Lucca Libera!

La città non si vende né si compra... si vive!

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  • COMITATO “IO MI RIFIUTO”: L’INTERVISTA

      

    Intervista a Leonardo del comitato “Io mi rifiuto” di Castelnuovo Garfagnana.

    Le tariffe folli sui rifiuti urbani. L’inceneritore. La protesta popolare. La vicenda Se.Ver.A. (Servizi Verde Ambiente). E la raccolta differenziata…(?)

    Lucca Libera: quando e come è nato il comitato “Io mi rifiuto”? Quali le motivazioni che ne hanno determinato la nascita?

    Leonardo: il comitato “Io mi rifiuto” è nato alla fine del novembre 2009. La ragione fondamentale è stata una forte opposizione popolare a un aumento delle bollette dei rifiuti che si assestava all’incirca sul 50%, ma che in qualche caso era anche superiore.

    Si sono svolte numerose assemblee, molto partecipate, e fin dalla prima è stato deciso di lanciare una petizione popolare che aveva al centro tre questioni: 1) il rifiuto dell’aumento spropositato e non argomentato, da parte dell’amministrazione comunale, delle tariffe. 2) La raccolta differenziata: l’amministrazione comunale di Castelnuovo la realizza dal settembre 2008 solo in una porzione molto limitata del comune, e cioè nella frazione di Torrite. Noi, fin dal primo documento, chiedevamo di estenderla a tutto il territorio, progressivamente ma in un lasso di tempo breve. 3) La richiesta di chiusura dell’inceneritore, che dovrebbe già essere chiuso (il piano provinciale dei rifiuti, approvato dal Consiglio Provinciale nel 1999 ne prevedeva la dismissione “entro il 2006”, n.d.L.L.), e che sostanzialmente non è mai stato in regola. Non ha mai rispettato le normative di legge, quindi nel tempo ha subito molte chiusure ma poi è sempre stato riaperto perché prevaleva l’interesse della società Se.Ver.A a poter ripartire a incenerire i rifiuti.

    Dunque, questo il momento iniziale del comitato e quelli appena elencati i contenuti fondanti. Su tale base abbiamo raccolto più di mille firme ma, francamente, avremmo potuto raccogliere le adesioni dell’80% dei cittadini di Castelnuovo, infatti le abbiamo raccolte senza nessuno sforzo. A partire da qui abbiamo aperto un contenzioso con l’amministrazione comunale, trattativa che non ha portato per la verità a risultati significativi, ma che ha generato nuove iniziative realizzate nei mesi successivi.

    Leggi tutta l’intervista cliccando qui sotto su “more” (non è lunga, giùe). Lucca Libera! inizia così un viaggio di approfondimento sul business dell’incenerimento in Garfagnana: seguiranno inchieste, dati, altre interviste e informazioni soprattutto sui cosiddetti termovalorizzatori a biomasse. Stay tuned!

    Continue reading  Post ID 2940


  • NUMERO 11 DI LUCCA LIBERA!

    Pubblicato Lucca Libera! n. 11

    - Due interviste sulla raccolta differenziata dei rifiuti, a Capannori e a Lucca

    - Altre interviste sulla raccolta porta a porta

    - All’interno di un impianto di selezione dei rifiuti (incursione fotografica)

    - Inceneritori a biomasse in Garfagnana

    - Pagina SLAM: i Riot Heads

    Nella versione on-line (formato pdf) il giornale è consultabile cliccando qui.

    Tutti i numeri sono consultabili gratuitamente cliccando la paletta “Il giornale” in alto.


  • Biomasse all’Alce? E Report?

    Pubblichiamo il comunicato stampa dei Comitati contro l’inceneritore a biomasse dell’Alce. Della questione dell’inceneritore di Fornoli avrebbe dovuto trattare anche la scorsa puntata di Report (Rai 3) ma il servizio (già pronto) è stato tagliato, ufficialmente per i tempi ristretti della trasmissione. Sembra comunque che ci sia stata una telefonata alla Rai da parte di Varraud, amministratore delegato dell’Alce….

