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La città non si vende né si compra... si vive!

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  • Tag Archives inceneritore
  • AMBIENTE E SALUTE NON SI COMPRANO!

    Proposte indecenti e sospette coincidenze

    COMUNICATO STAMPA

     I Comitati Ambiente e Salute e gran parte dei cittadini della Valle, fermamente contrari al progetto di combustione a biomasse dell’Alce, stanno da tempo raccogliendo fondi per presentare ricorso in appello davanti al Consiglio di Stato, unitamente a Legambiente Nazionale. Tutti sanno con quanta fatica la gente si stia autotassando per sostenere le notevoli spese relative al ricorso al TAR Toscana ed al giudizio di appello contro l’autorizzazione all’impianto. Centinaia di persone stanno contribuendo, chi con cinque euro, chi con cento, chi con mille, ognuno secondo le sue possibilità. Ed ecco che, con stupefacente arroganza, pochi giorni fa Alce Spa, tramite il suo studio legale, ha proposto a Legambiente di non costituirsi nel ricorso in appello, offrendo in cambio il pagamento delle spese a cui il TAR aveva condannato l’Associazione: 8500 euro totali, da consegnare in parti uguali ad Alce, Provincia di Lucca e Comune di Bagni di Lucca. Quasi contemporaneamente, in perfetta sintonia con l’Alce e con improvvisa fretta, la Provincia ha chiesto a Legambiente i soldi delle spese processuali. Non vorremmo che a giorni presentasse la stessa richiesta anche il Comune di Bagni di Lucca.

    Queste pressioni su Legambiente mirano evidentemente a indebolire la posizione dei Comitati e a tacitare i cittadini. Ebbene: chi sperava di intimidire gli avversari, si sbagliava di grosso! I signori dell’Alce e chi li appoggia devono capire che la grande maggioranza della popolazione della Valle questo impianto non lo vuole! I cittadini, unitamente a Legambiente che ne condivide totalmente le istanze, ricorreranno in appello davanti al Consiglio di Stato, sostenuti anche dal Comune di Borgo a Mozzano e da tutto il suo Consiglio Comunale.

    In vista delle prossime amministrative di Bagni di Lucca, i Comitati si appellano anche ai candidati ricordando che l’ immagine del comune termale sarà definitivamente rovinata dalla presenza del più grande impianto di combustione a biomasse solide dell’Italia Centrale. Tutta l’Italia saprà che a Bagni di Lucca si respirano abbondanti nanopolveri e la cittadina, già decadente, “morirà” definitivamente. A chi conviene?

     Comitati Ambiente e Salute

    1 febbraio 2012


  • Sentenze TAR su Alce: il comunicato del Comitato

    Pubblichiamo integralmente il comunicato stampa del Comitato Ambiente e Salute di Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca sulle sentenze del TAR in merito all’impianto a biomasse progettato dall’Alce Spa.

    Il 16 novembre 2011, con inconsueta rapidità (meno di un mese), il TAR Toscana ha emesso le sentenze n. 1679 e 1680/2011 con le quali ha dichiarato inammissibile il ricorso dei cittadini per l’annullamento dell’Autorizzazione concessa all’Alce per la costruzione dell’impianto a biomasse, riconoscendo ammissibile solo il ricorso di Legambiente-onlus. Con queste due sentenze il TAR Toscana ha stabilito che i cittadini residenti in prossimità di impianti potenzialmente dannosi per la salute dovrebbero “indicare il danno concretamente subito dal funzionamento dell’impianto” per essere legittimati a ricorrere. Il TAR ha ritenuto che “l’aspettativa alla salubrità dell’ambiente” non sia motivo sufficiente a legittimare il ricorso dei cittadini residenti nelle immediate vicinanze dell’impianto progettato. A supporto di questa decisione il TAR Toscana ha citato una serie di sentenze di TAR e Consiglio di Stato.

