Francia - Nuove operazioni sbirresche nella banlieue di Grenoble ed echi repressivi

(ANSA) - PARIGI, 4 AGO - Vasta operazione di polizia nel
quartiere Villeneuve di Grenoble, recente teatro di scontri
armati tra polizia e ragazzi di banlieue.


Fermati quattro ragazzi, di cui 2 minori (uno e' stato poi
rilasciato), nel quadro delle indagini sulla rapina effettuata a
meta' luglio in un casino' da Karim Boudouda, ucciso dalla
polizia durante un inseguimento. E proprio la morte del
rapinatore ha scatenato la rabbia dei giovani provocando 3
giorni di scontri e minacce di morte alla polizia.





In Francia, il presidente Sarkozy sta tentando di risalire il baratro dei consensi  - dopo gli scandali dei finanziamenti al partito UMP - puntando su una vaga ma roboante campagna xenofoba e forcaiola.

Le proposte:

Prima di tutto togliere la cittadinanza agli stranieri che si macchino di reati gravi – in particolare di aggressioni nei confronti della polizia. Sarkozy usa il termine “tentativo di omicidio”, visto che in Francia, nelle ultime rivolte sono iniziati a partire colpi di arma da fuoco anche dall'altro lato della barricata. Viste le basi dei primi processi, per essere accusati di “tentato omicidio” di un poliziotto durante una rivolta nelle banlieues non serve molto di più di qualche testimone dell'altra fazione. Affrontando la questione può essere comunque utile ricordare che gli unici morti nelle banlieues, dalle rivolte del 2005 ad oggi, sono solo e sempre stati giovani di origine straniera uccisi dalle forze dell'ordine.

«La nazionalità francese deve poter essere ritirata a tutte le persone di origine straniera che abbiano volontariamente attentato alla vita di un poliziotto o di chiunque altro rappresenti l'autorità pubblica».

Una proposta che viene resa pubblica in un'occasione ben precisa: la presentazione del nuovo prefetto dell’Isère, a Grenoble, dove recentemente si sono verificati gli scontri tra la polizia e i giovani di una banlieue, dopo che gli agenti avevano ucciso un giovane rapinatore.

Quando serve, la carta banlieues è sempre pronta per essere giocata.
Le banlieues devono essere in fermento per legittimare l'autorità, devono essere la minaccia incombente sul piccolo e medio borghese, da cui lo stato protegge e che lo stato combatte.

Ricordiamo che le banlieues sono dei veri e propri ghetti, alveari, satelliti delle città talvolta sorti su precedenti agglomerati urbani accomunabili alle bidonville. E come nei ghetti, il marchio dell'infamia è prodotto già dall'indirizzo di residenza. Le banlieues sono un programma sociale, un'altra di quelle discariche della civiltà capitalista dove vengono accumulate le eccedenze umane, nel caso francese in particolare gli scarti del passato coloniale. E come tutti i ghetti sono uno stadio intermedio tra un'area urbana e un luogo di detenzione.

Seguono due brevi estratti da un comunicato diffuso qualche mese fa da compagni francesi in vista del processo verso due di questi giovani di origine straniera a cui, oltre alla carcerazione, potrebbe essere revocata la cittadinanza.

“Il potere proietta su questo luogo tutte le proprie angosce securitarie e teme, più di ogni altra cosa, che l'occupazione poliziesca dei quartieri venga contrastata con rivolte organizzate, che la gente contro cui sono stati sparati per mesi i proiettili flashball [di acciaio e gomma], inizino a mettere gli sbirri nei propri mirini.”

“Qui la sensazione non è di vivere ai margini della società, ma nel laboratorio del futuro. Se nel prossimo futuro si paventa il rischio di insurrezioni popolari, di certo il potere si sta allenando a gestirle qui”

“Chiunque si faccia un giro dopo le cinque del pomeriggio capisce, osservando i “robocops” di pattuglia in stile Gaza, che lo stato non sta cercando di ristabilire l'ordine dove regnerebbe il disordine, ma di scatenare il disordine al momento giusto per mostrarsi, prima delle elezioni, come l'entità che ristabilisce l'ordine.”



