoringamerica.org/documents/FREE.html http://infomanage.com/ngos/cfrsecret.htm http://www.bilderberg.org/2003.htm http://www.freedomdomain.com/neworder/connections.html http://italy.indymedia.org//news/2003/03/ http://www.bilderberg.org http://italy.indymedia.org//news/2003/03/233343_comment.php#287693 http://italy.indymedia.org//news/2003/03/231894_comment.php#231932
http://www.newamericancentury.org http://italy.indymedia.org/news/2003/03/231927.php http://www.bolletinocomunitarista.too.it/
Le strutture della democrazia occidentale continua ci scusiamo per l'articolo precedente errore di formattazione..
Nuovo Ordine Mondiale: i Signori del Mondo di Giorgio Bongiovanni
Durante alcuni dei miei viaggi a Londra ho potuto conoscere un personaggio che ha lavorato per anni nel settore del Marketing. Tutto ciò che leggerete di seguito è frutto di indagini che lui ha condotto personalmente; coinvolgendo, in varie parti del mondo, figure di spicco legate alle grandi famiglie economiche. Ho deciso di pubblicare integralmente la ricerca così come lui lha scritta, ma penso sia giusto per etica professionale che tutto debba essere formulato sotto forma di ipotesi. A mio parere la maggior parte delle informazioni sono vere, faccio questa dichiarazione in relazione anche agli eventi che si stanno manifestando nel mondo.
Chi controlla il mondo oggi
La conferma alla mia ricerca è partita da un trafiletto, pubblicato il 7 giugno 1999 dal Corriere della Sera, dove si parlava di un gruppo di persone fino allora a me sconosciute i Bilderbergers. Così sono chiamati i membri del Gruppo Bilderberg. Larticolo si riferiva alla loro riunione ufficiale annuale del 1999, che si era appena conclusa in Portogallo in un Resort di un paese chiamato Sintra. In questa riunione si era discusso, tra i vari temi, anche sul dopo guerra in Kosovo. Il Gruppo Bilderberg, diceva larticolo, è nato nel 1954 e riunisce i personaggi più illustri dei vari campi a livello internazionale. Tra i personaggi presenti alla riunione venivano citati: U. Agnelli, H. Kissinger, Mario Monti ed altri ancora. Leggendo queste informazioni sono rimasto insospettito dal fatto che una riunione di questa importanza (per argomento e personaggi) non avesse ricevuto maggior pubblicità dagli organi di informazione. Incuriosito, ho sentito la necessità di conoscere, e capire più a fondo la natura di questa organizzazione. Sono così venuto a conoscenza di quelle che possono essere definite le forze negative che oggi detengono il potere materiale nel mondo, dei loro pensieri e dei loro programmi. Se pensiamo alla situazione del nostro pianeta possiamo fare finta di niente ed essere felici e sereni oppure possiamo interrogarci su che mondo stiamo preparando per le prossime generazioni e soprattutto sul perché siamo in questa situazione: guerre civili e religiose in ogni continente, violenza e corruzione ovunque anche negli stati che si definiscono più evoluti, uso di droghe in aumento (persino legalizzate), la condizione di povertà in continua espansione in tutto il mondo, un senso di ingiustizia diffuso, scandali che coinvolgono tutti i personaggi che occupano posizioni di potere etc .. Purtroppo, il trend, della nostra società è drammaticamente negativo e ai nostri giorni il degrado è il vero protagonista. La domanda che vale la pena porsi è: ma cè qualcuno che alimenta queste cose, esiste un comune denominatore dietro tutto questo, qualcuno che ne trae beneficio? Solo la verità ci può rendere veramente liberi, liberi di capire e quindi di rispondere. Allora la domanda che ci dobbiamo porre è conosciamo la verità? Conosciamo veramente cosa si nasconde dietro il maturare di tutti questi fenomeni? Certo i mass media, i politici, i sociologi ci martellano con le loro interpretazioni, ma ci possiamo fidare? Come provocazione guardate la Tavola 1, questa è secondo David Icke (dal libro And the truth shall set you free) la Catena dei Comandi del nostro pianeta ai nostri giorni. Lo so è un po diversa da quella che siamo soliti pensare e soprattutto ci sono tanti nomi, là in cima, con i quali non siamo familiari e di cui nessuno parla. Cè anche il Gruppo Bilderberg ma non è il vertice della gerarchia, quindi prima di parlare di loro vediamo di scoprire chi sono quelli che sembrano comandarli.
