1° maggio | No Expo - Raccolta di comunicati solidali con gli arrestati

Riceviamo e diffondiamo alcuni comunicati di solidarietà con gli arrestati per i fatti del 1° maggio No Expo a Milano:


Azione diretta contro stato e capitale

Il 12 novembre 4 compagni di Milano e 4 greci sono stati arrestati e altri 2 si trovano tutt'ora latitanti. Sono accusati di aver partecipato al corteo del 1 maggio, i reati a loro contestati vanno da devastazione e saccheggio a resistenza e lesione a pubblico ufficiale, altre 5 persone invece risultano “soltanto” indagate.

Quel giorno gli occhi del mondo erano puntati su Milano per l'inaugurazione dell'expo, una vetrina mondiale dove tutti i paesi partecipanti mostrano i muscoli e le proprie tecnologie d avanguardia. La frase che per mesi e stata lanciata per quest'esposizione era: nutrire il pianeta, energia per la vita.
A quest' evento hanno partecipato molte multinazionali e aziende che ogni giorno devastano territori e vite umane, tra i partecipanti erano presenti: Nestle,coca-cola,finmeccanica,intesa san paolo, eataly e tanti altri ancora.

La macchina repressiva contro eventuali proteste si era già messa in moto giorni prima con sgomberi, arresti e perquisizioni a Milano. Tutto questo non ha certo impaurito la piazza che è scesa quel giorno in strada a protestare.
Il 1 maggio in molti hanno deciso di non restare a guardare. Sono stati attaccati autori e complici dello sfruttamento e della devastazione del pianeta, che ogni giorno il potere ci obbliga a subire in prima persona.
Dopo gli scontri, i media di regime hanno cercato fin da subito di dividere il corteo fra buoni e cattivi, criminalizzando chi quel giorno non è rimasto fermo a guardare.
Vogliamo ricordare che i violenti non sono coloro che decidono concretamente di lottare e attaccare chi ogni giorno ci sfrutta, i veri violenti sono coloro che si riempiono la bocca di belle ma false parole, chi devasta e distrugge i territori e le nostre vite, chi crea schiavi e frontiere in nome del dio denaro.

Noi non possiamo che essere solidali e complici con gli arrestati e gli indagati e con tutte quelle persone che quotidianamente lottano e attaccano chi ci opprime.

La catastrofe avviene ogni giorno in cui si lascia agire indisturbato il potere e i suoi complici.

Giovedi 12 novembre

Barocchio squat garden



Sul Primo Maggio milanese

“Ci si appropria di una città fuggendo o avanzando nell'alternarsi delle cariche, molto più che giocando da bambini per le sue strade o passeggiandovi più tardi con una ragazza.
Nell'ora della rivolta non si è più soli nella città.”
(Furio Jesi)


“Sii solo per la guerra, la vendetta, i terrori,
o mio spirito! Mettiamo il dito sulla piaga: Ah passate,
Repubbliche di questo mondo. Basta
con imperatori, reggimenti, coloni, popoli, basta!”
(Arthur Rimbaud)


Le luci del carrozzone di Expo si sono spente il 31 ottobre, mandando a casa tutto il circo che ha organizzato una delle più grandi messe in scena speculative degli ultimi anni. Ad esso hanno partecipato tutti i più grandi aguzzini planetari, da capi di stato, a primi ministri, ai vari dirigenti di alcune tra le più grandi multinazionali del mondo. Gli stessi che seminano sfruttamento e distruzione promettevano un'economia sostenibile per risolvere il problema della fame nel mondo.
Il giorno dell'inaugurazione di Expo, dopo mesi di tangenti, arresti, bustarelle e tutto ciò che caratterizza questi grandi eventi, un grosso corteo ha attraversato le strade del centro di Milano per ribadire che non tutti erano stati abbagliati dai suoi fantasmagorici colori e per affermare con forza la contrarietà  non solo ad Expo, ma ad un preciso modello economico e di vita, democratico, sottomesso, occidentale.
Durante tutto il percorso, uno spezzone composto da circa 1000 individui ha deciso di mettere in pratica una determinata volontà di distruzione ed una enorme rabbia, attaccando e demolendo ogni simbolo che richiamasse il capitalismo; allo stesso tempo, pure gli sbirri sono stati considerati dei bersagli da attaccare e tenere alla larga dal corteo.
Il messaggio lanciato a coloro che vorrebbero dominarci e sfruttarci (e desiderando che noi li lasciassimo fare in tutta serenità) era chiaro ed esplicito: il primo maggio di Milano non sarebbe stata la passerella di alcun imprenditore o politicante, istituzionale o di movimento, ma sarebbe appartenuto a tutti quegli spiriti indomiti che ancora hanno il coraggio di ribellarsi, agendo in prima persona e senza compromessi.
E così è stato. Una grossa “banda di canaglie” ha messo a ferro e fuoco il centro di Milano, nel suo  giorno più importante degli ultimi anni, mostrando anche una delle più grandi debolezze di tutto ciò che ci circonda e ci asfissia: il “Potere” ed il “Capitale” sono ovunque e ovunque possono essere colpiti.
Naturalmente, quest'affronto non poteva né essere tollerato da coloro che si erano spesi con tanta solerzia per imbellettarsi il viso il giorno dell'inaugurazione di EXPO né dagli organi preposti alla difesa dell'ordine costituito. Se già mal sopportano le lotte sui vari territori, il malcontento diffuso che genera sempre più conflitti sociali, una maggiore instabilità del tutto, non potevano di certo soffrire uno sgarbo così ardito.
In questo modo hanno sguinzagliato i loro mastini, sin dal giorno stesso, utilizzando i mass media per provocare e formare “l'opinione pubblica”, denigrando e svuotando di ogni contenuto tutto ciò che era successo il primo maggio e, contemporaneamente, mobilitando i più altolocati inquisitori alla ricerca di colpevoli.
Poco dopo la fine della Grande Circo, ecco trovati i primi 10 capri espiatori da mostrare al grande pubblico, con tanto di foto sui giornali di regime (anche se, al momento, due di loro si sono resi irreperibili).
La magistratura esulta per il primo risultato ottenuto, mentre perquisisce e priva della libertà alcune persone; i benpensanti tirano un sospiro di sollievo alla vista di “alcuni teppisti” finalmente dietro le sbarre; il governo italiano può dimostrare, contento, agli altri stati di avere ancora una polizia efficiente.
Dal canto nostro, invece, vogliamo esprimere solidarietà e complicità a tutti i compagni arrestati, a tutti gli indagati, ai compagni greci sottoposti alle firme ed augurare un buon viaggio a colui il quale al momento ha deciso di far perdere le proprie tracce ai cani da guardia.
Sappiamo per certo che la vendetta del Grande Circo non si fermerà qui, ma proseguirà per dare in pasto all'opinione pubblica altri volti, altre vite di anime ribelli.
Non ci importa sapere se davvero essi siano innocenti e colpevoli.
Quello che ci interessa ribadire è che ciò che è successo il primo maggio di Milano si riproduca. Desideriamo vedere la rabbia espressa quel giorno ancora esplodere nelle strade per radere al suolo tutto ciò che ci circonda.
Vogliamo vedere ardere e cadere in pezzi questo mondo e chi lo sostiene.
Aspiriamo alla distruzione del capitalismo e di ogni potere.

Alcuni solidali con gli arrestati e indagati del primo maggio

Mar, 17/11/2015 – 14:37
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