[Cuneo] Presidio solidale con gli imputati nel processo per gli scontri contro Casa Pound

08/05/2013 - 14:00
08/05/2013 - 16:00

Mercoledì 8 Maggio ore 14
Cuneo, Piazza Galimberti
Presidio solidale con gli imputati nel processo per gli scontri contro Casa Pound


Il prossimo 8 Maggio, dopo ripetuti rinvii, si dovrebbe finalmente tenere un’
importante udienza del processo che, dal gennaio 2012, vede imputati gli
antifascisti accusati di aver tentato concretamente di chiudere il covo di Casa
Pound a Cuneo nel giorno della sua inaugurazione, nel febbraio 2011.
Riproponiamo, con alcune aggiunte e modifiche, il testo diffuso in vista dell’
udienza che venne rimandata lo scorso marzo, confermando per il prossimo
mercoledì il presidio solidale davanti al Tribunale di Cuneo a partire dalle
14.

Anticipato a suo tempo da arresti e misure cautelari, il processo che ci vede
imputati ha avuto fin dall’inizio per finalità principale quella di
criminalizzare l’antifascismo, riabilitare le forze dell’ordine (il cui
dispositivo per evitare scontri quel giorno fece una magra figura) e far
passare gli squadristi di Casa Pound per povere vittime di un’insensata
aggressione.
Lo spettacolo offerto fino ad ora nelle udienze è stato decisamente penoso:
istanze ed accezioni presentate dalla difesa sistematicamente snobbate,
testimoni scandalosamente imbeccati dall’accusa ai danni degli imputati, una
schiera di funzionari in divisa concordi (a parte uno, bisogna ammetterlo) nell’
indicare esclusivamente gli antifascisti quali responsabili delle violenze,
fascisti compatiti come agnellini mentre i filmati degli scontri li immortalano
a menare con cinghie e spranghe. Persino la difesa di alcuni imputati (anche
questo purtroppo è da ammettere) ha stentato a porre in risalto i valori che
hanno ispirato quel giorno l’agire di tanti antifascisti scesi in piazza, se
non peggio, come nel caso dell’ex sindaco e di altri figuri legati alle
istituzioni che, anticipando i tempi, non hanno fatto altro che testimoniare il
loro sostegno all’isolamento e alla criminalizzazione degli imputati. Del
resto, per inciso, vien da chiedersi che cosa ci si potesse mai aspettare
chiamando certa gente a testimoniare…
Per questo, a parte l’udienza in cui sono state chiamate a testimoniare le
povere vittime in camicia nera, gran parte degli imputati ha preferito
disertare l’aula.

Nel teatrino processuale, il ruolo di primadonna è stato sicuramente ricoperto
dalla PM Nanni, autentica paladina dei teoremi della Questura che (come
dimostrano anche successive vicende giudiziarie che vedono alcuni di noi
nuovamente sotto accusa) finalmente può contare in Procura di una sponda
compiacente che forse in passato non era sempre e comunque garantita.
Grottesco, è da sottolineare, che proprio la Nanni che tanto si sta adoperando
per sbattere in galera gli antifascisti e coprire le violenze di quelli che lei
in aula chiama i “ragazzi” di Casa Pound stia pure diventando un simbolo di
quella Legalità che tanto emoziona l’antifascismo istituzionale cuneese. Uno
“strano” modo di essere antifascisti che esalta i giudici che imprigionano i
ribelli dei giorni nostri, tentando di imporre un ulteriore passo nella
sovrapposizione tra celebrazione della Resistenza, mantenimento dell’ordine
costituito e criminalizzazione del dissenso; quello stranissimo antifascismo
che confonde il tintinnio delle manette per segnali di libertà e non sa più
riconoscere che dietro l’esaltazione della legalità quale valore assoluto non
può che svelarsi la calamità dell’autoritarismo totalitario.

Per questo, l’udienza dell’8 Maggio sarà una buona occasione per ribadire,
anche nei confronti di gran parte dell’antifascismo ufficiale cuneese, che
questo processo è un autentico insulto a tutti coloro che hanno combattuto il
fascismo così come lo è la presenza in città della sede di Casa Pound (e lo
sdoganamento senza precedenti anche delle altre formazioni neofasciste): una
presenza resa possibile, sia chiaro, solo grazie all’inefficienza dell’
antifascismo da carta bollata delle istituzioni e soprattutto alla protezione,
per mezzo di telecamere e apposito pattugliamento, che questa gode da parte
delle forze dell’ordine.
Saremo quindi presenti in aula, con i testimoni della difesa che metteranno in
evidenza le motivazioni politiche delle vicende per cui siamo imputati, a
rivendicare con forza e dignità il sincero antifascismo e l’amore per la
libertà che ci hanno animato e animano negli scontri contro i “fascisti del III
millennio”.
Di fronte a simili vergogne, essere colpevoli di antifascismo è per noi fonte
d’orgoglio e prova di coerenza. Di certo il verdetto di un Tribunale non sarà
capace di oscurare tale evidenza.


Alcuni imputati
Lun, 06/05/2013 – 13:00
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