Gli Illuminati e la Nobiltà Nera
Come dice la parola stessa gli Illuminati sono i portatori di luce, quelli che sanno, ma la loro luce è, apparentemente, Lucifero o Satana. Appartengono a tredici delle più ricche famiglie del mondo e sono i personaggi che veramente comandano il mondo da dietro le quinte. Vengono anche definiti la Nobiltà Nera, i Decision Makers, chi fa le regole da seguire per Presidenti e Governi. La loro caratteristica è quella di essere nascosti agli occhi del pubblico. Il loro albero genealogico va indietro migliaia di anni e sono molto attenti a mantenere il loro legame di sangue di generazione in generazione senza interromperla. Il loro potere risiede nellocculto e nelleconomia, uno dei loro motti è: il denaro crea potere. Possiedono tutte le Banche Internazionali, il settore petrolifero e tutti i più potenti settori industriali e commerciali; ma soprattutto sono infiltrati nella politica e comandano la maggior parte dei governi e degli organi Sovranazionali primi fra tutti lONU ed il Fondo Monetario Internazionale. Un esempio del loro modo di operare è lelezione del Presidente degli Stati Uniti, chi tra i candidati ha più Sponsor sotto forma di soldi, vince le elezioni perché con questi soldi ha il potere di distruggere laltro candidato. E chi è che sponsorizza il candidato vincente? Ovviamente gli Illuminati attraverso le loro molte organizzazioni di facciata, fanno in modo di finanziare entrambi i candidati, per mantenere il gioco vivo anche se loro hanno già deciso chi sarà il vincitore e a questo assicurano più soldi. I loro piani sono sempre lungimiranti, sembra che Bill Clinton sia stato preparato alla missione di Presidente dallentourage degli Illuminati fin da quando era giovane. Qual è lobiettivo degli Illuminati? Creare un Unico Governo Mondiale ed un Nuovo Ordine Mondiale, con a capo loro stessi per sottomettere il mondo a una nuova schiavitù, non fisica, ma spirituale ed affermare il loro credo: lideologia Luciferica. Questo obiettivo non può essere conseguito nel periodo di una vita, le sue origini sono antiche e risalgono già al 1700 quando il complotto venne formalizzato, con lelaborazione di veri e propri documenti programmatici. Nella prima metà del 1700 lincontro tra il Gruppo dei Savi di Sion e Mayer Amschel Rothschild, labile fondatore della famosa dinastia che ancora oggi controlla il Sistema Bancario Internazionale, porta alla redazione di un manifesto: I Protocolli dei Savi di Sion. In 24 paragrafi, viene descritto come soggiogare e dominare il mondo con laiuto di un sistema economico. Sempre Mayer Amschel Rothschild aiuta e finanzia lebreo Adam Weishaupt, un ex prete gesuita, che a Francoforte crea un Gruppo Segreto dal nome Gli Illuminati di Baviera. Weishaupt prendendo spunto dai Protocolli dei Savi di Sion elabora allincirca verso il 1770 Il Nuovo Testamento di Satana un piano che dovrà portare, non più gli Ebrei ma un gruppo ristretto di persone (gli Illuminati o Banchieri Internazionali) ad avere il controllo ultimo del mondo intero. La strategia di Weishaupt era basata su principi molto fini e spietati. Bisognava arrivare alla soppressione dei Governi Nazionali e alla concentrazione del potere in Governi ed Organi Sovranazionali ovviamente gestiti dagli Illuminati. Ecco alcuni esempi operativi sulle cose da fare: Creare la divisione delle masse in campi opposti attraverso la politica, leconomia, gli aspetti sociali, la religione, letnia etc Se necessario armarli e provocare incidenti in modo che si combattano e si indeboliscano. Corrompere (con denaro e sesso) e quindi rendere ricattabili