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Squadristi contro i rumeni Con bastoni, spranghe e coltelli
La vendetta a Roma: tre feriti gravi
Italiani armati di bastoni, spranghe e coltelli hanno aggredito tre romeni a Torre Angela, alla periferia a sud-est di Roma. Il raid è scattato alle 20.30 di venerdì, tra via Casilina e via di Torraccio di Torrenova, in un parcheggio di un supermercato, dove bivaccano solitamente parecchi cittadini stranieri. Secondo le testimonianze raccolte dai carabinieri, che si occupano delle indagini, il raid è stato compiuto da otto-dieci italiani, tutti con i volti coperti da caschi e passamontagna.
Dei tre cittadini romeni, uno, Emil Marcu, di 47 anni, è ricoverato in prognosi riservata, ma non corre pericolo di vita, al Policlinico di Tor Vergata. I medici gli hanno riscontrato una profonda ferita alla schiena provocata da una coltellata e un trauma contusivo alla testa molto forte. Gli altri due feriti sono stati invece ricoverati nell’ospedale di Frascati per contusioni ed escoriazioni su tutto il corpo. Nel parcheggio, tra una quindicina di auto in sosta, sono rimasti vetri rotti e bottiglie spaccate ed in un lato, in terra, bottiglie di vetro, lattine e cartaccia, un secchio della spazzatura, un maglione e fogli di giornali che testimoniano come quell’area fosse un luogo di ritrovo degli immigrati, quindi un luogo cuii gli squadristi sono andati a colpo sicuro.
«Dalla mattina alla sera stanno seduti a bere o a mangiare, ma anche in attesa di qualche lavoretto. Stanno buttati da una parte – racconta un uomo – e spesso litigano anche tra di loro». «La sera a volte si ha veramente paura a prendere il trenino» aggiunge una ragazza riferendosi alla linea regionale Roma-Pantano, che dalla periferia sud della capitale porta fino alla stazione Termini, percorrendo tutta la via Casilina. «C’è bisogno di controlli – ribatte un altro abitante – perchè la gente qui ha bisogno di sicurezza».
A molti in città è venuto il sospetto che il raid possa essere la «risposta» all’aggressione mortale di Giovanna Reggiani, di cui è accusato proprio un romeno, soprattutto dopo le urla della destra in questi ultimi giorni. Gli investigatori non confermano, soprattutto perchè Torre Angela è a sud-est della città e Tor di Quinto, dove è stata uccisa la Reggiani, a nord. Tra le due zone ci sono oltre 20 chilometri di distanza e in comune non hanno nulla.
Immediata la condanna del sindaco della capitale, Walter Veltroni, che ha usato la parola «vendetta». «In un momento come questo occorre la più grande responsabilità da parte di tutti», ha sostenuto Veltroni, che ha lanciato un appello perché «i toni e i comportamenti siano ispirati ai valori della convivenza civile e non della vendetta». Per il ministro della solidarietà Paolo Ferrero «la responsabilità di atti del genere va imputata a chi soffia, in questo momento così delicato dopo la tragedia di Roma, sull’intolleranza e sul razzismo». «La vendetta e l’odio – ha sostenuto anche il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo – non sono mai la risposta». E c’è che chi la pensa in maniera estremamente diversa. Fabio Sabbatani Schiuma, portavoce romano de “La Destra” (il nuovo partito di destra di Storace e di “Er Pecora” Buontempo): «l’aggressione di Tor bella Monaca è il frutto del clima di esasperazione».
unita’ on line
“Questa barbarie frutto dell’odio”
L´assalto con bastoni e accette davanti al supermercato di Tor Bella Monaca. Da Marrazzo a Smeriglio: “Qualcuno ha soffiato sul fuoco”. Veltroni: “Il raid anti-romeni? La vendetta è estranea ai nostri valori”. Prc: “Questi fatti dopo la campagna portata avanti dalla destra”
di Carlo Alberto Bucci
«Esprimo la mia condanna più grande per quanto avvenuto a Tor Bella Monaca. In un momento come questo occorre la più grande responsabilità da parte di tutti». È la reazione immediata del sindaco Walter Veltroni. «L´odio, le strumentalizzazioni di qualsiasi genere e da qualunque parte vengano, sono estranee ai valori della nostra comunità. Mentre siamo impegnati in un´azione difficile per tutelare la sicurezza dei cittadini voglio rivolgere un appello perché i toni e i comportamenti siano ispirati ai valori della convivenza civile e non della vendetta» ha aggiunto il leader del Pd.
«La vendetta e l´odio non sono mai la risposta. Abbiamo il dovere di applicare la legge e fare giustizia, non di vendicarci. Avevo appena detto che dobbiamo piantarla di soffiare sulle braci dell´emotività perché è da irresponsabili. Ed ecco il risultato: tre romeni pestati a sangue» ha dichiarato il presidente della Regione Piero Marrazzo. L´assessore alle Politiche sociali del Campidoglio, Raffaela Milano: «Il raid di Tor Bella Monaca è un episodio gravissimo, estremamente preoccupante. Ma aspettiamo con ansia di capire la dinamica dell´aggressione. Temiamo che sia il frutto della violenza xenofoba».
