[Bo] Presidio contro la repressione
Presidio sotto le due torri, Bologna
ATTI DI PIAZZA VERDI. NUOVI ARRESTI.
Dopo che il 13 ottobre ’07 erano state arrestate 5 persone per essersi opposte alla polizia tentando di impedire una deportazione psichiatrica (TSO) in piazza Verdi, e il giorno seguente ne venivano arrestate altre 5 per aver espresso solidarietà con delle scritte sui muri, all’alba di giovedì 31 gennaio ’08 altre 4 persone vengono arrestate sempre in relazione ai fatti di piazza Verdi, per i quali erano state tirate fuori dal cilindro delle accuse pesantissime quali ad esempio il reato di rapina, poiché, durante il brutale arresto, lo smarrimento da parte della polizia di un paio di manette e una ricetrasmittente era stato accollato ai ragazzi.
Agli ultimi 4 arrestati sono stati imputate le medesime accuse, “aggravate” dall’essere alcuni fra gli organizzatori di iniziative di solidarietà ai propri compagni. Due di essi sono ai domiciliari, uno in custodia cautelare e un altro si trovava già in carcere per le scritte di cui sopra, punite con 10 mesi di carcere.
Con questi ultimi arresti viene allora esplicitato: anche la sola solidarietà è ormai un vero e proprio crimine! Tanto che sul mandato di cattura l’aver espresso solidarietà viene esplicitamente menzionato come “rafforzativo” della condotta criminosa. Per intenderci, sotto accusa non è il “come” la solidarietà viene espressa ma il solo averla espressa.
Questa criminalizzazione della solidarietà e del dissenso sono parte di una strategia che mira ad isolare e depotenziare le situazioni di lotta: dalle condanne per la rivolta di Genova, a quelle di 7 anni per resistenza inflitte a Firenze per una manifestazione contro la guerra nei Balcani, passando per le aggravanti di terrorismo per gli ultras, al costante utilizzo dei reati associativi, agli sgomberi di occupazioni di case e spazi sociali…
Mentre il bombardamento mediatico attraverso un susseguirsi di emergenze sempre nuove crea un clima d’insicurezza volto a giustificare l’introduzione di provvedimenti speciali permanenti, che sono in realtà esigenze di chi ci comanda. Dall’emergenza terrorismo a quella ultras, dall’aviaria all’immigrazione, dai rom al delirio securitario: sono solo alcuni esempi delle apocalittiche minacce di cui sistematicamente ci dimentichiamo quando ne subentra una nuova, anch’essa funzionale a spostare l’attenzione dai problemi reali.
Di fronte a tutto ciò non possiamo rimanere in silenzio. Per questo saremo in piazza a ribadire tutto questo
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