    Lucca Libera! tratterà dell’Alce e del business degli inceneritori a biomasse in Garfagnana nel prossimo numero, sempre se riusciamo a completare il giornale (manca un solo articolo, ma si fa attendere, vabbé).

    Intanto ecco il comunicato dei Comitati:

    Le gravi e numerose illegittimità evidenziate nel ricorso giurisdizionale amministrativo davanti il TAR Toscana-Firenze, presentato da Legambiente insieme ad alcuni cittadini di Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca e ad un’impresa locale, danno la misura non solo dell’arroganza della multinazionale Silvateam, proprietaria di Alce, ma soprattutto dell’irragionevole acquiescenza dei politici locali e dei sindacati di fronte allo sciagurato piano industriale dell’azienda. Vogliamo ricordare che nel giugno 2009 Alce S.p.A. ha cessato deliberatamente le proprie produzioni di tannino e carta semichimica ed ha mandato in cassa integrazione tutti i suoi 109 lavoratori. Dopo poche settimane ha chiesto l’autorizzazione per la costruzione e l’esercizio di una grossa centrale a biomasse.  I nostri politici ed amministratori (in testa l’Amministrazione Provinciale e l’Amministrazione comunale di Bagni di Lucca ma anche parecchi Consiglieri regionali), invece di stigmatizzare il grave comportamento aziendale, hanno predisposto ponti d’oro davanti a un progetto di impianto a biomasse fallimentare sul piano occupazionale (darebbe lavoro solo a 15 persone invece che alle 109 precedenti), fallimentare sul piano energetico (sprecherebbe oltre il 70% dell’energia termica prodotta), fallimentare sul piano ambientale e sanitario (si produrrebbero enormi quantità di polveri fini e ultrafini), fallimentare sul piano dello sviluppo turistico- termale del territorio (il più grande impianto a biomasse solide dell’Italia Centrale a due passi da terme e strutture ricettive). Senza contare l’ assenza di qualsiasi Valutazione di impatto ambientale e l’incongruenza con tutti i Piani programmatici territoriali. Altrettanto grave è stato l’errore dei sindacati, che hanno avallato e sostenuto un progetto con cui Alce voleva massimizzare i profitti a scapito dell’occupazione. L’atteggiamento della RSU, della CISL e della CGIL appare assolutamente inspiegabile soprattutto se pensiamo che il progetto, così come previsto, si è concluso con l’Autorizzazione (AU) alla centrale a biomasse (15 posti di lavoro) e la contestuale revoca dell’Autorizzazione (AIA) alla produzione di tannino e carta (109 posti di lavoro). I Sindacati sanno bene che, con la revoca dell’AIA, l’Alce non è più legittimata a produrre carta e tannino. (Per poterlo fare nuovamente, dovrebbe sottostare alla Valutazione di Impatto Ambientale, cosa che assolutamente l’azienda vuole evitare, per evidenti ragioni)  Le responsabilità politiche, sindacali e istituzionali sono pari solo a quelle del dirigente provinciale Roberto Pagni, il quale, ignorando inspiegabilmente ogni segnalazione ricevuta, ha concesso l’autorizzazione  unica pur in presenza delle gravi lacune procedurali e delle omissioni illegittime e illecite evidenziate nel ricorso al TAR. 

    Comitati Ambiente e Salute di Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca


  • STIAMO LAVORANDO

    Dopo un lungo silenzio ci facciamo sentire per dirvi che stiamo lavorando al n. 11 di Lucca Libera!, la cui uscita è prevista entro la fine di settembre. La questione principale che tratteremo sarà la raccolta dei rifiuti nel nostro territorio.

    Ciao a tutti.