Forte la risposta di Massimiliano Smeriglio: «Ecco fatto, chi semina vento raccoglie tempesta», dichiara il segretario romano di Prc. «Erano giorni che mi appellavo perché non si gettasse benzina sul fuoco dell´intolleranza». Smeriglio cita le dichiarazioni di Gianni Alemanno, leader di An a Roma: «È arrivato a dire che bisogna mandare via 20mila romeni, sembra una deportazione. E ora mi aspetto che Gianfranco Fini vada a fare un comizio anche a Tor Bella Monaca, dopo il discorso alla stazione di Tor di Quinto».
Per Fabio Sabbatani Schiuma (la Destra), «l´aggressione di Tor Bella Monaca è un gesto da condannare ma è il frutto del clima di esasperazione. Nessuna giustificazione, ma certi politici che hanno gravi responsabilità si assumano le colpe di ciò che non è stato fatto e dello sciacallaggio visto dopo l´omicidio di Giovanna Reggiani».
(03 novembre 2007)
Da L’Unità
Tor Bella Monaca, si indaga sull’estrema destra
Lesioni gravi. È per il momento il reato ipotizzato dalla Procura, che potrebbe però anche, a quanto si è appreso, scegliere di ipotizzare il reato più grave di tentato omicidio. Contestazione, allo stato contro ignoti, è che potrebbe subire della variazioni anche in relazione alle condizioni di salute dei romeni che si trovano in ospedale a seguito del raid. Quello che gli inquirenti stanno cercando di capire è se nel gesto vi sia un qualche collegamento con l’estremismo politico, cosa che se confermata potrebbe determinare un aggravamento delle ipotesi di reato.
L’inchiesta è condotta dal pubblico ministero Stefano Pesci, al quale sono stati delegati gli accertamenti. Il magistrato riceverà a breve un informativa dei fatti da parte delle forze dell’ordine.
Già nella notte di venerdì sono state fatte perquisizioni, ma da fonti investigative si apprende che in giornata i militari potrebbero effettuarne altre.
Un’indagine non facile, che al momento non può essere supportata da elementi certi. Sembra infatti che le telecamere del supermercato non abbiamo ripreso nulla che possa servire al lavoro di ricostruzione dei carabinieri. Anche i testimoni, sia cittadini italiani sia romeni, hanno dato fino a questo momento particolari poco chiari per identificare il commando composto tra le otto e le dieci persone. Erano tutti con il volto coperto e soltanto uno di loro ha parlato urlando frasi contro i romeni che si trovavano nel parcheggio del supermercato.
Anche i feriti ricoverati negli ospedali di Roma, a Tor Vergata e in quello di Frascati, sono stati nuovamente ascoltati questa mattina dai carabinieri.
Intanto sono stazionarie e non preoccupanti le condizioni del romeno di 47 anni ricoverato al Policlinico di Tor Vergata, il più grave dei tre feriti. L’uomo ha riportato una ferita abbastanza profonda alla regione dorsale, dovuta a un’arma da taglio (probabilmente un coltello). Operato venerdì notte senza complicazioni, è assistito dalla moglie.
Pubblicato il: 03.11.07
Da L’Unità
Raid anti-rumeno, s’indaga nell’estrema destra. Protesta Bucarest
Il ministero degli Esteri romeno«condanna fermamente» il raid punitivo avvenuto venerdì notte nel parcheggio di un supermercato alla periferia di Roma, come pretesa reazione all’uccisione di Giovanna Reggiani. In un comunicato diffuso sabato mattina a Bucarest, si chiede alle autorità italiane di «indagare con urgenza sul caso, identificare e punire i colpevoli».«L’opinione pubblica romena nel suo insieme si aspetta che le istituzioni italiane prendano le misure necessarie perché simili atti xenofobi non si ripetano» si legge in una nota al governo di Roma.
Una spedizione punitiva nata dall’intolleranza o un raid «giustizialista», con una matrice politica ben precisa di destra. Queste le ipotesi principali prese in esame dagli investigatori dei carabinieri, che stanno cercando di chiarire l’origine e la dinamica esatta di quanto è avvenuto venerdì sera nel parcheggio del supermercato Lidl di Tor Bella Monaca Lesioni gravi: è questo per il momento il reato ipotizzato dalla Procura, che potrebbe però anche, a quanto si è appreso, scegliere di ipotizzare il reato più grave di tentato omicidio. Contestazione, che allo stato delle indagini- che fanno capo al pubblico ministero Stefano Pesci – è ancora contro ignoti. Si indaga però nell´estrema destra, forse dello stesso quartiere dove si è verificato l´episodio squadrista.
Secondo le testimonianze di italiani e rumeni, ancora poco chiare però, pare che la banda criminale fosse composta da otto-dieci persone. Tutti a volto coperto. E che soltanto uno di loro abbia parlato urlando frasi contro i romeni che si trovavano nel parcheggio del supermercato.
I tre feriti non hanno un lavoro fisso ma solo occupazioni saltuarie ma sono senza precedenti penali. Sono ricoverati negli ospedali di Roma, a Tor Vergata e in quello di Frascati e nei loro letti sono stati nuovamente ascoltati sabato mattina dai carabinieri. Stzionarie e non preoccupanti le condizioni del più grave dei tre, 47 anni, ricoverato al Policlinico di Tor Vergata. L’uomo è stato a quanto pare accoltellato alla schiena e ha riportato una ferita abbastanza profonda. Operato venerdì notte senza complicazioni, è assistito dalla moglie, rumena anche lei.
Pubblicato il: 03.11.07
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