i politici o chi ha una posizione di potere allinterno di uno stato. Scegliere il futuro capo di stato tra quelli che sono servili e sottomessi incondizionatamente. Avere il controllo delle scuole (licei ed Università) per fare in modo che i giovani talenti di buona famiglia siano indirizzati ad una cultura internazionale e diventino inconsciamente agenti del complotto. Assicurare che le decisioni più importanti in uno stato siano coerenti nel lungo termine allobiettivo di un Nuovo Ordine Mondiale. Controllare la stampa, per poter manipolare le masse attraverso linformazione. Abituare le masse a vivere sulle apparenze e a soddisfare solo il loro piacere, perché in una società depravata gli uomini perdono la fede in Dio. Secondo Weishaupt, mettendo in pratica le sue raccomandazioni si doveva arrivare a creare un tale stato di degrado, di confusione e quindi di spossatezza, che le masse avrebbero dovuto reagire cercando un protettore o un benefattore al quale sottomettersi liberamente. Da qui il bisogno di costituire degli Organi Sovranazionali pronti a sfruttare questo stato di cose, fingendosi i salvatori della patria, per istituire un Unico Governo Mondiale . Nel 1871 il piano di Weishaupt viene ulteriormente completato da un suo seguace Americano Albert Pike che elabora un documento per listituzione di un Nuovo Ordine Mondiale attraverso tre Guerre Mondiali. Il suo pensiero era che questo programma di guerre avrebbe generato nelle masse un tale bisogno di pace, che sarebbe diventato naturale arrivare alla costituzione di un Unico Governo Mondiale. Non a caso dopo la Seconda Guerra Mondiale venne fatto il primo passo in questa direzione con la formazione dellONU, che possiamo definire la polizia del mondo degli Illuminati. Tornando al pensiero di Pike, la Prima Guerra Mondiale doveva portare gli Illuminati, che già avevano il controllo di alcuni Stati Europei e stavano conquistando attraverso le loro trame gli Stati Uniti di America, ad avere anche la guida della Russia. Questultima avrebbe poi dovuto interpretare un ruolo che doveva portare alla divisione del mondo in due blocchi. La Seconda Guerra Mondiale sarebbe dovuta partire dalla Germania, manipolando le diverse opinioni tra i nazionalisti tedeschi e i sionisti politicamente impegnati. Inoltre avrebbe portato la Russia ad estendere la sua zona di influenza e reso possibile la costituzione dello Stato di Israele in Palestina. La Terza Guerra Mondiale sarà basata sulle divergenze di opinioni che gli Illuminati avranno creato tra i Sionisti e gli Arabi, programmando lestensione del conflitto a livello mondiale. Col passare degli anni il Quartiere Generale di questo complotto passa dalla Germania (Francoforte), alla Svizzera, poi allInghilterra (Londra) ed infine agli Stati Uniti dAmerica (New York). E quindi dal 1700 che le famiglie degli Illuminati, generazione dopo generazione, influenzano la storia per raggiungere i propri traguardi. Ecco un elenco dei fatti principali che negli ultimi 3 secoli sono stati architettati, fomentati o finanziati dagli Illuminati: la Rivoluzione Francese, le Guerre Napoleoniche, la nascita dellideologia Comunista, la I Guerra Mondiale, la Rivoluzione Bolscevica, la nascita dellideologia Nazista, la II Guerra Mondiale, la fondazione dellONU, la nascita dello Stato di Israele, la Guerra del Golfo, la nascita dellEuropa Unita Nella Tavola 3 e Tavola4 è rappresentata la rete di potere che gli Illuminati si sono costruiti in quasi 300 anni. Ovviamente non potevano pensare di conseguire i loro obiettivi da soli, avevano ed hanno bisogno di una struttura