Genova - Disordini e scontri tra detenuti
fonte larepubblica
Alla base degli scontri la guerra tra detenuti dell´est europeo e nordafricani
Maxi rissa tra 50 detenuti, venti feriti. Il sindacato di polizia: ora basta
Maxi rissa tra 50 detenuti, venti feriti. Il sindacato di polizia: ora basta
Ore 14: nel carcere di Marassi si scatena una maxi rissa. Più di cinquanta detenuti si affrontano a colpi di lamette da barba, bastoni, calci e pugni. Sono momenti di paura. I sei agenti in servizio ai piani premono tutti e sei i pulsanti dell´allarme generale, ma quattro non funzionano. Dopo minuti di violenza, arrivano in rinforzo altri dieci colleghi, che a fatica riescono a riportare la calma. Il bilancio dei feriti è pesante: venti detenuti finiscono in infermeria per contusioni, uno ha un profondo taglio alla testa. Scatta un´indagine interna, i detenuti vengono interrogati uno ad uno, e superate le reticenze si scopre il motivo della "battaglia". A Marassi è in atto una vera e propria guerra tra detenuti dell´Est e nord africani. Questi ultimi vogliono il controllo totale del carcere e hanno eletto un loro capo. La notizia ha fatto il giro delle celle in pochi giorni e il "blocco" dell´Est ha deciso di scontrarsi con i rivali. Ma non è finita. Due ore dopo un detenuto marocchino della prima sezione (in attesa di processo) si è rifiutato di entrare in cella e ha colpito con un pugno in faccia un agente, che è stato trasportato al pronto soccorso del San Martino. La giornata nera del carcere di Marassi si conclude mezz´ora dopo, alle 16.30, con un secondo agente aggredito. Nella sala colloqui un padre ha incontrato il figlio in attesa di essere scarcerato e quindi sottoposto a una custodia attenuata. I due hanno avuto un diverbio, due agenti sono intervenuti per calmare gli animi e uno è stato colpito con un pugno in pieno volto. «La situazione in carcere è così allarmante - denuncia Domenico Filippone, segretario nazionale del Lisiapp, acronimo del Libero sindacato appartenenti polizia penitenziaria - che abbiamo deciso di esporre in maniera più forte i problemi che affronta la polizia penitenziaria alle forze politiche. A Marassi ci sono 620 detenuti e solo 164 agenti perché altri 86 sono distaccati. In tre giorni ci sono stati 28 nuovi "arrivi", ma il personale non è aumentato: non è più possibile lavorare in questo modo e l´amministrazione non può più far finta di niente di fronte a questi problemi di sicurezza».
Dall´inizio dell´anno a Marassi si è verificata una tentata evasione, un detenuto rumeno è stato picchiato e ridotto in fin di vita, e qualcuno è riuscito a far entrare dei telefoni cellulari. Ieri l´ultimo episodio che fa capire come il carcere sia un bomba innescata pronta a esplodere e che la situazione non è più sotto controllo. Già dalla mattina erano arrivati i primi segnali che stava per accadere qualcosa di grave perché al passeggio un gruppetto di detenuti era venuto alle mani. Ma alle 14, quando quelli della seconda sezione (con pene definitive) stavano scendendo dai quattro piani per andare in cortile per le due ore d´aria, sono saltate fuori le armi ed è scoppiato il finimondo. Solo per un soffio, grazie all´immediato intervento degli agenti, non c´è scappato il morto.
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