Contro la galera e la società che la produce

Solidarietà con Antonella, Ivano e Paolo, prigionieri politici sequestrati dallo stato italiano

"… quanto più il potere agisce nell'ombra, tanto più esige dal singolo la trasparenza dell'uomo di vetro, giustificando ogni espropriazione della dignità, della privacy e della libertà in nome delle supreme esigenze di sicurezza della società.(…)
La prigione diventa una sorta di “pattumiera” giudiziaria dove gettare i “rifiuti” umani della società di mercato non soggiogati al “loro” credo. Anche noi tre – come tanti altri compagni – ci troviamo a subire le “loro” soluzioni, fatte di galere e repressione per il “reato” di non avere abbassato o chiuso gli occhi davanti a questi orrori, condividendo con tanti altri momenti di lotta, per non essere risucchiati nel torpore della rassegnazione."

(da un intervento di Antonella, Paolo e Ivano scritto dal carcere)

L’orrore del carcere è lo specchio della società che lo produce e infatti, ad appena un anno dall’indulto, la “discarica” sociale è di nuovo piena. Buoncammino scoppia, riempito da politiche repressive sempre più feroci, rivolte contro i poveri e gli oppositori politici e sociali. Il carcere, istituzione finalizzata alla distruzione fisica e psichica dei detenuti, dove autolesionismo e suicidio sono la regola: tre tentativi di suicidio a Buoncammino in soli 10 giorni (di cui uno conclusosi tragicamente). Luogo di sospensione della logica, dell’umanità, persino del diritto; fatti atroci come l’impossibilità di ricevere cure, la detenzione di malati gravi, di bambini piccoli assieme alle madri, per quanto formalmente illegali, avvengono sistematicamente.

Chi lotta contro l’abominio dell’istituzione carceraria rischia naturalmente di esserne la prima vittima. È quello che è successo a Paolo, Ivano e Antonella, prigionieri politici sequestrati dallo stato italiano.
Indagati e spiati per anni a loro insaputa, sono stati arrestati nel Marzo 2006 accusati di un fallito attentato a una sede elettorale di AN a Nuoro. Deportati nelle carceri del continente, per oltre 18 mesi sono stati sottoposti a un durissimo regime detentivo; una forma di tortura finalizzata alla delazione. Il loro coraggio e la loro coerenza hanno vanificato questi tentativi di annientamento fisico e psicologico. Oggi contro di loro è in corso un processo, nel quale è emersa l’assoluta inconsistenza del teorema accusatorio. Nonostante ciò la sola Antonella è stata liberata dal tribunale; Paolo e Ivano ancora attendono in carcere l’esito del processo.
Per questo Sabato 3 novembre alle ore 16:00 partecipiamo al presidio a Cagliari di fronte al Carcere di Buoncammino, non solo in solidarietà con Paolo, Ivano e Antonella, ma anche per portare la nostra rabbia contro il carcere e il sistema iniquo che lo produce.

LIBERTA’ PER LE COMPAGNE ED I COMPAGNI!
LIBERTA’ PER TUTTE E TUTTI!
ORA E SEMPRE RESISTENZA!

Assemblea Antifascista Kastedhu – AAK

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Ven, 02/11/2007 – 17:06
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