Comunicato di Gabriel Pombo Da Silva sullo sciopero della fame di dicembre

«Caminante no hay camino, camino se hace al andar … »
Antonio Machado

Cari compagni, care compagne,
prima di tutto voglio esprimere la mia soddisfazione personale per la quantità di atti/azioni/espressioni e dimostrazioni di solidarietà (a livello internazionale) verificatisi a seguito dello sciopero della fame di agosto, in Germania.

Penso che questo sciopero della fame collettivo, al quale hanno partecipato circa 550 detenuti/e, abbia sorpreso sia noi che gli estranei; soprattutto in Germania dove (come ho già detto) si è trattato del primo sciopero della fame collettivo promosso ed auto-organizzato dai/lle prigionieri/e sociali/e.

L'associazione IvI può attribuirsi il frutto del suo lavoro di mobilitazione, nessuno può metterlo in discussione o negarlo.

(…)
Noi possiamo considerare lo sciopero della fame come uno dei pochi strumenti a disposizione del detenuto per lottare e/o chiamare l'attenzione su se stesso, sui compagni e/o altri aspetti.

Non dobbiamo mai dimenticare il contesto in cui si sta sviluppando la lotta: le carceri (sia per immigrati, minorenni, ecc.).

Se prendiamo in considerazione il fatto che la atomizzazione non è solo un "fenomeno" (prodotto della società di massa) sociale "dell'esterno", ma che la stessa cosa accade nelle prigioni (non a caso queste sono un riflesso sociale e politico) e negli altri "centri" d'esclusione/segregazione, allora si può capire perché scegliamo uno strumento come lo sciopero della fame.

Lo sciopero della fame ci permette di esporre le nostre rivendicazioni e/o dichiarazioni solidali indipendentemente dal carattere (legalitario, riformista, radicale, ecc.) e/o dalle finalità.

Dall'altra parte c'è il fattore soggettivo provocato da queste lotte, in cui ogni individuo si sente/è parte attiva di un'iniziativa che trascende la propria individualità, così come le stesse condizioni che pretendono ridurlo al nulla...

Le carceri modulari tedesche (esportate in Spagna agli inizi degli anni '80) hanno una funzionalità strumentale molto precisa: classificare, mettere in ordine, disciplinare e dissociare i/le detenuti/e attraverso la dispersione, l'isolamento e l'individualizzazione.

In uno "spazio" in cui gli individui non si conoscono e riconoscono come "uguali" è difficile che possa insorgere un "sentimento di comunità", bensì d'indifferenza, di competitività, d'egoismo...
Nelle prigioni tedesche (sempre più imitate a livello internazionale) già all'inizio della reclusione si viene separati dai compagni e dagli amici (con la dispersione) e una volta dentro si studiano con attenzione ciò che "essi" chiamano "profili psicologici" dei/lle detenuti/e in modo che non possano stabilire relazioni di affinità problematiche per l'istituzione.

Per questo e per molto altro noi, alcuni/e detenuti/e, pretendiamo con lo sciopero della fame creare una risposta collettiva, uno spazio comune di lotta che superi l'atomizzazione e l'isolamento.

Naturalmente ritengo che altre forme di rifiuto e di lotta contro l'Istituzione ed i suoi disvalori abbiano luogo e forma negli atti individuali (fughe, aggressioni ai secondini, denunce, ecc.) di molti detenuti nel quotidiano carcerario.

Lottare contro i diversi regimi di "tortura bianca" (FIES, QHS, 41bis, 270, F-Type, ecc.) ed i "centri" di reclusione è qualcosa che va ben oltre i contesti nazionali, come lo è la presenza dell'ergastolo (palese o celato), o il fatto di criminalizzare/rinchiudere sempre più persone/idee/collettivi/condotte, ecc...

Naturalmente, ogni contesto/nazione ha singolarità proprie sia nella forma che nei mezzi per/di applicare queste politiche di carattere repressivo...

Il nostro impegno consiste nel rendere visibili sia i mezzi che le forme in cui queste politiche vengono messe in pratica. Allo stesso tempo cerchiamo di portare avanti dinamiche di lotta e di resistenza, di agitazione e di coscientizzazione tra gli/le stessi/e compagni/e detenuti/e...
(...)
Non mi ha sorpreso affatto la risposta del ministero di giustizia del NRW che ha "negato" la nostra partecipazione allo sciopero della fame di agosto... Cosa possono dire? Idem, il complice silenzio dei mass-media (eccezion fatta per Taz, Junge Welt e Neues Deutschland) …
Sia come sia, tanto i/le compagni/e dell'associazione IvI che noi individualità anarchiche siamo disposti/e a continuare questa lunga lotta.

Per il momento ci stiamo preparando per lo sciopero della fame che si terrà in Italia a dicembre per gli ergastolani...

Crediamo sia una buona occasione per dare un impulso alle lotte anticarcerarie e alle proposte come quella che mi è giunta dallo Stato spagnolo...