  • ALLUVIONE

    Nonostante l’impegno delle autorità locali, in primis il sindaco Favilla, nel cercare di avvisare per tempo la popolazione del forte rischio di esondazione, non c’è stato nulla da fare. L’ottusità del fiume Serchio e dei suoi affluenti nonché la sordità dei cittadini hanno impedito la pronta evacuazione e la possibilità di mettere in salvo i beni che si trovavano al piano terra delle abitazioni.

    Questa in estrema sintesi la verità secondo l’amministrazione comunale.

    Lucca Libera! si è recata di persona il 27 dicembre nelle zone alluvionate. Sporcandosi nel fango è riuscita a dare un piccolo aiuto ad alcune famiglie.  Ha anche ascoltato numerosi abitanti. Come già accaduto agli inviati del sito “Lo schermo”, non è però riuscita a trovare una sola persona, una sola!, che potesse testimoniare alcunché in merito al tempestivo allarme lanciato dagli organi preposti. L’acqua arrivava dai campi, sommergendo qualsiasi cosa, entrando nelle cantine, nei garage e, infine, nelle case. Solo il passaparola tra i vicini ha impedito in alcuni casi che il disastro avesse conseguenze peggiori per le persone. Solo l’accortezza ha suggerito a molti di mettere in salvo in qualche luogo più elevato le automobili.

    I casi sono due: o gran parte della cittadinanza viene ritenuta dai politici del Comune di Lucca stupida in modo abnorme, nel qual caso si assumano anche la responsabilità di dichiararlo apertamente nelle varie conferenze stampa; oppure più di qualcosa non ha funzionato nella gestione dello stato di emergenza. In questo secondo caso non si capisce perché non si sia in grado di ammetterlo, anzi forse si capisce fin troppo bene: mentire negando l’evidenza, con la faccia tosta e senza vergogna, nel tentativo di, è proprio il caso di dirlo, intorbidare le acque, è ormai un costume inveterato della classe politica. Tanto i votanti coinvolti nella calamità sono alcune centinaia, niente in confronto al serbatoio di voti di tutto il resto del Comune. A chi crederà l’opinione pubblica? Non sempre, però, le cose vanno così lisce, talvolta un inaspettato sussulto di dignità e consapevolezza può cambiare qualcosa. Consapevolezza critica che deve riguardare anche la questione della prevenzione: non doveva essere la Provincia a mantenere in buono stato gli argini? E tutti i soldi spesi dal Comune per il Parco Fluviale? Di sicuro c’è solo che una grossa fetta sono stati utilizzati in opere ben distanti dal bacino del fiume, si pensi solo alla risistemazione di via Barsanti e Matteucci con i lampioni fatti con pezzi del meccano…

    Comunque, non è nello stile di Lucca Libera! dilungarsi in sterili polemiche, per questo può già bastare il trio di testate locali. L’essenziale in questo momento è l’assistenza alle popolazioni colpite, il risarcimento dei danni subiti e la messa in opera di provvedimenti per superare le emergenze attuali e prevenire le future eventuali. Avranno pure il diritto gli abitanti dell’Oltreserchio di urlare con rabbia “mai più”?

    Lucca Libera! ha scattato anche qualche foto per una minima documentazione del disastro. Clicca su “more” per vederle. Continue reading  Post ID 2605


  • NUMERO 10 DI LUCCA LIBERA!

    E’ uscito il numero 10 di Lucca Libera!

    In questo numero:

    - Il calzaturiero nel Capannorese (ampia panoramica dal passato al presente)

    - Kurdistan

    - Inceneritore Lucart

    - Polo fiere

    - SLAM

    Il giornale è già consultabile on-line in formato pdf cliccando qui.

    Quello fatto di carta sarà presto disponibile nei seguenti posti:

    - Centro di Documentazione (v. degli asili)

    - Circolo Arci “il Lampadiere”

    - Lucca Libri

    - Arci (v. S. Gemma)

    - Vino & Kino

    - Tutte le iniziative di movimento

    Cliccando sulla paletta “Il giornale” è possibile leggere tutti i numeri di Lucca Libera!


