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pubblicato il 22.06.07
Bologna 21/06/2007: Un grande corteo contro i fascisti di Forza Nuova
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Un grande corteo contro i fascisti di Forza Nuova
No more nazi in my town!

Grande partecipazione al corteo antifascista che giovedì 21 giugno ha sfilato per le vie del centro contro la fiaccolata di Forza Nuova. Prima tappa in Piazza Verdi, dove circa un centinaio di studenti dei collettivi autorganizzati si sono radunati intorno alle 18,30 per comunicare con la zona universitaria e poi spostarsi in corteo verso Piazza Ravegnana, lungo via Petroni e via San Vitale.

Dal presidio sotto le due torri, intorno alle 21, si sono mosse alcune migliaia di persone: in testa i centri sociali e a seguire le realtà GLBTQ, l’assemblea antifascista permanente, associazioni, sindacati di base e partiti. La manifestazione ha prima raggiunto Piazza Malpighi, dove la polizia schierata in forze ha impedito di proseguire in direzione della zona dove si svolgeva la fiaccolata forzanovista. Girando su se stesso, il corteo è quindi ritornato sotto le torri riuscendo infine a prendersi le strade che lo hanno portato a riempire Piazza Minghetti, dove si era da poco conclusa la manifestazione di Forza Nuova (a cui avrebbero partecipato circa 150 fascisti) .

Una giornata di mobilitazione intensa che registra innanzitutto un’alta partecipazione ma anche una composizione del corteo particolarmente giovane, che va a colmare quel vuoto generazionale che da un po’ di tempo a questa parte ha spesso influito sulla piazza bolognese. Dalla manifestazione, inoltre, emerge un altro dato interessante. Molti degli interventi che hanno accompagnato il corteo, infatti, prendevano il via dal raduno fascista per poi portare il ragionamento sul clima autoritario e securitario con cui l’amministrazione sta soffocando Bologna.

Una mobilitazione che pur non riuscendo ad impedire la fiaccolata di Forza Nuova ha dato un segnale chiaro alla città e a chi, dal Comune alla Questura, non ha fatto niente per evitare che razzismo, sessismo e xenofobia sfilassero per le vie del centro.

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Era stato modificato il percorso della fiaccolata con cui i fascisti di Forza Nuova sono stati autorizzati a sfilare, giovedì 21 giugno, per le strade del centro di Bologna (il pretesto stavolta, è la costruzione di una moschea in città). In base alle prescrizioni comunicate dal comitato per l’ordine pubblico, riunitosi martedì sera, i forzanovisti hanno potuto muoversi da Piazza san Domenico a Minghetti, dove si è svolto un breve comizio finale del segretario nazionale Roberto Fiore e del suo vice Gianni Correggiari. In serata concerto dei “Legittima offesa”, in un luogo fuori Bologna non comunicato.

Centri sociali, collettivi universitari, associazioni, sindacati di base e partiti avevano confermato, nel corso di una partecipata assemblea cittadina svoltasi martedì all’XM24, quanto annunciato in conferenza stampa. Giovedì sono scesi in piazza (dalle 19 sotto le due torri) per non lasciare Bologna in mano ai fascisti, con l’intenzione di muoversi in corteo (autorizzato ieri fino in Piazza Malpighi). Il comunicato rivolto a tutte le forze democratiche, le reti e i songoli cittadini ha incontrato subito nuove adesioni.

Diffuso mercoledì un nuovo comunicato, in risposta alla decisione della Questura di confermare l’autorizzazione alla sfilata di Forza Nuova nonostante la mobilitazione antifascista.

Vari collettivi studenteschi avevano annunciato che giovedì avrebbero dato vita ad alcuni momenti di comunicazione all’interno della zona universitaria, prima di raggiungere Piazza Ravegnana: appuntamento alle 17 all’aula autogestita di via Zamboni 34.