In questi momenti ci stiamo occupando di tradurre in tedesco il programma e le proposte dei/lle compagni/e italiani/e di "Mai dire mai", così come le "proposte sulle lunghe condanne e sull'ergastolo nascosto" e la lettera aperta ai/lle compagni/e anarchici/che di Carmelo Musumeci (salve compagno!)... Allo stesso tempo i/le compagni/e dell'associazione IvI stanno preparando un dossier specifico sulle proposte e sul contesto carcerario tedesco...
Crediamo sia molto importante la divulgazione di queste proposte per la discussione ed il dibattito a livello internazionale...

(…)
Ai miei compagni/e... e non solo...

Non molto tempo fa scrivevo ad un compagno: (sic)... "Quando si lavora per una iniziativa di tali caratteristiche (legalista, riformista, ecc.) il margine di 'radicalismo' nel 'discorso' è piuttosto limitato, non così il raggio d'azione e di agitazione individuale"...

Pertanto dipende da ognuno/a di noi l'incidere nell'azione e nell'agitazione... Il nostro modo d'incidere è un qualcosa che appartiene ad ogni gruppo od individualità anarchica. Vero è che ogni azione, protesta, manifestazione, pubblicazione, presidio, ecc. completa la lotta e serve per svegliare la coscienza degli uni e degli altri.
Approfitto di queste righe per inviare un forte abbraccio al compagno Amadeu Casellas Ramón e a tutti/e quanti/e sono stati/e (e stanno) al suo fianco in questa lunga lotta. Senza dimenticare che ci sono molti/e altri/e compagni/e come Amadeu che marciscono lentamente nelle celle dello Stato spagnolo e del mondo intero.

Abbracci fraterni a combattenti a Freddy, Marcelo, Andrea …. A Diego e Leandro rinchiusi in Argentina.
Siamo in tanti/e ad avere gli occhi, la mente ed il cuore in Cile e nella nostra amata America mora, meticcia, nera e indigena... nella lotta del Popolo Mapuche e non solo...
Ma non dobbiamo dimenticare che la miglior maniera di mostrare il nostro amore internazionalista consiste nel portare avanti dinamiche di lotta e di solidarietà nel nostro stesso contesto: territoriale, sociale, umano, politico...
Come sempre sono molte le cose che vorrei dire e che un "comunicato" non può più contenere...

Non ci fermeranno!
Viva la Solidarietà Internazionale!
Viva l'Anarchia!

Gabriel Aachen, ottobre 2008

Gabriel Pombo Da Silva
c/o JVA Aachen
Krefelderstrasse 251
52070 Aachen
Deutschland


Comunicado
de Gabriel Pombo Da Silva ante la HH de Diciembre

«
Caminante no hay camino, camino se hace al andar … »
Antonio
Machado

Queridxs compañerxs
Antes de nada deseo
demostrar mi satisfacción personal por la cantidad de
actos/acciones/expresiones y muestras de solidaridad (a nivel
internacional) a raiz de la H.H de Agosto en Alemania.
Pienso que esta H.H
colectiva donde hemos participado unxs 550 presxs ha sorprendido a
propios y extraños : sobre todo en alemania donde (como ya
dije) es la primera H.H colectiva promovida y auto-organizada por
presxs sociales.
La asociación IvI
puede atribuirse el fruto de su propio trabajo mobilizador, eso nadie
puede discutirlo o negarlo.
(…)
La H.H podemos
considerarla como una de las pocas herramientas a disposición
del preso para luchar y/o llamar la atención sobre si mismo,
sus compañerxs y/o otras cuestiones.
No debemos olvidar nunca
el contexto donde se está desarrollando la lucha : las
carceles (sea de emigrantes, de menores, etc.).
Si tenemos en
consideración que la atomización no es sólo un «
fenómeno » (producto de la sociedad de masas) social «
del exterior », sino que esto mismo sucede en las prisiones (no
en vano éstas son un reflejo social y politico) y demás
« centros » de
exclusion/ segregacion se puede entender porque optamos por una
herramienta como la H.H
La H.H nos permite exponer
nuestras reinvindaciones y/o declaraciones solidarias
independentemiente de su carácter (legalista, reformista,
radical, etc) y/o finalidad.
Por otra parte está
el factor subjectivo que provocan estas luchas donde cada individuo
se siente/sabe parte activa de una inciativa que transciende la
propia individualidad, asi como las propias condiciones que pretenden
reducirlo a la nada …
Las cárceles
modulares alemanas (exportadas a españa a principios de los
años 80) tienen una funcionalidad instrumental muy precisa :
clasificar, ordenar, disciplinar y disociar a lxs presxs por medio de
la dispersión, el aislamiento y la individualización.
En un « espacio »
donde lxs individuos no se conocen y reconocen como « iguales
», es dificil que pueda insurgir un « sentimiento de
comunidad » sino de indeferencia, de competividad, de egoismo …
Por eso en las prisiones
alemanas (cada vez copiadas a nivel internacional) se separa desde el
principio de la detención a lxs compañerxs y amigxs
(dispersión) y una vez en la cárcel se estudia
detenidamente lo que « éstxs » llaman «
perfiles psicólogicos » de lxs detenidxs a fin de que no
puedan establecer vinculos de afinidad problemáticos para la
institución.
Por todo esto (y mucho
más) lo que nosotrxs , algunxs presxs, pretendémos con
la H.H es crear una respuesta colectiva, un espacio comùn de
lucha que supere esta atomización y aislamiento.
Creo que está de
más decir que otras formas de rechazo y lucha a la Institución
y sus desvalores encuentran lugar y forma en los actos individuales
(fugas, agresiones a carceleros, denuncias, etc, etc) de muchxs
presxs en su cotidianidad carcelaria.
Luchar contra los diversos
regimenes de « tortura blanca »(FIES, QHS, 41bis, 270,
F-Type, etc ;) y « centros » de encierro es algo que va
más allá de los contextos nacionales ; como lo es el
hecho de la cadena perpetua (formal o cubierta) ;o el hecho de
criminalizar/encerrar a cada vez más
personas/ideas/colectivos/conductas, etc….
Por supuesto, cada
contexto/nación tiene singularidades propias tanto en las
formas como en los medios para/de aplicar estas politicas de carácter
represivo …
Nuestro cometido consiste
en hacer visibles tanto los medios como las formas en que estas
politicas se llevan a la práxis. Al mismo tiempo intentamos
desarrollar dinámicas de lucha y resistencia, de agitación
y concienciación entre lxs propixs compañerxs detenidxs