    Rimandando a un intervento successivo l’analisi della risposta del TAR ai motivi di diritto proposti nell’unico ricorso esaminato, ci preme innanzitutto evidenziare che le due sentenze rappresentano di fatto un duro colpo per la democrazia partecipativa, una negazione sostanziale del principio secondo cui ai soggetti privati ricorrenti non può “…addossarsi il gravoso onere della prova dell’effettività del danno subendo, prova che, non potendo prescindere dall’effettiva realizzazione dell’impianto, finirebbe per svuotare di significato il principio costituzionale del diritto di difesa predicato dall’art. 24 della Costituzione, rendendolo possibile solo allorquando il diritto alla salute e/o all’ambiente salubre fossero già definitivamente ed irrimediabilmente compromessi od esposti a pericolo” e che non è necessario dimostrare “l’esistenza di un danno concreto ed attuale ai fini dell’impugnativa di un provvedimento che autorizza l’avvio di un’attività potenzialmente inquinante essendo sufficiente la prospettazione di temute ripercussioni sul territorio collocato nelle immediate vicinanze ed in relazione al quale i ricorrenti sono in posizione qualificata”, principi statuiti da copiosa giurisprudenza prodotta dai ricorrenti e recentemente condivisi proprio dalla II Sezione del TAR Toscana.

    Il TAR Toscana, nella recente sentenza n. 1411/2011 sull’impianto a biomasse di Gallicano, ha evidenziato, citando sentenze ad hoc, che “ i soggetti residenti in prossimità della località nella quale si intende realizzare un impianto di consistenti dimensioni preposto alla produzione di energia elettrica, ed alimentato da combustibili che sono potenzialmente suscettibili di incidere negativamente sulla qualità dell’ambiente, sono legittimati ad impugnare l’atto autorizzativo dell’impianto suddetto, attesa la sussistenza di un loro collegamento stabile con la zona interessata alla realizzazione dell’opera”. E ha osservato che “ tale legittimazione non può essere subordinata alla produzione di una prova puntuale della concreta pericolosità dell’impianto, dovendo reputarsi sufficiente la prospettazione delle temute ripercussioni sul territorio collocato nelle immediate vicinanze della centrale da realizzare”. E ancora: “Con riferimento agli impianti per la produzione di energia si è ritenuto che l’interesse personale, attuale e concreto ad impugnare l’autorizzazione unica è ravvisabile in capo al proprietario frontista all’area in cui è autorizzata la realizzazione dell’impianto stesso, attesa la potenziale incidenza negativa che la vicinanza dell’impianto comporta anche sul valore commerciale dei beni immobili.”

    Nel caso di Gallicano il TAR, dopo aver citato le sentenze suddette, aveva addirittura sostenuto che i cittadini avrebbero dovuto fare ricorso principale. Nel caso dell’Alce il TAR Toscana afferma, invece, che per poter fare ricorso non basta la vicinanza al luogo ma occorre anche la dimostrazione di un peggioramento complessivo della situazione ambientale ed un danno concreto e diretto ai cittadini stessi, danno peraltro ampiamente documentato nei ricorsi tramite approfondite relazioni tecniche, studi epidemiologici e scientifici, verbali di ufficiali di Pubblica Sicurezza, avvio di procedure di esproprio.

    A noi, cittadini comuni ma non stupidi, appare evidente che la legge non dà certezze poiché su questioni identiche esistono sentenze, clamorosamente di segno opposto, quali quelle citate, che vengono utilizzate discrezionalmente dai giudici. La discrezionalità, se pur legittima, suscita inevitabilmente sfiducia nella giustizia e nelle istituzioni.

    Le sentenze n. 1679 e 1680/2011 del TAR Toscana inoltre sono sicuramente un precedente gravissimo, che, se passasse sotto silenzio e senza opposizione, rappresenterebbe una mannaia per tutti i Comitati e i Cittadini, non solo toscani, che sarebbero di fatto senza voce e senza diritto nella difesa della Salute e dell’Ambiente.