  • CONTROINCHIESTA DA PISTOIA

    Nell’invitare tutt* a partecipare alla manifestazione di sabato 12 dicembre a Firenze per la Libertà di Movimento (vedi il post precedente), pubblichiamo un interessante dossier sulle indagini effettuate dalla polizia che hanno portato a “individuare” i “responsabili” dei danneggiamenti alla sede di Casa Pound di Pistoia e ad assicurarli alla “giustizia”.

    Cos’è l’ex Circolo 1° Maggio

    Il 18 ottobre 2008, a Pistoia, i “fascisti del terzo millennio” (così si autodefiniscono i “bravi ragazzi” di casa pound) inaugurano un loro covo in via di Porta San Marco al numero civico 161, facendolo passare per un circolo culturale (nome: Agogè).
    Nei giorni precedenti gli esponenti della Rete Antifascista Pistoiese cercano di mobilitare il quartiere; si organizzano alcune riunioni, si da forma ad un Comitato Antifascista che indice una Manifestazione sotto forma di PRESIDIO in Piazza San Lorenzo, simbolo del quartiere, che ha visto la ferocia nazi-fascista degli anni ’40. Sei inermi cittadini il 12 settembre 1943 vennero fucilati al muro del convento su questa piazza.
    La risposta al PRESIDIO è forte e partecipata. Molti proletari del quartiere rispondono all’appello, tutti i sinceri Antifascisti di Pistoia sono presenti in piazza San Lorenzo.
    Nei giorni successivi diversi Antifascisti del quartiere si riuniscono dietro la spinta di questa Manifestazione: prende corpo il Comitato Antifascista San Lorenzo.
    Nelle settimane seguenti si cercherà una sede all’interno del quartiere dove organizzare un “Presidio Permanente contro il fascismo”. Non possiamo dimenticare che sempre in questo quartiere “storico” della Pistoia proletaria e antifascista, hanno trovato collocazione anche i nazisti di Forza Nuova (via San Bartolomeo, 6), almeno fino a quando non abbiamo visto il cartello: “affittasi” (novembre 2009).
    In via di Porta San Marco, al numero 38 c’è l’ex Circolo ARCI 1° Maggio. E’ chiuso da due anni. Si chiedono le chiavi per poter effettuare alcune iniziative. Non senza difficoltà, dopo una non facile discussione, viene concesso l’utilizzo di questi locali.
    Per un anno l’ex Circolo 1° Maggio rappresenterà, e tuttora rappresenta un PRESIDIO antifascista nel quartiere. Le iniziative per diffondere conoscenza e creare coscienza antifascista fanno di questo spazio un punto di riferimento per tutta la città.
    Presentazione di libri, con gli autori, sulle nuove destre; proiezioni di documentari sulle Lotte di Resistenza dei Popoli oppressi e/o occupati; serate di solidarietà con i lavoratori in lotta, iniziative per i bimbi del quartiere (festa di carnevale, burattini ecc.), spettacoli teatrali a sfondo antifascista come quello dell’attrice Salvatori sul massacro di Sant’Anna di Stazzema. Tutto questo rappresenta l’ex Circolo 1° Maggio.

    L’Assemblea

    All’ex Circolo 1° Maggio si svolge dunque un’attività non solo antifascista e sebbene concentrata nel quartiere, rappresenta comunque una realtà viva e forte nel movimento pistoiese.
    Per questo alcuni compagni chiedono al Comitato Antifascista San Lorenzo di voler ospitare un’Assemblea regionale di un costituendo Coordinamento contro le ronde fasciste e razziste. Continue reading  Post ID 2255


  • LIBERTA’ DI MOVIMENTO!