(…)
Personalmente no me ha
extrañado en absoluto la respuesta del ministerio de justicia
de NRW donde ha « negado » nuestra participación
en la H.H de Agosto … Qué van a decir ? Tampoco el silencio
cómplice de los mass-media (a excepcion de Taz, Junge Welt y
Neues Deutschland) …
Sea como sea, tanto lxs
compañerxs de la asociación IvI asi como otras
individualidades anárquicas estamos dispuestxs a continuar en
esta larga lucha.
Por lo de pronto estamos
preparándonos para la H.H que tendrá lugar en Italia en
Diciembre por los « ergastolanis » …
Creemos que es una buena
ocasión para dar impulso a las luchas anticarcelarias y
propuestas como la que me ha llegado del Estado Español …
En estos momentos nos
estamos ocupando de traducir al alemán el programa/propuestas
de lxs compañerxs italianxs « Mai dire Mai » asi
como « Propuestas en torno a las condenas largas y la cadena
perpetua encubierta » y la Carta abierta a lxs compañerxs
anarquistas de Carmelo Musumeci (saludos companero !) … Al mismo
tiempo lxs compañerxs de la asociacion IvI están
confeccionando un Dosier especifico sobre las propuestas y el
contexto carcelario alemán….
Creemos muy importante la
divulgacion de estas propuestas para su discusión y debate a
nivel internacional …
(…)
A MIS COMPANERXS … Y
NO SOLO …
No hace mucho, le escribia
a un compañero : (sic) … « Cuando se trabaja en una
iniciativa de estas caracteristicas (legalista, reformista, etc) el
margen de « radicalidad » en el « discurso »
es bastante limitado ; no asi del radio de acción y agitación
individual » …
Asi pues depende de cada
unx de nosotrxs el incidir en la acción y la agitación

El modo de incidir nuestro
es cosa de cada grupo e individualidad anárquica ; lo cierto
es que cada acción, protesta, manifestación,
publicación, concentración, etc, complementa la lucha y
sirve para despertar la consciencia de unxs y otrxs.
Aprovecho estas lestras
para enviar un fuerte abrazo al compañero Amadeu Casellas
Ramón y todxs cuantxs han estado (y están) a su lado en
esa larga lucha. Sin olvidar que hay otrxs muchxs compañerxs
como Amadeu que se pudren lentamente en las mazmorras del Estado
Español y en el mundo entero.
Abrazos fraternales y
combatientes a Freddy, Marcelo, Andrea …. A Diego y Leandro
encarcelados en Argentina.
Somos muchxs lxs que
tenemos los ojos, la mente y el corazón en Chile y nuestra
amada América morena, mestiza, negra, indigena … en la lucha
del Pueblo Mapuche y no sólo …
Pero no debemos olvidar
que la mejor forma de mostrar nuestro amor internacionalista consiste
en desarrollar dinámicas de lucha y solidaridad en nuestro
propio contexto : territorial, social, humano, politico …
Como siempre son muchas
cosas las que quedan en el tintero y es que un « communicado »
no da para mucho más …
NO NOSDETENDRAN ! VIVA LA
SOLIDARIDAD INTERNACIONAL !
VIVA LA ANARQUIA !!
Gabriel, Aachen Octubre
2008

Ven, 31/10/2008 – 13:04
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