operativa, composta da organizzazioni o persone che esercitando del potere operino più o meno consapevolmente nella stessa direzione. Come potete constatare gli Illuminati controllano o hanno i loro uomini ovunque, possiamo tranquillamente dire che sono i signori del mondo. La loro strategia ha fatto leva su 2 capisaldi: a) la forza del denaro, hanno costituito e controllano il Sistema Bancario Internazionale; b) la disponibilità di persone fidate, ottenuta attraverso il controllo delle Società o Associazioni Segrete (logge massoniche). Queste ultime con i loro diversi gradi di iniziazione hanno garantito e garantiscono tuttora quellalone di discretezza necessario al piano degli Illuminati. Gli Illuminati, e chi con loro controlla queste Società, sono Satanisti e praticano la magia nera. Il loro Dio è Lucifero e attraverso pratiche e riti occulti manipolano e influenzano le masse. E pensare che la cultura dominante ci dice che la magia non esiste anzi, considera ridicolo chi ci crede. E anche da questa scienza di tipo occulto, che gli Illuminati hanno sviluppato la teoria sul controllo mentale delle masse. Per chiarire ecco un esempio: a quanto sembra anche Hollywood, le maggiori Case Cinematografiche e Discografiche internazionali, fanno parte della rete degli Illuminati. Molte volte i loro prodotti sono usati come strumenti di indottrinamento e agiscono in modo invisibile sulla psiche. Penso che nessuno possa negare che oggi esistono certi tipi di musica, privi di qualsiasi qualità, il cui unico effetto voluto è quello di provocare nei giovani apatia, robotismo, violenza ed essere uno stimolo alluso di droghe. Dicevamo prima, che gli uomini che controllano gli Illuminati fanno parte di tredici delle famiglie più ricche del mondo. I loro nomi sono rimasti segreti negli anni e la leadership famigliare è stata passata da uomo a uomo generazione dopo generazione. Comunque nessun segreto può essere tenuto per sempre e anche in questo caso recentemente sono stati resi noti i loro nomi, grazie a qualcuno che, abbandonando lordine, ha deciso di cambiare vita e rivelare le informazioni più importanti. Ecco quindi le tredici famiglie che sembrano avere il compito di gestire il pianeta da dietro le quinte per condurlo al Nuovo Ordine Mondiale: ASTOR BUNDY COLLINS DUPONT FREEMAN KENNEDY LI ONASSIS ROCKFELLER ROTHSCHILD RUSSELL VAN DUYN MEROVINGI (famiglie Reali Europee) Sono dunque loro il vero governo del mondo o meglio il governo segreto?
Il Gruppo Bilderberg
Il Gruppo Bilderberg, rappresenta uno dei più potenti Gruppi di facciata degli Illuminati. Nasce informalmente nel 1952, ma prende questo nome solo nel 1954 quando il 29 maggio viene indetto il primo incontro presso lHotel Bilderberg di Oosterbeek in Olanda. Da allora le riunioni sono state ripetute 1 o 2 volte allanno. Allinizio solo in Paesi Europei, ma dagli inizi degli anni 60 anche in Nord America. Tra i promotori del Gruppo bisogna menzionare almeno due personaggi: Sua Maestà il Principe Bernardo de Lippe di Olanda (ex Ufficiale delle SS), che ne è rimasto il presidente fino a quando nel 1976 ha dovuto dare le dimissioni per lo scandalo Lockheed e Joseph Retinger un faccendiere Polacco che si era costruito una fitta rete di relazioni tra personaggi della Politica e dellEsercito a livello Mondiale. Retinger viene descritto come listigatore del gruppo, la sua visione era costruire un Europa unita per arrivare ad un Mondo unito in pace, dove potenti Organizzazioni Sovranazionali avrebbero garantito con lapplicazione delle loro ideologie
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