    Questa sentenza si colloca peraltro in un quadro politico di evidente censura rispetto ai diritti di opposizione, replica e ricorso dei cittadini contro atti autorizzativi. Il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, solo pochi giorni fa, in un’intervista sulla questione del pirogassificatore di Castelfranco, ha dichiarato che “bisogna evitare che si ripetano casi come quello della Lucart… non può essere un comitato che si dice contrario a un’opera ad impedirne la realizzazione, se questa non contrasta con regole, vincoli e normative”.

    Oltre alle scandalose contraddizioni nell’interpretazione e applicazione delle leggi, il Governatore Rossi evidentemente dimentica che le regole, i vincoli e le normative, nonché la loro applicazione, sono frutto comunque di valutazioni e scelte politiche che poggiano su opinioni scientifiche spesso contrastanti, solitamente disattendono il tanto sbandierato principio di precauzione, spesso subiscono pressioni di carattere politico e finanziario o sottostanno a logiche ricattatorie di tipo occupazionale.

    Vogliamo a questo proposito segnalare proprio due normative recenti varate dalla Regione Toscana. La L.R. 1 agosto 2011 n. 35, in cui si stabiliscono misure per “un’accelerazione delle procedure per la realizzazione delle opere di interesse strategico regionale” sia pubbliche che private, nel cui ambito di applicazione rientrano gli “impianti e strutture per lo smaltimento e il recupero dei rifiuti” e gli “impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili”. Il DPEF 2012 Regione Toscana, a proposito del distretto cartario, stabilisce che “tra il 2011 ed il 2012, è necessario l’avvio, attraverso apposite intese, di un percorso teso a mettere in condizione le aziende del distretto di realizzare gli impianti adeguati: uno o due impianti per il trattamento termico del pulper nella Piana di Lucca e nel distretto della Valle del Serchio; impianti per il trattamento legato al recupero dei cicli tetrapack e fanghi di cartiera.”

    E’ evidente che di fronte a una simile situazione politica e legislativa è necessario quanto mai restare uniti, come cittadini responsabili, per reclamare e pretendere il diritto a essere ascoltati in tutte le sedi giuridiche e istituzionali, nella convinzione che certi progetti, peraltro privi delle Valutazioni di impatto ambientale e sanitario, non debbano e non possano eludere i diritti e la volontà dei cittadini.

     19 novembre 2011

     Comitato Ambiente e Salute di Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca

    Per un commento più dettagliato clicca qui.


  • Inceneritori a biomasse: Gallicano

    Pubblichiamo una breve intervista a “Gallicano C’è” sull’impianto a biomasse progettato a Gallicano.

    Lucca Libera: impianto a biomasse di Gallicano: potete fare una breve cronistoria della vicenda?

    Gallicano C’è: tutto inizia nel novembre 2008, quando la lista Gallicano C’e’ ancora non esisteva, con una delibera del Consiglio Comunale che approva la costruzione di un impianto a biomasse e rende disponibile a Se.Ver.A (e sue società controllate) un terreno di proprietà del Comune in località Zinepri, adiacente all’impianto di cogenerazione di Pantarei.

    Nel 2009 Nasce una nuova società, Feu de Bois, partecipata da Terra Uomini Ambiente, SETA (controllata da Se.Ver.A.) e alcuni soci Valdostani che si occupano di progettazione e realizzazione di impianti a biomasse.

    A giugno 2009 viene presentato alla Provincia di Lucca il progetto di costruire una centrale a biomasse di 5,9 Mw di potenza termica ed 1 Mw elettrica.

    Nel giugno 2009 Gallicano C’e’ entra in consiglio comunale e a settembre, acquisito il progetto, iniziamo a fare le pulci al documento e capiamo subito che ci sono delle forti criticità sia sulle emissioni che sullo spreco di energia termica. Insieme ai comitati della zona, organizziamo incontri pubblici per spiegare il progetto e vengono invitati anche importanti studiosi che si occupano di inquinamento e di salute.

    Vengono fatte numerose osservazioni sia all’ARPAT che alla Provincia, ma alla fine, nel maggio 2010, il progetto viene autorizzato, anche se vengono imposti dei vincoli più restrittivi sulle emissioni e l’uso di tecnologie più evolute rispetto al progetto iniziale.