Sul camion che ha aperto il corteo antifascista è stato esposto, tra gli altri, uno striscione che chiedeva l’immediata liberazione di Davide, Fabio e Marco, i tre studenti torinesi ai domiciliari dalla scorsa settimana per aver impedito un volantinaggio del Fuan.

Nella notte di martedì, nel frattempo, un antifascista bolognese è stato fermato e denunciato per alcune scritte contro Forza Nuova.

Le realtà antifasciste, inoltre, hanno presentato inoltre un fitto dossier che non lascia dubbi sulla natuta fascista, sessita e xenofoba di Forza Nuova.

Intanto non si era fatta attendere la risposta di Forza Nuova, che tramite il leader cittadino Correggiari ha attaccato duramente le sigle promotrici di No more nazi in my town.

Martedì 19 il Consiglio provinciale ha approvato un ordine del giorno contro il corteo di FN, definito un “gesto di disprezzo e negazione di fondamentali diritti di libertà, uguaglianza e democrazia”.

Nel corso del Consiglio Comunale del 18 giugno, i consiglieri comunali dell’Altra Sinistra avevano presentato un ordine del giorno analogo con cui si chiedeva che Prefettura e Questura vietassero la manifestazione di FN, che però per questioni di tempo non è arrivato alla votazione.

Giovedì 14, invece, si era tenuto davanti alla Sala del Baraccano un presidio promosso da Crash per contestare l’intolleranza razzista promossa dall’assemblea organizzata dalla Lega Anti Diffamazione Cristiana (alla quale hanno preso parte un relatore della Lega Nord ed alcuni esponenti di Forza Nuova), sempre contro la costruzione di una moschea a Bologna.