    LIBER* TUTT*

    LIBERTA’ DI MOVIMENTO

    Le operazioni di polizia e magistratura delle ultime settimane hanno creato in Toscana un clima di pesante intimidazione nei confronti di quanti sono impegnati nei movimenti in opposizione alle  tante devastazioni  sociali, sanitarie ed ambientali dei nostri territori e alla  precarietà dell’ esistenza e del lavoro.

    Per il danneggiamento della sede di Casa Pound a Pistoia avvenuta l’11 ottobre 7 compagn* di Livorno, Pistoia e Colle Val’d'Elsa sono in carcere o agli arresti domiciliari, altri 5 denunciat*, senza alcun motivo, dal momento che sono  estranei ai fatti e che la loro unica “colpa” e’ quella di  aver partecipato ad un’ assemblea regionale che si svolgeva nel vicino  circolo  di un comitato di quartiere  al momento dell’accaduto.

    La polizia entra nel circolo, li trascina in questura e procede. Altri 4 arresti arrivano con il prosieguo delle indagini. Le accuse pesantissime per tutt* “lesioni” “violenza” e, non a caso, “Devastazione e Saccheggio”, un’accusa gravissima, punibile con 8-15 anni di carcere. Lo stesso reato contestato ai responsabili della Strage del Vajont di 40 anni fa (3.500 morti e 3 paesi spazzati via) e, con disinvoltura, ai 10 manifestanti condannati per le proteste al G8 di Genova 2001.

    A Firenze altre indagini portano all’arresto di un compagno ed alla perquisizione di altri 11. Contro “Mannu” viene addirittura usata l’aggravante di “Terrorismo”.  Gli altri 11 subiscono perquisizioni alla ricerca di materiale esplosivo ed il prelievo del DNA con l’accusa di “tentata rissa” per aver risposto alla chiamata d’aiuto di una ragazza minacciata da un gruppo di neofascisti nel centro di Firenze.

    E’ un clima di accanimento giudiziario e poliziesco inaccettabile.

    Da anni assistiamo alla volontà di criminalizzare le pratiche dei movimenti sociali, dalle lotte sul territorio a quelle degli studenti, dei lavoratori, dei migranti. Sono centinaia le denunce, i processi e le condanne che tentano di trasformare in problemi di ordine pubblico le occupazioni, i cortei, le tante pratiche di riappropriazione e di solidarietà che quotidianamente i movimenti mettono in campo.

    Stiamo sperimentando un clima sociale che alimenta l’ insicurezza, fatto di odio, di discriminazione verso tutti i “diversi” possibili, di rottura dei legami sociali per una guerra di tutti contro tutti. Un clima nel quale crescono e si diffondono organizzazioni fasciste e razziste, responsabili di aggressioni ormai quotidiane, nel silenzio complice e spesso con la protezione delle istituzioni e di gran parte delle forze politiche. E’ una situazione voluta da questo come dai precedenti governi. Mentre vengono ridotti i diritti, lo stato sociale, i salari si producono strumenti di disciplina e controllo. A questo servono le leggi razziali del “pacchetto sicurezza” che rendono la vita impossibile per i migranti e a questo servono le tante ordinanze dei sindaci sceriffi delle nostre città che ignorando completamente i bisogni sociali creano il capro espiatorio nei marginali e nei poveri.

    E’ la politica di poteri che hanno paura, di istituzioni delegittimate da una crisi irreversibile della rappresentanza e che con la paura e il controllo cercano di governare una crisi economica dalle conseguenze sociali devastanti nella quale riprodurre e accentuare lo sfruttamento sempre più selvaggio del lavoro, il saccheggio dei territori, l’espropriazione dei beni comuni.