    Nel 2011 esce un importante studio epidemiologico del prof. Biggeri relativo alle malattie ed alle mortalità nella valle del Serchio, da cui si evince che non c’e’ da stare per niente allegri perché abbiamo già una forte emissione di sostanze inquinanti nella Valle.

    Lucca Libera: a che punto è attualmente il progetto in questione?

    Gallicano C’è: la società Feu de Bois ha ottenuto quest’anno un grosso finanziamento di circa 2 milioni di euro dalla Regione Toscana, ma ancora i lavori non sono iniziati. Ci sono tre ricorsi al Tar pendenti presentati da privati cittadini e aziende della zona, preoccupati per le conseguenze che l’impianto potrà provocare nell’area dove sorgerà. L’esito dei ricorsi si dovrebbe sapere a breve.

    Lucca Libera: secondo voi c’è un legame tra questo impianto e quello di bricchettaggio?
    Gallicano C’è: l’impianto di bricchettaggio, ex Verdeazzurro, è un impianto che riceve rifiuti solidi urbani (spesso da fuori provincia), ne essicca la parte umida, e produce delle bricchette di rifiuto compattato che poi vengono cedute ad altri impianti (come cementifici) per la combustione. Recentemente l’impianto è stato chiuso per la crisi che ha colpito sia la Società Verdeazzurro che il gruppo Del Carlo a cui fa capo la società. L’impianto è stato rilevato a maggio 2011, tramite procedura di affittanza concessa dal tribunale alla società CSS Energy.

    I legami fra i due impianti sono evidenti: il primo legame è nella struttura societaria degli impianti, nella CSS Energy (bricchette) Pasquale Nardini ha una partecipazione ed è nel CDA, in Feu de Bois (biomasse) la società SETA controllata da Severa, ha come amministratore unico sempre Pasquale Nardini.

    Il secondo legame è che fra un impianto che brucia biomassa ed uno che brucia bricchette, dal punto di vista tecnico, non c’e’ una grossa differenza: è solo una questione autorizzativa. Se, come è accaduto recentemente per l’impianto a biomasse di Scarlino, la Provincia concede l’autorizzazione per bruciare anche bricchette il gioco è fatto.

    Il terzo legame è l’immediata vicinanza dei due impianti: produrre bricchette e mandarle a bruciare nel forno dell’impianto non comporterebbe neanche le spese di trasporto.

    Lucca Libera: la popolazione che opinione ha dell’impianto? Secondo voi è abbastanza e correttamente informata?

    Gallicano C’è: per la visibilità che abbiamo, sappiamo che ci sono persone contrarie e preoccupate, soprattutto sugli impatti che questo impianto potrà avere sulla qualità dell’aria e sulla salute dei cittadini, e molte altre persone sono quantomeno perplesse.

    La prima cosa che abbiamo fatto noi di Gallicano C’e’ è stata quella di informarci, studiare, confrontare diverse tipologie di impianti e poi informare i cittadini, attraverso incontri pubblici, volantinaggi casa per casa, articoli sul nostro sito web (www.gallicano.org) e sui giornali. L’informazione è necessaria affinché la gente si formi un’opinione e qui la nostra Amministrazione ha sbagliato in pieno: ha inserito l’impianto a biomasse nel programma elettorale, senza informare su cosa fosse, ha fatto autorizzare l’impianto, e solo a giochi conclusi ha organizzato un incontro pubblico in cui spiegava blandamente che cosa fosse.

    Lucca Libera: considerato che a Fornoli sorgerà un mega impianto a biomasse, e che molti altri di dimensioni più ridotte sono già in funzione in vari comuni della Garfagnana, non pensate che la Valle del Serchio da questo punto di vista stia rischiando la “saturazione”?

    Gallicano C’è: assolutamente sì. Questi impianti sono fortemente ed eccessivamente incentivati (con soldi trattenuti dalle nostre bollette elettriche) e finanziati con soldi pubblici, per cui a forte rischio speculativo.