zic


report: tutta bologna contro forzanuova
È partita da piazza verdi la giornata di mobilitazione antifascista, intitolata No More Nazi In my Town, contro la fiaccolata razzista di Forza Nuova. I collettivi universitari autorganizzati avevano lanciato l’appuntamento nel cuore della zona universitaria per portare anche lì i contenuti antirazzisti, antifascisti e antisessisti. Un centinaio di studenti ha quindi raggiunto piazza Ravegnana, la piazza del concentramento, passando per via Petroni e via San Vitale. “Fuori i fascisti dall’università. Libertà per gli arrestati” è lo striscione del collettivo SPA, “Fiore prova anche tu, guarda il mondo a testa in giù! Piazza Loreto Crew” un altro degli striscioni presenti nel corteo. Sotto le due torri si sono ritrovate tutte le realtà che avevano promosso questa giornata firmando l’appello alla mobilitazione . Attorno alle 21 il corteo antifascista ha cominciato a muoversi lungo via Rizzoli, più di 3000 i partecipanti: in testa lo striscione comune: “Nazi bona lè. Bologna è antifascista”; dietro il camion il Laboratorio CRASH!, poi il Tpo ed a seguire gli altri centri sociali, i collettivi universitari, le realtà del movimento GLBTQ ed in coda il sindacalismo di base ed i partiti. Dal camion interventi di tutte le realtà presenti in piazza, contro Forza Nuova certo, ma anche contro chi ha dato l’autorizzazione, o non ha fatto abbastanza perchè gliela si negasse, quindi Cofferati, il questore e tutte le realtà che non si sono apertamente schierate contro questa fiaccolata razzista. Ma non solo, impossibile in questo clima di polemiche roventi che non venissero fuori attacchi nei confronti di Caffarra e della Curia, considerati dagli oratori come portatori di omofobia quanto i forzanovisti. Un cartello in mezzo al corteo recitava “La Madonna piange a comando di Caffarra” subito dietro allo striscione “Ieri inquisizione, oggi omofobia”. “Siamo in piazza come movimento GLBTQ perchè quello straccio di vivibilità che ci siamo conquistati è perennemente sotto attacco dalle gerarchie cattoliche omofobiche, lesbofobiche, transfobiche. Attacchi che vengono raccolti da quei soggetti che poi vanno per le strade ad aggredire ed attaccare” grida dal camion un attivista di AntagonismoGay, e prosegue: “Aggrediscono in branco perchè hanno paura. Paura del nostro desiderio, paura del loro desiderio”. Un attivista del Collettivo Universitario Autonomo ricorda dal camion Davide, Fabio e Marco, i 3 antifascisti torinesi agli arresti domiciliari per aver contestato la presenza del Fuan nell’università di Torino e ne chiede, assieme a tutto il corteo, l’immediata liberazione. Nel frattempo il corteo passa davanti a Piazza Nettuno, dove si ferma alcuni minuti per ricordare, nei pressi della lapide ai partigiani, che: “Bologna ha già subito molte volte il fascismo, prima con i caduti durante la Resistenza, poi con la strage della stazione, infine con le vittime della Uno Bianca”. Arrivato in Piazza Malpighi, piazza dove in base all’autorizzazione della questura si sarebbe dovuta finire la manifestazione, la tensione si alza, il corteo è in buona parte incordonato, gli antifascisti decidono che non gli basta essere arrivati fin lì, ma che vogliono riconquistare Piazza Minghetti, nella quale, in contemporanea, poche decine di nostalgici razzisti stanno ascoltando il comizio di Roberto Fiore, leader di Forza Nuova ed ex terzaposizionista indagato per la strage della stazione di Bologna. Il corteo quindi, girando su se stesso, torna verso le due torri, riuscendo infine, grazie alla determinazione di tutti i partecipanti, a riconquistare le strade che lo hanno portato a piazza Minghetti, invadendola. Dal camion gli interventi conclusivi: “Questa è stata una grande giornata, in cui tutta la città di Bologna ha ribadito il suo antifascismo, ha ribadito la sua contrarietà agli ‘ideali’ razzisti, sessisti e xenofobi di cui forzanuova è portatrice” dice un attivista del Laboratorio CRASH! E ancora “In tantissimi siamo qua contro Cofferati e la questura che hanno permesso ad un manipolo di merde di poter fare questa vergognosa parata militarizzando oggi l’intera città e portando avanti tutti i giorni politiche sempre più repressive e securitarie contro la Bologna che vive! Vi ringraziamo tutti e tutte, ci rivedremo da domani per le strade e per le piazze a lottare contro i cpt, la precarietà, le guerre imperialiste e tutte le forme di intolleranza!!!”
BAZ



corsera

Insulti al sindaco Cofferati: i Ds rompono con Rifondazione
A Bologna i no global spaccano la giunta
Al corteo anche il segretario provinciale del Prc. L’assessore diessino Merola: non ho intenzione di restare in questa compagnia

BOLOGNA – Una manifestazione antifascista contro il corteo di Forza Nuova, con la partecipazione di Rifondazione comunista, e con slogan pesanti sul sindaco di Bologna: «Cofferati pezzo di m…». Il risultato di questa miscela è una probabile crisi della giunta comunale e una rottura – forse irreversibile – tra Ds e Rifondazione all’ombra delle due torri.
Il motivo dell’acredine tra i due gruppi che – almeno formalmente – sostengono Sergio Cofferati in Comune è che nel corteo che insultava il sindaco c’era il segretario provinciale di Rifondazione, Tiziano Loreti: «Noi lo diciamo da tempo, c’è un segmento di questa città che non si sente più rappresentato da questa amministrazione». Abbastanza, oltre agli insulti, per provocare la reazione dell’assessore ds Virginio Merola, fra i più vicini a Cofferati. «Così ci si fa del male da soli, non ho nessuna intenzione di rimanere in questa compagnia. Sarà un loro problema spiegare ai cittadini la compatibilità tra lo stare in maggioranza e costantemente bombardarla. Mi pare non si rendano conto della profonda insoddisfazione di tutto il mondo del centrosinistra per questo modo di procedere». Alle critiche e alla crisi di consensi (il gradimento di Cofferati è sceso al 39%) Merola ha replicato: «Comincerei a preoccuparmi delle migliaia e migliaia che in piazza non ci vanno. Non capisco perché una parte della sinistra continui a considerare la sicurezza un tema di destra. Serve uno sforzo per capire i sentimenti dei bolognesi».
Il rischio, ormai più di una semplice eventualità, è che a Bologna la tensione tra riformisti e radicali dell’Unione sfoci nella crisi della giunta. Nel corteo tra l’altro i momenti imbarazzanti per l’amministrazione comunale sino stati molteplici: a un certo punto una ragazza al microfono ha fatto un lungo elenco di tutto ciò che è «fascismo»; tra le altre cose c’era anche «l’amministrazione pubblica che se ne fotte di chi vive questa città» e «i poliziotti davanti e dietro di noi». Poco dopo, un altro ragazzo ha gridato slogan contro «lo sceriffo Cofferati», colpevole insieme alla questura di aver autorizzato il corteo di Forza nuova.
22 giugno 2007