    LA RISPOSTA CHE COME MOVIMENTI DIAMO A QUESTA SITUAZIONE PARLA DI LIBERTA’ E DI DIRITTI, DI SOLIDARIETA’ E DI UGUAGLIANZA. PARLA DELLA RICCHEZZA DELLE RELAZIONI SOCIALI CHE VIVONO NELLE PRATICHE DI AUTORGANIZZAZIONE, DI AUTOGESTIONE E DI CONFLITTO. Siamo impegnati a sviluppare percorsi di lotta aperti e partecipati, che mettono al centro i bisogni per rovesciare la precarietà della vita che ci viene imposta. La sicurezza che vogliamo conquistare è quella del e sul lavoro, quella del reddito, della casa, della formazione, di cicli produttivi puliti contro le nocività, della libertà di circolazione per sfuggire a guerre e miseria.

    Movimenti e realtà di base contrappongono democrazia diretta e partecipazione ad un sistema politico utile solo a garantire privilegi.

    E’ per questo che fanno paura. E’ per questo che contro le lotte si intensifica l’uso dei manganelli, del codice penale, delle operazioni di polizia, delle forme di controllo sociale.

    PER TUTTO QUESTO SAREMO IN PIAZZA. PER L’IMMEDIATA LIBERAZIONE DEI COMPAGN* IN ARRESTO.

    PER DENUNCIARE UN CLIMA PERSECUTORIO CHE QUESTA REGIONE NON VUOLE E NON TOLLERA.

    PER RICORDARE IL 40° DELLA STRAGE DI PIAZZA FONTANA E LE TANTE VITTIME DELLA STRATEGIA DELLA TENSIONE.

    SAREMO IN PIAZZA PER COMINCIARE A COSTRUIRE RELAZIONI E RETI CHE DIFENDANO E CONQUISTINO, TRA I TANTI DIRITTI E LIBERTA’, UNA LIBERTA’ IMPRESCINDIBILE OGGI PIU’ CHE MAI: LA LIBERTA’ DI MOVIMENTO.

    TUTT* IN PIAZZA

    sabato 12 dicembre alle 15.30 piazza San Marco a Firenze

    Libertà di movimento

    Liber* tutt*

    ASA – Lucca-

    Centro di Documentazione di Pistoia

    Comitato Antifascista San Lorenzo -Pistoia-

    Comitato Pistoiese per la Palestina

    Comunita’ in resistenza -Empoli-

    Confederazione Cobas Toscana

    Cobas Ataf- Firenze

    CSA Intifada – Empoli-

    CSA nEXt Emerson – Firenze-

    CUB Pistoia

    Dada Viruz Project -Viareggio-

    Movimento Antagonista Livornese

    Movimento di Lotta per la Casa – Firenze-

    Precari Autorganizzati -Pisa-

    Progetto Prendo Casa -Pisa-

    Spazio Liberato Ex-Breda – Pistoia-

    Spazio Antagonista Newroz -Pisa-


  • SOLIDARIETA’ AL MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA DI FIRENZE

    LA REDAZIONE DI LUCCA LIBERA! SOLIDARIZZA CON LORENZO E TUTTE LE PERSONE CONDANNATE PER AVER LOTTATO A FIRENZE PER I LORO ESSENZIALI BISOGNI E PER IL DIRITTO AD ESISTERE.

    Pubblichiamo qui di seguito il comunicato del Movimento di Lotta che riassume i fatti e ricorda la quotidiana repressione contro cui le lotte sociali si devono scontrare per affermare diritti primari.

