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Da Il Manifesto di venerdì 17 giugno 2005
Si è conclusa tra saluti romani e vessilli di Salò la cerimonia di inumazione dei resti di 65 combattenti della X Mas avvenuta al «campo della memoria» di Nettuno. Alla parata, organizzata dal ministero della difesa, hanno preso parte rappresentanti di An – i senatori Finestra e Palombo – i sindaci di Anzio e Nettuno, diversi esponenti della Fiamma tricolore e di Forza nuova. Un migliaio di nostalgici militanti – molti dei quali indossavano camicie nere o baschi grigioverdi della Rsi – ha quindi scandito i nomi dei 65 militari caduti sessant’anni fa al grido di «Onore ai caduti». «Io sono venuto qui perché ci credo. Mi è sembrato doveroso essere presente in una cerimonia che onora chi è caduto per la patria» ha detto il sindaco di Anzio, Candido De Angelis (An), «Questi ragazzi come i partigiani vanno tutti rispettati, perché hanno combattuto e sono morti per i propri ideali», il commento del senatore Palombo. La Fiamma tricolore ha invece definito «sconcertante» la presenza di An. Lo spettacolo non è piaciuto al Comitato antifascista di Anzio-Nettuno: «Dopo tre anni di gestione da parte del ministero della difesa – si legge nel documento di protesta – il campo della memoria di Nettuno è diventato ufficialmente cimitero di guerra della Repubblica Italiana. Peccato che il sacrario celebri i caduti della Rsi di Salò, fondata da Mussolini proprio per opporsi all’Italia che stava cercando di diventare una Repubblica dopo anni di dittatura fascista. Oggi abbiamo avuto conferma che chi combatteva per la libertà viene accantonato anche dalle istituzioni per rendere grazie a chi combatteva a fianco dei nazisti».
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