Comunicato di tre compagn* denunciati dopo il corteo contro gli omicidi di stato

fonte: indymedia

La Digos di Livorno notifica tre richieste di rinvio a giudizio nei confronti di due compagni e una compagna che avevano preso parte alla manifestazione contro gli omicidi di stato tenutasi il 16 gennaio scorso a Livorno.

Ai margini della manifestazione contro gli omicidi di stato promossa da alcuni dei tanti familiari delle vittime il 16 gennaio scorso a Livorno, è stata notificata una richiesta di rinvio a giudizio a tre compagni/e con l’accusa di aver allontanato dal corteo alcuni infiltrati della stessa Digos intenti a schedare e a riprendere i partecipanti.
Niente di strano in un momento come questo in cui ogni pensiero e pratica che vada nella direzione di opporsi ai meccanismi di sottomissione, di sfruttamento e di omologazione vengono repressi, niente di strano in una manifestazione in cui si voleva portare in piazza e mettere sotto gli occhi di tutti la violenza dello stato e delle carceri.
Questo procedimento giudiziario segue di pari passo l’atteggiamento provocatorio avuto dalla stessa Digos il giorno della manifestazione quando al termine della manifestazione alla stazione e per le strade del centro, chi veniva riconosciuto dalle Polizia come manifestante veniva seguito fotografato o “gentilmente” fermato per un controllo di “routine”.
Vogliamo ribadire che la responsabilità delle morti in carcere è dello stato e delle leggi sempre più severe che esso crea per mantenere il suo potere sulla società e che centinaia di detenuti e detenute ogni giorno subiscono soprusi, torture e privazioni della dignità perché non si adeguano al regime imposto, reclamando la loro identità o semplicemente perché i loro aguzzini ebbri di potere abusano di loro.
Vogliamo infine ricordare la compagna Diana Blefari, suicida dopo anni e anni di 41 bis, i ribelli Sole e Baleno, suicidati dallo Stato e ancora quanti e quante lo Stato ha barbaramente ucciso mentre stavo lottando per abbattere questo sistema che produce solo morte, sfruttamento e devastazione.
Questa ennesima operazione repressiva ci spinge a proseguire nella lotta con ancora più determinazione e convinzione.

No agli omicidi di stato!
No alle carceri borghesi e ai Centri d’Identificazione ed Espulsione per immigrati!
No alla militarizzazione dei quartieri

Giustizia e verità per tutte le vittime della violenza in divisa!

I compagni/e colpiti dalla richiesta di rinvio a giudizio

Lun, 03/05/2010 – 23:30
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