Francia - Uno volantino rivoltoso tra le strade parigine

fonte: http://www.non-fides.fr/?Nello-Stato-piu-libero-del-mondo

Fin dal 1945 vogliono farci credere che sulla nostra vita regni la più
serena delle libertà, ora che le massaie hanno a disposizione gli
elettrodomestici più avanzati, ora che quasi tutti hanno diritto al voto,
ora che la “libertà” d’espressione è garantita dalle istituzioni
democratiche, ora che una serie di false scelte ci viene offerta fra lo
sfruttare e il farsi sfruttare per niente, senza tentare di porci domande,
pena l’essere domati. Eppure la nostra ansia e la sete di libertà non si
assottigliano, è a questo che si riferiscono quando ci martellano le
orecchie con le loro tiritere di libertà e di progresso democratico o
industriale.

Ma qui e là la pace sociale viene talvolta scossa, la sua necessità
rimessa in discussione, le sue capacità di diventare tendenza liquidate a
beneficio della rabbia che essa provoca in coloro cui non riesce a far
dimenticare la miseria di un’esistenza vissuta perennemente da selvaggina.
Gli sbirri vengono attaccati e sono odiati nei quartieri che la pace
sociale definisce “sensibili”, i fratelli maggiori sociali non riescono
più a contenere la rabbia degli sfruttati in cerca di significato, i
disoccupati non accettano più che la propria sopravvivenza continui ad
essere un inferno, i liceali erigono barricate contro le forze dell’ordine
mentre gli operai minacciano di far saltare la loro fabbrica merdosa, i
clandestini si rivoltano in ogni angolo del paese appiccando fuoco alla
loro prigione o sottraendosi alle retate, altri provano a rendere la vita
impossibile a chi trae vantaggi dalle espulsioni e dal sistema carcerario,
sempre più ribelli cercano di far pagare il conto a chi vorrebbe che il
dominio dell’umano sull’umano continui a passare la sua lingua rugosa sui
nostri corpi e sui nostri spiriti assassinati.

Nel 2005 le periferie esplosero di rabbia e misero l’ordine in difficoltà.
Più di un anno fa il centro di detenzione di Vincennes, la più grande
prigione per stranieri in Francia, è andato in fumo, acceso dalla rabbia
di una vita senza vita. Da molti anni si moltiplicano le pratiche di
sabotaggio e gli attacchi contro i diversi collaborazionisti della
reclusione (Bouygues, Eiffage, IBIS, Air France, ADECCO, Croce Rossa e
altri avvoltoi che partecipano alla macchina delle espulsioni). Più di
recente sono stati incendiati, sfondati, sabotati decine e decine di
sportelli automatici (bancari, postali, BNP, LCL, CIC, Société Générale) —
responsabili degli arresti di clandestini, avendo organizzato con gli
sbirri degli agguati ai loro clienti indesiderabili.

Dieci persone sono state accusate dell’incendio di Vincennes e vengono
giudicate in questo momento in un processo perso in partenza in cui
rischiano parecchi anni di galera. Il 15 febbraio quattro persone,
definite dai sudici sbirri “anarco-autonomi”, sono state arrestate dalla
sezione anti-terrorismo della brigata criminale con l’accusa di aver
partecipato a questo movimento di solidarietà attorno ai centri di
reclusione e al loro migliore mondo di merda. Lo Stato mostra sempre il
suo volto cattivo sperando di vederci sottomessi alla pacificazione
mortifera impostaci a suon di sbirri, di prigione, di tortura, di omicidi,
di giudici, di frontiere, di secondini e di simpatici sorrisi di
circostanza.

Di fatto, attraverso la repressione lo Stato spera di contenere la
diffusione degli attacchi permanenti che lo scuotono con fragore, per di
più attribuendo a gruppi sociali inventati di sana pianta (come
«l’ultra-sinistra», i «giovani delle periferie», le «bande», i
«sabotatori» e via di questo passo) delle pratiche diffuse dappertutto
nella società, allo scopo di confinarle, consapevole che la loro
generalizzazione gli sarebbe fatale.

Ma non c’è da piangere, perché in questa guerra sociale senza tregua
nemmeno noi faremo regali.

Che il tumulto della rivolta si abbatta contro questo fottuto mondo di merda!

(Volantino trovato nelle strade di Parigi, marzo 2010)

Tradotto dal francese all’italiano a partire da "Dans l’Etat le plus libre
du monde?"

Mar, 30/03/2010 – 13:34
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