Dalla clandestinità, 2º comunicato di Diego Ríos

Dalla clandestinità, 2º comunicato di Diego Ríos

E' occhio per occhio, dente per dente (1)

Molti sono i sentimenti e le ragioni che mi spingono a buttar giù
alcune idee ed a diffonderle in rete. Innanzitutto voglio ringraziare
e sostenere fraternamente tutte le dimostrazioni d'affetto e le azioni
di solidarietà insorgente che si sono succedute negli ultimi tempi (e
quelle che verranno, perché no). Per me e per tutti noi che
condividiamo il desiderio di distruggere questa società di schiavi
passivi è sempre gradevole, eccitante e moralmente esaltante sapere
degli attacchi temerari e costanti effettuati da gruppi e
individualità che, nonostante la gravità del contesto repressivo, in
ogni parte del mondo, non chinano la testa, continuano a mettere in
pratica la pericolosa forza della libertà e non la custodiscono
vigliaccamente sotto il letto, in attesa di tempi migliori.
E' inevitabile riflettere, e molti lo fanno già come si trattasse di
un'altra azione, attorno allo scenario in cui si svolgono le nostre
esistenze/lotte (binomio inalienabile per i nemici dell'ordine
esistente) in quanto, condividere e apprendere esperienze da altri e
intensificare con cautela le proprie, diviene doveroso per evitare gli
errori e le diserzioni avidamente attesi dalla repressione. La
coerenza, l'apprendimento storico e l'immaginazione fanno parte di un
arsenale che ci sprona a non fermarci mai. In effetti, sebbene noi ci
scontriamo con un apparato tecnologico/militare, al contempo dobbiamo
combattere in noi stessi il conformismo e la paura con cui la società
(e tutte le espressioni moraliste, riformiste, intellettuali,
consumiste, ecc.) cerca di sottometterci. Tutti noi che rifiutiamo
d'esser complici, e che ci scontriamo con tutte le forme di autorità e
di sfruttamento, dobbiamo riaffermare giorno per giorno l'avverso
percorso che abbiamo scelto e mostrare a noi stessi che siamo degni
dell'obiettivo al quale puntiamo.
Son già diversi mesi che devo agire nella massima segretezza, evitando
le ricerche dell'apparato di polizia che si muove dietro di me. Ho la
certezza di essere la scusa mediatica perfetta, quella con la quale lo
Stato-Capitale cercherà di restituire la falsa sicurezza e il dominio
assoluto della vita, schernito da tante figure anonime, tutti i
giorni, in tutti i luoghi. Son certo che l'apparato di polizia non
abbia l'ingenuo sospetto che alla mia cattura disarticolerà una
qualche organizzazione terrorista, anche se non mi parrà strano che se
ne parlerà in questa maniera. Sanno che dietro di me non c'è alcuna
struttura permanente o rigida, non invano cercano di comprendere
teoricamente i gruppi d'affinità e l'organizzazione informale, e credo
che sarebbe un errore sottovalutarli. Oggi mi perseguono perché
vogliono immobilizzarmi, vogliono -con una punizione esemplare per me-
arrestare la propagazione di un'idea insurrezionale che porta
necessariamente alla pratica. Mi perseguono perché pratico e promuovo
un modo di vita che distrugge le basi dell'ordine imposto, perché
faccio parte di una forza dinamica e diffusa, che cresce e pone in
evidenza che non tutti ci adattiamo a sopravvivere all'interno della
sottomessa routine dello sfruttamento, che non accettiamo la vita come
una pratica burocratica obbligatoria e monotona che ci viene concessa,
che siamo in tanti a non cercare il dialogo o le concessioni dalle
autorità, ma che puntiamo alla loro totale distruzione.
Se oggi la mia volontà/fuga è espressione di quanto valicabile o
vulnerabile possa essere il controllo del sistema, delle diverse
maniere di affrontare la coercizione della nostra volontà o la
sottomissione della società, voglio esprimerlo apertamente. Alla
stessa maniera, riaffermo la mia libera scelta di vivere in
clandestinità, il che non significa affatto "aver lasciato tutto".
Continuo a rifiutare il fatto che la vita sia sotto il dominio del
potere economico, politico, poliziesco o in qualsiasi forma si
esprima. Sono ostinato nel desiderio di unire la mia vita alla guerra
contro l'esistente, il che rappresenta una tremenda sfida per ognuno
di noi e per coloro i quali vogliono farlo. Credo nel bisogno e nella
coerenza di esser testimoni vivi della negazione di questo mondo.
Continuate con la propaganda per il fatto e la solidarietà, sempre con
grande coraggio, muovendovi lontano dalle luci attraenti dello
spettacolo del capitale. Gli errori e le sviste che ho commesso mi
hanno condotto a questa situazione, scelta per mantenermi lontano da
tutti quelli che amo e da tutto quel che faceva parte della mia
quotidianità. Mi sono messo in questione ed ho dovuto apprendere, ed
oggi devo fare degli sforzi in più per tenermi lontano dalle grinfie
dei nostri nemici. Per me è cambiato tutto, ma i sentimenti e la forza
son divenuti più forti.
Dal lontano cammino che percorro spero che le mie parole siano, in
qualche maniera, un sostegno e un'espressione d'affetto per tutti i
miei compagni e compagne, per tutti dentro e fuori le mura delle
galere, che fanno parte di una forza e di un'energia d'inesauribile
lotta.
Infine, saluto allegramente tutte le azioni di attacco al potere e,
sperando che continuino, vi lascio.

Nota: (1) O le resta qualche dubbio sotto-ispettore Ismael Andrade?
nota di Culmine: Si tratta dell'agente della PDI che perso dei denti
durante il pestaggio da parte di alcuni compagni, proprio davanti al
suo commissariato.

Mer, 07/10/2009 – 11:41
tutti i contenuti del sito sono no-copyright e ne incentiviamo la diffusione