Legami tra l'insurrezionalismo italiano e quello cileno?

"Diamo fuoco alla dinamite vendicatrice" - Severino Di Giovanni, 1.8.27

L'8 settembre il quotidiano cileno El Mercurio, conservatore, in previsione degli scontri che puntualmente si sono verificati l'11 settembre, ha dato spazio ad uno psicologo sociale e consulente dei Carabineros. Sociologi, psicologi e criminologi stanno da tempo aiutando i servizi di varie nazioni nel tracciare il profilo individuale e collettivo degli irriducibili, dei refrattari al sistema. Anche in Italia uno di essi, docente all'università de L'Aquila, ha dato alle stampe qualche anno fa uno scritto sugli anarcoinsurrezionalisti.

Adesso viene fuori il Marín che sollecita l'intelligence cilena ad individuare una relazione tra l'odierno anarchismo cileno e quello italiano. In altri documenti questi esperti citano proprio le deliranti affermazioni del procuratore Marini, in modo da fornire gli elementi per capire il modo d'agire e di organizzarsi dei gruppi refrattari.

E' tuttavia un fatto che sino ad oggi sono una settantina gli attacchi rivendicati da gruppi anarchici cileni e che il sistema non riesce e perseguire.

Di seguito l'articolo in questione, ma prima un doveroso abbraccio solidale ai nostri compagni in lotta.

Archivio Severino Di Giovanni

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Gli anarchici sono di classe media e cercano di diffondere messaggi contro l'ordine legale

El Mercurio// lunedì 8 settembre 2008

L'accademico e psicologo sociale Eric Marín sta studiando gli anarchici cileni da quando hanno fatto irruzione nella scena pubblica, nel 2004.

Nel costruirne il profilo, il professionista sostiene che provengono dalla classe media, specialmente dalle università e dai centri studio. "Non provengono dal sottoproletariato, come si crede, e probabilmente alcuni hanno esperienze sovversive", afferma.

Aggiunge che gli anarchici agiscono in gruppi di due o tre, senz'alcuna gerarchia e attraverso una comunicazione orizzontale. Fanno ricorso alla telefonia mobile e ad internet per mantenere una certa coesione. Dopo aver commesso gli attentati si disarticolano e tornano alla massa dei contestatori che protestano contro il modello economico e l'ordine stabilito.

Marín, che è stato consulente dei Carabineros su questa materia, segnala che l'anarchismo -per definizione- ha bisogno di diffondere la responsabilità e l'opportunità dei suoi attacchi per cercare di avere un'influenza nella società. Per questo rivendica i suoi attacchi e la memoria degli anarchici storici nell'individualizzazione dei propri gruppi operativi. "La loro logistica è semplice ed hanno scarse risorse", assicura.

Utilizzano anche degli ordigni esplosivi di un moderato potere distruttivo, costruiti con cilindri contenti gas o con estintori, polvere da sparo o TNT, miccia a lenta combustione o detonatori attivati da batterie o magneti, facili da ottenete sul mercato.

La maniera d'agire -spiega- corrisponde alla filosofia dell'anarchismo individualista. Il modello è l'anarcoinsurrezionalismo europeo, simile a quello sorto in Italia tra gli anni 2001 e 2005. Gli obiettivi sono lo Stato ed i simboli rappresentativi del potere.

Gli anarchici vivono al coperto, confondendosi tra gli adepti dei partiti politici di sinistra, tolleranti con essi, gli ecologisti e i gruppi musicali punk, hardcore, del tipo straight edge. Come "nemico": il potere dello Stato. Gli attacchi sono concentrati nei municipi di Las Condes, Providencia e Santiago, dove si trovano le installazioni più rappresentative.

Sono soliti attaccare tra le 23 e l'1 di mattina, quando c'è poca gente, adottando precauzioni per diminuire la possibilità di causare vittime innocenti tra i passanti. I giorni più frequenti sono i lunedì e i mercoledì.

Gli attacchi sono stati regolari dal 2004, circa 70, nessuno di essi è stato individuato dal sistema della persecuzione penale.

Secondo Marín, gli anarchici agiscono in 3 fasi: agli inizi con bombe di scarso potere ed in periodi di pace sociale, poi aumentano il potere distruttivo con proteste e agitazioni di strada, infine si giunge all'attentato contro le autorità rappresentative dello Stato.

Il procuratore Francisco Jacir, della procura Metropolitana Oriente, è stato designato dal procuratore nazionale, Sabas Chahuán, ad indagare i reati dal connotato terrorista e ad individuare e portarne a processo i responsabili.

Sebbene questa missione sia preferenziale, Jacir continuerà a seguire altri casi, per questo il governo cileno ha sollecitato affinché la giustizia abbia un procuratore che si dedichi esclusivamente a questi casi.

Tra le istituzioni che collaborano con i procuratore Jacir ci sono la procura contro il crimine organizzato, il Ministerio Público, la Dirección de Inteligencia Policial de Carabineros (Dipolcar), la Jefatura de Inteligencia de la Policía de Investigaciones, la Agencia Nacional de Inteligencia (ANI) y el Consejo de Defensa del Estado (CDE).

Lun, 15/09/2008 – 13:31
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