corsera


il giornale

Bologna – Acque agitate all’ombra delle torri degli asinelli. Rifondazione Comunista e i Ds, alleati nella giunta guidata da Sergio Cofferati, ormai sono ai ferri corti, ogni occasione è buona per litigare. Dopo moltissime tensioni, placate in extremis grazie al paziente lavoro di ricucitura delle segretrie di partito, ogni nuovo episodio rischia di trasformarsi nella scintilla che scatena una nuova guerra.

Ieri nel capoluogo emiliano si è svolta una manifestazione antifascista nel corso della quale sono volati insulti all’indirizzo del primo cittadino. Alcuni manifestanti hanno gridato a squarciagola pesanti slogan contro il “sindaco sceriffo”. Ma a rincarare la dose c’è il fatto che il segretario provinciale di Rifondazione, Tiziano Loreti, non solo non ha denunciato quanto accaduto ma, in qualche misura, ha giustificato la protesta: “C’è una parte di della città che non si sente più rappresentatà da questa amministrazione”.
Apriti cielo. Queste parole hanno letteralmente fatto infuriare l’assessore Ds Virginio Merola: “In questo modo ci facciamo del male da soli. Bisogna spiegare ai cittadini come si fa a stare nella maggioranza e al tempo stesso bombardare contro di essa”. Rifondazione ha risposto a stretto giro di posta: “Se la prendono con noi anziché preoccuparsi del malessere che c’è in città”.

Ormai le accuse dell’area antagonista contro il “Cinese” non si risparmiano. La politica portata avanti dall’ex segretario della Cgil viene addirittura accusata di “fascismo”. Ma se da un lato Cofferati deve fare i conti con una parte della propria maggioranza, che ormai lo vede come un nemico, i problemi del sindaco sono palpabili anche dall’indice di gradimento, sceso ai minimi storici: 39%. La sinistra cerca di recuperare, ma ormai la frattura fra le sue due anime è netta. L’assessore Merola difende le scelte del sindaco e, alle accuse della sinistra radicale risponde in modo perentorio: “Non capisco perché una parte della sinistra continui a considerare la sicurezza un tema di destra. Serve uno sforzo per capire i sentimenti dei bolognesi”.


Bologna: 2 denunce per danneggiamento alla manifestazione no global

Cronaca Bologna – Con l’accusa di danneggiamento aggravato, porto abusivo di oggetti atti ad offendete e travisamento in manifestazione pubblica, due anarchici bolognesi di 20 e 30 anni, già noti alle forze dell’ordine per reati in materia di ordine pubblico, sono stati denunciati dalla polizia di Bologna.

Sono accusati di aver colpito con delle mazze, danneggiandola, una vetrata della filiale della Banca di Roma di via Ugo Bassi, nel centro del capoluogo, durante la manifestazione no global di ieri sera organizzata, contro Forza Nuova che a sua volta manifestava contro la costruzione della moschea.

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