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IL LIBRO, Daniela Testa “Nel Ventre di Babele: le parole dei Lager”
Sarà presentato nella prossima primavera il libro “Nel ventre di Babele: le parole dei Lager”, scritto dalla giovane autrice casertana Daniela Testa. Il testo, nato come tesi di laurea, analizza la difficoltà di comunicazione all’interno dei lager nazisti durante la seconda guerra mondiale. Da Auschwitz a Dachau, ovunque nacquero gerghi e nuovi linguaggi causati dalla commistione tra le lingue presenti nei campi di concentramento, dove si creò una vera “Babele” linguistica, come ci fa notare l’autrice. Così, dopo un breve percorso storico che aiuta il lettore a calarsi nell’atmosfera di quel tempo, si prosegue, partendo da un testimone per eccellenza come Primo Levi, attraverso testimonianze e analisi di documenti, con un tema inusuale che mostra la guerra sotto un profilo diverso. Il testo, edito dalla Spring edizioni, si conclude poi con un’appendice fotografica che raccoglie soprattutto immagini dal lager di Auschwitz, diventato un museo dopo il suo smantellamento nel 1945. Toccanti anche le interviste ai tre superstiti ebrei, tuttora residenti a Roma, Piero Terracina, Carla Cohn e Joseph Varon che, attraverso aneddoti e riflessioni, raccontano alla giovane autrice la loro esperienza nei campi di sterminio. Significativa anche l’immagine di copertina del testo che riporta un disegno a matita del pittore Andrea Sparaco, dal titolo “Parole, Silenzio, Memoria!” Nonostante questo notevole sforzo di ricostruire il linguaggio di Auschwitz, la stessa autrice, citando il giornalista Francesco Piccolo, scrive: “Bisognerebbe inventare per Auschwitz quel silenzio che non siamo ancora riusciti ad inventare. All’invenzione dell’orrore bisognerebbe rispondere con l’invenzione di una facoltà umana che consiste nella memoria indelebile senza più bisogno di alimentarla anno dopo anno. Bisognerebbe inventare quel silenzio assordante che sia uguale e contrario al silenzio che hanno trovato i soldati che hanno liberato i sopravvissuti: un silenzio che parla ininterrottamente, che riempie di vuoto consistente le televisioni e di bianco consistente i libri e i giornali”.
Daniela Testa, nata a Napoli nel 1985, vive a Caserta e frequenta il secondo anno della laurea specialistica in Germanistica all’Orientale di Napoli. Laureata in lingue, pubblicista iscritta all’Albo dei Giornalisti della Regione Campania, è corrispondente esterna della redazione casertana de Il Mattino. Appassionata di lingua e cultura tedesca, propone nel 2006, come tesi di laurea, un saggio sul Nazismo dal titolo: “Le fondamenta di Babele. Primo Levi e le lingue del Lager”.