Carcere - Proteste e ammutinamenti nel carcere fiorentino di Sollicciano

da Bello come una prigione che brucia - trasmissione anticarceraria di Radio Blackout

Da una notizia del 3 gennaio si apprende che, nel corso di quella che poteva ridursi all'ennesima passeggiata compassionevole da parte di un politico all'interno di una struttura detentiva, nello specifico una senatrice di SEL, i prigionieri hanno colto l'occasione per ammutinarsi e condividere con lei alcuni pezzi di quotidianità... letteralmente pezzi di quotidianità, visto che hanno gettato nei corridoi, ai piedi della senatrice, i brandelli di gommapiuma che anche nel carcere fiorentino di ostinano a definire "materassi". Successivamente i detenuti si sono uniti in assemblea e hanno descritto le condizioni di degrado, il sovraffollamento, le infiltrazioni d'acqua nelle celle e nelle sezioni (comprese quelle che rinchiudono insieme alle madri alcuni bambini sotto i 3 anni), la mancanza di fonti di reddito e sussistenza, l'inadeguatezza del cibo e degli ambienti in cui viene preparato, oltre ai problemi del cosiddetto "sopravvitto", inaccessibile ai più a causa dei prezzi gonfiati dalla ditta appaltatrice.
Sicuramente un momento più interessante rispetto a molti dei reciprocamente lacrimosi incontri tra detenuti e politici, assai frequenti a margine di ferie e festività comandate.
Questa prima protesta dimostrativa del 2014 ha prontamente avuto un seguito. Venerdì 10 gennaio, circa 120 prigionieri hanno occupato uno spazio comune destinato alla socialità, rifiutandosi di rientrare nelle celle e spintonando i secondini che tentavano di ristabilire la disciplina. Il motivo dell'ammutinamento riguarda la mancata consegna del sopravvitto acquistato in quanto, a detta della direzione, da alcune settimane vi sarebbe un guasto all'apparato informatico che registra e gestisce le domandine per la spesa. Possiamo immaginare la complessità dell'apparato informatico per la gestione del sopravvitto a Sollicciano... altro che CERN di Ginevra... in ogni caso per l'impossibilità di riportare sul computer gli ordini di spesa hanno negato ai detenuti tutti i beni acquistati, compresi molti di prima necessità come detersivi e prodotti per l'igiene della persona che, come ammesso dallo stesso direttore, "il carcere non è in grado di fornire".
Per alcune ore hanno tenuto testa alla direzione e sono rientrati in seguito alla promessa della consegna di tutti gli ordini entro il giorno successivo.

Lun, 13/01/2014 – 22:18
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