    La domanda di legna, soprattutto quella da filiera corta (maggiormente incentivata), rischia di diventare superiore all’offerta. Proprio in questi giorni circolano notizie sulla volontà di altri comuni come Barga e Castelnuovo di costruire altri impianti a biomasse.

    Quando si parla di disponibilità di legname, si dice che la Garfagnana è piena di boschi, e si dice anche che i boschi sono abbandonati e che hanno bisogno di manutenzione per limitare i rischi idrogeologici. Affermazioni vere, ma va tenuto anche conto che molti boschi non sono facilmente raggiungibili, e quelli economicamente sfruttabili sono quelli attraversati dalle strade, quindi molto meno di quelli potenzialmente disponibili. Ci sono diversi studi scientifici che affermano che nella  Valle del Serchio la disponibilità di cippato di legna è inferiore a quella necessaria a coprire gli impianti esistenti e i nuovi di Fornoli e Gallicano.

    Per scaricare l’intervista in formato pdf clicca qui.


  • LUCCA LIBERA! n. 12

    Pubblicato il dodicesimo numero di Lucca Libera!

    Per leggerlo in formato pdf clicca qui.

    - Inceneritore a biomasse a Fornoli, Bagni di Lucca

    Materiali correlati (clicca per consultarli):

    - Cronistoria vicenda Alce

    - Rapporto stato di salute Valle del Serchio

    - Ricorso al Tar (avv. Marcuccetti)

    - Ricorso al Tar (avv. Ceruti)

    - Analisi documentazione Alce

     


  • Comunicato Comitato Ambiente e Salute

    Con grande soddisfazione apprendiamo che il Consiglio Provinciale di Lucca del I° settembre 2011 ha approvato all’unanimità la mozione sulla chiusura degli inceneritori in provincia di Lucca, dando in tal modo anche un forte segnale di contrasto alla politica inceneritorista della Regione Toscana.

    Nella mozione suddetta si fa riferimento all’”obbiettivo primario” di “superamento nel nostro territorio provinciale, per le sue caratteristiche, del sistema di incenerimento dei rifiuti”, alle “gravi criticità emerse nell’esercizio degli impianti di incenerimento”, alle “diffuse preoccupazioni riguardo alla tutela della salute e dell’ambiente”, alle “ampie opportunità di riuso e riciclo dei rifiuti”, all’“impianto di compostaggio nella piana a Capannori”.

    Orbene, coerentemente con queste affermazioni di principio e con questa chiara presa di posizione, la Provincia adesso deve sospendere l’autorizzazione, concessa indebitamente ad Alce S.p.A., all’attivazione del mega impianto di incenerimento a Fornoli di Bagni di Lucca.

    Se le “caratteristiche del nostro territorio provinciale” sono ostative per gli inceneritori di Belvedere e Falascaia lo sono a maggior ragione per l’inceneritore di Fornoli: più volte sono state evidenziate le caratteristiche orografiche e meteodiffusionali della Valle del Serchio, che non consentono la dispersione degli inquinanti. Se “gravi criticità” sono emerse a Falascaia e Belvedere, peraltro non scoperte dagli organi competenti, c’è da supporre che le stesse emergerebbero a Fornoli, considerate in particolare le scarse risorse strumentali e umane degli Enti delegati ai controlli. Per quanto riguarda le “diffuse preoccupazioni riguardo alla tutela della salute e dell’ambiente” basta ricordare che esiste in tal senso un elenco infinito di dichiarazioni e studi scientifici riferiti al progettato impianto Alce. Per non parlare delle “ampie opportunità di riuso e riciclo” dei residui della lavorazione del tannino: pannelli truciolari, pellet, stabilizzazione del compost presso il futuro impianto di compostaggio di Capannori.