Sarkozy dichiara inoltre che l’acquisizione della nazionalità per i minori nati in Francia da genitori stranieri, una volta raggiunti i 18 anni, non debba più essere un diritto, qualora si commettano crimini.

Si parla di minori nati in Francia, la cui unica differenza rispetto ad altri giovani francesi è rappresentata esclusivamente dalle origini dei genitori.

Questo insieme di proposte si inserisce in un più esteso programma propagandistico che va a colpire e criminalizzare una fascia sempre più ampia di individui su base etnica.

E quindi i clandestini, colpevoli di avere «troppi diritti»
«Mi auguro che si valutino i diritti e le prestazioni cui hanno accesso gli stranieri clandestini. Una situazione irregolare non può conferire più diritti di una situazione regolare e legale», una vaga e fumosa retorica in stile lega nord. Il presidente non ha nemmeno precisato a quali diritti facesse riferimento. I clandestini, in Francia, hanno infatti accesso a pochissimi servizi tra cui l'assistenza sanitaria.
 
Il presidente ha ribadito la linea dura anche contro i nomadi: «Dobbiamo porre fine allo sviluppo selvaggio dei campi rom. Sono delle zone al di fuori della legalità che non possono essere tollerate». Entro settembre, ha aggiunto il presidente, «saranno smantellati i campi che sono già stati oggetto di un’ordinanza del tribunale. Per i campi su cui non c’è stata ancora una decisione dei giudici, faremo in modo che si intervenga al più presto. Entro tre mesi, voglio che almeno la metà di questi accampamenti sparisca dal territorio francese».

Tutte posizioni assolutamente attinte dal programma dei partiti di estrema destra come il Front National di Le Penn.

Del resto il ricorso alla minaccia, che sia interna (migranti, rom, movimenti radicali) o esterna (terrorismo internazionale, paesi canaglia, ecc..) sono dei classici del repertorio delle democrazie occidentali nelle situazioni di difficoltà economica o di perdita di consenso.

Ma in Francia negli ultimi giorni si è registrato un altro fronte repressivo, sempre connesso alle rivolte nelle banlieues di Grenoble...

Due siti internet nel mirino del ministro degli interni francese

Anche se il ministro degli interni francese non ha voluto specificarne i nomi, “onde evitare di fare loro pubblicità”, i due siti internet finiti nel suo mirino sarebbero jura libertaire [http://juralibertaire.over-blog.com] e  indymedia grenoble [http://grenoble.indymedia.org], rei di essere apertamente ostili alla polizia e al suo operato.

“Pubblici insulti e diffamazioni nei confronti della polizia”, “campagne che mi hanno scioccato e che non posso lasciar correre”, queste le parole del ministro, indignato in particolar modo per alcune espressioni utilizzate per descrivere le forze dell'ordine: “banda di assassini” per la polizia e “banda armata di criminali” nei confronti della BAC [Brigata anticrimine], in questo modo “attaccando l'onore della polizia”.

L'attenzione del ministro degli interni Brice Hortefeux, già noto per la recente proposta del braccialetto elettronico per i migranti che ricorrano contro il decreto di espulsione e condannato nelle scorse settimane per insulti razzisti nei confronti di un giovane membro del suo partito, si è in questo caso concentrata su questi siti internet nel corso degli sforzi profusi per legittimare e promuovere il recente operato delle forze repressive nelle banlieues di Grenoble. Il sito Jura Libertaire è in oltre da tempo accusato di supportare il cosiddetto movimento anarco-autonomo [i nove di Tarnac, sabotaggi contro alta velocità e altri obbiettivi]

informa-azione - "bello come una prigione che brucia"

Mer, 04/08/2010 – 23:10
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