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Milano, 5 mar. – (Adnkronos) – Organizzavano spedizioni punitive con tanto di coltelli, mazze da baseball e spranghe di ferro, contro giovani filippini, ‘colpevoli’ di frequentare la zona di piazza Prealpi e il parco di via dei Frassini, a Milano. Per questo quattro ventenni sono stati arrestati dai carabinieri del Nucleo informativo di Milano, al termine di un’indagine condotta dal pm Piero Basilone, con l’accusa di atti di violenza per motivi razziali ed etnici, lesioni personali, porto di armi e di oggetti atti ad offendere. Altri dodici ragazzi, tutti minorenni, sono stati deferiti alla Procura dei minori per gli stessi episodi, che risalgono alla meta’ dell’anno scorso (di questi, quattro erano gia’ stati arrestati per spaccio di stupefacenti).
In diversi episodi, giovani filippini sono stati bersaglio di spedizioni punitive, durante le quali gli aggressori hanno infierito sui coetanei di origine asiatica per costringerli a non frequentare piu’ quello che consideravano il loro territorio. I pestaggi erano stati tanto efficaci da indurre alcuni giovani filippini a non uscire piu’ di casa e a disertare le lezioni scolastiche, nel timore di subire altre aggressioni. Una famiglia voleva rimandare il figlio nelle Filippine, finche’ qualcuno non ha trovato il coraggio di sporgere denuncia e gli atti sono finiti sul tavolo del procuratore aggiunto Armando Spataro, che ha dato il via alle indagini. Ulteriori dettagli verranno forniti nel corso di una conferenza stampa alle 11.30 nella sala stampa del Comando provinciale dei carabinieri di Milano.
http://it.notizie.yahoo.com/adnkxml/20080305/tit-milano-violenze-contro-filippini-arr-afde0ec.html
Razzismo: filippini aggrediti, arresti a Milano
Atti di violenza per motivi razziali ed etnici, lesioni personali, porto di armi ed oggetti atti ad offendere. Con queste accuse quattro ventenni sono stati arrestati dai carabinieri del Nucleo informativo di Milano al termine di un’indagine coordinata dal sostituto procuratore Piero Basilone. L’attività investigativa ha riguardato una serie di episodi di violenza commessi ai danni di appartenenti alla comunità filippina di Milano che il gruppo aveva preso di mira con ripetute aggressioni e assalti di chiara matrice razziale. Nei guai sono finiti anche 12 minorenni deferiti alla Procura dei minori per gli stessi episodi delittuosi. Di questi ultimi, quattro erano già stati tratti in arresto nell’ottobre scorso per spaccio di stupefacenti. I fatti risalgono alla metà del 2007 quando, in diverse circostanze, giovani filippini che frequentavano la zona di piazza Prealpi ed il parco di via dei Frassini, erano stati oggetto di vere e proprie spedizioni punitive organizzate da un consistente gruppo di italiani che, armati di coltelli, mazze da baseball e spranghe di ferro avevano aggredito i presenti con l’evidente intento di costringerli a non stazionare più in quello che consideravano il loro “territorio”.
“L’azione violenta degli aggressori – hanno spiegato i carabinieri – è stata così efficace da indurre i giovani filippini a non uscire più di casa e, in alcuni casi, a non frequentare più la scuola per timore di ulteriori aggressioni”. Una famiglia aveva manifestato anche l’intenzione di rimandare i figli al paese d’origine. Poi, qualcuno ha trovato il coraggio di denunciare e quando gli atti sono finiti sul tavolo del procuratore aggiunto Armando Spataro sono scattate le indagini.
ATTI TEPPISMO,NIENTE POLITICA
Sarebbero state spedizioni punitive continue, con la precisa finalità di spadroneggiare su un determinato quartiere, e in particolare su una piazza, le aggressioni messe in atto a Milano in un quartiere della zona nord della città. Ma i minorenni e i maggiorenni coinvolti non sarebbero inquadrati in alcuna formazione estremistica o politica. Secondo i carabinieri, infatti, nonostante i ragazzi portino, per la maggior parte, i capelli rasati, dalle perquisizioni nelle abitazioni non sono emersi oggetti o documenti che facciano pensare ad una precisa appartenenza politica. Secondo quanto si è appreso, dalle frasi pronunciate nei confronti dei filippini, lo sfondo delle azioni, era sì evidentemente razzista, ma inquadrabile in un’avversione cieca verso chi occupava “il territorio”, dove tra l’altro alcuni di questi teppisti avevano da mantenere, pare, precisi interessi legati allo spaccio di droga. Frasi inequivocabilmente razziste e atteggiamenti xenofobi, quindi, avrebbero solamente condito azioni più da ras del quartiere che da naziskin.
MILANO (06/03/2008) – Non facevano distinzione tra tra chi era solo o in compagnia, tra chi giocava a basket o chi andava a scuola, tra chi passeggiava al parco o chi andava a lavorare.
Solo la razza contava. Si mettevano d’accordo con una telefonata. E poi si incontravano, armati fino ai denti, per dare inizio a pestaggi feroci. È stato l’odio, irrazionale e incomprensibile, verso gli immigrati filippini a spingere un gruppo di ragazzi italiani, assieme al padre di uno di loro, a picchiare a sangue, per mesi, gli stranieri con gli occhi a mandorla del loro quartiere, la Bovisa. Zona dove di recente si è trasferita una fetta della comunità filippina.
SPEDIZIONI PUNITIVE
Quattro ventenni sono finiti in manette, grazie alle lunghe indagini dei carabinieri del Nucleo Informativo guidati dal maggiore Andrea Chittaro. Una quinta misura cautelare è stata emessa nei confronti di un uomo, attualmente irreperibile. Si tratterebbe di un italiano adulto, sui 45-50 anni, padre di uno degli indagati. Mentre per altri 12 minorenni, tutti tra i 16 e i 17 anni, è scattata la denuncia. Sono vere e proprie “spedizioni punitive” quelle portate a segno dalla banda, tutti studenti con i capelli rasati ma che non avrebbero legami con gli ambienti di estrema Destra.
Almeno tre gli episodi denunciati, tutti avvenuti fra nel maggio del 2007. «Siete filippini?» chiedevano gli aggressori ai malcapitati. E non appena gli stranieri rispondevano erano botte, insulti, calci e coltellate. Come il pestaggio, spietato, in via Jacopino da Tradate, il 20 maggio. In quell’occasione la rabbia del gruppo si sfoga contro una famiglia di filippini: padre, madre e un bambino. In difesa dei tre interviene un altro straniero, che viene accoltellato. Ma è stato forse il bambino, iscritto a una scuola italiana, a pagare il prezzo più alto.
È rimasto talmente traumatizzato che da quel giorno non vuole più uscire di casa per paura di essere picchiato. I suoi genitori stanno pensando di rimandarlo nelle Filippine per permettergli di riavere una vita normale.
GLI ALTRI RAID
Le altre due spedizioni punitive sono avvenute nei giardini di via Ajraghi, dove i “picchiatori ” hanno infierito su un gruppetto di ragazzi filippini che stava organizzando una festa, e nel parco di via dei Frassini, dove sono stati malmenati quattro giovani che giocavano a basket. «Le aggressioni per motivi razziali ed etnici sono particolarmente gravi perchè in contrasto non solo con il codice penale ma con i principi della» ha commentato il procuratore aggiunto Armando Spataro, che con il pm Piero Basilone ha condotto l’indagine.