Ferrara - Sotto celere osservazione

Alcuni giorni fa i media locali danno notizia dell'imbrattamento di decine di muri del centro con scritte contro digos, magistrati, giornalisti e un colonnello della Nato morto in provincia. Passano alcuni giorni e, trionfalmente, si parla già di identificazione dei colpevoli e di una denuncia già inoltrata.

Si parla della delazione di più "solerti cittadini" o, per dirla con le parole del dirigente digos Nevio Di Vincenzo, di "costruttiva collaborazione da parte dei cittadini". Ma a scorrere tra le righe dei giornali salta alla vista un particolare ben più interessante. La presunta identificazione del "responsabile del blitz anarchico" sarebbe avvenuta per mezzo del "preziosissimo" materiale video ripreso da varie telecamere nascoste in giro per la città.

Si viene quindi a scoprire che oltre alle centinaia di telecamere in bella vista in tutto il centro cittadino si va ora ad aggiungere un numero imprecisato di occhi nascosti, piazzati dalla questura col solo scopo di arginare "il crescente pericolo anarco-insurrezionalista a Ferrara", parola di questore.

Si può solo constatare come l'insediamento nel giro di pochi mesi del nuovo questore, Salvatore Longo, e del nuovo dirigente digos (il cui nome di cui va così fiero tanto da sbandierarlo su giornali e televisioni abbiamo già riportato), un 35enne in vena di carriera, costringa tutti e tutte a stare all'occhio. Nè più, nè meno.

Mar, 09/02/2010 – 02:24
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