    In particolare, per quanto riguarda il problema sanitario, vogliamo evidenziare un dato estremamente grave che purtroppo fino ad oggi non è stato considerato nella sua tragicità: nel Rapporto Annuale 2005 del “Registro Toscano Difetti Congeniti” e nel “Profilo di Salute Valle del Serchio” del luglio 2008, si evince che nel triennio 2002-2004 nella ASL 2 di Lucca il tasso di malformazioni congenite è stato del 374,7 per10.000 afronte di un valore medio regionale di 216,6. Si tratta del valore più alto in assoluto tra tutte le ASL della Toscana. Tutti gli studi del settore riconoscono l’importanza di cause ambientali tra i fattori che determinano i difetti congeniti e pertanto è da supporre che variazioni di esposizione ambientale abbiano un ruolo determinante nel giustificare le differenze macroscopiche trala ASL2 e il resto del territorio regionale.

    Per quanto poi riguarda le opportunità di riuso e riciclo del legno detannizzato, basta ricordare a tutti, sindacati in primis, che nel tannificio della Silvateam a San Michele Mondovì il legno detannizzato viene attualmente utilizzato per produrre il pellet “Bruciabene” e che i lavoratori attualmente operanti in quel settore sono oltre un centinaio, a dimostrazione che ci sono modalità di chiusura del ciclo tannino a intensità di lavoro assai più alta che nel suo incenerimento.

    3 settembre 2011

     Comitato Ambiente e Salute di Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca


  • INC Biomasse: il testo del ricorso al TAR

    Pubblichiamo il ricorso al TAR presentato da Legambiente e alcuni cittadini contro l’Amministrazione Provinciale, il Comune di Bagni di Lucca, la Regione Toscana e l’ALCE Spa, al fine di far revocare l’autorizzazione della centrale elettrica a biomasse di Fornoli (Bagni di Lucca). Per rispetto della privacy sono stati omessi i nomi dei privati cittadini ricorrenti.

    La discussione presso il Tribunale Amministrativo è prevista per il 19 ottobre.

    Clicca qui per la versione integrale in pdf.

     

    Per chi non avesse voglia di leggersi il “legalese” del Ricorso, abbiamo cercato di sintetizzarne qui sotto le principali motivazioni.

     

    1. La modifica dell’impianto di Fornoli, che passerebbe dalla produzione di pasta per la carta, carta, tannino e combustione di black liquor (liscivia esausta usata come combustibile) a produzione di energia elettrica per mezzo dell’incenerimento di biomasse, avrebbe dovuto essere sottoposta a Valutazione di Impatto Ambientale. Ciò non è avvenuto a causa delle capziose motivazioni addotte dall’Alce Spa e fatte proprie dalle istituzioni pubbliche.
    2. L’Alce Spa ha tentato di presentare la centrale come del tutto autonoma, nuova, rispetto all’impianto preesistente. Solo in tal modo poteva evitare la V.I.A., obbligatoria invece in caso di modifica di precedente attività industriale. Detta manovra, manco a dirlo, è stata avallata in toto dalla Provincia. Per chiarire: nel caso di impianti costruiti ex novo la procedura di V.I.A. è necessaria, secondo la Legge Regionale, quando raggiungano la potenza di 50 MW e sia previsto un elettrodotto aereo di oltre 3 km. Guarda caso la potenza della centrale progettata dall’Alce è di 48,5 MW e la lunghezza dell’elettrodotto è di poco inferiore a quella prescritta.Una palese contraddizione è però in agguato: nella relazione tecnica la stessa Alce definisce il proprio progetto come una “riconversione” e prevede di continuare a produrre tannino; parla addirittura (è un lapsus?) di “mantenimento delle stesse voci produttive”. Come può sostenere, dunque, che non si tratti di modifica di un’attività industriale già esistente? Del resto nella medesima relazione tecnica appare del tutto evidente che produzione di tannino e centrale a biomasse sono strettamente legate, perché la seconda attività non potrebbe funzionare senza l’approvvigionamento di combustibile garantito dalla prima. In definitiva, ci si chiede, siamo di fronte a una cosa nuova, come sostiene l’azienda per evitare una verifica d’impatto ambientale, oppure a una modifica di una precedente attività, come documenta il progetto tecnico redatto dalla stessa azienda? Non si tratta di un dilemma che possa trovar soluzione, semplicemente perché “né pentere e volere insieme puossi/ per la contradizion che nol consente”. Forse non pensavano “ch’io loico fossi!”. Non c’è nulla da fare: tocca sorbirci ‘sti miserabili allo sbaraglio che pur di rimediare quel tanto di lucro… arrivano a sostenere l’impossibile. Continue reading  Post ID 3129

