I senzanima

Dopo la morte di Stefano Cucchi, un altro morto nel carcere di Parma, quella di Giuseppe Saladino. Sempre su questo stesso istituto leggo sul Corriere della Sera di mercoledì 11 novembre del 2009:

Stava scontando una condanna all’ergastolo in regime di 41bis. La procura di Bologna ha aperto un fascicolo contro ignoti sulla sua morte, ipotizzando il reato di istigazione al suicidio.

Conosco bene il carcere di Parma, dopo quello dell’Asinara è stato uno dei più fuorilegge istituti in cui sono stato detenuto.

Di quel carcere ricordo bene le celle di rigore,  dove mi avevano messo per essermi ribellato contro le guardie che avevano strappato e calpestato con le loro scarpe le foto dei miei figli durante una perquisizione perché non era consentito averne più di dieci.

Mi ricordo come se fosse ieri di quei 15 giorni nella stanza liscia al freddo senza letto, lenzuola, coperte a fissare le pareti sporche e sgretolate della cella per ore e ore.

In ostaggio della delusione, della tristezza e della sofferenza.

Senza nulla, quindici giorni solo con i miei pensieri, la mia rabbia, il mio cuore e la mia anima a cercare di fare il morto, cercando dentro di me l’amore per rimanere vivo.

In carcere in Italia non si viene solo ammazzati, istigati al suicidio, picchiati, abbandonati come sacchi della spazzatura, ma si viene soprattutto umiliati levandoti la voglia di vivere.

Finiti quei 15 giorni di punizioni, il massimo ininterrottamente consentiti, dopo un giorno in sezione,  me ne hanno dati altri 15 e poi ancora altri 15 giorni.

E’ facile interpretare e ingannare la legge per gli uomini dal cuore nero dell’Assassino dei Sogni (il carcere), perché loro sono i buoni e noi i cattivi.

L’Assassino dei Sogni si ritiene al di sopra di qualsiasi legge.

L’Assassino dei Sogni non è mai quello che sembra, perché è molto peggio di quello che si crede.

E non è vero che la colpa dell’illegalità in carcere è a causa di alcune mele marce.

No! Piuttosto è l’incontrario: in carcere ci sono solo alcune mele buone.


Il carcere è cancerogeno non solo per chi è detenuto, ma è anche cancerogeno, se non di più, per chi ci lavora.

E come si può pensare di garantire la sicurezza sociale non facendo vedere il cielo, le stelle e la luna ai detenuti sottoposti al regime di tortura del 41bis?

Come si fa a tenere in carcere tossicodipendenti che hanno bisogno di cure?

Come si fa a tenere una persona dentro per sempre con l’ergastolo ostativo, colpevole soprattutto di aver rispettato le leggi della terra e dalla cultura di dove è nato e cresciuto?

Il carcere in Italia è una macelleria e al macellaio non fa più impressione la vista del sangue, perché perde la sua umanità e non crede più che la pena abbia alcune funzione rieducativa.

I macellai, le mele marce, i senzanima, chiamateli come vi pare, si sentono così buoni che possono ammazzare, picchiare e distruggere cuore e anime di persone che hanno sbagliato, ma non per malvagità come invece hanno fatto le persone che hanno ucciso Stefano Cucchi.

Carmelo Musumeci

Carcere di Spoleto

20 novembre 2009

 

 

Per scrivere a Carmelo:

Carmelo Musumeci
via Maiano, 10
06049 Spoleto (PG)

Mer, 02/12/2009 – 15:23
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