[Mi] Incontro pubblico sentenza processo rivolta in Via Corelli

17/10/2009 - 15:00
17/10/2009 - 18:12

SABATO 17 OTTOBRE ORE 15
presso il Presidio Permanente
Lavoratori della Scuola
via Ripamonti 85 Milano

INCONTRO PUBBLICO
CON GLI AVVOCATI DIFENSORI
DEI RIVOLTOSI DI VIA CORELLI DOPO LA  SENTENZA DEL PROCESSO

S'è chiuso martedì 13 ottobre, con la sentenza di primo grado, il processo ai ribelli di Corelli, arrestati la notte del 13 agosto dopo le proteste che fecero seguito all’entrata in vigore del pacchetto sicurezza.

A fronte delle pesanti richieste di condanna avanzate dal p.m. (per tutti/e pene dai due anni ai due anni e mezzo, con una sola assoluzione) il giudice, dopo ben sei udienze, ha deciso di suffragare la tesi della colpevolezza sostenuta dalla polizia e dalla croce rossa, condannando tutti/e, ma con pene di molto inferiori, che vanno dai sei ai nove mesi, senza in ogni caso concedere a nessuno la sospensione della pena.
Avrà inoltre seguito la vicenda “specifica” di Joy, emersa con nettezza durante il processo.
Da una parte è certo che verrà denunciata per calunnia nei confronti di Vittorio Addesso, l’ispettore-capo di polizia che ha esercitato violenze sessuali su di lei; dall’altra è altrettanto certa la denuncia di Joy nei confronti di Addesso. In altre parole: il processo Corelli continua.

In sintesi possiamo dire che l’esito del processo non fa che confermare il carattere “partigiano” della giustizia borghese, come sempre incapace di contraddire le scelte del potere politico e dei suoi apparati repressivi, decidendo quindi di colpire comunque, nonostante nel corso del processo siano emerse palesi contraddizioni nell’impianto accusatorio, sia in merito ai fatti accaduti, sia in merito all’identificazione dei presunti responsabili.

L’unico elemento politicamente positivo e significativo è stata la concessione a tutti/e delle attenuanti generiche, cosa che spiega il forte ridimensionamento dell’entità delle condanne rispetto alle richieste del p.m. In attesa che il giudice depositi le motivazioni della sentenza è lecito pensare che tali attenuanti siano esattamente legate al contesto in cui tali “reati” sarebbero avvenuti (la natura dei CIE e del loro funzionamento), riconoscendo implicitamente come il carattere politico che i detenuti, insieme con gli antirazzisti intervenuti a loro sostegno, hanno cercato di imprimere al processo, abbia comunque ottenuto un risultato importante, per quanto insoddisfacente di fronte alla repressione che, anche questa volta, l’ha fatta franca.

Resta il fatto che le lotte nei CIE continuano (e continueranno) come dimostrano gli scioperi proclamati nei CIE di Gradisca e Milano, proprio in solidarietà con gli immigrati processati oggi.
Resta quindi il fatto che è necessario e doveroso rilanciare l’impegno per la loro chiusura definitiva e, con essa, l’abbattimento definitivo di ogni legge razziale.

COMITATO ANTIRAZZISTA MILANESE

Gio, 15/10/2009 – 11:15
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