  • CHI INCENERISCE (per conoscenza e per la storia)

    Il 6 giugno si è riunita l’assemblea dei soci di Se.Ver.A, azienda che gestisce l’inceneritore di Castelnuovo Garfagnana, composta da soggetti privati (STA, Public Consult, Sestant Spa, Cooperativa “Terra, uomini e ambiente”, Guidi Spa) e pubblici. Questi ultimi non sono altro che i Sindaci dei Comuni di Careggine, Camporgiano, Castiglione Garfagnana, Castelnuovo Garfagnana, Gallicano, Giuncugnano Minucciano, Molazzana, Piazza al Serchio, Pieve Fosciana, Sillano, Vergemoli. Nella riunione è stato approvato il Piano Industriale della società che prevede un investimento di 3,3 milioni di euro per il forno dell’inceneritore, in modo da tentare la riattivazione dell’impianto ormai fermo da 15 mesi per inadeguatezza “tecnico-funzionale”.

    Hanno votato a favore del Piano, e quindi del ripristino e prosieguo dell’attività di incenerimento, i seguenti Sindaci:

    • Mario Puppa (Partito Democratico), Sindaco di Careggine e Presidente della Comunità Montana della Garfagnana;
    • Paolo Fantoni (PD), Sindaco di Piazza al Serchio e Assessore alla Comunità Montana;
    • Francesco Pifferi (PD), Comune di Camporgiano;
    • Francesco Angelini (PD), Comune di Pieve Fosciana;
    • Domenico Davini (PD), Comune di Minucciano;
    • Maria Stella Adami (PD), Comune di Gallicano;
    • Rino Simonetti (PD), Comune di Molazzana.

    Hanno espresso voto contrario:

    • Gaddo Gaddi (Popolo della Libertà), Comune di Castelnuovo Garfagnana;
    • Michele Giannini (PDL), Comune di Vergemoli.

    Si sono astenuti:

    • Claudio Baisi (PD), Comune di Sillano;
    • Uno dei soci privati (al momento non sappiamo chi).

    Il Sindaco di Castiglione Garfagnana, Francesco Giuntini (PD), è uscito dall’aula al momento della votazione.

    Da notare che il Comune di Pieve Fosciana ha votato a favore della riapertura dell’impianto pochi giorni dopo aver annunciato l’organizzazione di incontri pubblici con i cittadini per avviare la raccolta porta a porta.

    Subito dopo aver conosciuto l’esito dell’assemblea si sono espresse contro la riapertura dell’inceneritore varie associazioni del settore turistico, agricolo, zootecnico, di tutela dell’ambiente e della montagna e portatrici di interessi sociali e culturali della Garfagnana e Media Valle del Serchio (tra cui Coldiretti, Associazione Castanicoltori e Associazione per il turismo in Garfagnana).

    Lucca Libera! si era già occupata delle vicende legate a Se.Ver.A. con l’intervista al comitato “Io mi rifiuto” del 28 marzo scorso (vedi più sotto per un quadro completo della questione).

