Gorizia - Tra CasaPound, questura e intellettuali di sinistra

da alcuni anarchici udinesi

Gorizia - Tra CasaPound, questura e intellettuali di sinistra



Nulla di che stupirsi, sia chiaro. La merda si ricicla, si recupera e si
ripresenta, sempre più maleodorante di prima. Solo, è importante capire
in quanti ancora si riesca a sentirne il tanfo nauseabondo.

Quello che più è da sottolineare dell’iniziativa di CasaPound con
questura e comune di Gorizia non è, come si sente sempre piagnucolare in
queste occasioni, il sostegno istituzionale che, a Gorizia, con
particolare enfasi, o altrove, viene dato ai fascisti dei più svariati
gruppi. Ma per favore! E dove la vedrebbero i buoni democratici la
contraddizione? Dove starebbe il problema che i fascisti organizzino
insieme agli sbirri e alle istituzioni democratiche la loro propaganda?
Non riesco a capire quale sia il problema. Forse la coerenza? Non ci
piace che il nemico, a differenza nostra, sia tanto più coerente e
sincero di noi, a partire dai linguaggi che utilizza sui suoi giornali
più reazionari, che tante volte dipingono i sovversivi in maniera molto
più accurata di movimenti, cittadini indignati e “compagni” vari, o
qualunque cosa siano.

La cosa più importante invece, da mettere in luce in questo caso, è, lo
si nota scorrendo l’elenco dei relatori di questo convegno su legge e
crimine del 27 gennaio a Gorizia
, la bellezza della sincerità e della
coerenza del nostro nemico, che non si lascia mai solo. Sono tutti lì,
non giocano mica tra loro a quella stronzata di gioco chiamata
“democrazia” come i “compagni”. Loro sanno che tra gli scrittori di
sinistra, gli psichiatri, gli sbirri, i politici e i fascisti non c’è
alcuna differenza, che sono la stessa merda e che stanno dalla stessa
parte. E quindi è quanto meno dignitoso vedere insieme Marco Dotti, che
pubblica e collabora con Mimesis, Feltrinelli e il Manifesto, Adriano
Segatori, ora di CasaPound, psichiatra, che ha pubblicato due libri per
Sensibili alle Foglie inerenti al suo lavoro di merda, nonché altri come
uno per la casa editrice di Simone Paliaga, pennivendolo di Libero,
altro relatore, Carlo Benevento, responsabile dell’azienda sanitaria, (a
moderare) Vicsia Portel, giornalista di “Di Martedì” di La7, e, dulcis
in fundo, Luigi Di Ruscio, ex digossino, trasferito poi a dirigere il
traffico, poi responsabile per le deportazione dei migranti a Messina e
adesso questore vicario di Gorizia.

In mezzo a tutta questa merda non posso che apprezzare almeno la sincerità del nemico. La farsa delle bandierine è finita.


Sab, 16/01/2016 – 10:56
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