    Si è svolta, nella giornata di ieri (15 ottobre, ndr), presso la Corte di Cassazione di Roma l’udienza per discutere il ricorso in Cassazione presentato dai legali di Lorenzo Bargellini. L’udienza è terminata in tarda serata e il ricorso è stato dichiarato inammissibile. E’, quindi, confermata la condanna a Lorenzo Bargellini ad un anno e quattro mesi per il reato di violenza a Corpo amministrativo e politico dello stato. Ed è proprio sulla natura del reato che è stato presentato il ricorso in Cassazione.
    I FATTI: il sette novembre 1995 circa 200 donne, uomini e bambini fanno irruzione nel Consiglio Comunale. Anticipano l’arrivo di consiglieri e assessori. Lo scopo dichiarato era l’avvio di una trattativa con il Sindaco di Firenze per ottenere la riapertura dell’Assessorato alla Casa, allora cancellato e sostituito con l’assessorato alla sicurezza sociale. Dopo due ore di proteste, gli occupanti lasciarono spontaneamente il Consiglio. Non ci furono incidenti ma solo alcuni momenti di tensione. Nei giorni successivi tutti i partiti CONDANNARONO l’irruzione in Consiglio e fu avviata una pesante inchiesta giudiziaria. L’inchiesta arrivò ad ipotizzare, con l’aiuto di qualche “pentito”, anche l’ipotesi di reato di “associazione per delinquere”.
    L’ITER GIUDIZIARIO: quasi tutti i Consiglieri Comunali rilasciarono dichiarazioni spontanee particolarmente pesanti ai magistrati. Dichiarazioni che furono puntualmente ritrattate nel processo di primo grado. Nonostante il fatto che il dibattimento ricostruisse la dinamica dei fatti come PROTESTA e non come atto di violenza, le condanne non mancarono. Da due anni a otto mesi a seconda delle responsabilità attribuite ai militanti del movimento. Il processo di appello ha diminuito leggermente le condanne (da un anno e quattro mesi sino a sei mesi e alcune assoluzioni…). Da qui la decisione di ricorrere in Cassazione. Decisione maturata, non solo in funzione della pena, ma sopratutto in funzione del reato attribuito. Ricordiamo che VIOLENZA A CORPO POLITICO E AMMINISTRATIVO DELLO STATO è un vecchio reato attribuibile al codice Rocco e prevede sanzioni penali che vanno dai sei ai quindici anni, e diventa un pericoloso precedente per chiunque, oggi, esprima il proprio DIRITTO DI CRITICA NEI CONFRONTI DELL’OPERATO ISTITUZIONALE. Nonostante l’accalorato impegno dei legali la materia del reato non sarà ridiscussa in Corte Costituzionale e la sentenza è stata confermata.
    LIBERTA’ DI MOVIMENTO. Risparmiamo la “retorica” inerente alle lotte sociali e quant’altro… Ma ci preme ribadire che un insieme di reati che vanno dal blocco stradale alla resistenza a pubblico ufficiale, alle occupazioni di stabili, all’interruzione di pubblico servizio rappresentano, nella società attuale una vera e propria “abiura” del diritto costituzionale. Un metodo e una forma per organizzare il controllo sociale e disciplinare dei movimenti. Queste aberrazioni del Diritto, insieme all’applicazione dei vari “pacchetti sicurezza” che distruggono la vita di milioni di migranti sono l’humus quotidiano sul quale sopravvive una società precaria… La ricerca costante di sicurezza nella precarietà significa stroncare sul nascere ogni possibile momento di insorgenza sociale e anche qualsiasi elemento di costruzione di un altro mondo possibile.
    Le troppe condanne accumulate dal Movimento di Lotta per la Casa, come dai movimenti contro la guerra, contro la precarietà e contro la privatizzazione dei “saperi” sono il segnale chiaro di istituzioni che fanno paura e che hanno paura…

    Libertà, oggi, significa costruire le BASI concrete e quotidiane di percorsi credibili nella società e di rapporti sociali aperti, tesi a organizzare un futuro diverso per tutte e tutti.
    Non ci spaventano le condanne, ma il loro delirio securitario e la loro concezione di un pianeta che vive solo in funzione di guerre, profitti, merci e violenza contro le tante DIVERSITA’.
    Per queste ragioni siamo vicini alle compagne e ai compagni che, ancora oggi, cercano nel piccolo come nel grande, di mettere in discussione il DOMINIO GLOBALE su milioni di donne e uomini.

    IL MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA DI FIRENZE