    In queste ore in Val di Susa il popolo NO TAV sta resistendo con coraggio e determinazione all’attacco militare che mira a far iniziare il lavori del tunnel ferroviario per la tratta Torino-Lione. Lucca Libera! esprime piena solidarietà ai resistenti e sostiene con fermezza la lotta in difesa del territorio e dell’ambiente contro la devastazione perpetrata in nome di squallidi interessi finanziari da un altrettanto squallido schieramento politico bipartisan (da Berlusconi a Bersani passando per Maroni e Fassino). Qui un link per seguire in diretta gli avvenimenti e trovare maggiori informazioni sulla “grande opera” che vogliono realizzare sulla pelle di tutti: NOTAV.EU

    W LA LIBERA REPUBBLICA DELLA MADDALENA


  • COMITATO “IO MI RIFIUTO”: L’INTERVISTA

      

    Intervista a Leonardo del comitato “Io mi rifiuto” di Castelnuovo Garfagnana.

    Le tariffe folli sui rifiuti urbani. L’inceneritore. La protesta popolare. La vicenda Se.Ver.A. (Servizi Verde Ambiente). E la raccolta differenziata…(?)

    Lucca Libera: quando e come è nato il comitato “Io mi rifiuto”? Quali le motivazioni che ne hanno determinato la nascita?

    Leonardo: il comitato “Io mi rifiuto” è nato alla fine del novembre 2009. La ragione fondamentale è stata una forte opposizione popolare a un aumento delle bollette dei rifiuti che si assestava all’incirca sul 50%, ma che in qualche caso era anche superiore.

    Si sono svolte numerose assemblee, molto partecipate, e fin dalla prima è stato deciso di lanciare una petizione popolare che aveva al centro tre questioni: 1) il rifiuto dell’aumento spropositato e non argomentato, da parte dell’amministrazione comunale, delle tariffe. 2) La raccolta differenziata: l’amministrazione comunale di Castelnuovo la realizza dal settembre 2008 solo in una porzione molto limitata del comune, e cioè nella frazione di Torrite. Noi, fin dal primo documento, chiedevamo di estenderla a tutto il territorio, progressivamente ma in un lasso di tempo breve. 3) La richiesta di chiusura dell’inceneritore, che dovrebbe già essere chiuso (il piano provinciale dei rifiuti, approvato dal Consiglio Provinciale nel 1999 ne prevedeva la dismissione “entro il 2006”, n.d.L.L.), e che sostanzialmente non è mai stato in regola. Non ha mai rispettato le normative di legge, quindi nel tempo ha subito molte chiusure ma poi è sempre stato riaperto perché prevaleva l’interesse della società Se.Ver.A a poter ripartire a incenerire i rifiuti.

    Dunque, questo il momento iniziale del comitato e quelli appena elencati i contenuti fondanti. Su tale base abbiamo raccolto più di mille firme ma, francamente, avremmo potuto raccogliere le adesioni dell’80% dei cittadini di Castelnuovo, infatti le abbiamo raccolte senza nessuno sforzo. A partire da qui abbiamo aperto un contenzioso con l’amministrazione comunale, trattativa che non ha portato per la verità a risultati significativi, ma che ha generato nuove iniziative realizzate nei mesi successivi.

    Leggi tutta l’intervista cliccando qui sotto su “more” (non è lunga, giùe). Lucca Libera! inizia così un viaggio di approfondimento sul business dell’incenerimento in Garfagnana: seguiranno inchieste, dati, altre interviste e informazioni soprattutto sui cosiddetti termovalorizzatori a biomasse. Stay tuned!

    Continue reading  Post ID 2940


  • NUMERO 10 DI LUCCA LIBERA!

    E’ uscito il numero 10 di Lucca Libera!

    In questo numero:

    - Il calzaturiero nel Capannorese (ampia panoramica dal passato al presente)

    - Kurdistan

    - Inceneritore Lucart

    - Polo fiere

    - SLAM

    Il giornale è già consultabile on-line in formato pdf cliccando qui.

    Quello fatto di carta sarà presto disponibile nei seguenti posti:

    - Centro di Documentazione (v. degli asili)

    - Circolo Arci “il Lampadiere”

    - Lucca Libri

    - Arci (v. S. Gemma)

    - Vino & Kino

    - Tutte le iniziative di movimento

    Cliccando sulla paletta “Il giornale” è possibile leggere tutti i numeri di Lucca Libera!